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Autore: stilla_scarlatta    01/04/2011    13 recensioni
Beckett e Castle supereranno una prova veramente difficile perdendosi per parecchio e ritrovarsi dopo tanto tempo. L'amore non ha confini.
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ti porterò via con me 

 

Era un caso come un altro all'apparenza. Il capitano l'aveva chiamata per un omicidio. Lei con Castle al seguito si precipitarono, diligenti e professionali come sempre, per dare giustizia alla vittima.

Furono tra i primi ad arrivare, fatta eccezione per i due giovani agenti che piantonavano il cadavere.

L'omicidio fu commesso in un casolare incustodito e privo di illuminazione.

Appena entrati uno dei due agenti fece luce con la propria torcia. La scena era agghiacciante, il corpo si mostrava dilaniato, un fetore di sangue rappreso e schizzi ovunque.

Cosa abbiamo?” Domandò Beckett all'agente più esile, con i capelli a spazzola e con aria da strafottente.

Una chiamata anonima ed ecco la scoperta” rispose sistemandosi la divisa.

Castle si chinò ad osservare il corpo: era una donna bionda, bellissima, snella e molto elegante.

Indossa un abito Gucci, come diavolo è finita qui?” Si chiese Beckett.

Notte brava? Oppure si è fidata troppo del suo cavaliere?” Ipotizzò Castle ad alta voce.

Un inaspettato baccano di passi provenne dal piano di sopra.

Avete ispezionato l'intero casolare?” Domandò lei alquanto risentita.

No” disse il giovane mingherlino.

Aspettavamo i rinforzi per farlo!” Tentò di giustificarsi l'altro.

Assurdo!” Li riprese “Castle resta con loro”

Non ci penso nemmeno. Non ti lascio sola.”

Fa come vuoi, tanto parlare con te è come parlare al vento”

Prese la sua piccola torcia e con la pistola spianata fece le scale “resta dietro di me”

Agli ordini detective.”

Riusciva sempre a farla sorridere anche nelle situazioni più complicate.

Arrivati al primo piano, l'oscurità era maggiore quasi penetrante; il freddo e i brividi iniziarono a farsi vivi.

'Con chi avevano a che fare?'

Perlustrarono la prima camera a sinistra con attenzione, poi quella a destra sempre con circospezione. Stavano per entrare nella seconda camera a sinistra, quando dal corridoio si udì uno sparo rivolto verso di loro.

Tutto ok?” Domandò Beckett preoccupata senza voltarsi.

Sì” rispose lui raggomitolato in un angolo.

Si lanciarono all'inseguimento dello sconosciuto che aveva tentato di ucciderli e ora fuggiva.

Correvano e correvano senza una meta, tra l'odore di muffa che regnava sovrano, tra l'oscurità e uno spiraglio di luce offerto da quella piccola torcia.

Si fermarono.

Castle aspetta. Non sento più nulla”.

L'abbiamo perso?” chiese lui tirando un sospiro di sollievo per quella situazione da incubo.

All'improvviso si udì uno sparo eppoi un secondo entrambi al piano terra. Beckett si lanciò come un felino verso il pericolo, ancora nelle scale illuminò il posto dov'era prima il cadavere...

Ora erano tre i corpi a terra, i due agenti erano stati freddati: uno colpito al capo e l'altro in pieno petto.

Dannazione!” Pronunciò con ira.

Castle era sempre dietro di lei, preoccupato non tanto per sé quanto per la sua amata detective. Con l'adrenalina che si diramava ovunque nel suo corpo “se usciamo vivi da qui... mi dovrai insegnare a sparare.” disse posandosi la mano sul cuore per via della corsa.

Lei non rispose, intenta ad ascoltare ogni minimo rumore. Si guardava attorno, cercando quel maledetto assassino.

Si sentivano dei topi in trappola, quel casolare era immenso, mancavano i vetri alla maggior parte delle finestre e sicuramente c'erano anche altri ingressi, poteva sbucare o dileguarsi da qualsiasi parte. Erano soli, anche se presto sarebbero arrivati i rinforzi.

Uno sparo alle sue spalle. Si voltò. Vide Castle cadere a terra. Si lanciò verso di lui, con le palpitazioni, incurante dell'ombra che in piedi osservava il proprio ''lavoro''.

Castle! Castle!” urlò, stringendolo a sé e premendogli il petto dov'era stato ferito.

Era una pozza di sangue, tremava, aveva la dispnea, emise un conato di sangue misto a saliva

niente lezioni al poligono, mia detective”

Non dire così. Ti porterò via con me” disse piangendo col cuore stremato e con l'anima trafugata da un amor dissipato prima ancor d'essere assaporato.

Ti amo” furono le sue ultime parole, pronunciate con un filo di voce.

Beckett riusciva solo a piangere, il dolore era così intenso e sconfinato che non serviva più lottare; senza di lui la vita non aveva ragion d'essere vissuta.

Non aveva paura di morire, si mise in ginocchio, disarmata, offrendo il suo petto a colui a colui che le aveva spezzato l'anima e reso scarlatto il sangue.

Uno sparo. Con tutta la forza che le restava si gettò sul petto di Castle. Il loro sangue si unì nella morte di un attimo.

Vengo io da te, mio scrittore”

E come l'oscurità, il silenzio fu perenne.






24 Maggio 2041


Oggi al distretto è il trentesimo anniversario dalla morte della detective Kate Beckett e dello scrittore Richard Castle...

Il giovane detective Kevin Bush deve rilasciare un'intervista alla scrittrice e giornalista Rachelle Carter, per ricordare due persone di gran valore.

Era abbastanza teso Kevin, non era abituato a stare davanti ad una telecamera. Era molto timido, visto che Rachelle era una donna mozzafiato e i suoi occhi azzurro cielo erano da fine del mondo. Eppoi Kevin andava pazzo per i libri di Rachelle.

Non appena si presentarono, sfiorandosi la mano presero la scossa e subito lei si perse negli occhi verde smeraldo di Kevin.

Dopo vari tentativi l'intervista in memoria delle vittime-eroi fu mandata in onda e venne data anche la notizia della morte di Mark Parler; era stato lui a ''sospendere'' le loro vite e si era suicidato in carcere il giorno esatto del trentesimo anniversario.

A lavoro concluso, prima che Rachelle andasse, Kevin domandò “cosa succederà nel suo nuovo libro? E quando uscirà?

Uscirà tra due settimane” rispose con un sorriso lei.

Come si intitolerà?” Domandò guardandola negli occhi per scrutarne il mistero.

Ti porterò via con me. Le piace come titolo?”

Lui a quella frase le sfiorò il viso, lei rispose a quel gesto posando la mano sinistra sul cuore di lui; altra scossa a quel contatto.

Ti ho portata con me, mia detective Beckett”

Sì, mio scrittore Castle” rispose lei.

Entrambi avevano ritrovato i propri occhi nella culla dei corpi commutati.

Il cuore non ha orecchi ma percepisce, non ha occhi ma scorge, non ha cervello ma comprende.

Il cuore tocca il sangue, niente di più puro dove risieda l'anima.

  
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