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Autore: Neko no Yume    07/04/2011    2 recensioni
Quello non è il mio regalo.
Ah no? Allora ti ordino di darmi il tuo regalo.
Devo proprio?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La lieve brezza primaverile che gli spirava sul viso sembrava volergli augurare a suo modo buon compleanno, o almeno a Gerard piaceva pensarla così.
Forse perché da quella mattina del 9 Aprile nessuno gli aveva ancora fatto gli auguri sino al tardo pomeriggio.
Non che di solito i suoi amici fossero particolarmente prolissi e appiccicosi con quel genere di cose ma almeno un messaggio, un saluto... Sopratutto Frank, che ogni anno gli saltava letteralmente addosso per quella ricorrenza urlandogli che era un vecchio.
Sospirò, chissà se entro la fine della giornata qualcuno si sarebbe ricordato della sua esistenza.
Aveva deciso di uscire a fare due passi e magari andare al bar più vicino a prendersi una birra per affogare i suoi dispiaceri e adesso stava tornando verso casa con una bottiglia mezza vuota in mano.
Si appoggiò al portone mentre si frugava nelle tasche della giacca alla ricerca delle chiavi ma quello cigolò leggermente e si aprì da solo sotto il suo peso.
... Che avesse lasciato la porta aperta quando era uscito?
Entrò nell'abitazione buia e silenziosa a passi lenti e cauti, un piede dopo l'altro, la bottiglia protesa in avanti come una perfetta e temibile arma da fuoco, pronto a fare i conti con qualsiasi sventurato rapinatore.
Ma invece di qualche brutto ceffo in calzamaglia scura che gli frugava nei cassetti Gerard trovò ad attenderlo una folla che gridava "Sorpresa!".
-E-eh?!-.
-Sorpresa!-, ripeterono in coro le persone radunate nel suo salone, sventolando uno striscione di auguri.
Il festeggiato si passò una mano tra i capelli scuri, frastornato, poi il suo sguardo si posò su quello sornione e compiaciuto di un certo chitarrista.
-...Sei stato tu-.
-Naah, cosa te lo fa pensare?-, si difese Frank in tono scherzoso - Dai, musone, dillo che ti ha fatto piacere-.
L'altro si concesse un lungo istante di silenzio prima di rispondere.
-Ma certo, è una cosa fantastica!-, esclamò alla fine, scatenando le risate degli invitati.

La serata passò tranquilla tra una battuta sulla sua ormai incombente vecchiaia, qualche ottimo cocktail, stuzzichini e risate.
Insomma, era una festa come un'altra che per il festeggiato passò tra un brindisi, una gara di bevute e la birra bevuta prima.

Arrivò poi l'ora per gli invitati di tornarsene a casa loro e la casa rimase vuota e silenziosa, con spruzzi di coriandoli colorati qua e là, fette di torta mangiucchiate sul tavolo, bicchieri di plastica rossa mezzi vuoti.
Gerard si accasciò sul divano, la testa che gli vorticava vertiginosamente tra le mani per il troppo alcool bevuto.
-Hey, tutto ok?-.
Sobbalzò vistosamente nell'udire quella voce, convinto di essere rimasto solo e alzò gli occhi leggermente arrossati verso la figura nella penombra.
-...Frank-, borbottò riconoscendolo -Che ci fai ancora qui?-.
-Ero al bagno-, rispose lui con disarmante sincerità.
Way sbuffò contrariato e lo fissò con più insistenza, cosa che l'altro prese come un invito ad andarsene.
-B-beh, ti lascio alla tua promettente dormita sul divano allora-, farfugliò, per poi girarsi e avviarsi velocemente verso la porta.
-Eh? Aspetta, scemo, non volevo mica cacciarti!-, sbottò Gee -Ho bisogno di te per ripulire questo macello, dato che uno dei maggiori colpevoli sei tu-.
Frank ridacchiò nervosamente e si massaggiò la nuca con aria imbarazzata, per poi iniziare a riordinare con incredibile serietà.
Troppa serietà.
Stava di sicuro tramando qualcosa, qualcosa di tremendamente stupido.
Decise che era meglio controllarlo da vicino e si alzò di malavoglia per aiutarlo nel lavoro che rimaneva.
-Senti, Gee...-.
Ecco, lo sapeva.
-Cosa, Frankie?-.
-Ti è piaciuto il mio regalo?-.
Il regalo in questione era un microfono con il logo della loro band inciso sul manico nero e lucino, ovviamente il cantante l'aveva adorato.
-Molto-, rispose infatti con un sorrisetto -Davvero un'ottima scelta-.
Dopo quel complimento spassionato si aspettava come minimo un sorriso, un abbraccio, un qualcosa, mentre Iero si limitò a mordicchiarsi il labbro inferiore con espressione corrucciata.
-Oh, insomma! Si può sapere cos...-, chiese, prima che gli alcolici prendessero il sopravvento su di lui e gli chiudessero le palpebre con dita accattivanti e buie.

In quel soffice mare ovattato sentiva qualcosa di morbido che lo sorreggeva e un lieve venticello dal profumo inebriante che gli spirava sul viso, poi tutto iniziò a sfumare lentamente, a confondersi in un'unica macchia di colore intenso come il mal di testa che lo attanagliava e realizzò che il morbido era il divano e il vento il fiato di Frank che stava accovacciato accanto a lui e lo fissava con occhi preoccupati.
-Che è successo...?-, domandò con un filo di voce.
-Sei svenuto per un po', hai bevuto troppo-.
-Ho mal di testa-, bofonchiò Gerard massaggiandosi la fronte.
-Aspetta, vado a prenderti un'aspirina-, si affrettò a dire l'altro, facendo per alzarsi.
Non seppe mai spiegarsi la logica che lo spinse ad afferrare la sua mano, forse era la mente annebbiata dalla serata, forse la sua espressione preoccupata che stonava col solito Frankie, forse il profumo del suo respiro che era così dolce.
L'altro si girò verso di lui stupito, quasi spaventato.
-Sarò anche ubriaco, ma tu mi nascondi qualcosa. E non ti lascerò scappare finché non vuoterai il sacco-, decretò con voce ferma.
-F-finiscila, Gee. Sei ubriaco fradicio e ti immagini le cose-, gli rispose mentre tentava di liberarsi da quella presa con scarsa convinzione.
-E tu non sai mentire, davvero-.
Inchiodato da quel penetrante liquido sguardo verde, Iero sospirò rassegnato lasciandosi scivolare sul divano accanto a un Way che sorrideva in maniera quasi irritante.
Anzi, decisamente irritante.
-Levati quel sorrisetto o me ne vado-, sbuffò con una leggera sfumatura di esasperazione.
Che strano, di solito era lui a innervosire gli altri col suo comportamento allegro e irriverente, mentre adesso si sentiva schiacciato dal peso dei suoi pensieri, quasi intrappolato.
Lanciò una fugace occhiata al viso dell'altro che ora non sorrideva più e lo osservava in attesa.
Trasse un lungo, tremante respiro e strinse i pungi sino a far sbiancare le nocche, tentando di organizzare tutti i pensieri, le parole, i desideri che gli turbinavano in testa alla rinfusa.
-Io non ti ho dato il mio regalo-, decretò senza riuscire a fissarlo mentre pronunciava una frase così apparentemente stupida.
-Aspetta-, disse Gerard confuso -Non mi avevi regalato il microfono?-.
Ecco.
-Quello... -, mormorò Frank cercando disperatamente di proferire un discorso di senso compiuto -Era una facciata. In realtà il mio regalo è un altro-.
L'altro lo scrutò scettico ma rimase in silenzio in attesa di spiegazioni, il mento poggiato sul palmo della mano.
Per un attimo si chiese come avesse fatto a cacciarsi in una situazione del genere, maledicendosi per la sua scarsa capacità di recitare davanti a lui.
-Il problema è che non sono affatto sicuro che il mio regalo ti piacerebbe...-.
Sul viso del cantante si dipinse di nuovo un sorriso, questa volta però incoraggiante.
-Sono sicuro di sì-, lo rassicurò calmo.
-No, invece no-, ribatté lui.
-Ti dico di sì! Franklin Iero, sono il festeggiato e ti ordino di darmi il tuo regalo, qualunque esso sia-.
Il chitarrista mugolò contrariato per poi fissare finalmente l'altro negli occhi.
-E va bene, ma poi non lamentarti-.
-Promesso-.
-E chiudi gli occhi, è una sorpresa-.
-Uff, quanto la fai lunga!-, si lamentò scherzosamente Gee serrando le palpebre.
Si concesse di osservarlo un istante, di percorrere i suoi lineamenti delicati e pallidi illuminati dalla lattea luce notturna, le labbra leggermente dischiuse e piegate in un lieve sorriso, un cuscino avvolgente e morbido su cui riposarsi dagli incubi.
Si chinò lentamente verso di esse e le baciò con un lieve fremito.
L'altro fu scosso da un lieve brivido ma non si ritrasse e Frank, incredulo, premette leggermente di più la bocca sulla sua, posandogli una mano sul collo.
Gerard inclinò leggermente il capo e gli si avvicinò, ricambiando il bacio con un'euforia quasi incontenibile.
-Questo-, sussurrò una volta staccatosi dal bacio un attimo - È il più bel regalo che potessi farmi-.





Yu's corner.
Salve gente~!
Ebbene sì, sono tornata e con una fic Frerard, la mia prima in questo campo.
Devo dire che mi sento un po' inopportuna a scrivere di due poveri ragazzi esistenti e per di più sposati ma, insomma, hanno cominciato loro a darmi un motivo per fungherleggiare. (?)
Questa fiction è dedicata al nostro caro Gerard Way, che il 9 Aprile compierà gli anni. <3
Ah, per chi volesse uccidermi per questo, forse il 26 Giugno sarò a Imola per il concerto, bye~!
  
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