Lettera.

Non dovrei più scrivere di te, mia bella; il mondo intero pensa che ti abbia dimenticata, io stessa ne ero certa. Eppure mi rendo conto che così non è; sto mentendo a tutti, ad amici, a parenti, a te, a me, a lui. Sto mentendo, e sempre con il sorriso.

Ma qual è la mia colpa, se non quella di esser rimasta stregata dalla tua bellezza e dai tuoi modi eleganti? Posso forse impedirti di essere così affascinante? Una dea, ecco cosa sei ai miei occhi, e, proprio come una divinità, sei irraggiungibile, lontana, quasi al limite del reale; sei un sogno, ed è risaputo, da quando siamo su questo pianeta, all’essere umano è stato concesso di sognare. Quale modo miglio per perdersi in una dolce fantasia, se non guardare i tuoi occhi azzurri? In essi vedo il mare, quello che eravamo solite guardare insieme, abbracciate sulla spiaggia, di notte, solo con una fragile coperta a proteggerci dal freddo, poiché per tutto il resto bastavamo noi. Vorrei tanto tornare a quei giorni felici, quando il Fato non aveva distrutto ancora tutto quel che avevamo costruito, né quello che avremmo voluto costruire; ma sono solo dolci ricordi, ora.
Ormai non resta più nulla dei nostri fragili progetti, nulla delle nostre parole, nulla, se non quella complicità indissolubile che ci lega tuttora, da sempre, e che non possiamo nascondere, nonostante gli sforzi. Non ci sono più parole, né gesti d’affetto, eppure rimane, negli sguardi sfuggenti, sbagliati, nati solo da un casuale incontro dei nostri occhi, ancora un flebile sentimento, forse proprio quello che abbiamo voluto rinnegare.
Non te ne rendi conto, forse, ma il sorriso che regali a me, anche se raramente, non lo concedi a nessun altro, come se volessi dirmi, in segreto, “ti voglio bene”. Purtroppo tutto questo non mi basta, pertanto ho deciso di dimenticarti, con la convinzione che nascondere il passato sotto il materasso sarebbe bastato a cambiare il presente.
Non dovrei più scrivere di te, mia bella, ma, tu sai bene, le persone scrivono di coloro che amano, ed io non faccio certo eccezione.