Questa è una one-shot nata dopo un discorso con una mia amica. Quello che descrive è Dorian, che è innamorato di questo Miyami. Ma è una storia un po' lunghetta da spiegare.. ^^' _____________________________________________________

Dai suoi occhi continuavano a rotolare piccoli cristalli lucenti, che lasciavano scie leggere sulle sue guance lisce. Mi venne da sorridere, quel sorriso un po’ triste che sorge sulle labbra di qualcuno a cui è appena partito il più grande amore.
Si stava strofinando gli occhi, come un bambino delle elementari che piange per un giocattolo che è caduto. I capelli di quel blu strano gli si erano appiccicati al viso per colpa della pioggia insistente che batteva su di noi.
Lo abbracciai. Lo strinsi forte tra le mie braccia, desiderando di rimanere così per sempre. Lo strinsi ancora più forte e più forte ancora, sentendo le sue piccole spalle scosse dai singhiozzi repentini.
Chiusi gli occhi, abbracciandolo, abbracciandolo e abbracciandolo ancora, senza riuscire a pensare a nient’altro che a lui, alla sua protezione. Ero io, eravamo io e lui, io dovevo proteggerlo.

Dio com’era bello. Ogni sua piccola lacrima mi faceva venire una gran voglia di cambiare il mondo per fare in modo che nulla riuscisse più ferirlo in questo modo.
E, dio!, se lo amavo. Mai avevo amato qualcuno in questo modo. Mai ero riuscito ad amare qualcuno in questo modo. O forse, semplicemente, non avevo mai amato nessuno. Mai avevo desiderato che ogni minima parte del mondo fosse perfetta per lui, non avevo mai pensato che ogni cosa era completamente perfetta quando c’era lui, che tutto mi sorrideva.
Non m’importava di quello che sarebbe potuto succedere di lì a qualche minuto. In quel momento, per me, il mondo avrebbe anche potuto finire. Io e lui, abbracciati. Tutto era inutile. L’unica cosa che riuscivo a pensare, l’unica cosa che credevo e che sapevo fosse importante era che Miyami non avrebbe dovuto piangere mai più. Mai più. Non avrebbe mai più dovuto soffrire. E che io dovevo essere sempre lì, pronto a capirlo, ad abbracciarlo e anche a non sentire spieganzioni nel caso lui non avesse voluto parlare. Io per lui ci sarei stato sempre.

Lo strinsi ancora più forte fra le mie braccia, abbassai un po’ la testa facendo in modo che le mie labbra potessero sussurrare al suo orecchio.
“Miyachan…Miyachan, Myachan… non piangere più, non piangere…” sussurrai leggero, dolce, come lui era sempre stato con me.
Anche il suo modo di piangere era dolce. Vederlo piangere era qualcosa di bellissimo e allo stesso tempo struggente.
Due erano le cose che ti venivano in mente quando Miyami piangeva. Potevi stare lì, a contemplare la bellezza di tutta una vita che versava argento dal ghiaccio, oppure potevi alzarti e abbracciarlo, sperando intensamente che quell’argento non arrossasse mai più le sue guance, non bagnasse più le sue labbra rosse e morbide.
Ogni volta che vedevo piangere Miyami, il mio Miyami, sapevo che quello era l’argento più prezioso che esisteva, perché lui era e sarà per sempre la cosa che più terrò a cuore, la persona che amerò sempre e inesorabilmente, la più importante, la più dolce.

Non potevo permettermi di smettere di abbracciare Miyami. Sapevo benissimo che per lui il mio abbraccio era meglio di qualunque altri milioni di fiumi di parole che avrei potuto sussurrargli all’orecchio.
Lo abbracciavo senza preoccuparmi di nulla, sperando solo che quei suoi cristalli che gli rigavano le guance smettessero e non tornassero più a fargli visita, che non gli appannassero più la vista.

Era lui, in quel momento e per sempre, ciò che c’era di più importante al mondo.