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Autore: maude17    31/03/2011    2 recensioni
Durante la mia carriera mi erano capitati clienti di tutti i generi: c’erano quelli che ti pagavano subito come per sottolineare che non sei nulla per loro, solo un divertimento, ed erano specialmente gli uomini sposati a farlo; quelli che dovevi pregare in ginocchio per darti i soldi, e per fortuna ne ho incontrati ben pochi; quelli che ti tenevano tra le braccia dopo l’amplesso come segno di appartenenza, anche se non era vero, ma era solo il post-orgasmo a renderli così dolci, ed erano specialmente gli uomini single; poi c’erano quelli perversi, che ti chiedevano di tutto, fregandosene dei tuoi desideri; quelli violenti e ogni amplesso con loro era quasi uno stupro; quelli che a malapena li sentivi; quelli che non duravano niente; e, infine, quelli come lui, che erano un insieme di tutte le sensazioni che si potevano provare, di tutti modi di fare l’amore, quella capacità di essere passionali e dolci allo stesso tempo, si, tutto questo era Marco e mi manca da morire.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 11. Incontro.

 

 
“Ma di certo, non sapevo che di lì a poco avrei rivisto lui, il ragazzo che mi aveva cambiato la vita.”



Avevo appena accompagnato Charlie a casa e le avevo detto di aspettarmi che sarei tornata entro una mezz’oretta.
L’avevo lasciata in compagnia della signora Fix, una deliziosa vecchietta che non giudicava dalle apparenze.
Mi aveva aiutata molto in passato facendo da baby-sitter a Charlie e non mi aveva mai rimproverata sul mio lavoro, anzi faceva poche domande.
Una signora discreta, una delle poche rimaste.
Scesi le scale e mi incamminai verso il piccolo supermercato che c’era all’angolo della strada.
Ignorai spudoratamente i vari commenti che mi riservarono i vari passanti ed entrai a testa alta nel negozio.
Avevo intenzione di cucinare io quella sera, era la mia unica sera libera.
Volevo fare una bella pizza, era il piatto preferito di Charlie.
Tirai fuori dalla tasca il biglietto che mi aveva scritto Marco con sopra la ricetta e cercai tutto l’occorrente necessario.
Stavo prendendo la farina quando sentii dietro di me qualcuno che mi chiamava.
-Megan?!-
Mi voltai incuriosita e mi bloccai subito.
Di fronte a me c’era l’uomo che avevo cercato di evitare per dieci lunghi anni.
L’uomo che mi aveva rovinato in parte la vita.
L’uomo che mi aveva stregata.
L’uomo che mi aveva cambiata.
L’uomo che, anche se non volevo, faceva parte della mia vita.
-Sei davvero tu?!-, aveva gli occhi spalancati dalla sorpresa.
-Ehm… ciao! Da quanto tempo!-
Ero in imbarazzo.
Dopo tutti i miei sbagli come potevo non esserlo?
-Sei sparita! Sei stupenda!-
-Grazie … anche tu stai bene-
-Beh, che hai fatto in questi anni?-, era curioso.
Non capivo come poteva esserlo, non dopo quello che era successo tra di noi.
Mi affiancò e mi prese di mano buona parte della spesa.
Lo guardai allibita.
-Ma che fai?!-
-Ti aiuto a portare la spesa …-, sembrava sorpreso.
Non poteva fare così!
Io mi sentivo tremendamente in colpa e lui faceva tutto il carino!
Non poteva fare così!
Non dopo quello che era successo!
Sbuffai e mi avviai verso la cassa cercando di ignorare il groppo in gola che mi si stava formando grazie alla sua vicinanza.
-Fai la pizza stasera?-, ridacchiò.
Mi fermai sul posto di colpo, prendendolo in contropiede.
-Senti Marco, che stai facendo?!-, sbottai.
Mi guardò spaesato.
-Ti sto portando la spesa!-
Scossi il capo.
-Non intendevo questo!-
-E allora cosa?-
-E’ possibile che tu non capisci?!-
-Capire cosa Megan?!-
-Non puoi fare così! Non puoi spuntare fuori dopo dieci anni e far finta che non sia successo nulla! Che io non me ne sia andata così… orribilmente! Che tra di noi non ci sia stato nulla! Che… che…-, stavo sfiorando l’isteria e un paio di persone si erano voltate a guardarci.
Certo, erano passati ben dieci anni ma per me lui era lo stesso Marco di allora.
Il mio primo amore, la mia prima volta –perché io la ritenevo tale-.
Era sempre lui, solo un po’ più uomo, un po’ più alto, un po’ più robusto…
Solo un po’ più bello.
Sospirai quando mi prese in disparte.
-Megan, tu sei stata importante per me. Che tu ci creda o no io ti amavo e ti ho cercata per oltre due anni. Non mi davo pace. Ma ho cercato di andare avanti e di crescere, di diventare un uomo. E ora ti rincontro. Non credi che voglia provare a sistemare le cose? Che voglia provare a capire? Non credi che forse io ti ami ancora?-
Risi istericamente.
-Mi ami ancora? Smettila Marco. Sono passati dieci anni, è impossibile. Non siamo mica su un libro!-
Acidità a gogò!
Sbuffò.
-Una cena. Concedimi una cena per dimostrartelo-
Lo guardai dritto negli occhi.
Era serio … ma non poteva essere…
No, no, no e NO!
-Stasera. Via Brandon 17-, presi la spesa dalle sue mani e andai di corsa alla cassa.
 

-E’ sicura che non sia un problema per lei?-, chiesi per l’ennesima volta.
-Tranquilla, adoro Charlie e ci divertiamo molto insieme!-, mi sorrise dolcemente la signora Fix.
-Grazie mille, Margareth!-, l’abbracciai di slancio senza pensarci.
Rimase sorpresa di questo mio gesto ma dopo poco tempo ricambiò.
-Allora Charlie, hai capito? Stasera starai dalla signora Fix che la mamma deve discutere con un suo amico. Va bene, piccola?-, le spostai una ciocca di capelli dietro all’orecchio.
-Tranquilla mamma. Divertiti! Ti voglio bene-, mi diede un leggero bacio sulla guancia e poi entrò in casa della donna.
Mi chiusi la porta alle spalle e andai a prepararmi.
Marco non mi aveva detto se saremmo usciti o restati in casa, ma decisi comunque di vestirmi per l’occasione.
Andai in camera e presi una maglia né troppo elegante né troppo normale, nera, molto anonima.
Infilai una gonna e delle decolté nere.
Semplice.
Mi misi un filo di trucco, giusto per non sembrare un cadavere vivente e poi mi sedetti sul divano.
Appena ritornata all’appartamento avevo ripulito la casa da cima a fondo, come una maniaca.
Ero su di giri, anche se sapevo che mi aveva presa solo in giro al supermercato.
Ma… forse però una parte di verità l’aveva detta visto che anche io provavo ancora qualche sentimento per lui…
Ma non era di certo amore…
Sentii suonare il campanello e scattai in piedi, elettrizzata più che mai.
Mi sistemai le pieghe sulla maglia e aprii la porta cercando di essere normale.
Rimasi pietrificata, però, nel vedere ciò che mi si era presentato davanti.  



Note dell'autrice:


Scusate innanzitutto per questo mio ritardo, ma ho problemi in famiglia e non posso stare molto al computer.
Credo che questo capitolo faccia schifo ma lascio giudicare a voi! >.<
Non so che altro dire, scusate ancora!
Al prossimo capitolo! 
Grazie a tutti quelli che leggeranno e/o recensiranno!
  
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