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Autore: Defyingravity    08/04/2011    5 recensioni
E se Kurt non fosse disposto ad aspettare Blaine per sempre?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti!*w*

Qui chi vi parla è DefyinGravity (soprannominata Dg), l'autrice di questa fanfic.. Beh, in parte autrice.
Nonostante sia io a postare questa storia, accanto a me c'è la mia beta, la quale mi aiuta passo dopo passo in questa nuova avventura. Senza di lei i personaggi che incontrerete non sarebbero gli stessi e senza di loro, ovviamente, la storia non sarà quella che sarà. Quindi la ringrazio veramente di cuore per quello che sta facendo e spero in una lunga e bella collaborazione per il futuro! :)

Comunque questa fanfic parte dal trasferimento di Kurt alla Dalton, e la storia si svilupperà tra Warblers, Dalton, New Directions e Lima Bean :)

I commenti sono sempre graditi (LOL), ma spero soprattutto di riuscire a farvi divertire con questa storia, giusto per passare il tempo, dopo un bel pranzo, a merenda con un bel gelato, o dopo una bella abbuffata a cena, e per chi va scuola, una scusa per evitare i compiti XD :)

Spero vi possa piacere!

*****



Chapter 1: Welcome to Dalton


*****



Do you ever feel like breaking down?
Do you ever feel out of place?
Like somehow you just don’t belong
And no one understands you

Do you ever wanna run away?
Do you lock yourself in your room?
With the radio on turned up so loud
That no one hears you screaming

No you don’t know what it’s like
When nothing feels alright
You don’t know what it’s like to be like me

To be hurt
To feel lost
To be left out in the dark
To be kicked
When you’re down
To feel like you’ve been pushed around
To be on the edge of breaking down
And no one’s there to save you
No you don’t know what it’s like

Welcome to my life

No one ever lied straight to your face
And no one ever stabbed you in the back
You might think I’m happy
But I’m not gonna be okay!

Everybody always gave you what you wanted
You never had to work it was always there
You don’t know what it’s like
What it’s like!

To be hurt
To feel lost
To be left out in the dark
To be kicked
When you’re down
To feel like you’ve been pushed around
To be on the edge of breaking down
And no one’s there to save you
No you don’t know what it’s like

Welcome to my life


Kurt si alzò lentamente dal letto. Tirò su con il naso, asciugandosi quelle tracce di lacrime che gli avevano rigato le guance. Spense la radio che aveva trasmesso quella canzone fino a quel momento, lasciandosi cadere pesantemente a terra con la schiena contro il muro. Nel silenzio della sua camera, il ragazzo dal ciuffo castano iniziò a piangere tra un singhiozzo e l'altro con il viso contro le ginocchia.

*****

Era iniziato tutto quel giorno alla Dalton, chi avrebbe mai detto che una semplice missione di spionaggio fatta per “il bene della squadra”, gli avrebbe sconvolto la vita?

Il pregiudizio non è altro che ignoranza, Kurt. E tu in questo momento hai l'opportunità di insegnarglielo.”
“Come?”
“Affrontalo. Sfidalo. Io sono scappato, Kurt. Non ho lottato, ho permesso ai bulli di cacciarmi, ed è una cosa che rimpiango davvero davvero tanto.”


Era stata quella conversazione che aveva scatenato tutto, la scintilla che aveva fatto partire l'incendio. Ed adesso era lì, l'unico ragazzo ad avere un proprio stile di abbigliamento in quell'enorme struttura scolastica.
Kurt Hummel firmò il documento con un elgante firma, soddisfatto di sé stesso lesse un'altra volta ciò che aveva scritto sul foglio capeggiato dalla scritta Dalton in un imponente carattere.

Era fatta: da quel momento era un alunno della Dalton.

Il ragazzo sorrise, contento della sua azione, ruotò la cartellina su cui aveva scritto fino a quel momento verso l'elegante signorina bionda, che stava dalla parte opposta della scrivania.
<< Ecco a lei. >> disse gentilmente Kurt, posando la penna.
<< Perfetto. >> rispose l'altra, iniziando a dare velocemente un'occhiata al documento.
Era una giovane donna di bell'aspetto, dal viso magro e i lineamenti morbidi, i capelli biondi raccolti in una perfetta crocchia. Kurt non potè che notare il completo elegante beige che indossava, sicuramente di buona marca, visto il tessuto. Dietro gli stretti occhiali rettangolari, gli occhi verdi brillavano.
<< Qualcosa non va? >> chiese Burt, che stava seduto accanto a suo figlio, con un filo di preoccupazione nella voce.
<< Cosa? >> per la donna fu come cadere dalla nuvole << No, no, no! Assolutamente no! Vado a prenderti la divisa, Kurt. >> disse, alzandosi per poi uscire dalla stanza.
<< Perchè si è messa a leggere tutto il tuo modulo? >> chiese il padre appena la porta della segreteria si chiuse << Voglio dire, lo poteva benissimo fare dopo... no? >>
Il ragazzo fece spallucce, mantenendo un sorriso in viso << Non so, forse le serviva leggere qualche infromazione. Non ti preoccupare, papà. Non mi rapiranno. >> scherzò, dando una leggera spallata all'uomo accanto a lui, che finalmente sembrò più rilassato.
<< Lo so, ma sai... questa scuola ha un che di... inquietante. Sembra tutto così perfetto, tutto al proprio posto. >> riflettè Burt, continuando a guardarsi attorno, nella grande sala organizzata.
La segreteria in cui si trovavano era un'ampia stanza in stile romantico, con alte pareti ed il soffitto decorato ad arte floreale; lungo le pareti erano disposte librerie ed armadietti, colmi di diversi raccoglitori, fogli e libri, perfettamente disposti uno accanto all'altro. Una grande finestra illuminava l'interno della stanza, dove al centro stava la grande scrivania di mogano, circondata da tre comode sedie.
<< La magia della scuola privata! >> Kurt ridacchiò, scrollando le spalle con fare scherzoso.
In quel momento si sentirono risuonare un rumore di tacchi provenire dal corridoio e la porta si aprì.
<< Scusate l'attesa. >> disse la giovane donna entrando con un brillante sorriso e tenendo sotto braccio un grande sacco di plastica che conteneva la divisa scolastica.
<< Si figuri, Mrs. Hoover. >>
<< Ecco a te, questa è la tua divisa, ne hai due per adesso. Se avrai dei problemi vieni da me che penserò a procurartene un'altra il prima possibile. >> spiegò con garbo la donna, porgendogli il lungo sacchetto di plastica.
<< Grazie mille. >> rispose il ragazzo << E non si preoccupi, i vestiti sono in buone mani. >>
<< Ne sono certa. >> Mrs. Hoover lasciò la divisa nelle mani del nuovo alunno sorridente << Se preferisci, vai pure a provartela nel bagno qui a destra. >> disse indicando una porta << Così dopo ti porterò a fare una visita dell'istituto. >>
<< Certo, torno subito. >> disse Kurt, avviandosi poi verso la direzione indicata.
<< Signor Hummel, le dovrei dire un'ultima cosa sulla tassa d'iscrizione, se non le dispiace. >>
Burt annuì, rimanendo composto.

*****


<< Cos'è questa storia di un nuovo arrivato, Blaine? >> domandò un ragazzo con la falda mora, dalla parte opposta della sala prove degli Warbles.
<< Cosa!? Nuovo arrivato!? >> domandò sorpreso un altro ragazzo di costituzione robusta, occhi grandi e chiari, capelli a spazzola castani, che sbucò da dietro un tavolo << Ehi, perchè non ne sapevo niente? >>
<< Non tutti sono continuamente aggiornati come me, Al. >> ammiccò il primo ragazzo, spostando una sedia.
<< Viva la modestia, eh Nick? >> Francis incarcò un sopracciglio. Era un ragazzo alto con capelli biondi platino ed occhi verdi chiaro.
<< Cosa? Cos'è quella che vedo, Fran? Invidia per caso? Un mostriciattolo verde che sbuca da sotto il pacato e docile Francis Gore? >> Il biondo rimase in un'espressione perplessa per qualche secondo, insicuro su come rispondere ad un'affermazione del genere. Si voltò scuotendo la testa, senza dire una parola, tornando al suo lavoro. Parole del genere non meritavano neanche la sua attenzione.
D'altra parte Nick rimase confuso, ma senza badarci tanto tornò verso Blaine: << Insomma ci vuoi dire cosa ne sai? So che lo conosci. >>
<< Oh-la-la! >> Un ragazzo di altezza media con una lunga falda bionda arrivò con un salto accanto a Blaine << Cos'è questa storia, signorino? Una nuova fiamma? >> ammiccò, dando delle leggere gomitate al braccio di Blaine.
<< COSA!? >> Il cantante dei Warbles si voltò di scatto, spaventato dal rumore di alcune sedie che cadevano alle sue spalle << Kurt viene qui? Perchè non me l'hai detto?? >> domandò sorpreso David; a frenare la sua corsa fu Blaine stesso, che lo prese per le spalle.
<< Quel Kurt?? >> domandò con fare sorpreso Wes, che stava rimettendo un quadro al suo posto.
<< Certo, quale altro Kurt altrimenti? >> rispose David, sconcertato dall'ovvietà della domanda posta dal suo amico.
In quel momento Blaine su completamente invaso da domande da ogni angolo, ogni persona lì presente gli chiedeva qualcosa; tentò in ogni modo di rispondere, ma stava diventando matto nel voltarsi da una parte all'altra, nel tentativo di rispondere a tutte le questioni che gli pionbavano addosso. Volavano così tante parole per la stanza che il cantate fu costretto ad urlare per farsi sentire.
<< RAGAZZI! >> Nella sala calò il silenzio che si spezzò con la domanda di un ragazzo scuro di pelle dai voluminosi e ricci capelli neri, intento nello spazzare.
<< Chi è questo Kurt? >>
Blaine sbuffò.
<< Solo un amico. Ha avuto... dei problemi nella sua vecchia scuola ed ha deciso di trasferirisi qui. Tutto qua. >> Scrollò le spalle, ritornando a pulire con lo straccio il tavolino di legno che David aveva quasi travolto.
Quest'ultimo e Wes a quell'affermazione si scambiarono uno sguardo sorpreso, entrambi con un sopracciglio inarcato, ritornando simultaneamente a guardare il loro amico increduli di ciò che avevano appena sentito.
Non si sarebbero mai aspettati di sentire una cosa del genere, da come Blaine parlava di Kurt, si poteva benissimo dire tutt'altro. Che si vergognasse di ammettere la verità?
Nick osservò la reazione dei suoi amici e scrollò le spalle: << A chi dovrei credere? >>
<< Che discorsi sono? >> domandò il cantante moro, voltandosi verso gli altri << Non vi sto mentendo, sapete che non lo farei mai. >> soffermò lo sguardo su Wes e David, sapendo che erano stati sicuramente loro a dubitare della sua precedente risposta.
<< No so, Blaine. >> intervenne Riker, passando un braccio per le spalle del suo amico << Secondo me, ci stai nascondendo qualcosa. >>
<< Ragazzi, Kurt è solo un amico che ha avuto dei problemi ed aveva bisogno di una mano, l'unica via di fuga era questa scuola e così ha deciso di venire qui da noi. Niente di più. >> disse voltandosi per tornare a pulire il tavolino.
Wes inarcò un sopracciglio, sempre incredulo di ciò che il moro diceva, scosse la testa verso gli altri ragazzi, i quali si guardavano in giro con aria interrogativa.
<< Ti ho visto! >> esclamò Blaine, rimanendo voltanto << E lo ripeto per l'ennesima volta: lui è solo un amico. >>
Un coro di certo con una punta di sarcasmo si sollevò nella stanza, al quale però il ricciolo rispose solamente scuotendo la testa con un silenzioso sorriso.

<< Tornando ai discorsi seri >> disse Blaine dopo una manciata di minuti. Gli Warbles si erano riuniti un'ora prima della lezione per pulire e riordinare la stanza di canto dalle tracce di Pavarotti, che si era liberato dalla gabbia quella stessa mattina.
Il cantante camminò in mezzo alle due fila parallele di sedie, guardandosi attorno in cerca di possibile macchie.
<< La prossima settimana, come ben sappiamo, abbiamo la gara delle Provinciali, contro i New Directions, del McKinley e gli Hipsters, un liceo della terza età. >>
<< Ehi aspetta! >> Nick si alzò si scatto dalla sedia << il tuo amico era del McKinley, giusto? >>
<< Sì. >>
<< State pensando tutti a ciò che sto pensando io? >> ammiccò Nick.
<< NO! >> esclamò furibondo Blaine << Non ci pensare neanche. Una cosa del genere non mi passerà mai per la testa, non osare chiedergli nulla di simile! Non. Osare. >> disse tenendo l'indice ben eretto contro di lui.
<< Ok, ok... scusa! >> dispiaciuto di ciò che aveva detto, Nick tornò a capo chino a sedersi.
<< Stavo dicendo comunque che dobbiamo trovare una canzone entro Lunedì ed esercitarci su quella. >>
<< Gli faremo il culo! >> esclamò esaltato Riker. Gli altri risposero con risate ed affermazioni, carichi per la gara che si prospettava.
<< Ci puoi giurare, fratello! >> Al ed Riker si diedero un sonoro batti-cinque, prima di tornare composti.
<< Li travolgeremo, bello! >> David battè un cinque con l'altro ragazzo di colore, Nelson.
<< Poco ma sicuro! >> rispose quest'ultimo.
<< E per oggi? Cosa faremo? Butteremo giù un paio di idee o... canteremo? >> chiese Francis, “il ragazzo copertina” come tutti lo chiamavano a causa del suo perfetto aspetto fisico.
<< No vi prego, cantiamo... non posso pensare ad una scaletta al momento. Un'ora di pulizia mi ha distrutto! >> rispose Wes, massaggiandosi la schiena, mentre sentì varie voci favorevoli alla sua proposta.
<< Qualcuno ha un'idea? >> domandò una voce tra le tante.
<< Io ce l'avrei. >> rispose Blaine in piedi appoggiato al tavolo, con un sorriso stampato in viso.

*****


<< Sei mai stato qui, Kurt? >> chiese tra un rumore di tacchi e l'altro la signorina Hoover. Il ragazzo arriciò il naso abbassando leggermente il capo, indeciso se dire la verità o meno.
<< Beh... immagino che le debba dire di sì. >> rispose infine, abbozzando un sorriso.
<< Perchè devi? >> scoppiò in una risata la bionda << Non avrai mica commesso un crimine? >>
<< A dire la verità la prima volta che sono venuto, ero qui per... affari del Glee club. >>
<< Facevi parte di un Glee club? >> domandò curiosa la donna.
<< Oh, sì. In assoluta la parte che preferivo della giornata.
L'unico posto in cui potevo esprimere il mio talento senza giudizi crudeli a quanto pare. >> un sorriso amaro si dipinse sul volto incupito di Kurt, il quale sentì gli occhi unimidirsi al pensiero, non tanto degli atti subiti da parte di Karofsky, tanto più dall'ultimo sguardo che aveva scambiato con Mercedes nell'aula di canto del McKinley. Non era ancora riuscito a parlare con lei, né con Rachel e nemmeno con Finn del suo trasferimento, probabilmente per il troppo dolore che questo gli causava: l'idea di non averli avvertiti, di non poter star vicino a loro come prima lo feriva, forse la ferita più profonda che la scelta del cambiare scuola gli aveva portato. Sospirò profondamente, cercando di trattenere le lacrime sotto lo sguardo comprensivo di Mrs. Hoover, che sorrise dolcemente, porgendosi verso di lui.
<< Tutto bene? >>
Kurt annuì: << Mi scusi. >>
<< Figurati, non hai motivo di scusarti. Ho un fazzolletto... >> gli disse porgendoglielo << Vuoi sederti? >>
<< Oh no, no... Grazie. Sto bene. >> prese l'oggetto offertogli asciugandosi velocemente le guance.
<< So quanto può essere dura. Ci sono passata anch'io. >> spiegò con fare materno la donna. << Anche se onestamente, da quanto me ne ha parlato tuo padre, credo tu sia molto più ammirabile, data la tua storia e le tue motivazioni. >> sorrise cordialmente nel tentativo di strappare un sorriso al ragazzo che camminava al suo fianco.
L'esperienza di Kurt la fece tornare indietro di un anno, al giorno in cui un ragazzo moro e riccioluto si presentò alla Dalton.
<< Conosci un certo Blaine Anderson? Fa parte degli Warbles, Glee club della Dalton. >>
La donna vide un sopracciglio di Kurt inarcarsi: << S-sì. >> rispose confuso questo. Che suo padre avesse perfino raccontato le amicizie del figlio? Già non aveva senso il fatto che avesse raccontato alla Hoover di Karofsky.
Dentro di sé, Kurt, era quasi certo che gli avesse parlato anche di Blaine. Diamine, perchè non era venuta Carol? Almeno lo avrebbe fermato nei momenti opportuni!
<< Davvero? Bene, allora per il Glee, se ti vuoi iscrivere, puoi sentire lui, sicuramente ti darà una mano. >> parve illuminarsi a quelle parole.
C'era qualcosa in quella donna che faceva sembrare tutto tremendamente perfetto, forse per il suo portamento, per il suo modo di fare graziato, il suo completo firmato d'alta moda, i capelli biondi curati alla perfezione, ma quel tutto trasmetteva un senso di sicurezza e tranquillità a Kurt, che quasi gli faceva dimenticare il trauma vivibile nei clasici “primi giorni di scuola”. Altro che la donna scorbutica, maleodorante e maleducata che stava al McKinley!
<< In ogni caso, sappi che i bagni sono da questa parte, poi c'è il laboratorio di chimica, quello di fisica, quelllo di lingue, quello di informatica... >> mano a mano che attraversavano la scuola, Kurt assimilava direzioni su direzioni, stanze su stanze e nomi di professori; solo in quel momenti si rese conto di quanto effettivamente fossero ampie le aule e grande la scuola.
Come avrebbe fatto ad arrivare puntuale a tutte le lezioni? << Ti sta benissimo la divisa comunque. >> si complimentò Mrs. Hoover, guardando Kurt.
<< Lei dice? Non... la trova un po' anonima? >>
<< Nient'affatto! La divisa non è affato anonima, sai? Non ho mai capito perchè la gente la pensi così, la divisa è sinonimo di ugualiaza, di parità. Tu stesso, il tuo corpo, il tuo viso, è questo che da vita a cià che sei, non una giacca e dei pantaloni. >>
<< Quindi lei pensa che uno stile personale non significhi nulla? >> chiese Kurt confuso. Non che non gli fossero piaciute le parle della giovane donna, ma voleva sapere se veramente una persona che vestiva bene poteva pensare una cosa del genere.
<< Oh no, non intendevo questo. Perdonami, forse mi sono spiegata male. Non voglio dire che un abbigliamento di proprio gusto sia inutile, anzi, a mio parere è fondamentale che una persona si vesta e si senta a proprio agio nei propri vestiti: esprimono chi sei e sono una delle prime cose che una persona nota di un'altra. Ma ciò che la divisa vuole farvi fare, è andare oltre i pregiudizi a cui uno stile di vestiario può portare.
La divisa significa ugualiaza, ma porta anche a conoscere una persona prima di giudicarla. Hai capito quello che voglio dire? >> chiese alla fine.
Kurt annuì più volte, totalmente ammirato dal pensiero espresso dalla bionda. Effettivamente non l'aveva mai pensata in quel modo, per lui le divise erano sempre state una specie di prigione attraverso cui una persona non poteva esprimersi, intrappolato nella notorietà della totale ugualianza. Fino a qualche minuto prima in effetti la divisa poteva essere uno dei suoi incubi peggiori.
Forse, con un ragionamento del genere, poteva iniziare a sopportare l'idea di doverle indossare...
<< Ed eccoci qua: ala di musica. >>
Davanti a Kurt si aprì un ampio corridoio costeggiato da diverse porte. Era incredibile come quella scuola comprendesse tante aree diverse, ognuna per dei campi scolastici diversi. Tutte le stanze che Kurt aveva visitato erano più o meno della stessa fisionomia; spaziose dal soffitto alto con decorazioni floreali. Finestre alte lungo i lati che illuminavano l'interno, peino di banchi, sedie ed una grande cattedra scura spalleggiata da due ampie lavagne.
<< Questo è lo spazio dedicato agli Warbles o alle band che si formano a scuola, oltre i cantanti abbiamo ballerini e musicisti, vedrai che molti ragazzi oltre cantare sono ballerini o sanno suonare uno strumento. >>
<< Più o meno come al McKinley. >> affermò il ragazzo, ridacchiando. Quando la sua attenzione non fu catturata da delle voci armoniche, che iniziarono a risuonare da una delle stanze.

*****


Gli Warbles si alzarono uno dopo l'altro dalle sedie, armonizzandosi in un coro, mentre si dividevano in due gruppi: uno si dirigeva verso la fine della stanza dietro a Blaine, l'altro spostava tutte le sedie verso i lati dell'aula.

Oooh, ooh, oh, oh ooooh
Blaine dal centro del gruppo, con un enorme sorriso, avanzò verso il centro della stanza tra un passo di danza e l'altro. Iniziò a schioccare le dita a tempo, fece un giro su sé stesso e partì con la canzone.

In the day we sweat
it out in the streets
of a runaway American dream
At night we ride
through mansions of glory
in suicide machines
Sprung from cages out on highway 9
Chrome wheeled,
fuel injected
and steppin' out over the line

Il cantante con un salto si fermò sul posto, aprendo leggermente le braccia. Dietro di lui partì un sonoro coro di “Oh-oh”.

Baby this town rips
the bones from your back
It's a death trap,
it's a suicide rap
We gotta get out while we're young
`Cause tramps like us,
Baby we were born to run

Il coro si sgretolò, inziando a disporsi lungo l'aula tra vari passi di danza e giravolte mentre un altro “oooh” si fece sentire adl gruppo.
In quel momento la porta della stanza si aprì. Blaine si voltò e vide Kurt con la signorina Hoover fermi sulla soglia a guardare. Istantaneamente il cantante sorrise, indicò il ragazzo e proseguì con la canzone.

Wendy, let me in,
I wanna be your friend
I want to guard your dreams and visions
Just wrap your legs round these velvet rims
and strap your hands across my engines

Kurt arrossì, abbassando leggermente la testa cercò di non farsi notare, ma per la donna bionda accanto a lui, fu impossibile non sorridere a ciò che aveva appena visto.

Together we could break this trap
We'll run till we drop
Baby we'll never go back
Oooh!
We'll run till we drop
Baby we'll never go back
Will you walk with me out on the wire
`Cause baby I'm just a scared and lonely rider
Oooh!
Someday girl
I don't know when
we're gonna get to that place
Where we really want to go
and we'll walk in the sun
But till then tramps like us
Baby we were born to run


Blaine inizò a saltare sul posto, incitando gli altri a fare lo stesso con ampi gesti delle braccia. Il coro scoppiò in un sonoro:

Because tramps like us!

Si voltò verso di Kurt, inivitandolo a cantare, le ultime strofe insieme. La signorina Hoover diede una leggera spinta di incoraggiamento al nuovo arrivato, il quale senza rendersene conto fu preso per la mano da Blaine.
Entrambi arrivarono al centro della stanza, ed iniziarono a saltare con gli altri Warbles.

Baby we were born to run
Because strange like us,
Baby we were born to run!


Nell'aula esplose un insieme di risate, accompagnato da urla di soddisfazione, di allegria in un caloroso abbraccio di gruppo. La segretaria, sempre ferma all'uscio della porta, apllaudiva. Dopo vari festeggiamenti e qualche scambio di batti-cinque, Francis notò la bionda.
<< Salve, Mrs. Hoover! >> salutò, seguito poi dagli altri.
<< Ciao ragazzi! Sappiate che siete stati fenomenali! >> entrò nella stanza affiancadosi a Kurt << Ero venuta qui per presentarvi un nuovo alunno, ma a quanto pare non ha bisogno di molte presentazioni. >> si volò verso di Blaine sorridente, non lasciando però trapelare nessun doppio senso nella frase che aveva appena detto.
<< Oh beh, per noi poveri mortali è ancora uno sconosciuto a dire il vero! >> la voce di Nick si fece largo nel gruppo, curioso di scoprire di più su questo famoso Kurt. Allungò la mano verso il nuovo arrivato << Sono Nick Duckworth, piacere. >>
<< Kurt Hummel, piacere mio. >> rispose a sua volta, stringendo la mano dell'altro.
Una testa mora si fece largo nella folla, catapultandosi addosso a Nick, per poi allungare a sua volta la mano.
<< Sono Al, finalmente ti conosco! >> Kurt ricambiò la stretta, leggermente confuso.
<< F-finalmente? >>
<< Sì è che... >> velocemente il suo sguardo finì su quello stufato di Blaine.
<< Al, tieniti la bocca tappata che ci fai una figura migliore! >> un ragazzo dalla falda bionda si fece avanti dando una gomitata al suo amico << Riker Lewis >> si presentò, facendo un cenno della testa.
Blaine decise di prendere il controllo della situazione per evitare altre figure del genere:
<< Wes e David già li conosci. >> i due salutarono il novello con un gesto della mano << Poi questo è Francis. >> Kurt si trovò un ragazzo alto, davanti agli occhi, che gli allungò la mano in maniera perfettamente garbata. << Questo è Nelson. >> il ragazzo dai capelli ricci e voluminosi abbracciò il nuovo alunno:
<< Benvenuto tra noi, fratello. >> disse con un tono di voce assolutamente calmo.
Le presentazioni continuarono, finchè non tornò la signorina Hoover. << Mi dispiace interrompere ma Kurt, credo tuo padre ti stia aspettando. Che ne dici se lo raggiungiamo? >>
<< Oh, sì... ehm, certo. >> si guardò un attimo attorno, soffermando per qualche attimo lo sguardo su quello di Blaine. << Piacere di avervi conosciuto, ci vediamo... domani. >> vide tutti sorridere, fare diversi cenni con la testa o dei gesti di saluto con le mani. Lanciò un ultimo sguardo verso il cantante moro, che sorrise e fece un cenno della testa. Sorridente, Kurt uscì dall'aula a fianco della segretaria.

*****


<< Sai una cosa? >> disse Al nel silenzio che era calato appena la porta si chiuse << Sembra un tipo apposto. >> si avvicinò a Blaine, spettinandogli i capelli.
<< Concordo! >> esplose Riker, dando un pugno sulla spalla al moro. << Gli zii qui approvano la tua scelta! Stai tranquillo il primo incontro con i parenti è andato bene! >> disse Nick, facendo un occhiolino.
Blaine sbuffò, roteando gli occhi << Per l'ennesima volta... >> << Sì, sì la storia la sappiamo, signorino. >> lo interuppe Wes, scuotendo la mano.
<< E sappi che non ce la dici giusta! >> disse David, allontandosi. Blaine esasperato, alzò gli occhi al cielo e si allontanò dal gruppo, iniziando a raccogliere i fogli che avevano fatto cadere durante l'esibizione.
Nonostante nessuno, eccetto Wes e David, avesse visto Kurt prima, dopo ciò che avevano visto, non credevano assolutamente ad una parola di ciò che il loro cantante leader diceva al riguardo della loro “relazione”.

*****


Kurt montò in macchina, sul sedile accanto a suo padre. Mentre il mezzo si allontanava dall'edificio, il ragazzo lanciò un ultimo sguardo verso la struttura della Dalton.
<< Com'è andata? >> chiese Burt.
Kurt, rimase in silenzio per qualche istante, continuando a guardare la sua nuova scuola.
<< Oh, bene... benissimo >> rispose in un ampio sorriso, tornando composto.
  
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