Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: aki_penn    06/04/2011    2 recensioni
Patrizio e Ismaele sono amici d'infanzia. Hanno passato insieme tutta la vita, e per coronare il loro sogno d'amicizia e diventare finalmente una grande e felice famiglia, ci vorrebbe solo una cosa: il matrimonio dei loro primogenti. Peccato che gli interessati non ne vogliano proprio sapere. [Improbabile storia di un matrimonio combinato ai giorni nostri]
"Io sono una signora, e se osi dire un'altra volta il contrario ti faccio ingoiare i denti!"
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

E alla fine sono tornata alla sezione originale-romantico ù.ù . La trama di per sé non ha nulla di originale, spero comunque che venga fuori qualche cosa di accettabile. In ogni caso, grazie  per essere passati di qua!! Aki_Penn

 

 

 

 

L’antefatto

Ovvero, quando il perfido piano fu progettato a mio discapito

 

I Pinto si sposarono in una calda giornata di fine estate. Al rinfresco c’erano tutti, la cerimonia invece  l’avevano schivata in molti.

L’avrebbe schivata volentieri anche mio padre se avesse potuto, ma essendo il testimone, gli era stato difficile.

Ismaele e Carmela si univano nel sacro vincolo del matrimonio, e lui era ancora scapolo fino al midollo. Non gli aveva mai creato grossi problemi, il fatto che il destino e la volontà di Ismaele gli avessero regalato un lavoro come medico all’ospedale della città e una bella donna che lavorava come professoressa di lettere, differentemente da lui, prepotentemente single, con a mano solo un taxi.

Ma quel matrimonio… beh, a parte essere felice per Ismaele, lo faceva sentire un idiota.

Mentre il suo migliore amico diceva il fatidico , che, mio padre, sapeva essere senza rimpianti, lui sbirciava lungo la navata per trovare qualche bella ragazza abbordabile.

Era deprimente pensandoci, soprattutto perché per un pelo non aveva perso gli anelli. Era davvero un buono a nulla. Sarebbe stato proprio complicato se si fosse ritrovato senza anelli nel momento clou della cerimonia. Fortunatamente dopo un’attenta ricostruzione della mattinata, era riuscito a ricordarsi, che l’ultimo posto dove li aveva visti, era il bagno della nonna Linda, e in effetti erano ancora lì, sulla vasca incrostata di calcare.

Ma a parte questo infausto inizio, era andato tutto a gonfie vele, Don Domenico aveva fatto le sue consuete battute, sembrava più che stesse facendo del cabaret, piuttosto che celebrare un matrimonio, e al rinfresco non c’era nulla di avariato, come alla comunione della piccola Assunta, la figlia di quelli che abitavano al terzo piano. Quella volta c’erano stati due ricoveri, e varie lavande gastriche, tra cui quella di mio padre, che quando c’era del cibo gratuito non si tirava mai indietro.

Ma invece no, la festa non poteva andare meglio. E mio padre non poteva essere più depresso.

Quando i due avevano inoltre annunciato pubblicamente che stavano aspettando un bambino, aveva sorriso e applaudito nella folla, subito dopo essersi versato un bicchiere di spumante. E due ore dopo, era ancora lì, con il bicchiere di spumante in mano (non sempre lo stesso, ovviamente) a guardare sconsolato il tramonto, mentre l’alcol gli annebbiava gradualmente i sensi.

Non si accorse di Ismaele che gli arrivava alle spalle, sporco di panna, a causa di nonna Linda, che era caduta di faccia sulla torta e l’aveva fatta schizzare in ogni dove. Lui però non sembrava preoccupato, anzi, si stava divertendo da morire.

Cacciò una poderosa pacca sulla spalla del suo migliore amico d’infanzia, facendogli rovesciare gran parte dello spumante sull’erba. Sobbalzò prima di girarsi e accogliere Ismaele con un sorriso stanco.

“Bella festa, eh?” fece Ismaele allegro. Era davvero compiaciuto, tutti sembravano divertirsi, a parte Carmela che era un po’ arrabbiata per la panna sul vestito da sposa, ma quelle erano inezie.

Il cuginetto Oscar, probabilmente, era riuscito a rimorchiare la piccola Assunta (che nonostante fossero passati anni dalla lavanda gastrica della prima comunione, si rifiutava di mangiare torte), dato che entrambi non si vedevano da un po’. Eh sì, non poteva andare meglio di così!

“Tutto a posto? Come mai stai qui da solo? È pieno di belle ragazze questo prato!” chiese un po’ alticcio mostrando il giardino arrossato dal tramonto con un teatrale movimento del braccio.

Mio padre annuì stancamente guardandolo di striscio “Guarda quella là, si chiama Samantha, è un’amica di Carmela, non è carina?” esclamò indicando mia madre. Che in realtà si chiamava Sabina, ma Ismaele faceva fatica a ricordarselo. E poi era il giorno del suo matrimonio, era lui il protagonista, no?

Mia madre e mio padre non si conoscevano ancora. Si conobbero meglio qualche ora dopo nel retro della limousine che i Pinto avevano noleggiato per il matrimonio. Questi sono dettagli che una figlia non dovrebbe sapere, ma ahimè,  i miei genitori sono entrambi dotati di una lingua spropositatamente lunga.

Mio padre scosse la testa malinconico. “Sì…sì… sono tutte molto belle…anche quella lì, che hai detto tu… ma… oggi mi sento un deficiente…” sospirò infine sputando il rospo. Si sentiva in colpa, non voleva rovinare il matrimonio al suo migliore amico, ma non era riuscito a trattenersi.

“Tu ti sposi, avrai un figlio a breve… e io? Ho solo un taxi… neanche uno straccio di fidanzata che durasse più di sei mesi in questi anni! Tu e Carmela state insieme dal liceo!!” disse sommessamente.

Ismaele gli tirò due poderose pacche fraterne sulla spalle “Ehi… non c’è nessuno motivo per deprimersi!” esclamò con aria saputa indicando l’orizzonte, come se le risposte potessero arrivare da quella direzione. In realtà era solo alticcio, come la maggior parte dei presenti.

“Questa è una festa! Vai e divertiti! Da domani inizieremo la ricerca spietata di una moglie adatta a te! Coinvolgerò anche Carmela nella selezioni! Sai, lei ha l’occhio avanti, riesce a capire chi ci sa fare in cucina, solo guardandola in faccia!! Quindi vi sposerete, andrete a vivere nel tuo appartamento, avrete una figlia…e ti dirò di più! Sposerà mio figlio, e saremo tutti una famiglia felice!!  esclamò eccitato.

Mio padre lo guardò piegando la testa da una parte, mentre il suo cervello intorpidito, dallo spumante, elaborava il concetto. Pian piano sul suo viso, lo sposo, vide allargarsi un gran sorriso.

“Si sposeranno” ripeté con aria un po’ ebete allungando il bicchiere verso l’amico, come per brindare. Accorgendosi che il suo interlocutore non aveva nessun bicchiere, si tracannò lo spumante rimasto nel suo, da solo.

Guardò per qualche secondo l’orizzonte con aria soddisfatta, prima che la sua espressione s’intristisse di nuovo. Si voltò ancora verso Ismaele e disse con aria stralunata “E se nasce maschio anche a me?”

Ismaele lo guardò lungamente, prima di rispondere convinto “Prima o poi la Chiesa cederà, e ammetteranno i matrimoni gay! Ne sono più che certo, Patrizio!”

A mio padre s’illuminarono di nuovo gli occhi “Ai nostri figli!” brindò da solo senza nulla nel bicchiere, nonostante io all’epoca non esistessi neanche sottoforma di embrione.

“Sono sicuro che andranno d’accordissimo!” esclamò. Come al solito si sbagliava.

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: aki_penn