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Autore: WhiteRaven_sSR    09/04/2011    1 recensioni
Cosa succederbbe se per una volta anche l'organizzazione XIII decidesse di prendersi un giorno di ferie? E se a disturbarli si mettessero anche pirati, fatine e indiani?
Lo scoprirete solo leggendo...
Genere: Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Organizzazione XIII
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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capi Come tutte le organizzazioni di questo e altri mondi, anche l’organizzazione XIII aveva deciso di prendersi una bella pausa dalla tanto sospirata conquista di Kingdom Hearts.
In effetti era stato “il superiore” nonché Xemnas, a chiamare tutti i membri per l’ennesima riunione, che si sarebbe tenuta quella sera stessa.
Dopo che ognuno ebbe passato tranquillamente la giornata, chi a inseguire Sora, chi a divertirsi a mangiare ghiaccioli al gusto di sale marino con gli amici, si ritrovarono tutti assieme per discutere della questione.
Una volta che tutti ebbero preso posto, Xemnas iniziò: “Ci siamo tutti? Bene. Nella riunione di oggi discuteremo su una questione molto seria che io stesso ho deciso di prendere come iniziativa: domani ci prenderemo un giorno di vacanza”
Inizialmente tutti si guardarono e confabularono tra loro sottovoce, non credendo alle loro orecchie.
“So che questa decisione è stata un po’ avventata da parte mia, ma essendo io il leader, penso che questa giornata di riposo farà bene a tutti quanti”
“Scusa capo, ma esattamente perché vorresti andare in vacanza? E poi non eri tu a dire che abbiamo tanto lavoro da fare nella conquista di Kingdom Hearts?” domandò Axel incuriosito.
Xemnas illustrò quindi a tutti il motivo della sua scelta: pensava che una giornata di relax avrebbe fatto bene a tutti visto l’andazzo degli ultimi tempi ed in quel modo sarebbe stato più facile conquistare Kingdom Hearts, se fossero stati freschi e riposati.
Tutti furono molto felici ed accolsero la notizia con gioia, pensando che finalmente si sarebbero potuti rilassare senza dover correre dietro alla gente a destra e a manca.
“Quindi capo hai anche già deciso dove andare?” domandò uno sfavillante Marluxia che si stava già immaginando nel bel giardino di rose del Paese delle Meraviglie.
“Perché non andiamo ad Agrabah?” propose Xigbar.
“A me piacerebbe andare al Castello della Bestia” propose qualcun altro.
A breve iniziò una discussione accesa poiché essendo in tredici, ognuno voleva andare in un posto diverso o per lo meno le opzioni plausibili erano più di una.
Così, dopo aver ascoltato quel vociare di persone, Xemnas pensò a qualcosa di originale, che sarebbe potuto piacere quasi a tutti e gli venne in mente un posto un po’ particolare.
“Ragazzi, ho trovato il luogo in cui passeremo la nostra giornata in vacanza” tutti si voltarono ad ascoltarlo “Andremo sull’Isola che non c’è, in modo che ognuno di voi possa trovare un posto in cui rilassarsi: ci sono il mare, la foresta, le navi e tante altre cose, quindi penso che ognuno di noi potrà trovare ciò di cui ha bisogno per stare tranquillo e in pace”
Tutti ne convennero che era un’ottima idea, nonostante ci fosse ancora qualcuno poco convinto della scelta. Dopo una buona mezz’ora passata a discutere di come si sarebbero divertiti quel giorno e delle belle cose che avrebbero potuto fare tutti insieme, Xemnas riprese le redini del discorso: “Tuttavia ragazzi, per garantire un minimo di ordine, ho deciso di assegnare un compito ad ognuno di voi: Xigbar e Laexeus, voi porterete le sdraio per il mare; Xaldin, tu sarai l’addetto alla cucina, organizzerai il pranzo per tutti; Vexen, nel caso fosse necessario un medico, chiederemo a te; Marluxia, tu sarai l’addetto alle creme solari; Axel e Roxas, voi porterete gli ombrelloni; Demyx, a te spettano secchiello e paletta; Zexion e Luxord, voi porterete le carte e i giochi da tavolo e mi raccomando, non dimenticare il Monopoli; Larxene, tu porterai la ciambella e il materassino gonfiabile.”
Ci furono lamentele da parte di alcuni membri, ma dopo qualche minuto finalmente tutti furono d’accordo. Discussero dei preparativi per ancora una decina di minuti, dopo di che andarono tutti a dormire.
 
Il mattino seguente ogni membro preparò il necessario per la giornata di svago, facendo attenzione a non dimenticare nulla.
Una volta messi costumi da bagno,  presi asciugamani e ciabattine da mare, i membri del gruppo si ritrovarono pronti alla partenza.
Poco prima di partire Xemnas contò i vari membri, manco fosse un assistente dell’ “estate ragazzi”, ed una volta assicuratosi che tutti fossero presenti, fece segno di seguirlo.
Il viaggio non durò molto ed a breve tutti si materializzarono sull’Isola che non c’è, in una delle baie meno frequentate. La sabbia sembrava calda e l’acqua era di un blu splendente, talmente limpida che si vedeva il fondale.
“Evvivaaaaaaaaaa! Siamo al mareeeeeee!” gridò Demyx tutto contento, aprendosi il cappotto dell’organizzazione e sfoggiando un bel costume in stile bermuda, color azzurro cielo, con qualche disegnino bianco sul lato destro. Tolse anche le scarpe e stava per correre in direzione del mare quando qualcuno lo acciuffò da dietro.
“Aspetta Demyx” era Xemnas, che rivolgendosi a tutti, cominciò “Bene, questo è il punto di ritrovo di questa sera: ci ritroveremo tutti qui alle 18.00 in punto, non ammetto ritardi. Per il resto della giornata potete andare dove volete e fare quello che volete e nel caso aveste bisogno di qualcosa, mi trovate qui”
Detto ciò, fece mettere le sdraio e gli ombrelloni sul bagnasciuga, anche lui si mise il costume, simile a quello di Demyx ma bianco e nero, con il bel simbolo dell’organizzazione sulla gamba sinistra, in basso. Dopo di che andò a sdraiarsi su una delle sdraio su cui aveva messo il suo asciugamano, anch’esso bianco e nero.
Poi intervenne anche Xaldin: “E un’altra cosa ragazzi, per il pranzo o nel caso qualcuno di voi avesse fame, qui ci sono dei panini, atri spuntini e la griglia per il barbecue”. Estrasse la griglia, un frigorifero portatile, una paletta in metallo, un grembiulino e un cappello da cuoco.
Anche lui si mise in costume, rigorosamente nero e si perse a chiacchierare con Xigbar, poco distante, che non la smetteva di lamentarsi della sabbia bollente.
Poco dopo anche molti degli altri membri posarono gli oggetti che stavano trasportando, tolsero il cappotto e le scarpe ritrovandosi in costume e in ciabattine da mare.
Marluxia si era portato dietro anche i suoi occhiali da sole preferiti, rosa con la montatura allungata sui lati e le lenti scurissime, che indossò subito. Poi prese il suo asciugamano, anche questo rosa con dei petali di ciliegio ricamati, lo mise sulla sdraio e vi si appoggiò sopra, prendendo la crema da sole poco distante e iniziando a spalmarsela.
Larxene non ci mise molto ad imitarlo, mentre Zexion e Vexen ancora in cappotto, si erano rintanati all’ombra, sotto un ombrellone che Axel aveva appena piantato nella sabbia.
Ne piantò uno anche vicino a Xemnas, in modo che il sole non gli arrivasse in faccia e sotto di esso vi si rannicchiò, come un piccolo micio, Saix, con il suo completo costume e asciugamano tutto in un color blu elettrico.
“Capo posso farti compagnia?” domandò.
“Certo Saix” rispose l’altro con fare tranquillo.
Nel frattempo Laexeus si era seduto poco dietro, con la schiena appoggiata alla parete di roccia che c’era alle loro spalle, anche lui con ancora il cappotto indosso, mentre Luxord, nonostante fosse impegnato in una conversazione al cellulare, aveva già fatto sfoggio del suo costume e dell’ asciugamano, tutti e due completamente bianchi (sosteneva fossero molto di moda in quel periodo).
Mentre l’allegro Demyx poté finalmente godersi l’acqua del mare, Roxas aveva una voglia incredibile di gelato, così decise che sarebbe andato a cercare un negozio che avesse il suo amato ghiacciolo al gusto di sale marino.
“Oh Roxas, posso venire con te?” chiese Axel in tono di supplica, correndo in direzione del ragazzino con il suo costume rosso fiammante.
“Ehm, si…va…va bene…” rispose l’altro con il suo solito fare timido.
Così i due ragazzi si avviarono, rimanendo sul bagnasciuga e passeggiando lungomare, in cerca di un qualche negozio che vendesse ghiaccioli.
Nel frattempo Xaldin e Xigbar che stavano chiacchierando animatamente e facendo anche piuttosto rumore, decisero che sarebbero andati in cerca di un bar che avesse della buona birra ghiacciata: non ne potevano già più di quel sole cocente che continuava a battergli sulla testa ed avevano pensato che una birra fresca (che sfortunatamente nel loro frigo non c’era per colpa di Vexen, che gli aveva severamente proibito di portare alcoolici) gli avrebbe fatto bene. Così, con la scusa di fare un giro ad esplorare i dintorni, anche loro si allontanarono.
Anche Vexen, già annoiato da quella scena estiva con tanto di acqua, sole e zanzare decise che sarebbe andato ad esplorare i dintorni in cerca di qualche strana creatura e/o pianta da impiegare per le sue ricerche scientifiche.
Passò velocemente quasi un’ora prima che Larxene e Marluxia si alzassero per spostarsi da sotto al sole, con l’intento di andare a cercare qualche conchiglia e qualche fiore che il ragazzo semplicemente adorava.
Intanto Demyx uscì dall’acqua e tutto bagnato raggiunse il suo asciugamano che si passò addosso e sui capelli, molto alla rinfusa, altrimenti se li sarebbe scompigliati tutti. Non aveva voglia di stendersi a prendere il sole o giocare al Monopoli con Luxord visto il suo carattere espansivo e iperattivo, così, accortosi che la maggior parte dei suoi compagni non c’era più, decise di chiedere a Zexion di accompagnarlo alla cascata che aveva visto li vicino, quando dal mare si era voltato a guardare verso la riva.
Inizialmente il ragazzo dal grande ciuffo grigio-azzurro non era molto convinto nel seguire l’amico, tuttavia dopo pensò che se l’avesse accontentato, Demyx avrebbe smesso di tormentarlo con le sue inutili richieste.
Così anche loro due si allontanarono decisi, chi più, chi meno, a raggiungere la bella cascata di cui Demyx continuava a parlare.
L’ultimo membro che si accorse di essere praticamente rimasto da solo, poiché Saix e il capo erano tranquillamente sdraiati a riva, chiuse la chiamata al cellulare solo mezz’ora dopo che Zexion e Demyx si erano allontanati.
Luxord, era rimasto da solo in contemplazione della sabbia e del mare, e non volendo starsene seduto a guardare in giro mentre aspettava che gli altri facessero ritorno, decise che sarebbe andato per conto suo a fare una passeggiata nei dintorni.
 
AXEL E ROXAS
 
I due ragazzi stavano passeggiando ormai da mezz’ora, costeggiando ora la spiaggia, ora parte della vegetazione che avevano intravisto in lontananza, quando Axel cominciò a lamentarsi del clima: “Uffa, che caldo!”
“Dovresti esserci abituato al caldo, non eri tu quello soprannominato Soffio di Fiamme Danzanti?”
“Si ma non è solo caldo, c’è anche un’umidità impressionante e…” non fece in tempo a finire la frase “…oh, guarda Roxi una casetta!”
In effetti in lontananza era apparsa una piccola casetta dal tetto di paglia, le classiche capannine in riva al mare dove le persone si fermano a riposare dopo una soffrente giornata afosa, passata in spiaggia o sotto al sole.
I due ragazzi si avvicinarono, sperando di potervi trovare un bar o quantomeno un piccolo chiosco in cui si sarebbero potuti fermare una decina di minuti, mangiando il gelato al sale marino tanto amato dal piccolo ragazzo biondo.
Tuttavia quando arrivarono trovarono un cartello con la scritta “chiuso per ferie”.
“Ma cos’e, uno scherzo?! Siamo in estate: dovrebbero essere tutte aperte le attività commerciali in questo periodo dell’anno!!!” commentò Axel, seccato.
“Dai, non te la prendere, ne troveremo un altro” rispose Roxas, cercando di tirar su il morale all’amico.
Così i due ragazzi continuarono la loro ricerca e mentre si trovavano a costeggiare nuovamente il mare, Roxas si fermò qualche secondo ad ammirarlo: l’acqua cristallina rifletteva una luce incredibile e sembrava quasi impossibile che lui non l’avesse mai notata prima. Guardando il mare, in quel momento e con Axel poco distante, era davvero felice.
Quando sentì il suo amico chiamarlo, corse verso di lui ed iniziarono a chiacchierare animatamente.
Axel notava che il suo amico era a suo agio, ma  sentiva dentro di se un fastidio inspiegabile e non capiva cosa potesse renderlo così strano in un bel momento simile.
Tuttavia poi, quando arrivati a un bivio e chiacchierando con Roxas, decisero la strada da percorrere da li in avanti, capì cosa tanto lo tormentava.
Si sentiva insoddisfatto, decisamente a terra per non essere riuscito a procurare al suo amico una cosa tanto banale come un gelato.
Avrebbe voluto fare di più, renderlo più felice, in modo che sarebbero potuti rimanere amici per sempre e voleva dimostrargli il forte sentimento d’amicizia che provava nei suoi confronti.
“Senti Axel, io sono un po’ stanco, va bene per te se ci sediamo un attimo?” domandò ad un certo punto il biondino.
Effettivamente i due stavano camminando già da un bel po’ e fare una piccola sosta per riposarsi, cercando di scansare il sole e la sabbia il più possibile, gli avrebbe fatto solo bene.
Il rosso era ancora immerso nei suoi pensieri ma quando l’amico ripeté la domanda, finalmente ottenne una risposta: “Certo Roxas, con tutto questo caldo è meglio se ci fermiamo un attimo”
Così i due uscirono dalla sabbia, camminando in direzione delle palme poco distanti ed una volta raggiunta una leggermente piegata, che creava quindi molta ombra, vi si sedettero ai piedi.
Rimasero seduti vicini per una decina di minuti e Axel non faceva che parlare delle ultime missioni in cui il capo lo aveva mandato e di quanto fosse felice di essere in vacanza quel giorno quando sentì qualcosa poggiarsi sulla sua spalla sinistra.
Evidentemente Roxas doveva essere molto stanco, perché si era addormentato, lasciando cadere la testa proprio sulla spalla dell’amico.
Più Axel lo guardava e più si rendeva conto che ci teneva davvero a lui. Lo capiva, lo aiutava e lo faceva sentire un’altra persona, forse una persona migliore…
Passarono diversi minuti, non seppe nemmeno lui quanti, quando sentì un rumore provenire da dietro, probabilmente dalla vegetazione sempre più fitta presente alle loro spalle.
“C’e qualcuno?” chiese, mettendosi in allarme.
Nessuno rispose.
Decise che sarebbe stato meglio andare a controllare, non si sa mai che qualcuno gli avesse teso un’imboscata anche nel giorno delle ferie. Così si scostò leggermente, appoggiò delicatamente Roxas a terra mettendogli sotto la testa una grande foglia in modo che non si sporcasse con la sabbia ed una volta in piedi, andò a controllare.
Si era allontanato di forse un paio di metri, quando da dietro agli alberi poco distanti uscirono quattro Heartless pirati, pronti ad attaccarlo.
Axel, che era tutt’altro che ingenuo, estrasse i suoi chakram facendoli comparire dal nulla, preparandosi alla battaglia imminente, quando si ricordò di Roxas, poco distante.
Con la coda dell'occhio vide che uno degli Heartless stava per colpirlo con la spada, così si affrettò a soccorrere l'amico ancora addormentato, mettendo una delle sue armi in mezzo. Sorprendentemente Roxas non si era svegliato.
“Non ti lascerò nemmeno sfiorare il mio amico!” commentò il rosso, sbalzando il nemico lontano.
Iniziò così una battaglia a suon di fendenti e magie di fuoco, in cui Axel sapeva che ne sarebbe dovuto uscire vincitore, per proteggere se stesso e Roxas.
Non avrebbe lasciato che qualcuno di loro facesse del male a Roxas, nemmeno se si fosse trovato davanti un nemico di forza nettamente superiore. Inoltre non aveva ancora capito perché quegli Heartless lo avevano attaccato.
Sapeva solo una cosa: avrebbe dovuto combattere e avrebbe dovuto vincere. Per la sua reputazione e per il suo migliore amico.
   
 
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