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Autore: Honey94    07/04/2011    1 recensioni
Sofie è una ragazzina di appena 17 anni, che vive col padre Federico LA dopo l’abbandono di sua madre René. Sofie è il genere di ragazza che non si fa metter i piedi in testa da nessuno, determinata, forte e temeraria … O almeno è quello che mostra agli altri. La verità è che Sofie nasconde un grande segreto, lo stesso che la costringerà a trasferirsi dalla madre nella caotica città di Londra. Quale sarà questo segreto? Cosa succederà quando verrà a galla? Che reazione avranno i suoi amici, sua madre e suo padre?!
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Salve! Questa è la mia seconda fiction, ma è la prima che scrivo Originale/Romantica quindi non so se già ci sono storie del genere, eventualmente vi pregherei di segnalarmelo, grazie :)
Bene, il mio nome è Roberta e beh, che dire ... Avev oquest'idea in testa da un po', un foglio word in bianco e ... Voilà! xD Spero vi piaccia, fatemelo sapere tramite recensione!! :D
Buona Lettura e commentate!!! ;)

                                                
                                           Ragazzina


- Sofie! Sofie, vuoi sbrigarti o no?! … Sofie Marie Pierce! Se non scendi entro tre minuti vengo a prenderti per le orecchie!! – La voce stridula di René, riuscì addirittura a sovrastare la musica a tutto volume che indisturbata si espandeva per camera mia. – Arrivo, arrivo!! – Strillai sbuffando rumorosamente, mentre senza alcun risultato apparente tentavo di acconciare quella maledettissima divisa scolastica: Allentavo e stringevo la cravatta, mettevo la camicia dentro e fuori, alzavo e abbassavo i calzettoni col logo della “Great Servery high school” su e giù, acconciavo la mini a quadrettoni a destra e a sinistra ma … Ma niente. Quella roba non era per me. Divise, regole, coprifuoco, scuole private e mocciosetti con la puzza sotto al naso che si credevano chissà chi soltanto perché i loro genitori erano ricchi sfondati e perché arrivavano a scuola/purgatorio con limousine e autista. Ma che razza di persone erano? Gentaglia viziata e senza scopo nella vita; Bastava semplicemente uno schiocco di dita dei genitori e … Puff! Come per magia ogni desiderio espresso dai propri pargoli dal didietro d’oro massiccio era esaudito. Bleah! Odiavo i figli di papà. – Sofie!! – L’ennesimo urlo di mia madre giunse forte e chiaro. – Ecco!! – Le gridai di rimando acconciando distrattamente il ciuffo di capelli color nocciola che mi era ricaduto davanti agli occhi mentre scendevo le scale del primo piano. – Sono qui! - - Finalmente! Credevo ti fossi persa nella cabina armadio!- Scherzò, o meglio, provò a scherzare la mia adorata mammina. Alla parola “cabina armadio”storsi involontariamente la bocca. Cabina armadio. Tzé. Quella che per mia madre era un “semplice regalo di benvenuto”, parole sue, per me era soltanto un viscido modo per comprare il mio affetto. Certo, adesso voleva fare la mamma. Adesso poteva permettersi di trovare cinque minuti da dedicare a sua figlia destreggiandosi tra il circolo di tennis, il club del libro e i vari impegni sociali che la occupavano. Adesso, dopo diciassette anni, si era ricordata di avere una figlia. Wow. Bella madre che mi ritrovavo. Sorrisi fintamente. A parte il fatto che io detestassi shopping, moda, vestiti e roba varia, quel suo subdolo modo di fare, i mille sorrisi e le mille premure che mi dedicava, mi facevano andare in bestia. Per diciassette lunghi anni mi aveva ignorata, aveva ignorato la mia esistenza mollandomi quand’ero ancora in fasce con mio padre, che, poverino quel sant’uomo, mi aveva cresciuta al meglio delle sue capacità quand’era solo un ragazzo,non facendomi mai mancare niente; Da tutta la vita non avevo una mamma, da tutta una vita ne desideravo una; una madre che non si limitasse ad inviarmi soltanto un bigliettino per il mio compleanno – quando se ne ricordava – o per Natale. Avrei voluto una figura femminile con cui parlare, confidarmi. E invece no. Ma tanto, ormai avevo imparato a cavarmela da sola. Federico, mio padre, conobbe René quando quest’ultima era in visita con la sua famiglia in Italia, patria di papà, che ora abitava a Los Angeles. Si conobbero, si piacquero, in segreto si sposarono essendo comunque diciottenni, e dopo un anno in cui i miei nonni dovettero accettare il fatto ormai compiuto, nacqui io. Bene, tre mesi dopo mia madre ci abbandonò. Disse che la vita della pezzente a cui la costringeva mio padre, all’epoca meccanico, a lei non andava bene. Disse che aveva solo vent’anni e che la vita la stava aspettando; Non poteva mica bruciare tutta la sua gioventù con noi! Mio padre non voleva assolutamente abbandonarmi, così da allora mi crebbe lui, da solo. Adesso René si era risposata con un famoso imprenditore che aveva catene d’albergo sparse in tutto il mondo, lei e papà non erano rimasti in buoni rapporti, anzi. Diciamo pure che dopo diciassett’anni l’ultimo, nonché unico, contatto che avevano avuto era stata … Ah,si, una telefonata avuta luogo appena due giorni fa. Il perché? Discutere del motivo e del mio trasloco qui a Londra da mia madre. Come mai mi sono trasferita qui dalla donna che disprezzo con tutto il cuore? Mettetevi comodi, è una lunga storia! 

  
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