LE PETIT
CHAPERON ROUGE
-Muoviti a venire
giù!- sembrava quasi si divertisse a chiamarmi nei momenti
meno opportuni.
-Sì certo mamma.
Un attimo…- ricominciai a fare zapping con il telecomando.
Figurati se ci vado…
-Non farmelo
ripetere un’altra volta! Scendi immediatamente!-
sì certo certo…
-Per favore
Cappuccetto Rosso...- è no! Questo è troppo!
Con un balzo
scesi dal letto percorrendo a grandi passi la distanza che mi divideva
dalla
cucina.
Odiavo quello
stupido nomignolo. L’ultima volta che Silvia mi aveva
chiamata così al mercato,
davanti a tutto il paese, aveva rischiato grosso. Ne era uscita con un
braccio
rotto…e piangeva anche! Almeno mi avesse ringraziato per non
averle rotto il
collo…
-Come hai osato
chiamarmi?!- urlai entrando in cucina. –Lo sai che odio quel
nome.- mia madre
non si scompose neanche. Mi guardò con un aria di
sufficienza prima di
riprendere a tagliare le verdure.
-Era l’unico modo
per farti scendere…-
-Allora…cosa
vuoi?- chiesi spazientita.
-Ho bisogno che
tu vada dalla nonna. Devi portarle questo.- disse porgendomi un cestino
pieno
di cibarie.
-E perché quella
stupida vecchiaccia non alza quelle sue flaccide chiappe e non viene a
prenderselo…-
-Te lo ripeto: NON
VOGLIO CHE PARLI DI MIA MADRE CON QUESTO TONO RAGAZZINA!-urlò
-APPUNTO! È TUA
MADRE NON LA MIA!-urlai io.
-An
sì…perché
adesso vuoi dirmi che tu lo faresti se al posto suo ci fossi io?-
chiese
sarcastica.
-…-sì,
l’avrei
fatto. Ma non potevo certo dirglielo. Ne andava della mia reputazione
insomma…
-Forza Ciarly…lo
sai che la nonna è molto debole…- Sì
certo…se è davvero così debole come
crede
lei, perché non si sbriga a tirare le cuoia…sono
stanca di farle da servetta.
Che si muova ad andare all’altro mondo!
Presi il cestino
e la mantellina rossa che la mamma mi porgeva e feci per uscire di casa.
-E ricordati…non
parl…-la interruppi. Ma è mai possibile che ogni
volta debba ripetere sempre la
stessa solfa?
-Non parlare con
gli sconosciuti e segui sempre il sentiero. Se hai finito posso anche
andare…-sbuffai uscendo. Tirai su il cappuccio della
mantellina ed entrai nella
foresta.
Questa
stupida mantellina…perché cavolo quella volta non
ho piantato un ferro da
maglia nello sterno di quella vecchia. Accidenti a lei e a questo suo
stupido
regalo. Potrei anche rimediare però…nulla ancora
è perduto.
-Pronto Lupo
Cattivo, qui Nonna Volante.-
-Ti ricevo Nonna
Volante.- risposi al telefono tramite l’auricolare Bluetooth.
-Treccine Bionde
è uscita dalla tana e si sta dirigendo verso la foresta.-
ghignai.
-Perfetto. Le trappole
sono quasi tutte pronte.-
-Bene.
Passo e chiudo.-
Continuai la mia
attraversata della foresta seguendo il sentiero.
Guarda se quella
stupida vecchia doveva proprio andare a vivere in mezzo alla
foresta…ma non
potrebbe mangiarsela un lupo?
-Salve bambina…-
ecco appunto. Proprio per colpa di questo pirla di lupi non se ne vede
nemmeno
l’ombra.
-Rufus…-mi voltai
a guardarlo. Era un uomo alto, sui trent’anni, capelli lunghi
fino alle spalle
legati da u codino subito dietro la nuca. Rufus Wolf era il miglior
cacciatore
della regione…almeno così si diceva.
-Allora Ciarly,
dove vai di bello?-
-Dalla
nonna…-dissi alzando il cestino davanti alla testa.
-Oh bene…ti
lascio al tuo compito, ma ti consiglio di non prendere quella
strada…non è
molto sicura.- disse indicandomi proprio la via che stavo seguendo.
-Ok…grazie…-
ma mi crede scema? Non prenderei mai quell’altra
strada…rischierei di arrivare
domani mattina.
Proprio come
pensavo…ci è cascata.
-Pronto. Qui Lupo
Cattivo. Treccine Bionde percorre il cammino per la gogna.-
-Qui
Nonna Volante. Molto bene. Ora, che il gioco abbia inizio.-
Stavo camminando
tranquillamente fischiettando, quando ad un certo mi sentii strattonare
per la
caviglia e mi
ritrovai appesa a tre
metri da terra, legata per un piede ad un albero.
-Chi cazzo è il
deficiente
che ha messo qui una trappola per conigli.- urlai cercando di
divincolarmi. Niente
da fare. Tirai fuori da una tasca interna alla mantellina una piccola
accetta. Come
potrei fare senza di te. Tirandomi su facendo forza sugli addominali
arrivai ad
afferrare la fune e la tagliai con un colpo secco atterrando
perfettamente su i
miei piedi dopo una capriola in aria.
-Bene.-
raccolsi il cestino che mi era caduto e mi incamminai.
-Come pensavamo. La
piccola ha superato il primo ostacolo usando l’accetta.-
avevo osservato l’intera
scena nascosto dietro un albero, ed ora informavo il mio socio del
risultato. Non
c’è che dire…è in gamba la
ragazzina.
-Bene, ora siamo
sicuri che ce l’ha. Dobbiamo fare attenzione.- mi rispose la
voce del mio
compare dall’altro capo dell’auricolare.
-La
seguo allora. Passo e chiudo.- bene ragazzina…questo era
solo l’antipasto. ora
vedrai cosa ti aspetta per primo.
-Vediamo…pasta al
pomodoro, formaggi, frutta, verdura e…FRITTELLE! Ma guarda
questa. È trattata
meglio di una principessa.- sbuffai infine dopo aver guardato per bene
cosa
conteneva il cestino per la megera.
-Quasi quasi ora
le rubo qualcosa. D'altronde deve stare attenta al
colesterolo…non vorrà mica
fare un colpo per una frittella di troppo. E poi la mamma ne sarebbe
troppo
dispiaciuta sapendo di essere la causa della sua morte…le
toglierò questo peso.-
dissi addentandone una. Quelle frittelle erano una bomba calorica ma
quanto
erano buone.
-ARGH!-
urlai. Mi sentii la terra mancare da sotto i piedi. Lasciando andare la
mia
adorata frittella afferrai una radice che usciva dal terreno. Guardai
in basso.
Rocce acuminate. Con un balzo uscii dalla fossa e ripresi la marcia. Ma
era
possibile che non potessi mai stare tranquilla…sbuffai.
-Treccine Bionde ha
superato anche la seconda trappola. La corsa ad ostacoli è
pronta?- osservai la
ragazzina uscire dalla fossa, spolverarsi il vestito e, sbuffando,
riprendere
la strada per la tana.
-Ho appena
finito. Ora prendo posizione. Tu continua a seguirla.-
-Ricevuto.
Passo e chiudo.
Ed ora a noi due
vecchia strega.
Mi fermai davanti
ad un cancelletto bianco che chiudeva il giardino attorno alla piccola
casetta,
o topaia, come dir si voglia. Poggiai una mano sul legno, dando una
leggera
spinta facendolo aprire con un fastidioso cigolio. Aspettai qualche
secondo e
poi portai un piede avanti per varcare la soglia. MERDA! Avevo appena
fatto
scattare una trappola inciampando su un filo trasparente. Mi voltai
sentendo
dei passi e l’uomo mi guardò ghignando, pronto a
gustarsi la scena. Bastardo! Sentendo
dei rumori strani mi rivoltai verso il giardino. Guardai incredula
quello che
mi si stava formando davanti agli occhi. Una struttura in legno, un
percorso ad
ostacoli, una sfida tra la vita e la morte…e non sto mica
esagerando.
Frecce che escono
a ritmi differenti da un grosso pannello, lame affilate che oscillavano
come
grossi pendoli, presse di ogni tipo, spruzzi di fuoco, una corsa tesa
su una
fossa di alligatori…ma quanto cazzo è grande
questo stupido giardino!
Indietreggiai di
un passo e feci un respiro profondo. In momenti come questi la calma
è tutto. Con
un gesto veloce trasformai il cestino in uno zaino mettendomelo in
spalla e
aggancia l’accetta ad un fianco. Tirai su il cappuccio e
fissai bene la
mantellina. Sono pronta.
Feci ancora
qualche passo indietro giusto per prendere la rincorsa, un altro
respiro
profondo e poi partii.
FRECCE…1 2
3…ABBASSATI,
SALTA, SCHIVA, FERMA. 1 2 3…CORRI, SALTA, ABBASSATI, SCHIVA,
CORRI, RUOTA,
SALTO CON DOPPIA CAPRIOLA IN ARIA E ATTERRA.
Con un ultimo
balzo ero atterrata sullo scalino davanti alla porta e dopo un altro secondo il percorso
era sparito
ritornando sottoterra. Mi diedi una sistemata riprendendo il cestino
sottobraccio
e abbassai il cappuccio. Sorrisi allungando una mano verso il
campanello e
suonai.
-MERDA!- una
gabbia mi era caduta addosso imprigionandomi. Cazzo!
-La calma è molto
utile, ma troppa calma ti porta ad essere imprudente e ad abbassare la
guardia.
Bisogna sempre stare attenti e non voltare mai le spalle al nemico.-
ecco che
arriva Confucio. Quella vecchia megera mi stava osservando
dall’ingresso
sorridendo, o per meglio dire, esibendo uno dei suoi soliti sorrisetti
sarcastici che avrei piacevolmente riaggiustato con un bel destro.
-Buongiorno
nipotina…-
Le si affiancò
quello sfigato di un cacciatore ancora ghignante. –Di nuovo
ciao piccola…-
sbuffai.
-Questa volta
pare che abbia vinto io…- la vecchiaccia mi sorrise tirando
fuori la chiave
della gabbiai.
-Tieni vecchia
arpia.- feci allungandole il cestino e afferrando la chiave.
–Complimenti…questa
volta vi siete dati da fare…carino il percorso, anche se non
troppo difficile.-
feci uscendo.
-Rufus aveva paura
che potessi farti male…vero Lupo Cattivo?-
-Sì Nonna
Volante.- li guardai un po’ spaesata.
-E questi
sarebbero?- mi arrischiai a domandare.
-Ieri tua nonna
ha rivisto Mission Impossible e gli è venuta voglia di usare
dei nomi in codice…-
ok, si può essere più stupidi?
-Ah…ok…direi
che
ora me ne vado, a casa mi aspettano per cena. Alla prossima.- mi voltai
diretta
a casa quando la nonna mi chiamò.
-Ciao
Treccine Bionde…alla prossima.- mi
correggo. Sì, si può essere più
stupidi.
-Ciao Treccine
Bionde…alla prossima.- urlo rivolta alla bambina.
–Ehi Ruf, hai tolto la
tagliola vero?-
O cazzo! Guardai la
nonna spaventato, me l’ero dimenticata…
Si girò a
guardare la nipote che se ne andava. –Spero di rivederla la
prossima settimana…-
FIN