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Autore: J i n    04/04/2011    1 recensioni
Erano cambiate così tante cose nelle vite di tutti… ed ora stava per iniziarne un’altra.
Si sistemò il capello sulla testa e si aggiustò il nodo alla cravatta, facendo per lasciare il corridoio.
Tuttavia proprio in quel momento la porta alle sue spalle si aprì lentamente...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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0 . Eleventh

«Devi proprio essere sempre così calmo?».

Annuì, l’Arcobaleno, poggiato alla parete di uno degli infiniti corridoi della residenza Vongola.

Il cappello calato sul viso nascondeva strategicamente lo sguardo glaciale che permaneva sul suo volto ormai da ore. In attesa.

Il venticinquenne precedentemente conosciuto come “mostro broccolo” o altri curiosi nomignoli si alzò dal pavimento, infilando le mani nelle tasche del giubbotto, facendo spallucce e tirando un gran sospiro.

Più per impazienza, doveva ammetterlo, che per altro.

«Come ti pare, Reborn. Sta solo nascendo il tuo nuovo allievo. Io non starei nella pelle, ma fa come vuoi, vecchio mio»

«Attento a chi dai del vecchio. Ricordati che stupida mucca eri e stupida mucca resterai», decretò senza alzare di un minimo il capo, le solite basette arricciate che spuntavano dalla tesa del cappello che ora svettava molto più in alto di quanto non avesse mai fatto, segno che il tempo passava anche per un Arcobaleno.

«D’accordo, io torno di sotto».

E con queste parole anche il Guardiano del Fulmine scomparve giù per le scale.

Rimase in ascolto per sentirlo cadere ma non accadde. Lambo poteva essere imbranato quanto voleva, ma non era né Dino né tantomeno Tsuna.

Entrambi erano stati suoi allievi, uguali nel carattere, nell’imbranataggine e poi, improvvisamente, erano cresciuti.

Avevano affinato le loro abilità ed erano saliti al loro giusto posto, il primo come boss dei Cavallone ed il secondo come boss dei Vongola.

Era stato catapultato in quel mondo da un giorno all’altro e da quattordicenne in perenne ritardo a scuola era riuscito a diventare un perfetto boss della mafia.

Ammetteva che era rimasto un po’ perplesso quando aveva appreso della decisione del Nono, ma aveva accettato comunque di fargli da tutor.

Il risultato era piuttosto accettabile, no?

Erano cambiate così tante cose nelle vite di tutti… ed ora stava per iniziarne un’altra.

Si sistemò il capello sulla testa e si aggiustò il nodo alla cravatta, facendo per lasciare il corridoio.

Tuttavia proprio in quel momento la porta alle sue spalle si aprì lentamente.

Dall’interno giungeva soltanto il silenzio ed un leggero bagliore di una lampada quando un cresciuto seppur ancora giovane Decimo dei Vongola uscì, tenendo delicatamente tra le braccia un fagottino bianco.

«Reborn… sei ancora qui…».

Parlava sottovoce il giovane boss, che sicuramente mai aveva sostenuto un peso così leggero.

L’Arcobaleno si avvicinò di qualche passo, osservando il suo allievo e colui che lo sarebbe diventato di lì a qualche anno.

«Sembra fatto apposta per il tuo abbraccio», disse Reborn, stupendosi della tenerezza di quella frase e, maggiormente, del fatto che fosse stato lui a pronunciarla.

«Già», rispose il giovane, rivolgendo un sorriso emozionato al fagotto.

Ogni volta che lo guardava si stupiva di quanto assomigliasse sempre di più a Giotto.

Tanto, forse troppo, ma non era un male.

Anzi, probabilmente era esattamente il contrario.

«Beh, auguri. Sono felice per te Tsuna», disse voltandosi e raggiungendo le scale, sempre con la sua solita freddezza calcolata.

Non appena fu in cima alla scalinata, tuttavia, si voltò di nuovo verso il suo allievo.

«Oh, non ti conviene scendere di sotto. Hayato vuole salire ad ogni costo… se lo farà Hibari avrà occasione di allenarsi un po’»

«Grazie Reborn…».

“Per tutto”, avrebbe aggiunto volentieri, ma sapeva che il suo tutor non amava quel genere di cose.

Probabilmente c’era stata una sola persona alla quale aveva permesso di essere un po’ più carina nei suoi confronti, ma quella persona non c’era più, quindi…

L’Arcobaleno, senza una parola, fece un cenno e scese il primo gradino.

«Ah, ti conviene stare in guardia, avrai a che fare con una piccola Sawada. Se io sono stato un problema… beh, non posso assicurarti che con lei sarà tutto rose e fiori».

E con queste parole rientrò nella stanza.

Non c’era che dire, Reborn non si aspettava affatto che fosse una bambina ma era felice lo stesso.

Con un sorriso più aperto, ma sempre nascosto, scese gli scalini.

Iniziava una nuova generazione.

 

Fuori dai cancelli un uomo in impermeabile scuro osservava la mansione.

«Questo momento di felicità non durerà a lungo. Goditi il tuo pargolo, Sawada, finchè puoi».

Con uno sguardo glaciale ed un sorriso beffardo lasciò il vialetto di ghiaia.

 

 

 

 

 

 

PAP – Piccolo Angolo Pazzo

Ciaossu!

Dunque dunque… che dire di questa fic appena nata? Che è nata come una OneShot.

Mi sono ritrovata un giorno in classe senza niente da scrivere, avevo appena finito di vedere il primo arco narrativo di Reborn ( si, vado lenta -.- xD ) e la vena creativa si è sintonizzata su esso.

E ne è uscito questo capitolo. Mi sono detta: “massì, una OneShot su Reborn ci può stare”.

Poi una mia amica mi fa notare: “perché non la fai diventare una Long?”.

E così ho fatto.

Ora… è il mio primo esperimento con Reborn, quindi… spero che questo primo capitolo vi piaccia ^^”

xoxo Jin.

 

PAP PS: se ci sono degli strafalcioni – spero che non ci siano, ma non si sa mai… - mi scuso infinitamente ma non ho ancora finito di vedere tutto Reborn e mi sa che andrò moooolto lenta per evitare il finale il più possibile xD lo adoro già così tanto che non voglio finirlo ç_ç

 

  
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