Nella sala da pranzo di Svizzera regnanva il silenzio come al solito.

Nulla di nuovo, era una cosa comune lì.

Quel silenzio... piaceva tanto al proprietario di quell'austera tenuta... austera, sì, forse fino a poco tempo prima austera e fredda sarebberero stati gli aggettivi più corretti per descriverla.

Ma questo valeva "fino a poco tempo fa", appunto...

Ora fra i mobili squadrati e glaciali spuntavano qua e là piccoli fiocchetti rosa e ornamenti vari (tutti rigorosamente fatti a mano, chissà da chi...)

Ma non è questo che ci interessa.

Piuttosto, spostiamo la nostra attenzione su una coppia di fratelli che si stavano dedicando in silenzio a tagliuzzare il kalbfilet che costituiva il pranzo di quella, all'apparenza normale, giornata.

-Fra... fratellone...- mormorò Liechtenstein giocando con la forchetta.

Svizzera si lasciò sfuggire un mezzo "tsk".

Era almeno la decima volta che la ragazza provava a chiamarlo, o, meglio, a "non chiamarlo" da quando era iniziato il pasto.

Se aveva qualcosa da dire, la dicesse, no?

Tuttavia, per interrompere quel circolo vizioso che si era venuto a creare, decise di fare il primo passo per porre fine il prima possibile (o almeno era quel che sperava) a quello che il suo istinto gli suggeriva fosse un argomento spinoso.

-Dimmi pure, Liechtenstein.-

La ragazza trasalì, come se non si aspettasse una sua risposta. La forchetta le cadde dalle mani finendo a terra con un rumore incredibilmente metallico.

-Scu...scusa...- Farfugliò chinandosi a raccoglierla.

Svizzera la fissò.

Sembrava tesa, sì, ma forse non era quella la parola più adatta... piuttosto, sembrava agitata, in ansia per qualcosa di cui lui non era minimamente a conoscenza.

-Fratellone...-

Con quella erano undici.

-Dimmi, Liechtenstein. Cos'è che ti turba in questo modo?-

La giovane deglutì, sembrava non respirasse affatto.

-Io... c'è una... cosa...-

-Non capisco.-

-Una cosa... c'è una cosa che devo dirti...-

-Parla, ti ascolto.-

-Io...-

Se avessero continuato così ci avrebbero impiegato ore e di certo non era quello che Svizzera desiderava. Così scoccò alla ragazza un'occhiata eloquente che, chissà perchè, la spinse a proseguire il discorso, velocizzandolo quanto basta.

-C'è una cosa... una cosa che mi piacerebbe fare...-

Lo sguardo di Svizzera si rilassò,abbassandosi sul piatto.

-Capisco, in effetti hai ragione. Va bene, ti comprerò della fondue, è tanto che non ne mangiamo e a te piace, no?-

La ragazza avvampò.

-No! Cioè, sì... cioè... insomma, a me piace la fondue, ma non è questo che volevo dirti...! Insomma... c'è una persona... una persona importante...-

Stavolta toccò a Svizzera deglutire a vuoto.

-Ah... capisco, hai trovato una nuova amica. Sono contento per te.-

Liechtenstein scosse la testa. Ormai aveva passato tutte le tonalità del rosso, tanto valeva continuare.

-Fratellone... non è un'amica... è un ragazzo... un ragazzo che mi piace...-

-Più... più della fondue...?- Mormorò lo svizzero.

-Più della fondue... io lo amo... e... voglio sposarl... fratellone? FRATELLONE!!!-

Ciao a tutti!!!

Inauguro nella sezione dedicata a Hetalia la mia prima fanfiction su EFP...

Allora, il primo capitolo lascia aperti molti interrogativi:

Cosa sarà successo al povero Svizzera?

Di chi è innamorata la nostra piccola Liechtenstein?

Ma soprattutto... il novello promesso sposo sopravviverà alla furia di Vash non appena la sua identità sarà chiara anche a quest'ultimo?

Che si dia il via alle scommesse!

Dal prossimo capitolo faranno la loro comparsa altri personaggi di APH e (forse!) l'amante segreto di Liechtenstein!

Con questo non mi resta che lasciarvi al prossimo capitolo, che cercherò di postare il prima possibile... spero commenterete in tanti, fareste felice una scrittrice ("scrittrice?? Ma dove!" NdVash, "taci, tu, sei svenuto! O.O vedi, mi hai fatto pure spoilerare! -,-" Ndme )

Alla prossima! ^^