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Autore: selena123    30/03/2011    0 recensioni
Ci siamo. Oh cazzo ci siamo sul serio. No io non ce la faccio. Torno a casa. Sono ancora in tempo. Chi si accorgerebbe di me? Nessuno. Quindi posso farlo. No non è vero non posso. Devo.
Prendo un respiro profondo e varco il cancello della mia nuova vita, il cancello della mia nuova scuola, il cancello del Liceo. Mi ripeto che qui non mi conosce nessuno, posso ricominciare da zero, posso essere chi voglio, farmi una nuova identità, cambiare totalmente o rimanere come sono. Ed ecco, entro nella palestra, la preside già vicina al microfono pronta a chiamarci uno per volta. Mi guardo intorno e vedo tanti altri ragazzi come me, chi spaventato, chi impaziente, chi tranquillo, chi agitato ma tutti come me pronti a vivere la loro nuova vita.
Mi chiamo Elena e questa è la mia vita al liceo.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Corro veloce in un immenso prato verde. Qualcuno mi rincorre..o forse sono io che rincorro qualcuno, o qualcosa. Con ansia crescente, il cuore che mi batte a mille che sembra quasi mi voglia uscire dal petto. Ed ecco cado. Cado nel vuoto, nel buio più totale e precipito..precipito..precipito..e poi…
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN!!!!!!!!!
Mi alzo di scatto dal letto. Era solo un sogno, un po’ strano ma solo un sogno. Entra mia madre in camera sorridendo emozionata
<< Dai Elena è il tuo primo giorno di scuola sbrigati! >>
Ah già le presentazioni..io mi chiamo Elena, oggi è il mio primo giorno di scuola, da oggi sono ufficialmente una LICEALE. Certo però io sono la classica ragazza, quella che non è né alta ne bassa, né magra né grassa, né bionda né mora, che non si veste come un maschio ma nemmeno da troia, quella che un secondo dopo che ci hai parlato ti sei già dimenticato di lei.
Mi alzo svogliatamente..non sono abituata a svegliarmi alle 6:30. Il letto mi chiama a gran voce e mi invita a tornare a dormire cosa che farei molto volentieri.  Purtroppo non si può così apro l’armadio e prendo i vestiti scelti accuratamente il giorno prima..diciamo anche la settimana prima. Dopotutto bisogna essere perfetti il primo giorno di scuola no?
Mi vesto facendo attenzione ad ogni particolare, non voglio pensare che fra poche ore varcherò il cancello che mi condurrà alla mia nuova vita. Solo a pensarci mi viene il mal di pancia, come se avessi milioni di farfalle nello stomaco che svolazzano qua e là… vi prego fermalteleee!!
Finisco di vestirmi, le scarpe apposto, un velo di trucco, capelli pettinati e sono pronta.

Esco di casa insieme ai miei genitori..oggi mi hanno voluto accompagnare entrambi. Sono entrambi elettrizzati, ma almeno mio padre non mi mette ansia..mi madre invece è l’opposto! Sembra una di quelle palline di gomma che si vincono alle macchinette e che se le fai cadere rimbalzano per tutta la stanza avete presente?
E chi la ferma più mo che ha iniziato a parlare! Neanche la sto ascoltando..ho troppi pensieri in testa..sarò pronta? Avrò fatto la scelta giusta? Dopotutto il classico è difficile..forse troppo per me, non mi è mai piaciuto studiare e nonostante ciò vado molto bene a scuola, o almeno sono andata bene fin’ora..ora chi può dirlo!
In un lampo siamo già davanti al LICEO CLASSICO AUGUSTO..liceo che ha fama di essere molto, molto, ma mooolto rigido e in più qui sono praticamente tutti fascisti, magra consolazione.
Sembra che abbiamo usato il teletrasporto credevo che ci avremmo messo molto di più invece eccoci qui davanti a quel cancello verde che in questo momento mi incute un timore assurdo. Non voglio pensare che dovrò varcarlo tutti i giorni per i prossimi 5 anni altrimenti mi prenderebbe lo sconforto.
Continuo a ripetermi che sto iniziando una nuova vita, che in questa scuola nessuno mi conosce ed è meglio così.
Mi guardo intorno cercando la mia unica ancora di salvezza, la sola che mi possa aiutare ora…Alessia.
Ed eccola, la vedo! Le corro in contro senza dare nell’occhio. Le sembrerò una pazza adesso visto che non sto ferma un attimo e parlo così veloce che sicuramente capirà la metà delle cose che dico ma non posso farne a meno.
Alessia è una mia amica delle medie, forse dire amica è troppo per ora visto che non abbiamo mai legato veramente, dopotutto lei era la tipica ragazza casa e chiesa che pensa solo allo studio  mentre io penso ai ragazzi, ai trucchi, alle scarpe, agli amici e dopo, ma solo dopo, allo studio.  Però chissà, la vita ci riserva sempre delle sorprese, magari si rivela più simile a me di quanto io possa mai immaginare, e comunque è la sola con cui io possa parlare perciò..come si suol dire “ a caval donato non si guarda in bocca” non so se mi spiego.
Entriamo nella palestra dove la vicepreside è già al microfono pronta a smistarci nelle nostre nuove classi.
Chiama il mio nome, sezione 4 F, guardo Alessia sconfortata e vado dai miei nuovi compagni aspettando che la vicepreside dica il nome della mia amica.
Appena la classe è al completo, siamo in 27 tra ragazzi e ragazze, ci avviamo verso l’aula al seguito della professoressa di Latino e Greco.
Non sembra così severa, vedremo poi. La nostra nuova classe si trova al 3° piano della palazzina più lontana…fantastico..

Io ed Alessia ci sediamo al banco vicino e l’ora si svolge velocemente tra una presentazione e l’altra.
Mi guardo intorno, vedo le altre ragazze e mi sento una vera schifezza in confronto a loro. Già ho individuato quelle con cui non andrò mai d’accordo e quelle che non mi si fileranno per niente perché, ovviamente, non sono abbastanza per loro.
E poi ci sono i ragazzi.
Niente di speciale come al solito. Sono sfortunata in questo campo. Ce ne sono alcuni passabili, ma sembrano troppo piccoli, preferisco i ragazzi più grandi e belli da togliere il fiato come Alessandro, quel ragazzo stupendo che conosci da una vita perché abita sotto casa tua, per cui hai una cotta da sei (si avete capito bene) SEI anni, e con cui non scambi nemmeno una parola se non un “ciao”perché, essendo più grande, non ti calcola.
Passano le ore e l’unica cosa che mi passa per la testa è un frase, una frase che mi ripeto da quando ho finito gli esami: cosa cavolo mi è venuto in mente quando ho scelto il classico?????
Bha! Chiedo l’aiuto del pubblico per la risposta!..50 e 50? Telefonata a casa? Niente niente?
Voglio tornare sotto l’ombrellone in riva alla spiaggiaaaaaaaaaaa!!
Guardo l’orologio, manca ancora un’ora per la ricreazione..mi dovrò abituare al nuovo orario anche in questo.
Nuova prof nuove presentazioni. Amo i giorni così! Non si fa mai niente!
<< Ehi Ele dopo usciamo? >>
<< E che sono noi due Ale? >>
<< Si dai mi voglio comprare qualcosa..ti prego ti prego ti prego ti preeeegoo! >>
La guardo esterrefatta. Chi è questa ragazza?? E cosa hanno fatto ad Alessia??
<< Va bene se vuoi. Dove vorresti andare? >>
<< Su via Tuscolana magari. Oppure Cinecittà Due >>
<< Va bene poi decidiamo>>
Ad un tratto qualcuno bussa alla porta.
<< Mi scusi professoressa mi hanno trasferito in questa classe>>
<< tranquillo, siediti dove trovi posto. Tu sei?>>
<<  Rizzo. Andrea Rizzo >>
Oh.Mio.Dio. Alto,carnagione scura,spalle larghe, occhi azzurro cielo, capelli spettinati alla ben e meglio color del mogano. Guardandolo sono giunta a una conclusione: LUI DEVE ESSERE MIO!
Si siede al banco dietro quello mio e di Alessia. Oddio mi sento morire! Che faccio? Che gli dico? Niente cosa gli dovrei dire! Farei la figura dell’idiota! Magari a ricreazione. Si a ricreazione mi presento. Oppure no.
Passano le ore e io non riesco a vederlo. Sembra che la ricreazione abbia deciso di non iniziare oggi! Alzo gli occhi al cielo e penso: mi mandi un figo del genere e non me lo fai nemmeno ammirare?? Che ho fatto di male eh??
Guardo l’ora: le 11. La ricreazione inizierà fra dieci minuti. Solo dieci minuti e potrò finalmente vederlo.
7 minuti. 4 minuti. 3 minuti. Ed eccolo il suono che solo ora poteva farmi sorridere. Prendo Alessia e la trascino in bagno così velocemente da farla quasi cadere.
<< Hei ma sei impazzita?? >> mi chiede
<< Alessia ascoltami! Hai visto quel ragazzo?? Quello che è entrato in ritardo?? >>
<< certo che l’ho visto è davvero carino. Perché ti piace?? >>
<< lo devo conoscere. Ci devo parlare assolutamente! >>
Rientriamo in classe e cominciamo a conoscere le nostre nuove compagne. Alcune sono davvero simpatiche già ci siamo messe d’accordo per uscire questo sabato pomeriggio dopo scuola.  Ogni tanto con la coda dell’occhio guardo Andrea. Mio Dio quanto è carino!! Mi mordo il labbro inferiore vedendolo ridere poi mi volto e continuo a chiacchierare con le ragazze.

Suona la campanella dell’ultima ora e prendiamo la metro. Ad Anagnina  non scende nessuno, scendono tutti prima ma non fa niente. Ci mettiamo a fare gli scemi mentre io, seduta, mi diverto a vedere le facce scandalizzate delle altre persone. Poi sento una voce vicino a me.
<< posso sedermi vicino a te? >>
Mi volto. Oddio sto sognando. Non mi svegliate però! Voglio dormire per sempre! Andrea che mi chiede se può sedersi vicino a me?!? DEVE sedersi vicino a me! Sorrido per quel pensiero sciocco.
<< certo che puoi >>
Mi guarda con i suoi occhi azzurri. Sembra quasi che possa leggere la mia anima. Chiacchieriamo con gli altri come se fossimo amici da chissà quanto tempo, di cose stupide si, però ci divertiamo. Ed ecco, il momento che volevo non arrivasse mai, Andrea scende. Ci salutiamo con un cenno della mano e un “ci vediamo domani”. Torno a casa e, come avevo previsto, vengo assalita da mia madre che mi comincia a fare domande del tipo: “come è andata?” “hai fatto amicizia?” “com’è la classe?” “come sono i professori?” in poche parole un vero strazio.
Torno in camera mia e mi metto a chattare con le amiche. Passo il mio ultimo pomeriggio privo di compiti e stanca morta mi metto a letto. Guardo sorridendo il soffitto e lentamente cado nel mondo dei sogni.
 
 
 
 
 
  
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