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Autore: Australia    02/04/2011    14 recensioni
Il mio sguardo si posa sulla sua figura e si addolcisce, lo sento. Sento le mie labbra muoversi automaticamente in un sorriso e le mie guance colorarsi di porpora.
Eccolo li, al solito posto. Come sempre.
[Abel/Georgie]
Genere: Fluff, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abel Butman, Georgie Gerald
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il vento soffia leggero e caldo, le chiome degli alberi si agitano al suo tocco e i miei riccioli color del sole danzano con lui.
Sento l'erba tra i piedi nudi solleticarmi e l'odore dolce dei fiori pizzicarmi le narici.
Sorrido.
Porto alcune ciocche di capelli dietro le orecchie, alcune sfuggono al mio controllo e mi ricadono sul viso. Il vento, offeso, lentamente si placa.
Ispiro a pieni polmoni l'aria della mia terra sentendomi leggera e rilassata.
Il mio sguardo si posa sulla sua figura e si addolcisce, lo sento. Come sento le mie labbra muoversi automaticamente in un sorriso e le mie guance colorarsi di porpora.
Eccolo lì, al solito posto. Come sempre.
Mi muovo lenta verso di lui sentendo il cuore in gola. Come se lo vedessi per la prima volta.
Eppure è stata la figura più presente nella mia vita.

Quando arrivo al suo fianco il vento ci abbraccia.
E lui sorride leggermente, senza aprire gli occhi, muovendo tra le labbra un filo d'erba.
Sa che sono lì.
Non muove un muscolo. Resta fermo, steso sotto il grande albero di mimosa, con le braccia incrociate dietro la nuca e le gambe accavallate, stese sul prato.
Mi siedo al suo fianco e mi chino verso di lui.
Sfilo via delicatamente il filo d'erba dalle sue labbra che si aprono in un larghissimo sorriso.
Sono calde. Come sempre.
Lo sento sollevarsi sulla schiena, ma  non ci separiamo. 
Sento il calore delle sue mani tra i miei capelli. Una è sul mio viso, l'altra dietro la nuca.
Mi stringe ancora di più a sé approfondendo il bacio.
Lento. Caldo. Passionale.
E le nostre lingue danzano, leggere, conoscendo già i passi di quel ballo che possono fare solo insieme.
Il tempo si ferma a quel momento. A malincuore ci separiamo solo per riprendere aria.
Poggio la schiena al tronco dell'albero e lui posa il capo sul mio grembo.
Gli accarezzo i capelli morbidi e sono felice nel constatare di come si rilassi quando lo tocco così.
- Hai fatto tardi. - 
Dice, avvolgendomi con quella voce intensa e profonda. Calda come il suo corpo.
- Già, prometto che non capiterà più. -
Apre gli occhi e m'incatena a lui. Sorride ancora richiudendo le palpebre.
- Avevo solo paura che non venissi. - 
E mi sciolgo a quelle parole, nonostante sia stato sempre sincero e diretto con me sui suoi sentimenti; nonostante abbia sempre messo in chiaro quanto fossi una priorità. Su tutto e tutti. Da sempre, per sempre.
Ma quando dava voce a questi pensieri provavo sempre un'intensa emozione, come se li ascoltassi per la prima volta.
- Lo sai che non mancherei per nulla al mondo. - 
Era una promessa. E mai, per nessuna ragione al mondo l'avrei infranta.
Ovunque e comunque. Sempre insieme.
Afferra una mia mano e la porta sulle sue labbra, lasciandomi una scia di dolci baci dalla punta delle dita al palmo.
- Ti ha fatto tardare lui? - 
Lo vedo ridere tra sé e sé e questo mi riempie il cuore.
- Si, stasera ha fatto i capricci. Non voleva andare a dormire.-
Ride di gusto e volta il viso verso di me facendomi l'occhiolino.
- Questo mi ricorda qualcuno!-
Gli dò un buffetto sulla fronte fingendo di essermi offesa.
- Ehi! Guarda che è identico a te, non a me. Quindi non cercare scuse! - 
Ride ancora e si solleva. Mi avvolge con le sue braccia e mi stringe.
Lo sa che adoro quando, fingendo di offendermi, cerca di farsi perdonare.
- E lo sai che ne vado fiero! - 
Lo stringo a mia volta imprigionando la sua camicia bianca nelle mie mani, chiuse in pugno sulla sua schiena.
- ... È davvero identico a te. - 
Dico, pensando al più bel regalo che mi abbia mai fatto e lasciato. Lui annuisce.
- Sei il suo punto di riferimento. Il suo modello di vita... come lo sei per me, del resto. -
Mi sento stringere di più.
-  Chiede sempre di te. E non hai idea di come gli brillino gli occhi ogni volta che qualcuno gli dice che è il tuo ritratto. - 
Mi separo leggermente da lui e gli accarezzo il viso.
Ha un sguardo dolce e triste. Gli occhi sono lucidi.
- Ti ama davvero tanto. -
Stringe la mascella e mi sorride.
Lo so che lo ama da morire anche lui, non serve dirlo.
Si poggia all'albero ed apre le gambe per farmi sedere. 
Accetto l'invito e mi accuccio di fronte a lui.
- Cos'ha combinato questa sera? -
- Mi ha fatta arrabbiare! Ha la testa dura! - 
Mi sorride dolcemente scuotendo la testa.
Arrossisco.
Imbarazzata gli do un leggero pugno sul petto.
- Dai Abel! Era tardi, doveva andare a dormire! - 
Ride e stringe le mie mani poggiate sul suo torace
- Allora vedi che è anche uguale a te?! - 
Mi dice dandomi un bacio sul naso.
Il mio viso s'imbroncia e lui scoppia a ridere.
- E avanti, sentiamo! Perché volevi che andasse a letto presto? - 
- Ha promesso ad Arthur di andare con lui in città domattina... ma lo conosco, è un dormiglione! Quindi doveva andare a letto subito dopo cena per svegliarsi in tempo! E invece... -
- E' uguale a te! - 
Dice lasciando trapelare che non potevano esserci obiezioni. Ride mentre cerca di abbracciarmi.
Mi divincolo e mi alzo correndo a qualche metro da lui. Gli faccio la linguaccia.
Gli do le spalle e corro lontana sentendolo come un comportamento terribilmente innaturale.
Scappo proprio da colui che, in realtà, voglio mi stringa a sé il più forte possibile.
Ma lo so che non durerà per molto.
Il vento mi scompiglia i capelli e un po' di sudore m'imperla la fronte.
Corro e rido senza voltarmi perché sono sicura che c'è lui a guardarmi le spalle; sempre pronto a stringermi tra le sue braccia e a tenermi stretta al suo petto se dovessi cadere.
Nelle difficoltà della vita e nel gioco.
Mi sento improvvisamente afferrare per un braccio.
Con la sua forza mi tira verso di lui e insieme cadiamo sull'erba. Ridiamo come matti. Come quando eravamo bambini.
- Ti arrendi? - 
Mi dice lasciando scorrere l'indice sul mio fianco, sapendo benissimo che quello è uno dei miei punti deboli.
Ridendo cerco di divincolarmi e ci riesco, forse, troppo facilmente.
Non mi ha trattenuta con tutta la sua forza, lo so. E' stato sempre tremendamente dolce con me.
Mi ritrovo a cavalcioni su di lui e mi si stringe il cuore nel vederlo ridere così felice.
Mi ubriacherei di quelle risa.
La sua espressione diviene seria improvvisamente quando incontra il mio sguardo.
Mi afferra per i polsi e mi tira su di lui mentre agilmente ribalta la situazione.
Stesa sotto il suo corpo mi sento terribilmente protetta.
- Abel...-
Ma nello stesso tempo quegli occhi, così profondi e unici, mi fanno sentire piccola e fragile davanti a lui. Nuda.
Mai degli occhi sono stati in grado di scavare così a fondo nel mio animo.
- Ti amo, Georgie. - 
E sono sicura di aver sentito il cuore fermarsi in quel momento.
Non mi abituerò mai a sentirgli pronunciare quelle parole, a quel suo modo di guardarmi, di farmi sentire l'unica.
Mi sorride e scaccia via una lacrima dalla mia guancia.
- La solita piagnucolona! -
Dice aiutandomi ad alzarmi.
- E dai, Abel! -
Intreccia le dita delle nostre mani e mi tira ancora verso di lui. Appena sollevo il viso incontro le sue labbra.
Allacciati in un abbraccio e in un bacio ci sentiamo a casa come non mai tra l'erba verde d'Australia, cullati dal vento sotto il cielo azzurro e il sole cocente, coccolati dal dolce canto degli uccelli, inebriati dal profumo delicato dalle mimose.
E mi stringe più forte. So che non vuole lasciarmi andare.
Ma è inevitabile.
- Vieni con lui domani... -
Mi dice carezzando il mio viso con il dorso della mano. Rido.
- Ti ricordo che è te da piccolo! -
Rotea gli occhi al cielo e  mi scompiglia i capelli sulla testa.
- E con questo cosa vorresti dire? -
Lo abbraccio ancora, forte.
- Tu dormiresti con tua madre? Va bene che ha 6 anni... ma si atteggia già a piccolo uomo, proprio come te! -
Mi bacia sulla fronte e ride
- Allora sii sicura che accetterà! -
Mi sorride come non mai e so benissimo che ha ragione. Cerca di fare l'ometto, ma è una delle persone più dolci del mondo, proprio come suo padre.
- Vorrei restare ancora un po'...-
Dico seria. Lui si volta e prendendomi per mano s'incammina per tornare indietro.
- Farai tardi.-
- lo so... però... -
Abbasso il capo mentre mi lascio guidare da lui.
Perché il tempo deve trascorrere sempre troppo velocemente?
Vorrei restare al suo fianco per sempre. 
Ci fermiamo all'ombra dell'albero. Si poggia al tronco e mi osserva mentre l'aria intorno a noi si fa più densa e i contorni delle cose iniziano a perdere consistenza.
Devo proprio andare.
- Mi aspetterai qui? - 
Dico sempre con il viso basso cercando di trattenere le lacrime.
Posa un dito sotto il mio mento e mi costringe a guardalo. Il suo sguardo si addolcisce e mi sorride
- Sì, ti aspetto qui. -
Come sempre. 
Lui è da una vita che mi aspetta.
Gli butto le braccia intorno al collo e lo stringo con tutta la forza che ho in corpo.
- Adesso va'...-
Mi dice sciogliendo l'abbraccio.
Annuisco asciugando le lacrime.
- Ti prometto che arriverò prima domani! -
Mi dà un bacio a fior di labbra e mi fa cenno di andare.
Non mi abituerò mai a dovermi separare da lui, anche se questo accade ogni giorno. 
Anche se ho la certezza che lo rivedrò.
Anche se so che lui mi aspetterà.
Gli do le spalle e corro lasciandolo lì fermo, a guardarmi andar via. 
Come sempre.
Adesso non può seguirmi né stringermi a lui se dovessi cadere.
Una lacrima mi riga una guancia.
Forza Georgie, adesso è arrivato il momento in cui devi badare a te stessa, in cui devi essere tu a guardare sia le tue spalle che quelle di vostro figlio, in cui devi essere forte.
Mi fermo e chiudo gli occhi sentendo il calore del sole e del vento, la morbidezza dell'erba e l'odore dei fiori sparire a poco a poco.
Stringo i pugni.
So che posso farcela.
La realtà mi sembra meno dura quando penso che mi basta solo chiudere gli occhi  per riaverti al mio fianco.
E domani, sotto il calore delle coperte, stringerò al petto il nostro bambino.
Così potremo correre sui prati verdi d'Australia tutti e tre.
Perché  tu, come promesso, sarai lì. Ad aspettarmi.

Come sempre.









"...Every day that I'm here with you
I know that it feels right
And I've just got to be near you every day and every night 
And you know that we belong together
It just had to be you and me..."

Blue - Best in me.






Spazio Autrice:

Salve a tutti! ^_^
Ormai penso che si conosca l'amore che provo per questa coppia, Abel e Georgie, e  per questo fantastico e triste manga. 
Questa fanfic l'ho scritta di getto, con il cuore in mano, pensando alla promessa che Abel aveva fatto alla nostra biondina australiana :"Ovunque e comunque tornerò sempre da te!".
Secondo me, nonostante tutto, Abel la promessa l'ha mantenuta e ogni giorno, con pazienza, come accadeva quando era ancora in vita, aspetta che lei corra da lui.
E Georgie a sua volta trova la forza di continuare a vivere sapendo che il loro bambino ha bisogno di lei, del suo amore e del suo affetto con la consapevolezza che non appena sentirà il bisogno del  calore di Abel le basterà chiudere gli occhi per farsi rassirucare dal suo unico vero amore. E per questo ogni giorno aspetta con trepidazione che giunga il termine della serata per addormentarsi ed incontrarlo nei suoi sogni, come fosse un appuntamento. E Abel l'aspetterà  al solito posto, per sempre.
Fin quando lei non arriverà definitavemnte da lui! :)
Spero di non essere stata troppo ripetitiva o che possa essere una storia banale, però, l'ho scritta davvero di getto immedesimandomi in Georgie e provando tutte le sue emozioni.
Spero di aver fatto un buon lavoro. :)
Un ringraziamento per tutti coloro che leggeranno e che vorranno lasciarmi un commento!
Un bacio grande
Australia <3 <3
  
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