~ Please,
take care of my existence.
In
questo insano mondo fatto di oscurità, non sono in grado di
vedere niente, di
sentire niente.
Nonostante
tenda disperatamente avanti le mie braccia, nessuno sarà in
grado di notarle.
Il
sentimento di essere la sola che il mondo distanzia, la pena di essere
stata
lasciata ad un passo dalle tenebre pian piano finirà con
l’uccidermi.
Io
non voglio essere sola.
Anche
se fosse per un solo istante, vorrei essere la padrona della mia
esistenza in
questa realtà fatta di pura illusione.
Ciò
che sono capace di fare è procedere all’ombra di
una rovina silenziosa in cui
tutto giace senza vita, avvizzendo con il passare dei secondi e
abbandonandomi
di nuovo nel mezzo di una valle desolata, senza una meta da seguire o
un posto
dove andare.
Un’intera
esistenza trascorsa nell’ombra di una realtà mai
vissuta, incorporea allo
sguardo del mondo, invisibile agli occhi della morte.
Al
mio cammino ciò che tocco sembra sfaldarsi con una lentezza
struggente da
ferirmi, e non mi resta altro che guardarmi dentro e rimpiangere
ciò che non
sono mai stata; che senso ha guadare quel fiume della nostra vita senza
chiederci chi, o cosa siamo?
Chi,
o cosa resta della mia
stessa esistenza?
Riascolto
il respiro di pensieri macerati lasciati al tempo devastatore che
irrompe e
scuce ogni mia lesione, cerco di riprendere la speranza di una vita
rubata e trascurata
nell’abisso del non ritorno.
Allungo
una mano dinnanzi al mio corpo sperando di incrociare un rifugio sicuro
che mi
protegga da questo mondo composto di solitudine, inganni e tristezza,
perché non
mi resta altro da fare.
Le
mie dita dondolano, come se cercassero invano una base
d’appoggio inesistente
mentre sotto di me si smantella quel fragile mondo che come
un’ingenua ero
sicura di aver ricostruito nei minimi dettagli, di aver assemblato
correttamente mattone su mattone, eppure quel soffio di vento era stato
inesorabile
da gettare alla rovina il mio piccolo nascondiglio e bruciando ogni mia
speranzosa aspettativa.
Nonostante
tutto, continuo a chiedermi come sarebbe stata la mia vita se un paio
di
braccia non mi avessero afferrata prima che perdessi
l’equilibrio e cadessi fra
le fauci di un arco di tempo inesistente e incolore.
Una
mano calda e accogliente che ha stretto con forza la mia,
acconsentendomi di
entrare nel suo mondo più sofferto, all’interno di
quell’Inferno che giaceva
incupito dentro la sua anima creata con il sangue ed il rancore delle
anime
uccise.
Non
avevo paura, non desideravo fuggire da quel luogo che tutto
d’un tratto si era
mutato in qualcosa di più candido e caldo, ero curiosa di
scoprire il perché mi avesse salvata, perché
avesse bisogno di qualcuno come me.
Chrome,
se si è in due, anche questa oscurità
non sarà più così spaventosa.
La
sua voce tenue che mi rassicurava, il suo sguardo addolcito che mi
confortava
con un ampio sorriso.
Ed
ecco che le mie braccia vacillanti scorgono quella figura a loro
familiare, le
dita dopo aver ricercato a lungo distinguono un valido sostegno su cui
riporre
la propria fiducia, la propria vita. Lentamente ricomincio da capo il
lavoro,
aggiungendo mattone su mattone, questa volta sicura che al mio fianco
è
presente qualcuno che mi sosterrà, che ci sarà
una mano che custodirà la mia
aiutandomi a rinforzare le basi in modo tale che resista anche agli
impatti più
duri.
Nel
mezzo di questa oscurità che pian piano si frantuma,
continuerò a chiamare il
suo nome credendo in questa promessa che non potrà mai
essere realizzata.
Sento
qualcosa stringermi con sicurezza una spalla, mi ripone fra le braccia
la sua
stessa essenza e mi incoraggia ancora con quell’espressione.
Va
Chrome, si ciò che vuoi in
questa vita, io sarò qui.
Mukuro-sama…
Si, perché dovevo scrivere
una 6996, perché sono così carini insieme che
sprizzano dolcezza da tutti i
pori. (?) Oltretutto spero di non aver reso OOC Chrome, in ogni caso,
fatemelo sapere che lo aggiungerò negli avvertimenti.
E’ piccola, ma si spera che
ai cari lettori possa piacere :)