Lezioni

Will osservò Lion distrattamente, mentre gli spiegava come reggere per bene la racchetta per colpire velocemente il volano e mandarlo nell'altra metà campo.

Non sembrava difficile, pensò dopo pochi secondi, rigirandosi il manico fra le mani e stringendolo per bene.

Doveva solo colpire e mandare dall'altra parte. Nulla di troppo complicato, infondo.

“Sì, proprio così Will!”, fu l'urlo gioioso di Lion, che alzò il pollice dall'altro lato del campo quando vide l'uomo prepararsi per la partita, “Adesso sta attento, va bene?”

“Sì, sì.”

Si mosse velocemente Lion, quasi in modo impercettibile – persino per Willard, che rimase di stucco quando il volano toccò terra vicino al suo piede senza che nemmeno se ne fosse accorto.

“Non eri attento”, lo riprese Lion, abbassando appena la racchetta e iniziando a camminare verso di lui. “Se vuoi imparare a giocare, devi stare attento a ciò che ti dico. Su, ti faccio vedere di nuovo come si fa.” E gli afferrò le mani, lasciando cadere a terra la racchetta, stringendo le dita di lui fra le sue – pallide e deboli - e muovendosi lentamente, un sorriso leggero dipinto sulle labbra mentre le ciocche bionde coprivano in parte il suo volto.

“Ho capito”, furono le parole di Will dopo qualche secondo, mentre osservava le mani di Lion ancora sulle sue. Quelle due parole che, negli ultimi giorni, aveva detto spesso, senza rendersi conto che ciò che aveva capito non era come si giocava a Badminton, ma altro.