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Autore: Minnow19    07/04/2011    5 recensioni
{Nick/Yoko}
Questa FF è nata un po’ così, per gioco.
Dopo il disastro che è accaduto in Giappone ho cominciato a chiedermi cosa provasse la gente che sapeva i propri cari in pericolo, in Giappone.
E un pensiero è andato a lui, che aveva scritto un semplice #PrayForJapan, che però mi ha fatto capire quanto in realtà stesse pregando. Lo ammiro molto per tutta la sua fede.
E poi, non so come, ma mi sono fatta questa domanda: e se anche lui avesse qualcuno in Giappone?
Così è nata Yoko. Una semplice domanda mi ha creato un piccolo mondo e così ho buttato giù queste righe durante un’interrogazione di latino.
Questa One Shot è dedicata al Giappone.
Spero che finisca tutto il prima possibile.
P.S. Ho sistemato i dialoghi, quindi cosa aspettate?? Su, su, leggete:)
Spero anche che a voi piaccia.
Lady Jonas
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui!! Ho sistemato i dialoghi, scusate per l'errore madornale, di solito non scrivo mai così i dialoghi, non so come sia successo.
Grazie a chi l'ha segnalato... Come potete notare ho cancellato la storia per postarla di nuovo..
Spero sia di vostro gradimento.
Prima di lasciarvi alla lettura, vi voglio dire che questa FF l'ho scritta ancora tempo fa, appena c'è stato quel disastro in Giappone, ma non l'ho postata subito perché dovevo ricopiarla al PC e non avevo molta voglia.

Ebbene sì, Lady Jonas è tornata con le sue strambe One Shot..
Mi era venuto un po' il blocco, ma mi sono sbloccata per fortuna, e presto tornerò con qualche altra nuova shottina:):) Ma quanto vi rompo??? <3

Grazie a tutti!!
Baci,
Lady Jonas

#PrayForJapan

{Nick/Yoko}
Yoko and Nick

Nick si asciugò una lacrima e tornò a pensare a lei.
Yoko. La sua Yoko.
I suoi occhi a mandorla, scuri come la pece, ma tanto dolci.
I suoi capelli castani come il cioccolato e tanto setosi.
Il suo sorriso solare, nascosto dalle labbra rosee e carnose.
La sua pelle liscia come seta.
Il giovane sentì un’altra lacrima che scendeva sulla sua guancia e il suo cuore che si chiudeva in una morsa.
Subito lo pervase un forte senso di colpa, che si faceva sempre più pesante, insostenibile.

Non avrei dovuto lasciarla partire, pensò Nick passandosi una mano tra i ricci scuri, mentre davanti ai suoi occhi scorrevano le immagini del disastro avvenuto meno di 24 ore prima in Giappone.
Perché? Si chiese Nick.
Perché io?
Yoko era il suo tutto, il suo sole.
E ora poteva perderla per sempre.
Nick sfiorò un’altra lacrima con la manica della maglietta e continuò a guardare il TG, che continuava a trasmettere orribili immagini sul terremoto e sullo tsunami.
Nick si sentì uno stupido.
Se solo non l’avessi lasciata partire, si ripeté.
Yoko. La sua Yoko. La sua Giapponesina.

L’amore che Nick provava per lei era infinito.
Ma lei era dovuta partire, suo padre era malato.
Gli faceva male saperla così lontana, in pericolo.
Immagini devastanti si susseguivano davanti ai suoi occhi.
Case distrutte, allagate, negozi crollati.
E nessuna traccia di Yoko.
Nessun messaggio, né telefonate né mail.
Un vuoto.

Il giovane aveva un solo pensiero fisso: torna a casa.
Sentì il cellulare che nella sua tasca cominciò a vibrare: era il suo ring tone.
"Yoko?" rispose senza neanche guardare lo schermo.
"Nick" esclamò lei con un sospiro di sollievo.
In sottofondo si poteva sentire un disastro, un vociare forte in una lingua a lui sconosciuta, urla, pianti.
Strage.
"Torna a casa" una richiesta unica, semplice, difficile da esaudire.
Nick sentì il silenzio dall’altra parte del telefono.
"Yoko, come stai? Dove sei?"
"Siamo in un rifugio ma..la voce della ragazza era spezzata, distrutta.
"Yoko?"
"Mio padre è morto Nick. C’è stata una scossa di terremoto più forte delle altre e gli è venuto un infarto."

Yoko cominciò a singhiozzare e Nick poteva bene immaginare il suo petto che si scuoteva convulsamente, mentre lui non poteva abbracciarla.
"Vengo a prenderti" sputò Nick con preoccupazione.
"No! È pericoloso!!"
"Ma.."
"Nick, tra poco riapriranno gli aeroporti e tornerò subito. Ho la cittadinanza americana, mi faranno rientrare!"
Disse lei per cercare di convincere lui e soprattutto sé stessa.

"Mi manchi Yoko"
"Anche tu amore. Ogni giorno"
"Ti amo"
<Dette le ultime parole riagganciò, senza lasciarlo protestare.

Nick corse in camera sua e si sedette ai piedi del letto, cominciando a piangere.
Faceva male, troppo male.
Era un male che lo prendeva allo stomaco e si contorceva in tutto il suo corpo, fino ad arrivare alla gola.
Era un dolore che gli toglieva il fiato.
Fece l’unica cosa che poteva fare: pregare.
Aveva parlato tante volte con Dio: ogni sera, prima di addormentarsi, ringraziava Dio per ogni cosa che aveva e parlava.
Gli raccontava i suoi pensieri, i suoi timori, i suoi segreti.
Lui parlava e Dio ascoltava.
Era sempre stato profondamente religioso.
"Dio, ti prego.
Molte volte ho pregato per avere qualcosa, ma era tutto nulla in confronto a ciò che ti chiedo ora.
Per favore, salvala. Salva Yoko, falla tornare a casa.
Non ho mai amato qualcuno come amo lei.
Ti prego, aiutami. Darei di tutto per rivederla."
Pianse istericamente e smise di parlare.

"Non prego solo per lei. Fai terminare questa strage in Giappone. Basta dolore. Basta sofferenze. Yoko.." invocò il suo nome e non riuscì a continuare.

Scosso dai singhiozzi si addormentò e la sognò.
Era bella come il sole, anzi, lo oscurava.
Ed era lì con lui, al suo fianco.
Si trovavano in un parco immerso nel verde, distesi a guardare il cielo, che sembrava dipinto di un azzurro intenso.
Ridevano, e c’era pace attorno a loro.
Yoko aveva la testa poggiata sul suo petto, e lui le accarezzava i capelli dolcemente.
Istintivamente si avvicinò al suo viso.
Poteva sentire il suo dolce profumo.
Le loro labbra stavano per sfiorarsi, quando...

 

 

DRIIIIIIIIIIIIIN!!!

 

La sveglia cominciò a suonare all’impazzata.
Nick guardò l’orologio: le 7:05 a.m.
Chi diavolo ha messo la sveglia a quest’ora? Pensò.
La risposta gli si materializzò davanti, e rispondeva al nome di Joe Jonas.
Joe era vestito e pulito e aspettava il fratello seduto ai piedi del letto.
"Muoviti Nick. Lavati, vestiti, fai colazione che poi ti devo portare in un posto."
"Non è giornata, Adam" rispose pensando a Yoko.
"Sì invece, muoviti e non opporre resistenza."
"D’accordo" acconsentì Nick rassegnato.
Il ragazzo si diresse al bagno e cominciò a lavarsi i denti mentre aspettava che l’acqua della doccia si scaldasse.
Si fece una doccia veloce e si asciugò i capelli.
Poi si vestì con le prime cose che aveva ripescato dall’armadio, dei jeans e una semplice t-shirt, e indossò un paio di converse.
Scese in cucina, aspettandosi una bella colazione già preparata, ma non trovò nulla.
Solo Joe che era intento a leggere con parecchia attenzione un sms.
"Nicky, ho cambiato idea. Andiamo da Starbucks" disse lui guardando il fratello minore con sguardo vago.
"Ok" Nick non provò nemmeno a protestare. Non era giornata.

Qualche minuto dopo arrivarono davanti a Starbucks.
"Nick, io mi siedo qui fuori.. Vai a prendermi un frappuccino al cioccolato? E prenditi qualcosa anche tu, va là.. Sembri uno straccio"
"Ti tieni sul leggero insomma. Ok, arrivo subito."
Nick entrò nel locale arieggiato e non essendoci nessuno alla cassa ordinò subito quello che doveva.
"Un frappuccino al cioccolato medio e uno al caramello piccolo, grazie" sembrava una delle solite prenotazioni che faceva con Yoko.
Una morsa di nostalgia entrò invadente nel suo cuore.
Dopo aver pagato la colazione firmò due autografi alle due commesse, fan dei Jonas, e si diresse verso l’uscita.
Fece qualche passo verso il tavolo dove c’era Joe, ma lo trovò vuoto.
Poggiò le bevande sul tavolino e sfilò il cellulare dalla tasca per provare a chiamarlo, e si girò intorno.
Dove cavolo era finito suo fratello?
Gli passò davanti un taxi e dietro di esso la vide..

Era seduta sulla sua valigia rossa e lo osservava sorridendo.
Il cellulare gli cadde dalle mani e scivolò a terra, schiantandosi con il cemento della strada.
Ma non se ne curò più di tanto.
"YOKO!!!" urlò il suo nome come se non lo avesse fatto per anni e le corse incontro.
La ragazza si alzò sorridendo e lo abbracciò lasciandosi sollevare dalle braccia forti del suo fidanzato.
Appena Nick la poggiò a terra, cinse i suoi fianchi con le braccia e la attirò a sé per darle un bacio mozzafiato, che sarebbe stato solo uno dei tanti che si sarebbero scambiati quel giorno.
Dalle guance di Nick cadde una piccola lacrima traditrice, che mostrò a Yoko il ragazzo sensibile a cui lei si era tanto affezionata.

Sul tavolo distante, la colazione si stava sciogliendo al sole che improvvisamente era sbucato fuori dalle nubi per festeggiare il ritorno di Yoko.

Qualche metro più avanti Joe osservava la scena felice e soddisfatto.

Yoko l’aveva chiamato la notte precedente per annunciargli il suo imminente ritorno.
Si voltò per tornare verso casa: Yoko e Nick avevano sicuramente molte cose da dirsi.

Prese il suo iphone e modificò il suo stato su Twitter:
#PrayForJapan 

 

   
 
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