Battito
fra le dita
I capelli
castani scivolarono lungo le spalle lisce, mentre le dita ciondolavano
verso l’altra
parte del letto a tastare le lenzuola ormai fresche e scomposte. Col
viso
schiacciato verso il cuscino mugugnò assonnata, mentre le
braccia e le gambe si
annodavano in modo irreparabile alla veste mentre soffocava uno
sbadiglio.
Monteriggioni
era risolta col nuovo giorno e stava già lavorando per
sfruttare al meglio le
prime ore del mattino. Il fumo che si innalzava dai camini delle case
del borgo
si addensò al pari delle nuvole, che affollavano
l’orizzonte e assumevano una
sfumatura cristallina e limpida che si univa a quella del cielo.
Caterina
roteò gli occhi alzandosi dal soffice letto e si
portò al davanzale lentamente,
ove posò le mani verso il freddo metallo della ringhiera
inspirando l’aria e
immagazzinandola in petto con un sospiro. Chissà che i
giorni che si seguivano
alla sconfitta dei Borgia sarebbero stati sempre così
tranquilli, pensava
spesso, mentre immergeva lo sguardo all’arena.
Le spalle
larghe e protette dagli spallacci dell’armatura si notarono
da lontano, quando
assottigliò appena poco lo sguardo. Ezio era sempre pronto
ad allenarsi, e solo
quando si voltò alzò una mano per richiamarlo. Il
giovane dalla postura sicura
si portò fino al cortile, alzando il naso verso di lei per
sorriderle.
-Ben
sveglia, Caterina. Quando ogni mattina il sole v’accarezza il
viso mi rendo
conto di essere l’uomo più fortunato del mondo.
– Caterina posò il mento fra le
mani, scortandolo mentre le concedeva simili parole e ricreava con le
mani
soavi cerchi astratti che prendevano forma nei suoi pensieri.
-Ed ecco
anche perché vi amo... – Le dita si intrecciavano
e si paravano davanti al
petto, mentre prepotente la veste si concedeva al leggero venticello.
-Ezio, voi..
– la sua voce era femminile e calda mentre raggiungeva
l’orecchio dell’assassino,
che l’attendeva sul pianerottolo incorniciato di pietre.
Solo dopo si
udì un veloce fruscio, e poi un frastuono. La lama
dell’ascia irruppe nell’aria
e bloccò le parole in gola alla contessa che
osservò ad occhi sgomenti mentre
il capo dell’assassino rotolava al terreno. La figura
maestosa che comparve
alle spalle del corpo di Ezio si sfilò il cappuccio e
mostrò lo stesso volto
sagace.
-No,
Caterina. Io vi amo.. –
Caterina corrugò
le sopracciglia mentre si ritirava nelle spalle. Ma cosa... ?
Uno sparo
proruppe dalle lunghe scalinate del giardino di Villa Auditore! BANG!
Allontanò
il viso dalla sagoma che si portava copiosamente a terra, verso quella
in
ginocchio che si innalzava maestosamente poco lontano.
-Io vi amo e
porgo voi la mia mano per chiedervi se.. – La corda
attorciglia il suo collo
tenendolo saldo, soffocando il respiro ed accompagnando il corpo a
terra
sorridendo. Il quarto Ezio lascia andare la corda al suolo ed evita la
copia
morente posizionandosi sotto la figura stranita della donna.
-Semplicemente
vi affido il mio cuore.. – si portò una pugnale al
petto e si incise un segno
tanto profondo per cavarsi il cuore e porgerlo sguazzante in una pozza
di
sangue verso di lei che ritirava le mani seppur fossero già
lontane.
-Accettalo,
come pegno d’amo... – la faccia
s’inchioda al terreno in un tonfo, mentre
Caterina si sporge ad osservare la scena con meticolosità,
troppo impegnata per
accorgersi dell’individuo alle sue spalle.
-Caterina..
–
la voce è suadente e teatrale. Ella sobbalza e si porta una
mano al cuore..
ehm.. istintivamente.
-Ezio!!
Siete voi? Immagino che letteralmente possiate tenervelo il cuore..
– il giovane
si mosse verso di lei ancheggiando mentre sorride enigmatico alla
risposta
della donna.
-Hai visto
che spettacolo che ho organizzato per voi? In che altro modo avrei
potuto dimostrarvi
il mio amore, e la mia passione..? – Le sue mani si portano
alla schiena della
donna stringendola a sé, affondando
lo
sguardo nel suo.
-Oh, beh...
è stato davvero romantico. – Simulò con
voce gracile e sormontata da una nota
di amarezza, prima di posargli le mani ai fianchi e avvicinare la punta
del
naso a sfiorare la sua.
-E’
stata
una sorpresa così bella che se me organizzassi
un’altra potrei morire, quindi..
– sorrise complice. – E’ meglio che
questa la tenga io. Confiscata per un
mese!! – sgusciò via dall’abbraccio
stringendo fra le mani la mela, rientrando
in casa fra un turbine di rabbia.
-Ma..
cosa??!! – Ezio si portò le mani alla cinghia,
perdendo di vista la sfera
dorata.
-Fermatevi
Caterina, non ho ancora finito di completare il mio circo...! Caterina
aspetta,
possiamo sempre parlarne insieme!! E poi ho pensato.. che a letto
potrebbe
essere divertente! E dai, un mese è troppo!
Caterinaaaa...!!! –
Fine
Mi
rendo
conto che invece di andare a migliorare peggioro! Per di più
dopo tanti mesi di
stop tornare a scrivere qualcosa non è mai stato
così difficile, spero di
tornare però ad affondare lo sguardo unicamente ai fogli
word per imprimerli di
parole come prima ^^ Almeno spero vi abbia divertito e di aver decritto
abbastanza bene la vicenda. Mi sento come se stessi pubblicando la mia
prima ff...
mi sembra di nuovo di tornare inesperta :3
Lasciatemi almeno qualche commentino, naturalmente si
accettano critiche
con sportività u.u ... si spera ç_ç
A
presto, amici! *O*