Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: Fede_Wanderer    01/04/2011    1 recensioni
Cinquanta istanti per ripercorrere le vicende - irrimediabilmente esilaranti o cupamente macabre, ricche di dolcezza o d'angoscia e strazio - che attraversano xxxHolic.
Cinquanta frasi per Yuuko, per Watanuki e per il loro rapporto.
Tanti auguri, Watanuki.
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kimihiro Watanuki , Yūko Ichihara
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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To A Breathtaking Butterfly And Her Beloved Apprentice

A Yuuko.
E a Watanuki, ovviamente. Tanti auguri.



#01 – Angelo
Erano passati dieci anni da quando aveva ereditato il negozio; un giorno venne a fargli visita un angelo, e, dopo un attimo di sgomento  – “Sei davvero un angelo? Davvero davvero?” – ripensò a lontane credenze d’una religione d’Occidente, e volle chiedergli se Yuuko fosse passata oltre – se l’avesse vista, se stesse bene; ma poi scosse la testa, e disse semplicemente: “Qual è il tuo desiderio?”

#02 – Sorriso
C’era qualcosa di insopportabilmente malinconico nel sorriso che Yuuko gli rivolse, il primo Aprile di quell’anno – e scorgerlo gli diede quasi una sensazione di disagio, come avesse visto i colori delle ali di una farfalla tendere lentamente verso il grigio.

#03 – Felicità
Era confuso – che cos’era quell’onirica realtà attorno a lui? – e straziato – perché, perché non ricordava il nome dei suoi genitori? – e terrorizzato – cos’altro avrebbe dimenticato, ora? -, ma bastò un istante affinché la confusione, il dolore e la paura si dissolvessero, cedendo il posto, con un breve inchino, alla profonda felicità di un abbraccio.

#04 – Pericolo
“La tua esistenza metterà in pericolo le persone a cui vorrai bene, a partire dai tuoi genitori-“; gli tappò le orecchie, d’istinto; non avrebbe potuto donare a quel bambino la vita che avrebbe meritato – non ancora -, ma l’avrebbe difeso da quelle parole, questo sì.

#05 – Confusione
La prima volta che l’aveva vista si era sentito confuso – che razza di posto era quello, e perché ci era entrato senza volerlo e perché quella donna blaterava di eventi inevitabili senza curarsi di dare un senso logico alle sue frasi? -; a ripensarci, certe volte, gli capitava ancora di provare confusione, ma la domanda che si poneva era differente: che cosa ne era stato della sua esistenza, prima che lei gli mostrasse il significato della vita?

#06 - Mondo

"Per chi è in grado di rendersene conto, il mondo non è uno solo" gli aveva detto, mesi e mesi addietro; ma lui non aveva compreso; poi era passato del tempo - molto tempo - ed ora, finalmente, aveva capito: era consapevole, sì, della vastità delle dimensioni, ma sapeva altrettanto bene che quando tornava al negozio per cena e si fiondava in cucina e le bambine gli saltellavano dietro e Mokona cantava e, infine, lei gli sorrideva... In quegli attimi, il mondo era racchiuso in una stanza.

#07 – Finestra
Vide il vetro della finestra della scuola infrangersi e capì con rammarico che, sebbene avesse detto a Kohane-chan che, nonostante tutto, era felice – e lo era davvero - di aver incontrato Yuuko, e fosse certo che lei l’avrebbe saputo – sapeva sempre tutto, Yuuko -, lui non avrebbe mai potuto dirglielo.

#08 – Spazio
“Cioè, mi stai dicendo che sei stata tu, esaudendo un desiderio, a contribuire al lancio sul commercio dei primi giocattoli spaziali? Insomma, Buzz Lightyear e roba simile? Lavoravi già allora?” le domandò, tentando d’immaginarsi il negozio nella Tokyo degli anni settanta, o giù di lì; “Sì, ero nel pieno della mia attività da anni. Ricordo perfettamente quel caso” fu la risposta – pronunciata con il tipico sguardo imperscrutabile che spesso assumeva parlando dei suoi clienti -, “Ma guai a te se sfrutti queste informazioni per darmi della persona anziana!”.

#09 – Vista
Alla vista di Maru e Moro in lacrime – “La padrona se n’è andata davvero!”  – gli si strinse il cuore; nei sorrisi e nelle canzoncine di quelle bambine, dopotutto, c’era sempre stata una parte di Yuuko - e lo realizzò solo così, vedendole piangere: lei era morta sul serio.
  
#10 – Pace
Da quando lavorava per lei, non aveva un attimo di tranquillità: il suo tempo libero era soffocato tra i piatti che le doveva preparare, quei suoi clienti che parevano usciti da un film e quel maledetto sakè che tanto amava trangugiare – però, dovette ammettere un giorno, da quando lavorava per lei, dentro di sé si sentiva molto più in pace di quanto non fosse mai stato.

#11 – Sbaglio
Vedendola scolarsi il sessantatreesimo bicchiere di Guinness, emise un sospiro rassegnato – ma come diavolo faceva? - e pensò che cedere alla stanchezza ed entrare in quell’Irish Pub era decisamente stato uno sbaglio.

#12 – Occhio
Ebbe un solo istante di lucidità, dopo essere entrato in possesso di metà dell’occhio di Domeki: sbatté le palpebre, ed avvertì immediatamente tutta la spossatezza degli ultimi mesi avvolgerlo; l’ultima cosa che percepì, infine, fu l’espressione di Yuuko – capì che era pronta a dargli un riparo, nel sonno e nell’incoscienza – e si sentì a casa.

#13 – Mare
L’oceano, al tramonto, si estendeva davanti a loro - maestoso ed impassibile, si tingeva di rosso, come indossasse con eleganza un abito da sera capace di donargli illimitate sfumature – e come le pieghe dello stesso vestito erano le onde, che giocavano tra loro, strizzando l’occhio all’umanità - e se avessero tenuto lo sguardo fisso sull’orizzonte, avrebbero notato una barchetta, cullata dal mare con un ondeggiare quasi materno; Yuuko sorrise, lanciando un’occhiata al ragazzo, e si chiese se, alla fine di quel cammino, sarebbe stato in grado di vedere la sua ombra tra quelle onde che tanto le assomigliavano.

#14 – Folla
Erano passati quattro anni, e ancora sperava di poter vedere il suo viso tra la folla – ma solo per un istante si chiese cosa sarebbe successo se fosse stata lei a scorgerlo tra migliaia di persone, in qualche piega tra le Dimensioni: cos’avrebbe pensato della vita che andava conducendo in un tempo inesistente?

#15 – Gabbiano
Fu mentre lo osservava fasciare con cura e dolce impegno l’ala di un gabbiano ferito che ne ebbe la conferma: lei e Clow non si erano sbagliati – Watanuki era davvero straordinario.

#16 – Sogno
Quando Yuuko incontrò Haruka in sogno, gli chiese, per prima cosa, come stessero andando le cose a quel ragazzo; ma quando l’uomo le rispose, lei abbassò lo sguardo e disse semplicemente “Capisco”.

#17 – Libertà
All’inizio la considerava una viziata, insopportabile schiavista, e avrebbe dato qualsiasi cosa pur di avere un po’ di libertà – pur di starsene per conto proprio per qualche ora, lontano dalle grinfie della strega; ma si rese conto col tempo che, sempre più spesso, mentre la sentiva prenderlo in giro per la sua avversione verso Domeki o mentre riceveva da lei brevi, preziosi insegnamenti, gli sembrava di avere finalmente scovato quello che chiamano ‘il tuo posto nel mondo’; era dunque quella, la libertà?

 #18 – Gelato
Era estate - Maru e Moro, instancabili nonostante il caldo, lanciavano palloncini pieni d’acqua ad Himawari, mentre Mokona sorseggiava, insieme a Domeki, alcolici ghiacciati; ma, ovviamente, visto che la padrona di casa era niente meno che un tiranno, lui doveva preparare gelato per tutti sotto il sole cocente… Prima o poi gliene avrebbe dette quattro, a quella là.

#19 - Controllo
Lavorando per lei, aveva iniziato a capire che tipo fosse: Yuuko sapeva; sapeva molto più di qualsiasi altro essere umano a quel mondo – e lo dimostrava, con quelle brevi, misteriose osservazioni, così cariche di significati a lui celati; Yuuko non perdeva mai il controllo della situazione; così, vederla sorpresa dalle sue parole – “Farò del mio meglio per esaudire il tuo desiderio!” -, per qualche motivo, lo riempì di gioia.

#20 – Pesce
“No, no, no, così non si fa, Watanuki!” lo rimproverò, ridendo – e ignorando completamente la reazione isterica del ragazzo -: “Come credi di fare colpo sulla dolce Himawari se riesci persino a rimanere impigliato in una canna da pesca?”

#21 – Sole
Quell’anno la stagione delle piogge gli parve più duratura e più triste del solito; probabilmente, pensò, era per colpa di qualche dispetto dell’Amewarashi, da lei se lo sarebbe aspettato; ma poi capì: vi era un altro significato in quella pioggia eterna; il Paese del Sol Levante celebrava, annullando, con la sacralità della natura, il proprio nome e se stesso, il lutto per Yuuko.

#22 – Brezza
Desiderava solo che lui vivesse, affinché potesse sentire ancora, per anni, il fragile soffio del vento sulle braccia, e carpirne il più nascosto significato – ma lui, all’interno di quel negozio, non sentì mai più l’arrivo della brezza.

#23 – Costa
Come la sabbia sulla costa è portata dalle onde, con dolcezza, negli abissi marini, così Yuuko svanì nel buio, lasciando a lui solo polvere dorata ed un negozio ormai deserto.

#24 – Città
Tokyo, con i suoi tetti e i suoi locali, i suoi grattacieli e le sue vie costantemente popolate, non gli era mai parsa così vuota.

#25 – Casa
Era il posto più strano che avesse mai visto: pareva inscatolato nel mondo sbagliato, in un quadrato di terra solitaria circondata e quasi oppressa dai mastodontici grattacieli di Tokyo – eppure quello steccato di legno e quell’erba e quel negozio erano avvolti da una tale aura di mistero che sembravano, per contrasto, schiacciare gli edifici circostanti; sì, era decisamente quanto di più strano avesse mai osservato, ma non ci mise molto a considerarlo casa sua.

#26 – Bugia
A lui non poteva mentire, gli assicurò, con l’ultimo, malinconico sorriso – ma, per un fugace istante, nel cogliere un disperato vuoto nei suoi occhi – “Ti prego, dimmi che è un sogno” -, volle solo potergli dire una bugia.

#27 – Telefono
Himawari ripose il cellulare nella tasca, in silenzio; con l’altra mano accarezzava un girasole; dopo qualche secondo, una ragazza d’una ventina d’anni, sua collega all’università, le parlò: “Chi era?” – “Watanuki”, rispose, con un sorriso rimasto immutato negli anni; “Oh”, osservò la ragazza, indugiando un momento, per poi riprendere: “Che cosa fa?” – “Aspetta. Soltanto questo”.

#28 – Orizzonte
Pioveva – pioggia fitta, che cadeva sulle case, e sulle montagne oltre l’orizzonte; e tra l’acqua che piombava sul mondo, a qualche passante parve d’intravedere una donna che le gocce non sfioravano, e un ragazzo che strillando qualcosa le porgeva un tè – ma no, era un duo così assurdo, sicuramente se lo erano immaginato.

#29 – Stile
“Ho vinto di nuovo! Watanukiiii, va’ a prendere un po’ di sakè per festeggiare!” ; a quelle parole, il ragazzo si avviò controvoglia sul retro del negozio, borbottando che quella maledetta strega era fin troppo avvantaggiata: quel videogioco era giunto poche ore prima da Piffle, era vero, ma era certo che lei l’avesse richiesto espressamente – chissà quante volte ci aveva giocato nei decenni passati! – e pertanto sapeva che le ripetute vittorie di Yuuko erano dovute solo e soltanto alla sua esperienza, altro che… come lo chiamava lei?, “Miglior stile di gioco delle Dimensioni”!

#30 – Malinconia
Credeva davvero in quel che stava facendo, e credeva nel suo desiderio; ma nonostante ciò, talvolta, lo coglieva il dubbio d’aver fallito nel mescolare gli ingredienti di quella pietanza che era la sua vita – d’aver fallito, e di essere ancora lì.

#31 – Bacio
Trovarsi con la dolce Himawari-chan in un posto che poteva quasi essere definito romantico era già abbastanza imbarazzante senza che Yuuko, da dietro un cespuglio, chiaramente divertendosi alle sue spalle, sussurrasse a spiritelli di ogni sorta di intonare “Sha la la la la la, il ragazzo è troppo timido, coraggio, baciala!”.

#32 – Mano
Lasciò che i guanti scarlatti aderissero alle sue mani, senza perdere occasione, nel frattempo, di stuzzicare Watanuki – “Allora sei anche un bravo sarto, oltre che un bravo cuoco! In effetti noto ora che mi andrebbe proprio un bel vestito nuovo… Sai, per una serata a base di alcolici!” -, mentre si rendeva conto che erano passati tanti, tanti anni dall’ultima volta che aveva ricevuto un regalo, e non un semplice prezzo.

#33 – Caduta
Nei pochi istanti in cui cadde dalla finestra, vide immagini confuse scorrere davanti ai suoi occhi, senza un filo logico, come in uno di quei film scadenti che propongono di tanto in tanto ogni anno – vide il sorriso di Himawari, e vide Kohane-chan, e vide anche quell’idiota di Domeki – perché cavolo quell’idiota di Domeki doveva infiltrarsi pure nei suoi ultimi attimi di vita, insomma?! – e poi vide se stesso entrare nel negozio, e incontrare Maru e Moro - e vide Yuuko come l’aveva vista la prima volta, e solo un secondo prima di schiantarsi a terra, tra il vetro spezzato e il sangue, si rese conto con tristezza di quanto lei avesse cambiato la sua vita.

#34 – Volo
Fin da quando era entrato nel negozio, aveva capito che si era trovato un lavoro nel bel mezzo della fiera dell’assurdo, ma se viaggiare su un uccello di dimensioni titaniche alla ricerca di una ragazza volante in possesso di un dolcetto di cioccolato era veramente, veramente pazzesco, il peggio, senza ombra di dubbio, era che per lei era tutto normale!

#35 – Felino
Quando gli piombò in testa una specie di incrocio tra una ragazza e un felino, era impegnato a gonfiare a fiato la piscina di quella maledetta schiavista, ed avrebbe anche aperto la bocca per dirgliene quattro, ma, letteralmente schiacciato dagli eventi, si limitò a scuotere la testa rassegnato.

#36 – Gravità
Ora che i suoi poteri erano al culmine, riusciva a creare cerchi magici di dimensioni notevoli e sollevarsi in aria sorretto da essi, sfidando la gravità – e sperava quasi di sollevarsi tanto da raggiungerla, ovunque lei fosse.

#37 – Fantasma
Alla fine, lei se ne era andata; ma ogni volta che Shizuka entrava nel negozio, vedendo Watanuki, con quel kimono e quella pipa, aveva l’impressione che il fantasma di Yuuko vagasse ancora per quelle stanze.

#38 – Lotta
Ogni volta era una lotta all’ultimo sangue – “Stasera metà razione di sakè!”; “Almeno tre quarti!”; “Metà, e potrei anche abbassare!”; “Sai che, in cambio, dovrai uscire con Domeki, vero?” – ma, quando l’aveva vinta lui, era una gran soddisfazione.

#39 – Motore
“Coooooosaaaaa? Perché devo farlo io? Io non so riparare motori!” protestò, a occhi sgranati; “Ma è ovvio”, cantilenò lei, “Perché è inevitabile! E se non lo facessi ora, finiresti per farlo comunque, te l’ho detto: è inevitabile; quindi, tanto vale che tu lo faccia ora, non credi?”.

#40 – Tornado
Si diceva che un solo battito d’ali di una farfalla potesse causare un tornado dall’altra parte del mondo; se ne rese conto, con stupore e ammirazione, quando la vide pronunciare poche parole – “Esaudirò il tuo desiderio” – e sconvolgere una città lontana d’un'altra dimensione.

#41 – Vecchiaia
Yuuko-san era una di quelle persone che danno l’impressione di non conoscere il significato della parola ‘vecchiaia’; per quanto i giorni, i mesi, gli anni passassero, lei era sempre lì, identica a com’era sempre stata, avvolta nella sua aura di elegante superiorità e saggezza – fu per questo che ben presto se ne convinse: Yuuko non sarebbe mai invecchiata, né morta; lei non se ne sarebbe mai andata.

#42 – Domani
Sorrise, quando capì che, dopo tanto, tanto tempo, avrebbe finalmente vissuto un ultimo ‘domani’ – fu un sorriso di stanca serenità, ma si trasformò presto in un’espressione di affettuosa malinconia, poichè, prima di andare, lo vide piangere per lei.

#43 – Sangue
Per l’ennesima volta in poche ore, si sentì male – eppure l’aveva promesso a quella donna, le sarebbe stato accanto – e tossì – e si accorse di sputare sangue e si accorse di stare per svenire – di nuovo – e udì la voce di Yuuko, al telefono, sempre più distante, e volle dirle di non preoccuparsi, ma non riuscì a pronunciare alcun suono.

#44 – Paradiso
Per quella là, ogni scusa era buona per bere; probabilmente, pensò Watanuki, borbottando tra sé e sé mentre evitava accuratamente di portare alcool a tavola, la sua concezione di paradiso consisteva in verdi vallate, firmamenti celesti… e fiumi di sakè cadenti dal cielo.

#45 – Volontà
Era cambiato: aveva compiuto molti passi e fatto molte scelte, di propria volontà; e sì, l’avrebbe ringraziata per ogni singolo passo – perché da quando se n’era reso conto, non sentiva più quel peso che l’aveva accompagnato per l’intera vita.

#46 – Reale
Non c’erano ferite, né sangue, né fragili battiti d’un cuore che si spegne; nulla, nel momento in cui le disse addio, sembrava reale – eccetto la disperazione.

#47 – Rosa
“E così il piccolo principe si diede da fare ogni giorno per la sua rosa, ma poi-“ – “Si sono addormentate”, lo interruppe Yuuko, comparsa alle sue spalle; “Ma saranno felici di ascoltarti anche domani. Ora va’ a letto anche tu… O domattina non ti alzerai in tempo per prepararmi il sakè!”; Watanuki annuì, sbadigliando, e si avviò verso la stanza degli ospiti, con un ultimo sguardo alle bambine, ed in quegli occhi Yuuko non poté che riconoscere tutta la dolcezza di sua madre – Sakura.

#48 – Voce
L’aveva vista distruggere un computer con una mazza – “Rossa, perché si intona al vestito di oggi!” - e comprare frigoriferi di dimensioni impossibili, e così ormai l’aveva imparato: quando sentiva la sua voce provenire dall’ingresso – “Watanuki, usciamo!” – si preparava, automaticamente, ad ogni improbabile tipo di stranezza che quel mondo gli riservava.

#49 – Solitudine
L’avrebbe rivista, anche a costo di attendere per un’intera vita e trascorrer così cent’anni di solitudine.

#50 - Cecità
“Oh, capisco… Tu ci vedi male, quindi inciampi spesso, mentre Domeki solo occasionalmente!” sogghignò, divertita, in risposta alle sue lamentele – e a Watanuki, esasperato, non rimase che pensare che, forse, sarebbe stato meglio essere completamente cieco.


Disclaimer.
1) La tabella con i prompt appartiene alla community 
1frase, alla cui iniziativa questa fanfiction originariamente doveva partecipare; tuttavia, dal momento che diverse delle mie frasi non rispettano il regolamento imposto dalla community, ho optato (poiché che secondo la community stessa è possibile farlo) per il semplice utilizzo della tabella al fine di creare una storia da poter postare altrove – per l’appunto qui su EFP.
Raccomando a tutti di passare dalla community, poiché offre 
degli ottimi prompt e cimentarsi in quest’impresa si è rivelato, nuovamente, uno splendido esercizio!
2) Parte del titolo è, ancora una volta, un omaggio ai Nightwish: l’espressione breathtaking butterfly proviene da Cadence of her last breath – e il copyright per l’idea va a
Ely.
3) Non scrivo a scopo di lucro, Yuuko e Watanuki – e anche le comparse, Shizuka-kun e Haruka-san, e le inimitabili Maru e Moro, e Mokona – appartengono a quelle maledette streghe.

Note dell’Autrice.
E qui, null’altro da dire.
Se non… Grazie, Yuuko. Per tutto.
E tanti, tanti auguri, Wata. Nonostante tutto.

   
 
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