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Autore: honeysuckle_s    03/04/2011    6 recensioni
Il mio Walt Disney preferito? "La Bella e la Bestia"! Ma in questa ff nel castello, al posto di Belle e il principe, ci trovate Rin e Sesshomaru!
*****"Prima che sfiorisse del tutto, Sesshomaru avrebbe dovuto imparare la compassione, la pietà e l’amore verso gli essere più deboli; se non ci fosse riuscito, sarebbe rimasto segregato in quel luogo e senza i suoi poteri per sempre."*****
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin, Sesshoumaru
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Si augurava fortemente che quella strega potesse bruciare tra le fiamme più spettacolari dell’inferno. Sentì il sangue ribollirgli nelle vene e le mani contrarsi in un pugno. Ma non successe niente. Non poteva assumere la sua vera forma demoniaca, quella di un maestoso demone cane. Inoltre, la sua nemica era sparita nel nulla e non gli era nemmeno permesso di andarla a trovare. Sferrò un pugno e mandò in frantumi un oggetto. Non soddisfatto, lacerò con le unghie un vecchio tavolo di quercia. La rabbia si affievolì e lui cadde lentamente in ginocchio, sentendosi come un prigioniero destinato a non vedere mai più la luce del sole.
 






Stavano camminando, lui e quel tirapiedi di Jaken, quando improvvisamente una vecchia bloccò loro il cammino. Era abbastanza brutta, coperta da un vecchio mantello verde e si appoggiava a un bastone. Chiese loro di proteggerla da un demone che la voleva morta, e offrì una rosa in cambio dell’uccisione del suo aggressore. Sesshomaru guardò sprezzante quell’essere inferiore e le ordinò di togliersi dal loro cammino. Per tutta risposta, la vecchia gli ricordò come un vero e nobile animo dovesse provare compassione per gli esseri più deboli. Sesshomaru strinse gli artigli pronto per colpirla, ma in quel momento la vecchia si dissolse ed apparve una bellissima fata.




La sua aura demoniaca era potentissima e Sesshomaru restò interdetto. La fanciulla, leggendo la freddezza e il gelo nel suo cuore, gli scaraventò contro un incantesimo, imprigionandolo in un castello dal quale gli era impossibile fuoriuscire. Era protetto da una barriera invalicabile, sia per lui che per Jaken. La rosa che gli aveva offerto la fata era davvero una rosa incantata, e ogni anno avrebbe perso un petalo. Prima che sfiorisse del tutto, Sesshomaru avrebbe dovuto imparare la compassione, la pietà e l’amore verso gli essere più deboli; se non ci fosse riuscito, sarebbe rimasto segregato in quel luogo e senza i suoi poteri per sempre.

 




Lui, che voleva soltanto percorrere il sentiero della forza e della potenza, era invece costretto a percorrere i pochi metri quadrati di quella stanzetta situata al piano più alto di quel castello all’occidentale. Davanti a lui, il caos più totale. Vecchi libri, sedie, tavoli, e persino dipinti, perché quella megera, catapultandolo lì dentro, li aveva fatti apparire in modo che lui ricordasse sempre chi fosse, di quale colpa si fosse macchiato e cosa dovesse fare per estinguerla. Ma che gentile! Gli aveva fatto trovare dei libri per passare il tempo! Al pensiero sentì nuovamente la rabbia salirgli, afferrò un polveroso volume e lo scaraventò fuori dalla finestra. Non sentì il tonfo perché l’altezza del castello era impressionante.
 





Jaken rabbrividì. Nonostante padron Sesshomaru non urlasse, poteva percepire chiaramente la sua ira. Non si sarebbe avvicinato all’Ala Ovest nemmeno sotto tortura. Impugnò il bastone Ninto e si diresse verso le stanze dove vi erano degli insulsi ningen, che costituivano la servitù. Infatti, il castello andava comunque tenuto in ordine, e c’era bisogno di personale. I demoni non potevano accedervi, per cui toccava a dei semplici umani tenerlo in buone condizioni. Il compito di Jaken era tenere sotto controllo la servitù. Padron Sesshomaru non avrebbe mai nemmeno guardato in faccia un ningen.






C’era dell’altro. Se Sesshomaru li avesse uccisi, trattati male, torturati, feriti, quei ningen sarebbero fuggiti a gambe levate (e potevano oltrepassare la barriera) e a quel punto il castello sarebbe stato occupato solo dal kappa e dallo youkai. A quel punto, non c’era più nemmeno da sperare di potersi sottrarre all’incantesimo. La prospettiva di rimanere lì al chiuso con padron Sesshomaru per il resto dei suoi giorni inquietava parecchio Jaken. Per questo egli svolgeva il ruolo di mediatore.

  
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