Babi fissava la sveglia, incapace di dormire. Vedeva cambiare davanti a lei
quei numerini rossi che risplendevano nell’oscurità della stanza. Non era
riuscita a dormire neanche un po’. Aveva trascorso chissà quanto tempo sdraiata
li. Poche ore prima aveva corso per le strade della città per poi tornarsene in
albergo, attendendo che il sole sbucasse con la stessa rapidità con cui era
giunta la luna. Era troppo delusa, amareggiata, triste e completamente sola. Con
il viso schiacciato contro il cuscino piangeva, tanto che quei numerini adesso
avevano un aspetto più appannato del solito. Non riusciva distinguere con
chiarezza la lampada ed il cellulare sopra il comodino. Tutto ero appannato,
confuso. Babi non avrebbe mai pensato che il mondo potesse volerle così male.
Perché proprio a lei? Perché? La notte rendeva luccicanti quei piccoli pezzi di
luna, compagni di coloro che, soli, tristi, depressi e abbandonati, confidano
nella loro luce, per sentirsi meno soli, più parte di quel mondo che li ha
estraniati con tanta cattiveria. Per sentirsi, almeno per un istante, importanti
per qualcuno, osservati, giudicati e forse anche capiti. Il piccolo angolo di
celo che la tenda tirata riusciva a mostrare, era l’unico modo che Babi aveva
per passare il tempo. Quante volte si era messa a contare le stelle di quel
piccolo squarcio di cielo e quante volte il numero non era mai risultato lo
stesso. Ma poi ogni volta che terminava di contare, i ricordi tornavano
prepotenti e tristi come nient’altro, pronti ad invadere la sua mente come e
quando volevano. Lui, l’amore della sua vita, che tanto aveva cercato. L’amore
che questo mondo era riuscito a regalarle, era definitivamente finito. Non
esisteva più la speranza che un giorno le cose si sarebbero sistemate e forse,
come aveva pensato prima di entrare nel locale quella sera, sarebbe stato meglio
vivere continuando a credere e a sperare che niente finisce se lo vuoi, che
quell’amore che ancora arde dentro di te non può finire. Un giorno l’avrebbe
capito forse. Che il mondo è sempre pronto a darti nuove opportunità, nuove
occasioni di mostrarti come sarà la tua vita e con chi. Il problema è che sta a
te decidere se prenderle o no. Se buttarti a capofitto in qualcosa di insidioso
e pericoloso come un pozzo senza fondo, senza sapere dove sprofonderai, per
quanto tempo e se ti farai male una volta caduta. Il coraggio di affrontare
quello che ti capita davanti agli occhi senza essere preparata, senza
restrizioni dando tutta te stessa con la stessa passione di sempre, perché il
rimorso è la cosa più orribile al mondo. Pentirsi di non aver fatto qualcosa è
un sentimento che può straziarti come non mai. La vita…una, unica, bella, ma che
a volte può rivelarsi tutt’altro, ma proprio perché è unica non devi esitare,
non devi aspettare devi correre veloce come lei sempre pronta. Perché se
attendi, perché se ti fermi a pensare a cosa sia giusto e cosa sbagliato, ti
ritroverai a credere che forse sarebbe stato meglio dire a quella persona che
l’amavi, dirle che nonostante tutto l’avresti perdonata. Ti fermeresti a pensare
e perderesti quell’attimo per abbracciare la persona che ami, per baciarla e
dirle quanto le vuoi bene, perdendo quell’unica occasione che ti è stata data.
Non ce ne sarà un’altra, non in quello stesso posto, non in quello stesso luogo
in quella stessa ora. E come fai adesso, quando sai che non puoi fare altro che
piangere e startene al buio, a pensare che tutto andrà bene. Che prima o poi la
vita ti farà scontrare con qualcosa di nuovamente bello ed importante. Ma
accadrà? Si dice che se aspetti una cosa questa non arriverà mai. Devi vivere
senza aspettarti nulla, sapendo soltanto che non devi sprecare ogni singola
goccia di secondo che cade, giu, giu sempre più giu fino a formare quello che il
mondo chiama tempo. E Babi di gocce ne aveva sprecate troppe. Questa era la sua
punizione adesso. Straziata di dolore, per averne provocato tempo prima uno
sicuramente peggiore del suo. Non ad una persona qualunque…ma precisamente, alla
persona che amava. Si rigirò sopra il copriletto lasciando cadere altre lacrime.
Poi sentì della confusione dal corridoio. Un’insieme di voci, e poi delle urla.
Babi si alzò dal letto e si asciugò le lacrime.
-Guardi che chiamo la polizia- sentì Babi. Cosa stava succedendo?
-Non me ne frega un cazzo! Mi dica dove posso trovarla! ORA!- urlò una voce fin
troppo familiare. Babi la riconobbe immediatamente. S’infilò le scarpe ed uscì
dalla stanza.
Step teneva schiacciato la muro per il collo un cameriere del piano. Un vassoio
sicuramente in argento era stato rovesciato in terra, lasciando cadere la teiera
con del tè per chissà quale cliente. ----Step basta!- urlò Babi, straziata dal
dolore.
Step si bloccò e si accorse di lei. Allentò la presa dall’uomo che cercava di
colpirlo ed infine lasciò. Si voltò e fissò Babi. Gli occhi lucidi. Aveva
nuovamente agito con la testa ed in più di fronte a lei. Questa scena poteva
anche essere una delle tante accadute mesi fa e questo dimostrava troppo bene
che lui non era cambiato e come Babi non avrebbe mai accettato la sua natura.
L’uomo si scaraventò con ferocia addosso a Step colpendolo con un pugno in viso.
Step cadde indietro sbattendo contro il muro opposto tenendosi una mano sul naso
che aveva iniziato a sanguinare. L’uomo scappò via e prese l’ascensore in un
lampo, lasciando Babi di fronte ad una scena troppe volte vista e sofferta
insieme a Step.
-O Dio!- Urlò lei, precipitandosi ad aiutare Step. -O Dio!- ripetè, cominciando
a singhiozzare. --------Tutto ok, tutto ok Babi. Non è niente- Disse lui,
cercando di rassicurarla, sempre tenendosi una mano sul naso sanguinante.
-Ma sanguini Step! Come fai a stare bene. Vieni dentro, vieni- disse,
conducendolo verso la sua stanza. Babi entrò in camera da letto ed accese la
luce. -Siediti arrivo subito- disse, prima di uscire dalla stanza.
Step si guardò intorno. C’era una valigia ai piedi del letto, ma era troppo
frustrato e ancora arrabbiato per il pugno per domandarsi se era li perché Babi
era appena arrivata o perché stava ripartendo. Si sedette dalla parte del letto
dove poco prima Babi aveva dormito, o meglio aveva tentato di dormire. Con la
mano libera toccò il cuscino di morbido cotone e potè sentire che era umido.
Quanto l’aveva fatta soffrire e quanto continuava a sbagliare nonostante questo.
-Povero amore mio- sussurrò con le lacrime agli occhi.
-Ecco fatto- disse Babi, entrando nella stanza. -Adesso vediamo di sistemare
questo naso che così non puoi rimanere.- disse, sedendosi sul letto affianco a
lui. Prese del cotone e del disinfettante. -Togli la mano- Step fece come aveva
detto lei e la osservò mentre toglieva il sangue dal naso. Era fredda, distante.
Non la Babi con la quale aveva parlato poche ore prima. Poteva leggere nei suoi
occhi tutta la tristezza che aveva accumulato giorno per giorno. Degli occhi
così belli non meritano tanto dolore, non i suoi, non per colpa sua. Era così
vicina, a pochi centimetri, poteva sentire il suo profumo. Se solo avesse avuto
più coraggio e sfrontatezza, come un tempo, l’avrebbe baciata li, nonostante
tutto, ma non adesso, con tutto quello che era successo. Poteva starsene
semplicemente li, fermo, ad osservarla così vicina a lui, forse per l’ultima
volta, forse con l’ultima occasione di poterle dire ‘scusa’. Babi finì di
disinfettargli in naso e cominciò a richiudere il barattolo del disinfettante.
Tremava quasi, per la vicinanza, per le emozioni che continuava a provare
nonostante poco prima fossero rabbia, disprezzo, dolore per quella stessa
persona che, adesso davanti a lei, voleva abbracciare con tutta se stessa.
Nonostante tutto. Si può provare a cancellare il dolore? Rimuovere completamente
dalla mente tutto ciò che ti fa soffrire per cercare nuovamente la felicità?
Poteva lei dimenticare tutto e ripartire da zero, adesso, in quella stanza, come
se non fosse successo nulla? Non poteva. Perché non si può cancellare una
piccola parte, uno spicchio di ciò che è stato meraviglioso per renderlo ancora
più bello senza il ricordo dei momenti bui e dolorosi. Se te ne dimentichi non
puoi pretendere di ricordare il resto. Non puoi semplicemente eliminare dalla
tua testa quanto hai sofferto per qualcuno perché facendo questo porteresti via
anche i ricordi meravigliosi che ti hanno legata con lui. O tutto o niente.
-No!- lo interruppe lei. -Step non dire niente per favore.
-E invece si adesso mi fai parlare!- urlò., alzandosi dal letto.
-Step..-disse piano -non urlare..mi fai paura così..- disse cominciando a
piangere piano.
-Bè dovresti! Sai mi sono stufato adesso. Sono venuto qui, ho chiamato Pallina
per farmi dire dove cavolo stavi, sono entrato e mi sono fatto quasi metà piani
di questo hotel, per cercare TE! Non puoi pensare che io dopo tutto questo tempo
non abbia provato a rifarmi una vita, Babi. Sono stato mesi a pensare che non ci
sarebbe stato nessun’altro, nessun’altro come te e soffrivo da cani, fino a
distruggermi la mente come mai in vita mia ho fatto. Nemmeno per mia madre.- Si
fermò per qualche istante. Poi riprese. -Ma poi ho capito. Solo provando a stare
fra la gente, CON la gente potevo distrarmi e capire che la vita mi offriva una
nuova opportunità in ogni cosa. In un nuovo lavoro, in una nuova città, in una
nuova ragazza che avevo conosciuto. Per non soffrire più questo ed altro Babi.
Si fanno cose pazze, stupide, assurde. Ma non pensare nemmeno che io possa
dimenticare così presto!- disse, voltandosi verso la finestra dando le spalle a
Babi. Ci fu un momento di silenzio e poi riprese. -Ho conosciuto Kim al bar. Mi
ricordava molto te, sai? Vedevo la stessa voglia di vivere che tu mi avevi
trasmesso quando tutto era ormai privo di speranza. Questa sera ero andato con
lei li, le avevo chiesto di accompagnarmi ed era la prima volta che uscivamo.
Ora- disse voltandosi -spiegami. Cosa avrei dovuto fare? Lasciare quella ragazza
lì? L’avrei fatto sai? So che sarebbe stata una cosa meschina, ma l’avrei fatto
per TE!! Per farti capire che sono sempre innamorato di te, Babi ed ho concluso
che quando lo capirei sarà troppo tardi, lo sai? Non posso soffrire così ancora,
non ce la faccio lo capisci?- disse, sentendosi stranamente debole dopo tanto
tempo.
Babi non sapeva cosa dire. Sapeva solo che stava piangendo. ‘Stupida, stupida,
stupida’ continuava a ripetersi. ‘Ma non lo vedi che ti ama? E tu lo fai
soffrire? Ancora, ancora e ancora?’ Quello che aveva detto era vero. Lui non
poteva aspettarla in eterno e lei doveva darsi una mossa a capire o meglio a far
capire a lui che aveva capito. Perché adesso era tutto chiaro. Non si può
cancellare il dolore provato, quello no, ma si può almeno cercare di far finta
di averlo cancellato. Se lo vuoi davvero, il rancore scompare e con lui anche i
ricordi terribili e le lacrime versate. Era pronta per questo? Per essere
costantemente matura per capire quanto è dura la vita e quanto questa può
diventare bella se solo t’impegni a viverci? Che se pretendi di farlo senza il
minimo sforzo, allora non otterrai mai niente di buono? Adesso lo era, ma una
punta di dolore rimaneva per le parole che aveva sentito ‘ho concluso che quando
lo capirei sarà troppo tardi, lo sai?’.
-E se avessi già capito?- disse Babi rompendo il silenzio. Passarono diversi
secondi ma poi riprese
-Se..se sapessi già che tu sei innamorato di me? E’..è..è troppo tardi..? disse
con tono incerto rotto dal pianto. -Se ti dicessi..se ti dicessi che io lo sono
come quando ti ho conosciuto, che i miei sentimenti non sono mutati nemmeno di
una virgola? Che ho pensato a te ogni istante, che ogni notte i miei sogni ti
vedevano accanto a me, di nuovo insieme come una volta?
Si fissavano, con un’intensità tale che spingeva entrambi ad abbassare lo
sguardo. Ma nessuno dei due lo fece.
Adesso le credeva sul serio. La sincerità delle sue parole era stupefacente. Gli
tremavano le mani e non sapeva bene cosa fare. Ma poi smise di pensare, di
chiedersi quale sarebbe stata la mossa migliore in quel momento, per non
rovinare tutto. Perché doveva essere un altro Step? Lei si era innamorato di
quello Step che fumava, che correva sulla moto e che faceva a pugni. Perché
adesso cercava di farle vedere che era un’altra persona? Per paura di sbagliare
di nuovo e mandare tutto nuovamente infondo a quel pozzo senza fine. No. Adesso
non più. Velocemente si avvicinò a lei. Si inginocchiò così da essere alla sua
stessa altezza e la baciò. Senza dire nulla. Nessuna parola poteva rendere di
più di quel bacio carico di emozioni, promesse, significati, passione. Lei le
allacciò le braccia intorno al collo e senza riserve gli diede tutta se stessa.
Aprì gli occhi.
Davanti a lei le stelle.
Così belle e luccicanti. Spiavano attraverso la tenda la storia di un amore
vissuto, che si stava ritrovando e che forse non si sarebbe più perso. Il loro
compito era finito. Non erano più la compagnia di qualcuno di triste e solo.
Potevano semplicemente stare li, ad ammirare qualcosa di bello quanto la loro
luna, spiando qualcosa che forse avrebbero desiderato fosse loro. E sotto gli
occhi indiscreti di quelle stelle, qualcuno ritrovò l’amore che credeva aver
perso per sempre, fondendosi anima e corpo in quella persona che tanto amava e
desiderava. La mancanza dell’uno verso l’altro si sostituì alla passione, la
passione all’estrema felicità, la felicità al tocco di due anime che si stavano
ritrovando dopo tanto tempo. Soli, in un mondo che li aveva voluti divisi per
troppo tempo, che li aveva voluti diversi così tanto. Soli, lassù dove solo gli
innamorato possono vivere, tre metri sopra il cielo. Nuovamente li, gli stessi
profumi, gli stessi colori di un tempo, le stesse emozioni, pure e fresche come
la prima volta. Un passo indietro per ritrovare li gli stessi momenti racchiusi
in piccole bolle di sapone, che fluttuano nel cielo, pronte a rompersi da un
momento all’altro. Ma non si sarebbero rotte in quel momento, i ricordi non
sarebbero scomparsi. Ognuno di loro riviveva davanti agli occhi i momenti
trascorsi insieme, consapevoli di essere nel presente adesso, come se il tempo
non fosse trascorso, come se nulla fosse cambiato. Tanti flashback, uno dopo
l’altro, ciascuno pronto a far ricordare entrambi ed immagini di uno spicchio di
vita, dolce e maturo perché ricco d’amore. Quel periodo nel quale erano stati
l’uno dell’altro dove la solitudine era solo un ricordo.
Le loro anime si toccarono, i loro cuori anche, pronti a vibrare con più forza
via, via che le emozioni crescevano ed entrambi lo sapevano. La passione li
aveva travolti, sì, ma i loro occhi non smettevano di rimanere incatenati,
perché in quel momento non esistevano parole, frasi, urla, ne sospiri per
mostrare quel che stavano provando. Un semplice e puro sguardo che rivelava loro
tutto quello che c’era da dire. Perché uno sguardo, seppure sia silenzioso,
privo di voce o di gesti, racchiude dentro di sé tutti i sensi. Il tocco, perché
uno sguardo può toccarti l’anima dai modi più orribili a quelli più dolci
possibili. Il suono, perché può percepire il movimento delle labbra di chi dice
ti amo in silenzio, riuscendo a farti commuovere. Il gusto, perché può mutare
aspetto a seconda di ciò che assaggi. Il profumo, perché può rivelarsi la
miglior guida per indicarti l’odore di chi ami.
La notte scorreva, pian piano colorandosi con pennellate sempre più grandi e
chiare, per dare il buon giorno al sole che con pigrizia o vanità saliva
lentamente da oriente. Ma Step e Babi non se ne curavano perché il sole sorge
solo per chi è sveglio così da poterne cogliere tutti i colori, i cambiamenti,
gli spostamenti e la sua bellezza. Loro dormivano, profondamente abbracciati
l’uno con l’altro e felici di essersi ritrovati. Nessuno dei due ricordava
quando avevano dormito così serenamente senza incubi o sogni tremendamente
irreali come la ricerca l’uno dell’altro sperando di tornare indietro.
La sveglia suonò, e lentamente una testa bionda un po’ arruffata fece capolino
dalle lenzuola seguita da un’altra riccioluta. Un sonoro sbadiglio dell’uno fu
seguito da quello dell’altro come anche l’atto di spegnere la sveglia. Il ‘Buon
Giorno!’ fu pronunciato nello stesso momento facendo ridere entrambi i ragazzi.
Babi si accoccolò nuovamente sul petto di Step sorridendo.
-Sono felice adesso. Spero solo che nulla rovinerà tutto questo- disse rompendo
il silenzio con una punta di tristezza.
-Perché?- le chiese -Perché dovrebbe? Non possiamo adesso, no davvero!- Le
accarezzò i capelli, baciati dai primi raggi di sole che filtravano dalla
finestra. Le stelle se ne erano andate e con loro il cielo notturno, schiarito e
sfumato via, via sotto gli occhi del sole. Il silenzio della stanza era cullato
dai suoni degli uccelli fuori che, senza sonno, salutavano allegri il nuovo
giorno. Al contrario Babi e Step avrebbero preferito rimanere incollati a quel
letto per ovvi motivi..
-O DIO!- Urlò Babi scattando a sedere.
-Che succede?- chiese uno Step stupito.
-Io devo partire!- disse mettendosi le mani fra i capelli.
-Come partire. Babi che stai dicendo?- chiese Step sedendosi anche lui.
-Si…Step il mio biglietto è per oggi, stamattina per l’esattezza! Ecco perché è
suonata la sveglia, l’avevo programmata prima di venire da te!
-Ma …così presto? Io..
-Si Step- lo interruppe lei. -Pallina è riuscita a cambiare i dati del biglietto
ottenendo però un posto per tornare a casa solo per stamattina, non ce n’erano
altri…
-Babi..come…io non posso venire con te lo sai vero? Cioè non ora, non subito,
così all’improvviso. Devo organizzarmi e sistemare un po’ di cose e..
-Lo so, lo so- lo interruppe lei. Step la baciò velocemente sulle labbra.
-Hey! Io torno, ma torno davvero- disse sorridendole sollevandole il mento.
-Lo so..ma..quanto ci vorrà?
-Non lo so Babi, ma farò il più presto possibile davvero!- le disse, cercando di
rassicurarla. La strinse a se, accarezzandole i capelli con dolcezza.
E’ strana la sensazione che si prova in questi momenti. Ti sembra di avere
tutto, ma alla fine non hai niente. Scopri di aver ritrovato quello che cercavi,
che desideravi con tutto te stesso e poi che succede? C’è sempre un imprevisto,
un qualcosa che ti allontanerà seppur per poco tempo, ma che ti allontanerà.
Vaghi notte e giorno alla ricerca del tuo desiderio più nascosto, mai rivelato,
per paura di sbagliare, di essere giudicato, di pentirtene, ma poi quando arriva
il momento che tanto aspettavi, scopri che dovrai attendere ancora e ancora
prima che tutto sia completamente come avevi desiderato. Ti è stato offerto un
assaggio, una piccola parte che potrai conservare gelosamente durante l’attesa
così da poterci ripensare. Per non dimenticare. Per avere sempre vivo dentro di
te, il ricordo di quei momenti, seppur lontani. Adesso Step e Babi provavano
questo. Si erano sentiti per poche ore felici, come da tanto desideravano,
proprio perché la persona che amavano era finalmente tornata a far battere il
loro cuore dal vivo e non attraverso un semplice sogno o ricordo. Finalmente ci
erano arrivati, lassù tre metri sopra il cielo, nuovamente lassù, dove solo gli
innamorati possono stare e loro lo erano. Nessuno ne aveva mai dubitato. Ma
purtroppo avevano fatto in tempo a sfiorare il cielo prima che il mondo reale li
riportasse giù con tutta la velocità di sempre. Un piccolo assaggio di cielo,
che avevano gustato con tanta calma e passione tempo prima e che adesso
ricordavano come fosse ieri. Le lacrime cadevano disperatamente sul volto di
Babi. Era incredibile. Avevano raggiunto così presto la felicità per vederla
nuovamente allontanarsi l’uno dall’altro. Non era definitivo ma chi poteva
dirlo? La vita fa brutti scherzi e uno oceano può nascondere tanti segreti e
colpi di scena.
L’aeroporto era stranamente poco affollato. Fra turisti e semplici impegni di
lavoro, fra la folla nessuno era triste quanto la coppia che si stava
avvicinando al gate. Step portava il trolley di Babi ed entrambi guardavano un
punto lontano poco definito e poco importante. Il silenzio era nuovamente
piombato su di loro. Per la tristezza di un nuovo abbandono, di una nuova
separazione così straziante. Il volo attendeva solo lei prima di partire alla
volta di Roma e troppe poche parole erano state dette. Troppo poco si erano
detti.
-Sembra che ci siamo- disse Babi fermandosi e alzando lo sguardo verso quello di
lui che le sfuggiva nuovamente.
-Già, sembra di si.
Come cavolo si fa a lasciarla? Dopo che l’hai baciata di nuovo, dopo che l’hai
toccata, sentita, amata di nuovo? La frustrazione più tremenda che esista al
mondo…Le accarezzò dolcemente il viso. -Ti Amo. Questo lo sai. Basta. Torno
presto. Te lo prometto- le sorrise, cercando nuovamente di darle quella
sicurezza che lui non aveva, ma che almeno cercava di trasmettere a lei. Poche
parole, semplici ma significative. Un ultimo bacio, prima di conservarne il
ricordo ed il sapore per chissà quanti giorni. Un ultimo sguardo per poi vederla
voltare le spalle trattenendo le lacrime e avviarsi. La vide camminare pian,
piano sempre più lontana fino a che non fu dietro la porta scorrevole, fuori
dall’edificio. Il vento le scompigliava i capelli e le spostava il vestito nella
stessa direzione in cui andavano quelli. Quanto avrebbe desiderato essere il
vento, per poterla accarezzare ovunque decidesse di soffiare. A New York, a
Roma, ovunque avrebbe potuto stare con lei, cullarla dolcemente. Pensava a
quanto quella ragazza fosse importante per lui. Era li immobile che la osservava
andare via come tante volte aveva visto. Non riusciva a cancellare quello che
era accaduto. Ogni istante era un ricordo di quello che era stato. Pezzi di
ricordo in una diversa realtà che adesso provava a vederli con occhi diversi,
mai uguali, ma almeno come due anime fatte l’una per l’altra. Ad accettarli per
quelli che erano veramente, senza giudicare, nemmeno augurare sfortuna. Come lei
rideva, piangeva, correva. Ogni cosa era legata ad un ricordo preciso, così
chiaro e definito come fosse ieri. E quella partenza gli lasciava un vuoto
tremendo, temendo di rivedere quello che spesso era accaduto. Per paura di
vederla andare via nuovamente, di vederla allontanarsi ancora da lui. Ma questa
volta non era così. Non questa volta.
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A velocità record (incredibile^^) ecco il prossimo capitolo. Siamo quasi giunti alla fine del nostro continuo che spero vi sia piaciuto leggerlo come a me scriverlo. Un mega bacio e a prestissimo con il penultimo capitolo!!!!