Come
costruire un castello di carta…poi il
vento.
Aveva posto la base: 8 coppie di carte.
Sawada Tsunayoshi ci aveva provato, veramente, e pensava anche di esserci riuscito. Aveva spremuto ogni più piccola goccia dal suo SuperIntuito made in Vongola per quel crimin~piano perfetto.
1) Aveva detto a Gokudera che sarebbe andato a scuola con Yamamoto quel giorno, permettendogli di prepararsi meglio per l’esame di guida. Dicendogli che non avrebbe dovuto preoccuaprsi per la sua incolumità: ci sarebbe stato il Guardiano della Pioggia a proteggerlo. E non avrebbe certo ritenuto Gokudera privo di senso del dovere solo perché doveva studiare e non poteva compiere il suo dovere di braccio destro come tutti i giorni. E che era un ordine, doveva studiare. E passare l’esame, il resto non doveva preoccuparlo. E che tanto ci sarebbe stato Dino in caso di necessità
2) Aveva spiegato a Chrome che per un paio di giorni sarebbero state Haru e Kyoko a portarle i pasti a cena e che non doveva preoccuparsi, non stava scappando o partendo per qualche viaggio o chissà cos’altro avrebbe potuto pensare. Solo doveva studiare per passare gli esami di metà anno e avrebbe dormito da Gokudera per concentrarsi meglio ben sapendo che, non vedendolo arrivare come tutti i giorni, si sarebbe preoccupata e avrebbe chiesto spiegazioni a chi non doveva. E nemmeno Mukuro si sarebbe dovuto preoccupare, era sempre a Namimori, solo era impegnato, sarebbe tornato a trovarla nel giro di due giorni. Nessun problema.
3) Aveva rassicurato Yamamoto confessandogli, in confidenza, che Dino era venuto dall’Italia apposta per parlargli di un incontro importante con degli esponenti riluttanti a firmare un trattato di pace con i Vongola e che aveva bisogno di una copertura nel caso a scuola avessero chiesto di lui. Doveva dire che stava poco bene e che era a casa, niente di grave ma per un paio di giorni non ci sarebbe potuto essere. E di non preoccuparsi di Gokudera perché lui, in quegli stessi due giorni, sarebbe stato in Italia per conseguire la patente. E che non sarebbe dovuto andare a casa sua altrimenti sua madre, all’oscuro del suo ruolo di Decimo, si sarebbe preoccupata. E che Kyoko e Haru lo aiutavano a nasconderlo alla mamma. Gli fece promettere di mantenere il segreto.
4) Aveva chiamato Dino al telefono, una chiamata costosissima fino in Italia, per avvertirlo che Reborn si era messo in testa di riprendere l’allenamento lasciato a metà e che avrebbe fatto meglio a fuggire lontano per salvarsi. Gli consigliò, cercando di parlare tra i gridolini preoccupati dell'altro, di non dire a nessuno il vero motivo della fuga anzi, di dire che sarebbe partito per il Giappone per parlare con il Decimo Vongola. E scappare da tutt’altra parte. Che Reborn in un primo momento ci avrebbe creduto e sarebbe tornato a Namimori ad intercettarlo. Un po’ di respiro prima della prossima mossa.
5) Si era recato prima da Haru e poi da Kyoko-chan per sfogare, sempre in confidenza, di esser molto preoccupato per Lambo, che sarebbe dovuto andare a casa di Gokudera per un paio di giorni per un incontro molto importante con Dino e i suoi e che qualcuno avrebbe dovuto tenere d’occhio che Lambo non facesse qualche sciocchezza che facesse scoprire la copertura con la mamma. Che avrebbe finto di stare male con la scuola, dicendo che Yamamoto era stato incaricato di avvertire i professori che lui e Gokudera sarebbero stati assenti, e che riponeva tutta la sua fiducia, per un compito tanto delicato, in loro.
6) Aveva lasciato nella palestra di Boxe della scuola un biglietto che informava “l’illustrissimo signor Sasagawa” che, dai più recenti studi nel campo di allenamento per migliorare lo stile di combattimento, era necessario fare al più presto un giro del Giappone in treno e senza sforzarsi in alcun modo.
7) Aveva chiesto alla mamma se poteva rimanere a casa di Gokudera per un paio di giorni per prepararsi al meglio per gli esami di metà anno, come gli era stato consigliato da Dino, se lo ricordava Dino?, quel ragazzo alto e simpatico, quello molto bravo nello studio…ecco, e che Reborn era d’accordo, poteva anche chiederglielo se non gli credeva…
8) Alla fine, più importante e difficile di tutto, aveva gentilmente informato Reborn di avere tutta l’intenzione di impegnarsi al massimo per diventare il miglior Boss dei Vongola della storia e sarebbe stato meglio se, per un paio di giorni, fosse rimasto costantemente in contatto con l'ambiente dei suoi Guardiani per migliorare l’affiatamento di gruppo e che, secondo quello che Dino gli aveva riferito, il modo migliore per conoscere a fondo i propri alleati fosse spiare tra le loro cose mentre non c‘erano, per capirli a fondo. Che Gokudera non ci sarebbe stato per un po’ e che la sua casa sarebbe stata vuota. Che si sarebbe stabilito lì. Che la mamma lo sapeva ma voleva una conferma dal maestro privato.
Aveva posto i successivi 6 strati alla perfezione, senza errori e incastrandoli perfettamente uno con l’altro.
Aveva calcolato tutto alla perfezione.
Yamamoto aveva alzato la mano in classe, al nome di Tsuna, per dire che non si sentiva bene e che gli avrebbe portato lui i compiti per un paio di giorni.
«Ha
un po’ di
febbre e di raffreddore, niente di grave»
«Se
lo dici tu, Yamamoto…ma
non c’è nemmeno Gokudera»
«Gokudera-kun
è in Italia» fece Kyoko lanciando
un’occhiata di intesa e fraintesa a Yamamoto «deve
fare la patente».
Kyoko, accompagnata da Haru, s era presentata a casa Sawada con un bel sorriso e la proposta di tenere Lambo per un paio di giorni, giusto per dare alla donna un po’ di pace e per permetterle di riposarsi come si deve, specie con Tsuna così impegnato.
«Oh,
è a studiare
da Gokudera»
«Gokudera-kun
e Tsuna-kun si impegnano così tanto»
fecero in coro le due amiche, complici.
Gokudera, tra una lezione, dall’apprendimento velocissimo peraltro, e l’altra, era riuscito a fare un salto alla dimora dei Cavallone, giusto per assicurarsi che il Bracco fosse veramente appresso a Tsuna per proteggerlo, altrimenti lo avrebbe fatto saltare in aria.
«Il
boss è in Giappone,
presso il Decimo Vongola»
gli rispose
abbacchiato uno di sottoposti della Famiglia «mi
dispiace, devo dire che sei passato?»
«Non
fa nulla» replicò compiaciuto «non
era importante»
La mamma era andata in camera di
Tsuna per parlare con Reborn che si stava preparando a partire per
l’Italia per
chiedere se andasse bene che Tsuna sarebbe rimasto a dormire a casa di
Gokudera
per un paio di giorni, come consigliato da quel ragazzo alto e biondo.
«Si
sta impegnando così tanto» sospirò
compiaciuta «sono certa
che ce la farà!»
«Meglio
per lui» replicò minaccioso afferrando
la minuscola valigia che aveva preparato e assicurando il biglietto
aereo per l’Italia
nel taschino interno della giacca «e adesso faccio un salto
in Italia per parlare
con Dino, maledetto lui che glielo ha proposto…»
Chrome aveva visto arrivare Kyoko con il suo primo pranzo e le aveva chiesto come stesse Tsuna, per sapere se c’era da preoccuparsi e se sarebbe dovuta andare da lui.
«Non
ti
preoccupare, Chrome-chan!
Tsuna-kun ce la sta mettendo tutta per riuscire bene,
abbiamo tutti fiducia in lui»
«Spero
che riuscirà ad ottenere dei
buoni risultati» sospirò la Guardiana della Nebbia
sorridendo leggermente.
Infine Dino aveva chiamato casa Sawada
per controllare se Reborn fosse già partito e per sapere
quanto tempo avrebbe
avuto ancora a disposizione per scappare lontano.
«Oh,
Reborn-kun è uscito un paio d’ora
fa…voleva parlarti di
una cosa…»
«Grazie
mille!!» replicò terrorizzato
velocizzando i propri movimenti e chiudendo l’ultima valigia.
Tsuna aveva calcolato tutto
alla perfezione.
E stava ammirando la sua opera, la piramide
perfettamente in
bilico, in equilibrio.
Mancava solo l’ultimo strato.
Con esasperante lentezza si avvicinò la
suo capolavoro
tenendo le ultime due carte in mano.
3 giorni dopo.
«Allora, com’è
andato l’esame? L’hai passato?»
«Certo che l’ho passato,
Yakyuubaka» strepitò «con chi credi
di parlare? Tu, piuttosto! Hai fatto tutto quello che il Decimo ti ha
chiesto?»
«Ovvio, qualunque cosa per
Tsuna»
«Meglio per te…»
«Piuttosto, sapete come gli è
andata?» s’intromise Chrome,
ancora preoccupata.
«Oh, alla perfezione» sorrise
Gokudera orgoglioso «in fondo
è del Decimo che stiamo parlando»
«Anche a me ha detto che è
andato tutto bene…»
«Meglio così, ero un
po’ preoccupata…»
«Non era il caso di preoccuparsi,
Chrome-chan» Haru e Kyoko si
sorrisero complici «c’eravamo noi a pensare a Lambo
e a tutto il resto, siamo
una famiglia, no?»
«Mi fa piacere sapere che la pensiate
così» Reborn sorrideva
compiaciuto da sotto il cappello, nonostante la lieve irritazione per
non aver
ancora trovato Dino «Tsuna ha fatto un ottimo
lavoro».
«Grazie…»
mormorò quest’ultimo arrossendo e cercando di non
far minimamente trasparire tutti i doppi sensi che gli erano venuti in
mente a
quella innocente affermazione.
Era tutto andato per il meglio.
Poi la porta della camera del giovane si era
spalancata
facendo entrare un esagitato Sasagawa, di rientro da un viaggio per il
Giappone,
interamente in treno, con in mano un cellulare.
«Ehi! Tsuna!» urlò
allucinato, spalancando gli occhi e
gesticolando «ma è vero che sei stato tutti gli
ultimi due giorni ad allenarti
a casa di Kyoya? Era per prepararti ad un incontro con me?»
agitò il cellulare mostrando
l’immagine che vi era ritratta
a tutti «sembra
essere stato molto faticoso, devo assolutamente farlo
anch’io!»
Nella foto, un po’ piccola è
vero, ma perfettamente chiara,
c’era l’immagine di un Hibari Kyoya con indosso
solo un paio di boxer scuri e
una camicia slacciata, chinato su di uno Tsuna sudato e rosso dallo
sforzo, le
labbra e gli occhi socchiusi e il respiro pesante, mentre spingeva su
di lui.
Piuttosto compromettente, deglutì Tsuna.
Solo
uno come Ryohei poteva equivocare.
Eccolo il vento, non richiesto quanto inopportuno,
che gli
fa volare via tutto il castello di carte, spargendole
tutt’intorno e lasciandolo
con in mano, ancora fermo in posizione per collocarle
sull’ultimo strato,
quella regina di picche e quell’asso di cuori.
Facendo
svenire Gokudera.
Tutto inutile.
Se beccava chi aveva scattato quella
foto…allora sì che
sarebbe diventato un Decimo che avrebbe deliziato persino Mukuro. Altro
che
bagno di sangue…
Ed
era un sorriso tra il sadico e il malizioso quello che Reborn ha in
volto?
Merda.
Bien…direi che è finita e che me ne posso anche andare, non siete d’accordo?
Ahah, eccomi, sono tornata e spero di essere riuscita a divertirvi ancora una volta (che ci volete fare, adoro le 1827 e non perdo occasione di rompere un po’ le uova nel paniere dei miei prediletti) e spero soprattutto di esser stata chiara…bho, fatemi sapere.
Solo un’ultima cosa: tutto questo è nato da una semplice, innocente (ma dove?) domanda:
Come farebbe Tsuna se
dovesse
nascondere un incontro con Kyoya…a tutti?
(ovviamente è ancora da capire come mi sia venuta un’idea del genere ma vabbé…ormai si è persa ogni speranza…)
Buona recensione. (spero)
NLH