Questa è una normalissima storia d'amore, raccontata da una sedicenne annoiata un pomeriggio alle 17.12 del sei aprile duemilaundici. Sinceramente questa sedicenne non sa perché inizia a scrivere una storia d'amore quando potrebbe semplicemente scrivere un horror o un fantasy. Probabilmente è perché per molti anni ha solo letto romanzi romantici, e solo in questi ultimi mesi ha iniziato a leggere qualcosa di diverso. Le storie d'amore le mancano. Le mancano davvero tanto.
Ma non sa perché non le va di raccontarlo a nessuno. Lei crede che sia perché le riesce difficile dimostrare di essere così "banale", mentre in realtà vorrebbe sembrare una "tosta". Però lei è banale. O almeno è quello che lei pensa. A scuola, la professoressa di Religione, dice che la nostra narratrice è una ragazza profonda, capace di percepire anche le cose più astratte, come ad esempio l'amore.
Le manca l'amore. Le manca tanto l'amore.
Le manca il suo ragazzo, che è a settecento chilometri di distanza. Chissà che sta facendo?, pensa. Magari la sta tradendo.
Basta con le paranoie!
Vuole baciarlo, però.
Perciò, si siede davanti al computer, digita "word" su "ricerca" e inizia a scrivere. Forse questa storia la pubblicherà su internet, forse no. Non lo sa. Adesso sta anche pensando se un normale lettore potrebbe comprendere tutto questo casino. La risposta che echeggia nella sua testa è un no secco e fastidioso. Un no meschino e viscido. Rabbrividisce e poi sorride. China la testa da un lato e pensa. Pensa che se dovesse mai scrivere un' auto-biografia sicuramente non utilizzerebbe il solito e banale specchio per descriversi. E', per l'appunto, banale. "Mi guardai allo specchio, e davanti a me c'era una ragazza pallida, coi capelli color rame..". No. Assolutamente no.
Pensa che potrebbe descriversi durante una scena del seguente genere: lei, in una chat, incontra il solito pervertito.
<< Che indossi? >> potrebbe chiedere lui, << Come sei? >> subito dopo, per non sembrare un morto di..
E lei potrebbe rispondere: << Una tuta >>, ma allora non farebbe nemmeno in tempo a descrivere sé stessa poiché il pervertito potrebbe sparire. In effetti, una tuta non è il massimo per un'immaginazione erotica.
Pensa che potrebbe andare su qualcosa di più classico. Come, ad esempio, "Allora, mi descrivo: ho i capelli di un colore PARTICOLARISSIMO! Blu! Hihi, no, scherzo, ramati..". Scrivendolo le è passata per la testa la sua cuginetta di cinque anni. Sì, in effetti potrebbe sembrare molto infantile.
Solo ora le è venuto in mente il modo in cui descriversi. Il modo più dolce che ci possa essere. E chi può descrivere qualcosa in modo dolce? Ovviamente chi dolce è!
E chi è il più dolce, se non il suo ragazzo? (Anche il miele però è dolce...)
Ciao piccola. Come stai? Ora che sento la tua voce, meglio. Sai cosa mi manca? Tu, tu mi manchi. Mi manca il tuo profumo, mi manca annusarti. Mi manca annusare i tuoi capelli profumati, il tuo collo profumato... Mi manca baciarti. Mi manca la tua linguetta saporita. Mi manca mordicchiare i tuoi seni e poi baciarli.
Adesso basta, stiamo andando troppo sul personale.
Lei sbuffa. Poi sorride. "Forse è ora di iniziare a scrivere". E' proprio ora.
Rilegge il testo. Non sembra proprio una storia d'amore. In effetti, la storia d'amore la sta vivendo lei, proprio ora, mentre conta ansiosamente i giorni che mancano perché riveda il suo ragazzo. L'amore è questo. L'amore è attesa. L'amore, per lei, è solo attesa. Il problema è uno solo: soltanto per lei l'amore è attesa.