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Autore: kimsherd    02/04/2011    2 recensioni
S59. ATTENZIONE! CRACK PAIRING!
Squalo sembra avere dei dubbi sulla sua voglia di far parte dei Varia. Chi potrà dissipare questa confusione se non Gokudera?
[Tracce di OOC e alla fine ho messo anche un pò di XS e di 5927 u.u]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Superbi Squalo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I Varia entrarono nel jet privato in fila indiana sotto l’attento occhio del loro Boss, che li squadrava come se fossero la peggior feccia esistente a quel mondo.
Avevano perso lo scontro con quell’inutile ragazzino di nome Tsuna, ed era tutta colpa loro, di questo Xanxus ne era sicuro.
Il primo a salire fu Levi, che non ebbe nemmeno il coraggio di guardare negli occhi il suo Boss. Poi toccò a Belphegor, che invece era tutto fuorché dispiaciuto, cosa che dimostrava con il suo sorriso a trentadue denti. Mammon seguì Bel con la sua solita impassibilità.
L’unico che mostrò un minimo di comprensione fu Lussuria, ma il suo tentativo di calmare il Boss fu liquidato con un pugno dato da quest’ultimo.
L’ultimo a salire fu Squalo, che però si fermò sulle scalette d’entrata e sostenne lo sguardo di Xanxus senza battere ciglio. Sapeva benissimo cosa stava pensando.
Ovviamente credeva che la colpa fosse sua perché ogni cosa brutta che capitava era sempre a causa di Squalo.
«Io rimango qui»
Sentenziò l’albino, attirando su di sé l’ira di Xanxus.
«E perché di grazia? Devi allenarti per migliorare, stupido idiota. Non voglio avere una vergogna come te nei miei combattenti scelti»
Squalo sentì la risatina di Levi dall’interno del piccolo aereo, ma la ignorò bellamente e rispose a Xanxus per le rime, sibilando come un serpente pronto ad attaccare.
«Nemmeno io voglio un Boss che perde contro un imbranato come quel Sawada»
Xanxus lo guardò con una tale rabbia da far vacillare persino i Varia all’interno, che si erano sporti per seguire uno dei tanti battibecchi.
«Allora fai quello che vuoi, feccia, ma scordati un altro aereo per tornare in Italia. E se non torni con qualcosa di interessante giuro che non ci sarà più posto per te nei Varia»
Dopo quelle parole, il Boss salì sul jet che iniziò a percorrere la pista sempre più velocemente.
Squalo guardò l’aereo che prendeva il volo e si mise a posto i capelli, che erano volati in tutte le direzioni.
Odiava Xanxus con tutto sé stesso. Non ne poteva più del suo modo di fare, ed era per quello che voleva rimanere in Giappone ancora un po’. Doveva capire da che parte stare.

«Juudaime, quella felpa le sta benissimo!»
Tsuna guardò Gokudera imbarazzato, grattandosi la testa.
«D-dici? Grazie»
Il ragazzo sorrise e Gokudera arrossì inspiegabilmente. Beh, in fondo non era poi tanto inspiegabile. Tsuna sapeva benissimo cosa pensava Gokudera di lui, ma non poteva dargli ciò che voleva e nemmeno aveva intenzione di farlo.
Aveva sempre avuto paura di Gokudera e, se mai avesse potuto, l’avrebbe scambiato con qualcun’altro.
«Juudaime…sta bene?»
Chiese Hayato notando la sua faccia preoccupata. Per un attimo gli era sembrato che il Decimo avesse un’espressione acida nei suoi confronti, ma non appena Tsuna sentì quelle parole, la sensazione di Gokudera svanì nel nulla vedendo il suo bellissimo sorriso.
«Tutto a posto»
Disse Tsuna cambiandosi di fronte a Gokudera per poter comprare la felpa che stava provando. Notò la faccia piuttosto interessata del suo Guardiano e sospirò fra sé e sé.
Gokudera era il suo Guardiano più fedele, ma era anche quello che non avrebbe mai voluto nel gruppo. Per fortuna c’erano gli altri, o Tsuna sarebbe morto da solo con Hayato.
I due “amici” uscirono dal negozio nel centro che stavano visitando e, improvvisamente, si trovarono Squalo davanti.
Gokudera lo guardò ad occhi sgranati, ma l’uomo dai lunghi capelli nemmeno si accorse di loro. Né Tsuna né Hayato potevano negare che Squalo, vestito in abiti normali, fosse estremamente bello.
Portava una camicia grigio scuro aperta sul davanti per mostrare una porzione di pelle chiarissima, un gilet da barista bianco sopra e dei normali jeans dall’aria consunta. Non c’era niente di speciale nel suo abbigliamento, ma aveva un portamento talmente fiero che nessuno poteva non notare la sua bellezza.
Per un attimo, Gokudera si perse ad osservare il suo passo duro e marziale, come se stesse di nuovo andando a combattere.
«Gokudera-kun?»
Tsuna lo chiamò e Hayato si accorse che il Decimo era passato oltre, arrivando dall’altra parte della strada.
Chiamandolo, Tsuna attirò anche l’attenzione di Squalo, che si fermò per osservare i due marmocchi.
«Proprio te stavo cercando»
Disse spintonando Tsuna in malo modo. Nemmeno quando non voleva fare niente di male riusciva ad essere gentile, era nella sua natura, proprio come in quella di Gokudera, che lo spinse di rimando e si mise davanti al suo Boss per proteggerlo.
Squalo rise di gusto di fronte a quella scena disgustosa, anche se gli ricordava un po’ lui nel passato.
«È inutile proteggerlo così, tanto prima o poi ti tradirà»
«Questo non accadrà mai!»
Gokudera tirò fuori la dinamite, proto ad ingaggiare battaglia nel centro di Namimori, ma Tsuna lo fermò e con il suo solito balbettio snervante disse che voleva ascoltare le parole di Squalo.
«Juudaime…lascia che gli parli io! Se riterrò che le sue parole sono degne di essere ascoltate, lascerò che parli anche con lei»
Sawada sembrò prendere in considerazione la cosa, ma per quanto insisteva a lasciare che Squalo parlasse, non riuscì a convincere il Guardiano e alla fine dovette acconsentire.
«Bene, allora andiamo a parlare in un posto più appartato»
Per un momento, Gokudera arrossì. Gli occhi chiarissimi di Squalo erano puntati su di lui e sembravano penetrargli l’anima. Quegli occhi gli stavano mettendo una certa agitazione addosso, ma si ostinò a ricambiare quello sguardo che, per un volta, era piuttosto amichevole. Forse fin troppo.
Hayato fece cenno a Squalo di seguirlo e lanciò un’ultima occhiata al Decimo, che sembrava contento.

I due arrivarono a casa di Gokudera e il ragazzo aprì la porta.
L’appartamento era modesto e piuttosto disordinato, ma Squalo sembrava essere a proprio agio in quel caos.
Hayato, solo dopo essersi chiuso la porta alle spalle, si rese conto che era la prima volta che lasciava che qualcuno mettesse piede in casa sua. Si diede dello stupido mille volte, sbattendo la testa al muro.
“La prima visita doveva essere del Decimo!”
Pensò continuando a sbattere la testa. Improvvisamente, sentì le mani di Squalo che lo fermavano. Le sue dita guantate si appoggiarono sulle sue guance e di nuovo Hayato arrossì, molto più violentemente di prima.
«Smettila. Questo rumore mi da fastidio»
Squalo si sedette senza chiedere il permesso sulla sedia in cucina e Gokudera lo imitò, mettendosi di fronte a lui.
Non sapeva perché, ma l’atmosfera intorno a loro era decisamente tesa. Probabilmente era perché erano nemici, ma Hayato sentiva che c’era qualcosa di diverso, anche se preferiva non sapere di cosa si trattasse.
«Allora, cosa cazzo vuoi?»
Chiese sprezzante come al solito.
«Che caratterino! E dire che arrossisci solo guardandomi»
Questa volta, Gokudera sentì distintamente le guance che gli andavano in fiamme.
“Merda, merda e merda! Se n’è accorto!”
Pensò dandosi per l’ennesima volta dell’idiota. Era così umiliante che avrebbe voluto scavarsi la fossa da solo! Mica era colpa sua se era un adolescente, gli ormoni erano in circolo e Squalo era bello!
Squ rise di gusto.
«Stavo scherzando! Sono qui solo per ritrovare la ragione che mi ha spinto a seguire Xanxus»
Il Guardiano della Tempesta lo guardò storto. Cosa cazzo gliene fregava a lui di Xanxus e di quel capellone isterico?
Squalo sembrò leggergli nel pensiero.
«Intendo che non sento più la necessita di stare con i Varia. Se non vi dispiace vorrei seguire la vostra famiglia per un po’»
Dio quant’era complicato essere gentili! Peccato che Gokudera non fece lo stesso sforzo.
Il ragazzo urlò per almeno dieci minuti. Squalo l’aveva preso in considerazione. Ovviamente non gli credeva, ma altrettanto ovviamente non conosceva la leggendaria testardaggine di Superbi Squalo e la sua epica voce.
Alcuni vicini chiamarono la polizia e alla fine, dopo essersi sgolati per bene, Gokudera gli fece una domanda che Squalo non si sarebbe mai aspettato:
«Xanxus non ti ama più?»
Squ lo guardò totalmente spiazzato e urlò l’ennesimo voi, diventando paonazzo dall’imbarazzo.
«Allora vedi che arrossisci anche tu!»
Lo canzonò Gokudera ridendo.
«Stai zitto ragazzino! Xanxus non mi ha mai amato e non mi interessa di certo in quel senso! Semplicemente mi sono stufato di lui!»
«O è lui ad essersi stufato di te?»
Bastò un attimo e Gokudera si ritrovò a terra, sormontato dal “dolce” peso di Squalo e dalle sue mani che gli stringevano il collo.
L’aria gli mancò subito, ma era inutile tentare di allentare la presa di Squalo, la sua mano meccanica era troppo forte.
Gokudera rantolò e tentò di urlare a Squ di lasciarlo andare, ma nessuna voce uscì dalla sua bocca. Non riusciva nemmeno a scalciare, perché Squalo lo teneva saldamente bloccato a terra.
Era destinato a morire in quel modo orribile?
Squalo lo osservò mentre boccheggiava, incazzato come non mai. Non sopportava quando le altre persone gli sbattevano in faccia una verità che faceva troppo male.
Xanxus non l’aveva mai amato. L’aveva scopato, questo era vero, e anche parecchie volte, ma era ormai da anni che non lo toccava nemmeno con un dito, che lo trattava talmente male da fargli quasi venire le lacrime agli occhi dal dolore sia fisico che psicologico.
Non sopportava che uno che non sapeva niente su di lui come Gokudera gli dicesse cose che già sapeva ma che preferiva ignorare.
Squalo notò che Hayato aveva assunto un colore violaceo e si decise a lasciarlo andare. Anche se non gli stava simpatico, non aveva nessuna intenzione di ucciderlo.
«Stai bene?»
Nessuna risposta.
«Ehi!»
Squalo scrollò Gokudera per le spalle, ma il ragazzo continuava a non muoversi.
Improvvisamente gli venne il panico. Non aveva senso aver paura per una persona che solo il giorno prima era suo nemico, ma lo stesso Squalo si sentì invadere da una preoccupazione fuori dal comune. Forse era perché lui e Gokudera, in fondo, erano molto simili.
Amavano il loro Boss, era evidente, eppure non ricavavano altro che insuccessi…anche se era Squalo quello messo peggio fra loro due.
Poi, tutti e due possedevano un carattere veramente difficile con cui trattare e amavano stare al centro dell’attacco. Certe volte Squalo pensava che Xanxus avesse davvero fatto male a scegliere lui come Guardiano della Pioggia. Era molto più adatto alla Tempesta e non solo per la sua energia e la sua voglia di combattere.
Era anche perché Squalo si sentiva molto più simile a Gokudera che a Yamamoto, il che era strano. Yamamoto…dio, quel cretino non meritava nemmeno di essere guardato da uno come lui, ma Hayato…
Con lui era diverso.
Squalo iniziò a tirare schiaffi a Gokudera, sperando di rianimarlo, ma il ragazzo continuava a non respirare. Lo spadaccino gli fece dei massaggi cardiaci, ma fu tutto inutile.
“Merda”
Pensò continuando a premere sul petto del ragazzo con il suo stesso colore di capelli.
Non aveva mai notato quel particolare.
Squalo si avvicinò ai capelli di Gokudera e prese una ciocca tra le mani. Erano incredibilmente lisci!
Squalo tornò a concentrarsi sul suo lavoro, ma più si sforzava, più capiva di aver ucciso una persona…e per la prima volta in vita sua, uccidere gli sembrò un reato.
Aveva passato la vita ad ammazzare, ma le vite di quelle persone non gli pesavano minimamente sulla coscienza. La vita di Gokudera invece sembrava schiacciarlo a terra, accusandolo profondamente.
«Ti prego, svegliati!»
Disse supplicando e in un ultimo atto di disperazione si avvicinò alle sue labbra e gli fece il respiro bocca a bocca, più e più volte.
Hayato iniziò a tossire come un dannato e si risvegliò trovandosi il viso di Squalo a due millimetri dal suo e i suoi capelli che gli solleticavano il collo. Erano così soffici.
Gokudera non si mosse, anche se avrebbe voluto ammazzare Squalo, ma l’uomo ci pensò prima di lui e tirò uno schiaffo a Gokudera.
«Mi hai fatto preoccupare!»
«Ma sei stato tu a strangolarmi!»
Protestò con la voce rauca.
I due si guardarono per un altro po’ e poi, inaspettatamente, Hayato posò una mano sulla spalla di Squalo.
«Grazie e scusa»
Quelle parole uscirono dalla sua bocca con difficoltà, come se non fosse abituato a pronunciarle e Squalo sorrise divertito.
«Non dovresti scusarti. Quello che hai detto è vero. Devo solamente…dio, non lo so nemmeno io»
Squalo si spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e Gokudera lo guardò attentamente.
«Rimani qui»
«Come scusa?»
Squalo lo guardò stupito. Fino a poco prima stava urlando che non lo voleva vedere nemmeno a 50 metri di distanza da Sawada e ora gli diceva di rimanere, ma che aveva in testa?
Il Guardiano si girò verso lo spadaccino con uno sguardo serio.
«Rimani»
«Perché me lo chiedi?»
«Perché noi siamo uguali e sono stufo di non essere capito da nessuno» Squalo annuì. Si sentiva esattamente come lui. Nessuno lo capiva…anzi, nessuno si preoccupava di capirlo. Almeno lui aveva degli amici.
Chissà come ci si sentiva ad avere intorno delle persone che ti vogliono bene.
«Me lo dici così, tutto d’un tratto?»
«No, in realtà è da quando ho visto come guardi Xanxus che ci penso. Credo che ormai l’hai perso e…beh, anch’io sono nella tua stessa situazione»
Squalo lo guardò senza capire. Non gli sembrava che la sua relazione con Tsunayoshi fosse messa così male. Lo spadaccino gli chiese come mai lo credeva e Gokudera fece una smorfia, spiegando ciò che Tsuna credeva di lui.
Ne aveva paura. Tutti avevano paura di lui.
Squalo si avvicinò a Gokudera e lui, stranamente, non si ritrasse e non lo spintonò via.
«La gente ha paura anche di me, ma non credo sia una cosa cattiva. Chi ha paura ti è molto più devoto di chi ti ama»
Sentenziò sicuro Squalo, eppure Hayato riuscì ancora una volta a dire delle parole che sapeva essere vere e per questo facevano male.
«Eppure sia io che te cerchiamo di farci amare da delle persone che non vogliono saperne nulla di noi. Per una volta vorrei che…che qualcuno mi volesse bene. Mi basta anche solo questo»
Gokudera si alzò di scatto e disse a Squalo di dimenticare le sue parole. Aveva parlato perché quell’uomo dai capelli argento gli ispirava fiducia e in qualche modo, gli sembrava di guardarsi allo specchio, ma non aveva mai avuto intenzione di aprirsi così ad una persona che, come tutti gli altri, non lo considerava nemmeno.
Aveva fatto l’ennesimo errore.
Eppure, Squalo non disse niente. Si limitò ad alzarsi e invece di andarsene, come Gokudera sperava, lo spadaccino gli prese il viso tra le mani e lo baciò.
Lo baciò davvero e con una dolcezza che Hayato non pensava che potesse possedere.
Quando quel bacio inaspettato finì, Gokudera si ritrovò senza fiato e con le labbra che bruciavano. Voleva urlare contro a quel deficiente e dirgli di lasciarlo in pace, ma non riusciva a dire niente. Non ci riusciva perché gli era piaciuto e detestava quella sensazione.
«Contento? Qualcuno che ti vuole bene esiste»
Squalo gli accarezzò fugacemente la guancia anche se la sua espressione era impassibile, come al solito.
Hayato rimase imbambolato, ma socchiuse gli occhi a quella carezza. Dio quanto odiava Squalo in quel momento.
L’aveva trattato peggio di una ragazzina in calore ed era stato fin troppo dolce con lui…si sentiva troppo uke! Doveva ribaltare la situazione.
Gokudera si lanciò su Squalo e lo atterrò, bloccandolo a terra e baciandolo con foga. Lì era lui che comandava!
Squ però lo prese alla sprovvista e capovolse ancora una volta la situazione, trovandosi di nuovo sopra di lui.
Per un po’ i due continuarono così, a rotolare sul pavimento come se stessero lottando, ma alla fine fu Squalo ad avere la meglio.

Gokudera accompagnò Squalo dal Decimo senza nemmeno guardarlo in faccia. Quello che era successo solo poche ore prima lo facevano così incazzare e così imbarazzare allo stesso tempo che non riusciva nemmeno più a pensare a Squalo senza arrossire o sbuffare. Non gli era piaciuto essere sottomesso così, ma allo stesso tempo gli era piaciuto così tanto da farlo venire più volte. Dio quanto si sentiva…ragazzina.
«Allora, hai scoperto cosa vuole?»
Chiese Tsuna a Gokudera, fuori dalla portata dalle orecchie di Squalo.
“Si, voleva scopare per togliersi Xanxus dalla testa”
Pensò Gokudera sentendosi usato, eppure le parole di Squalo continuavano a tornargli in mente: qualcuno che ti vuole bene esiste. Non credeva che lo spadaccino sprecasse parole del genere con tutti.
«Si, ma ha risolto»
Il Decimo lo guardò storto e gli chiese se Squalo tornava in Italia. Gokudera rispose di si e sorrise con il Decimo, sollevato da quella notizia, anche se nel suo cuore era triste.
Avrebbe voluto approfondire ancora un po’ la conoscenza di Squalo.
«Bene, allora accompagnalo tu all’areoporto»
Tsunayoshi lasciò i due da soli e Hayato, imprecando, portò Squalo verso l’aeroporto di Namimori.
«Sei così felice di lasciarmi?»
Chiese Squalo con ironia. Hayato sbuffò.
«Quello di oggi è stato solo un incidente. Non è possibile che due come noi…beh, hai capito. Tu pensa al tuo Xanxus e io al Decimo. Facciamo finta che non sia successo niente»
Squalo annuì. Era ciò che pensava anche lui. Era stato piacevole, lo ammetteva, ma non poteva farsela con quel moccioso, in fondo avevano sette anni di differenza.
«Allora non è successo niente. Impegnati per ottenere l’amore di chi vuoi»
Squalo posò la mano buona sulla testa di Gokudera e gli diede un bacio veloce.
Il ragazzino arrossì e promise a sé stesso che quella sarebbe stata l’ultima volta che l’avrebbe fatto di fronte a Squalo.
«Si…fallo anche te però»
Squalo annuì ancora e salutò di nuovo. Mentre guardava la schiena di Squ che si allontanava, Gokudera ebbe un moto di tristezza, ma si decise a tornare indietro.
Se Squalo era riuscito ad accettarlo e, in qualche modo, amarlo, poteva riuscirci anche il Decimo.

«Allora, hai trovato qualcosa di interessante in Giappone?»
Chiese Xanxus senza usare (per la prima volta) insulti contro Squalo. Lo spadaccino sorrise in maniera provocante.
«Oh, si, molto interessante»
Squalo iniziò a togliersi la giacca che si era messo per il viaggio in aereo lentamente, fermandosi ogni tanto per tirarsi i capelli dietro le orecchie o per leccarsi le labbra, dove sentiva ancora il sapore di Gokudera.
Xanxus si alzò di scatto dalla sua poltrona, forse per la prima volta in vita sua e prendendo Squalo per il mento disse con il suo solito tono sprezzante:
«Fatti trovare in camera mia fra cinque minuti. Voglio scoparti e non accetto obiezioni»
Squalo lo guardò allibito mentre andava via e ridendo pensò:
“Devo ringraziare Gokudera”


Cos'è questa cosa? Non lo so nemmeno io ò___ò
L'ho scritta perchè una delle mie migliori amiche è cosplayer di Gokudera e io sono cosplayer di Squalo e siccome siamo molto amiche è nata questa crack pairing che non sta nè in cielo nè in terra. L'ho scritta solo per lei XD e non ha neanche molto senso! Dio che squallore XD
   
 
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