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Autore: aoimotion    06/04/2011    6 recensioni
"Ma è una sitcom quella!" protestò Shoichi mettendosi le mani nei capelli "E e e poi, che significa che ridono i pavimenti? Come fa un pavimento a ridere?"
Silenzio.
"Già... come fa?" ripeté lui, sognante "Che bel dilemma, corriamo a scoprirlo!"
"Ma chi sei, Giovanni Muchacha? Tonio Cartonio?! Spanner, torna in te per la miseria!"
"Miseria, quale miseria?"
"... Sto per commettere un atto buzzurro, sappilo."
"Buzzurro... buzz. Ehi Shoichi, sai come fa l'ape? Buzz."
[Spin-off della serie 'Che gran coppia di amiconi'.]
[For Niah, my muse. ~]
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shoichi Irie, Spanner
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Che gran coppia di amiconi'
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mm Arriva sempre, nella vita di un uomo, un momento topico di cui non si può assolutamente fare a meno. Un confronto necessario con quello che tu ameresti definire 'il tuo inseparabile compagno di avventure' e che invece finisci per classificare come 'il più grande sobillatore di tutti i tempi', passati e futuri.
"Spanner, hai per caso visto le mie cuffie?"
"L'ultima volta che ne ho avuto notizia è stato quando le ho viste precipitare dentro il bidone della spazzatura."
E a quel punto, è GUERRA.
"Per mano mia." Ebbe l'accortezza di precisare, rendendo vano in partenza qualunque tentativo diplomatico volto a scongiurare una scenata di proporzioni nucleari.
Shoichi osservò Spanner che, impassibile e sereno come un narciso appena sbocciato, si dava da fare con un tubo da una parte e una pinza dall'altra. Come dovesse associare le due cose, era e sarebbe rimasto un mistero che all'umanità non era dato di conoscere. Trattenne un fremito di rabbia, confidando in quella vana, effimera e leggendaria qualità dell'uomo che si chiamava razionalità, ovvero qualcosa che con Spanner si sposava così perfettamente da rendere inutile qualunque tentativo parzialmente emotivo da parte del rosso di farlo ragionare su questioni che non riguardassero prettamente la robotica, ma che sfociassero, come si poteva dire... in qualcosa di più umano.
Che dunque Shoichi confidasse nella razionalità era oltremodo controproducente, ma avendo bisogno di qualcosa di solido a cui aggrapparsi, rimase in attesa di una sua manifestazione, che nella sua testa si traduceva sotto forma di impulsi che mal si accordavano con il suo vero concetto, nel senso più elementare del termine. Dunque, in poche parole, si poteva dire che il ragazzo si era scavato la fossa da solo, e che aspettava solo una spinta da parte di Spanner per saltarci dentro con tanti saluti.
"Spanner, ti rendi conto di quello che hai fatto?" domandò, livido di rabbia "Cioè... le mie cuffie! Le MIE cuffie! Non erano le tue, per la miseria, erano le mie! C-come hai potuto buttarle?!"
"Shoichi, calmati, prenditi più cura della tua osteoporosi" lo ammonì gentilmente il biondo, sorridendo quietamente.
"Io non soffro di osteoporosi, idiota!"
"Ah. E che mi dici della cirrosi epatica?"
"Non ho neppure quella!"
Spanner lo guardò, sgranando appena gli occhi. "Davvero? Ma pensa te, è una roba!"
"... Eh?"
"No, niente, stavo imitando la parlata di Nanami" spiegò lui con un'alzatina di spalle "quando lo dice lei, nel telefilm ridono tutti. Anche i pavimenti."
"Ma è una sitcom quella!" protestò Shoichi mettendosi le mani nei capelli "E e e poi, che significa che ridono i pavimenti? Come fa un pavimento a ridere?"
Silenzio.
"Già... come fa?" ripeté lui, sognante "Che bel dilemma, corriamo a scoprirlo!"
"Ma chi sei, Giovanni Muchacha? Tonio Cartonio?! Spanner, torna in te per la miseria!"
"Miseria, quale miseria?"
"... Sto per commettere un atto buzzurro, sappilo."
"Buzzurro... buzz. Ehi Shoichi, sai come fa l'ape? Buzz."
"Ma che buzz e buzz, maledizione! Di' qualcosa di intelligente, e spiegami perché hai buttato le mie cuffie! E, e spiegami anche perché hai quell'espressione da pesce lesso!"
"Vedi, Shoichi..." Spanner si issò in piedi, scrosciandosi il collo con fare pigro "devi sapere che quando le cuffie fanno buzz, qualcosa non va. E le tue cuffie facevano buzz, quindi le ho buttate."
Silenzio.
Il rosso giovine fissò l'amico - aguzzino lucidamente folle - sconcertato, mentre la bocca minacciava pericolosamente di schiantarsi al suolo con tanto di buco e conseguente rinvenimento di un giacimento petrolifero che li avrebbe resi ricchi e pazzi.
Spanner era lì, il ritratto della salute, e lo guardava come se quello che aveva detto fosse qualcosa di assolutamente giusto e corretto.
Si scrutarono in silenzio per alcuni istanti, studiandosi l'un l'altro alla ricerca di qualcosa.
Il biondo constatò nel rosso un aumento dell'attività ghiandolare, che lo aveva portato a sudare copiosamente. Il rosso constatò nel rosso un'impassibilità che presto o tardi lo avrebbe condotto alla morte.
Oppure, nella migliore delle ipotesi, allo stato vegetativo.
O al coma farmacologico.
Autoimposto.
"Le mie cuffie... FACEVANO BUZZ?!?"
"Sì, quindi io le ho buttate."
"SPANNER NON E' POSSIBILE STO PER PROCEDERE ALLA TUA ELIMINAZIONE DALLA FACCIA DELLA TERRA PREPARATI."
"Mancano un paio di virgole o sbaglio?"
"NON NE SO UN CAZ!" E senza neanche finire la parola gli fu addosso, con una violenza degna di una papera con la dissenteria. Spanner non si mosse, perché voleva godersi appieno quell'inutile assalto volto a danneggiare la sua sagace persona, e quando Shoichi fu prossimo all'impatto lui allargò le braccia e lo accolse con sé, stringendolo saldamente.
"Ti ho catturato, Shoichi. Ciò dimostra che tu sei una papera a tutti gli effetti, e io il cacciatore che ti mangerà."
"L-lasciami!" berciò lui divincolandosi come un cretino "T-tu mi hai buttato le mie cuffie! Le mie preziosissime cuffie!"
"Facevano buzz, te l'ho detto" si avvicinò al suo orecchio per ribadire il concetto "così: buzz."
"Gyaaa, non parlarmi dentro l'orecchio, m-mi fai il solletico!"
"Lo so."
Ovvio, come poteva non saperlo?
"La verità è che tu eri geloso! Geloso perché le avevo comprate senza consultarti!" gridò il ragazzo scarlatto, mirando al cuore della sua coscienza e contemporaneamente dirottando altrove la sua attenzione "E quindi ti sei inventato una storia cretina su due piedi al fine di giustificare un gesto irrazionale come quello di gettarle senza un valido motivo!"
Tacque Shoichi, dopo quello sproloquio, stupendosi mentalmente dell'attendibilità di quanto aveva appena detto. Anche Spanner tacque, pensieroso, succhiando il suo leccalecca quasi volesse trarne qualche aiuto.
"... Potresti avere ragione" ammise, dopo una lunga pausa "ma alla luce dei nuovi risvolti, non credo di aver fatto male."
"Perché, di grazia? E-e le mie cuffie?!"
"Le andremo a ricomprare, insieme" Spanner sembrò sottolineare con fine veemenza l'ultima parola "e poi, se questo mi consente di abbracciarti contro la tua volontà, ben venga."
Non erano parole nuove, in bocca sua. Né nuova fu la reazione a esse: rossore, tachicardia, implosione mentale, balbuzie varie ed eventuali. Sempre la solita, vecchia storia quindi.
Sempre lei. E quindi, sempre la storia più bella del mondo. Peccato solo che non l'avrebbero ammesso mai, imbecilli com'erano.
Anche se forse... Spanner stava cominciando a capire qualcosa.





"Perché, nonostante ti stia tenendo stretto, le tue sinapsi non si sciolgono e ti colano giù per le orecchie?"
"AH, quindi era questo il tuo obiettivo, Spanner!?"
Ma meglio non sperarci troppo.











Note dell'autrice: non posso far altro che chompare :3 ecco un altro, bellissimo (?) spin-off dei nostri nerd preferiti. Totalmente privo di senso, ovviamente, ma che volete farci? Quando viene in mente una parola inutile e cretina è impossibile non sfruttarla! BUZZ!
... Ci vediamo, gente. e___e
 
   
 
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