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Autore: ChristineJ    03/04/2011    1 recensioni
« Io invece ce l'ho un motivo. Io ti amo perché... Perché sei tu. Perché tu sei l'unica che vorrei accanto a me. Perché…Perché» disse lui cercando le parole giuste.
«Perché?» chiesi io curiosa.
«Perché morirei se tu mi daresti un bacio»
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E in quel momento mi sentii così bene dentro di me, che non pensai nemmeno per un secondo a tutte le conseguenze che il mio gesto avrebbe portato. Mi godei appieno quella felicità interna, che non avevo mai provato da quando sono qui a Roma. Una felicità così grande che avrei rivissuto tutte le sofferenze e avrei subito tutte le umiliazioni per provarla ancora una sola volta. Ma forse sarebbe meglio raccontare tutto dall’inizio.
Stavo per entrare a scuola, era una normale mattina di Marzo. Ero pronta a farmi umiliare da Adrienne e Chiara, il suo pappagallino personale che ripete ogni cosa che dice. Guarda caso, erano proprio dietro di me, e per iniziare bene la giornata mi spinsero lasciando cadere la montagna dei libri che avevo in mano a terra. Lo facevano quasi tutte le mattine, e ogni mattina per calarmi e prenderli mi ripetevo che quella sarebbe stata l’ultima volta che l’avrebbero fatto. Ma non era mai l’ultima. Ma non feci in tempo a prenderli che un ragazzo, alto –occhi cioccolato capelli castani- me li porse.
«Grazie» dissi sperando che fosse sufficiente. Non avrei dovuto sperare. Accade sempre il contrario di ciò che desidero.
«Io sono Guglielmo.Se vuoi saperlo,» disse sorridendo «si vede che sei di prima. Ti fai pestare dalle fighe della scuola» continuò. Sembrava.. Preoccupato. Gli porsi la mano.
«Se vuoi saperlo,sono di quinta. E sono di un anno più grande. Mi chiamo Chris» dissi scherzando. Anche lui mi porse la mano. Feci per raggiungerla, ma quando avvicinai la mia mano, lui mise la sua dietro la schiena. Ero in ritardo, e un cretino mi stava facendo arrabbiare.
«Non ti conviene provocare qualcuno più grande di te» dissi con un tono tra lo scherzo e la serietà.
«Ho vent’anni» disse fiero di sé «Bocciata?» curioso. Era curioso.
«Trasferita da Napoli» dissi. «Ora devo entrare in classe» Ma prima che potessi entrare mi arrivò un messaggio. Era di Raffaele.
‘Chris, ci vediamo sabato in via Chiara. Ristorante nuovo! Trovati lì alle 8.00 in punto, niente scuse.
Baci, Raff’
«Cazzo, non so dove si trovi via Chiara!» mi lasciai scappare.
«Devi andarci con il tuo ragazzo?» disse dispiaciuto. E non credo fosse dispiaciuto perché non sapevo che via fosse via Chiara.
«Non è il mio ragazzo. Ma mi piace. E comunque non è questo il problema. Il problema è che non ho idea di dove dobbiamo incontrarci.» dissi scocciata. Mi piaceva tanto Raffaele. Aveva tanti difetti: egocentrico, per esempio. Ma io lo accettavo. Raffaele è alto, ha i capelli castano chiaro e gli occhi marroni scuri, così scuri che sembrano neri.
«Uhm..Conosco bene Roma.Ti ci accompagno io in via Chiara» disse orgoglioso di se stesso, e dell’idea che aveva avuto. Ci pensai su. Desideravo tanto andarci, e poco perdermi.
«Ok. Mi passi a prendere alle 7.30 a casa. È quella lì di fronte» e indicai la mia modesta casetta. O meglio, appartamento. Corsi dentro, era tardissimo. Ma avevamo filosofia alla prima ora e la professoressa di filosofia si assentava spesso. Andai al mio banco, scoccai un bacio alla mia vicina e migliore amica Sara e mi sedetti al mio posto.
Non ebbi nemmeno il tempo di salutarla, che arrivò il terzo grado che mi aspettavo.
«Chi era quel figo vicino a te?Di cosa parlavate? Perché ridevate?Ti ha dato il suo numero?Avete un appuntamento?» disse tutto d’un fiato. Non ho mai capito come facesse. Il fatto è che lo faccio sempre anch’io.
«Guglielmo, dell’università. Mi accompagna all’appuntamento con Raffaele, ecco tutto. » le dissi sorridente.
«Ecco tutto quello che hai visto tu. Io vedo un ragazzo innamorato. E smettila con questo Raffaele, l’ho sempre odiato» disse. Nella prima parte aveva un espressione sognante, nella seconda l’espressione di una ragazza che odia Raffaele.
«Va bene,va bene. Ma ora tocca a me. Come va con Walter?» dissi io. Walter e Sara erano innamorati, si frequentavano, ma contro ogni logica non stavano ancora insieme.
«Sabato usciamo insieme. Spero che questa sia la volta buona!» disse con aria sognante. Che carina Sara. Una bellissima ragazza con i capelli neri, non molto lunghi, alta, magra , occhi marroni chiari. Poi, contro ogni aspettativa, arrivò la professoressa di filosofia. Per tutta l’ora rimasi seduta a pensare, a tratti a Raffaele e a tratti Guglielmo.  Poi pensavo a quanto fossero carini Sara e Walter insieme, e speravo che sabato sarebbe stata la volta buona. Sia per loro, che per me.  
  
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