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Autore: Ivory96    09/04/2011    2 recensioni
La storia narra di un giovane ragazza, Melissa Baker, in viaggio di studio con l'amica Jennie. Una cosa normale, ma un piccolo particolare sconvolgerà la sua vita: un giovane bassista di un famoso gruppo pop rock si innamorerà di lei.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Harrison, John Lennon , Nuovo personaggio, Paul McCartney , Ringo Starr
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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E' strano che abbia deciso di postarla,
Anzi, è strano che abbia deciso di scriverla.
Premetto una cosa; Io non sono una scrittrice, quindi non aspettatevi "Poemi Omerici."
Devo ammettere che la trama mi girava da secoli in testa implorandomi "Scrivimii, scrivimii! "
e così ho incominciato a scriverla.

Prima di postarvi il primo capitolo vi posterò una specie di introduzione, dove la voce narrante è quella di Mel (Nella storia il narratore è onnisciente [cioè colui che sa tutto di tutti e narra in terza persona] ma in questa introduzione il narratore è in prima persona ed è uno dei personaggi, cioè Mel) . Comunque gente, mi butto va!


 


Personaggi: The Beatles/ Personaggi inventati
Genere: Romantico/ Comico
Rating: Giallo
Ulteriori informazioni:http://it.wikipedia.org/wiki/Fanfiction
Completa? : No.
Note: What if? (E se...)
Trama: La storia narra di un giovane ragazza, Melissa Baker, in viaggio di studio con l'amica Jennie. Una cosa normale, ma un piccolo particolare sconvolgerà la sua vita: un giovane bassista di un famoso gruppo pop rock si innamorerà di lei.



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Ivory.




» Introduction.


 

Settembre 1963
 

La vita è “in salita e in discesa”, pioverà ma subito dopo arriverà sempre il sole.
Forse chi lo dice non ha vissuto ancora la sua vita a pieno, oppure l’ha passata liscia.
Oppure semplicemente gli andava di sfornare una di quelle “perle di saggezza” che ci avrebbe annoiato attraverso i giovani per settimane.
Beh, per quanto mi riguarda, non esistono solo pioggia e sole, ma anche terremoti e uragani.
Si, quelli che ti distruggono la vita in un momento, quelli che non ti aspettavi o che speravi non arrivassero mai. Ma purtroppo, arrivano sempre.

Dove ci troviamo? Nella mia testa. Mi chiamo Melissa Marie Elisabeth Baker, già, solo dal mio nome la mia vita deve essere complicatissima; beh, se lo state pensando non vi sbagliate. Per tutti sono Mel o Ivory. Il soprannome che mi è stato dato da mia nonna.

Ritornando a me. Mi chiamo Mel, diciotto anni, e sono nata a Torino.
Mio padre era un professore di psicologia all'università e mia madre Mary, era di origini inglesi. Era una persona amorevole. Quand’ero piccola riempiva la casa di allegria e musica. Adoravo la sua voglia di ridere sempre e di essere un po’ “fuori dalle righe”.
Era la mia confidente, finche non accadde ciò che accadde.
Sin da piccola, mamma, cantava in inglese per farmi addormentare.
Ancora mi ricordo quelle parole:
« Twinkle, twinkle little star, how i wonder what you are.»


Mi sussurrava, agitando i suoi capelli e sfoderando quel sorriso con il quale solo lei riusciva a trasmettermi il buon umore.
Così sono cresciuta parlando due lingue.
Ricordo che da piccola amavo scrivere divertenti storielle in inglese insieme a lei.
I miei genitori si sono conosciuti a Londra durante uno dei tanti viaggi di mio padre e il suo migliore amico. Qui papà incontrò mamma che faceva la fotografa, subito perse la testa e insieme a lui anche il suo migliore amico, fino a sfidarsi per conquistarla; il problema era che mia madre non ne voleva sapere né dell'uno né dell'altro. Ma infine, anche lei si innamorò di mio padre e si sposarono. Il primo genito fu l'idiota di mio fratello Henry, che mi passa due anni, e poi naqui io.
Passai un infanzia lieta e felice, ma le cose cominciarono a complicarsi quando mia madre si ammalò.
Aveva un cancro, non mi avevano mai detto niente, forse perchè ero solo una bambina di dodici anni e credevano che quella era una cosa troppo dolorosa da dire ad una bambina che amava la madre immensamente.
Quando lo seppi lei era già in ospedale, ero appena tornata da scuola, contenta di aver preso un bel voto nel compito di matematica e impaziente di dirlo alla mia dolce mamma. Ma purtroppo lei non era a casa.
Quando mi lasciarono entrare nella sua stanza, mi sedetti accanto al letto, lei dormiva.
Mary aprì gli occhi, mi guardò e sorrise.
Mi prese la mano e con voce debole disse:
« Piccola Ivory, avrei dovuto dirtelo prima.»
«Non fa niente mamma. L'importante è che tu stia meglio, l'affronteremo insieme.»
«Va bene. Però ricorda, qualunque cosa accada, non smettere mai di credere in te stessa, mai. E soprattutto, non smettere mai di sorridere. Non farti abbattere da nessuno, nessuno potrà mai rubarti il sorriso.»
«Mamma, che stai dicendo, non accadrà nulla. Adesso è meglio che tu riposi.»
«Ti voglio bene, Mel. Ricorda che io sarò sempre con te, qualsiasi cosa accada.»
«Anche io te ne voglio, mamma.»

Mi stringeva ancora la mano, finchè le dita non allentarono la presa.
Mary era morta.
 

-


Due anni dopo mio padre sposò un altra donna.
Si, una donna, una comune e squallida donna, no come mia madre.
Lei si chiamava Bindy, era una ginnasta francese.
Io e mio fratello con la nostra matrigna non abbiamo mai avuto un buon rapporto. La tensione tra noi era palpabile, a causa dei modi "rassicuranti e amorevoli" , ma poco sinceri di Bindy.
Lei ci odiava, voleva dei figli propri per scaricare via noi in qualche istituto e eliminarci per sempre dalla sua vita. Ma purtroppo Dio non gli diede la possibilità di avere figli.

 

-

Suono il pianoforte da tredici anni. Iniziai a suonarlo quando avevo cinque anni. Sempre opera di mia madre, quella. Mi insegnò anche la chitarra la sapeva suonare molto bene. A quattro anni iniziai ad andare a scuola di canto; quando avevo sei anni iniziai il balletto classico, ma lo mollai a undici anni, mi annoiava.
Così, suono il pianoforte, la chitarra e canto, e so fare anche qualche passo di danza classica.
Frequentai un istituto privato dalle suore, i miei genitori scelsero di mandarmi lì, considerando che eravamo una famiglia benestante.
E qui incontrai Jennie, è da quando eravamo piccole che siamo amiche inseparabili; sappiamo praticamente tutto l'una dell'altra.
Si chiama Jennie Harrison. Già, nome familiare? Ebbene sì. Suo padre era di origini inglesi s'era trasferito a Torino per lavoro dove poi ha incontrato Alessandra, futura moglie e madre di Jennie.
Non era un caso che lei andasse di cognome "Harrison" .
Beh, prima era una cosa normale, ma tutto cambiò quando in italia si incominciava a parlare dei " The Beatles " .
« Sai, mio cugino George suona in un gruppo, hanno inciso anche un disco. Uscirà in primavera. »
« Davvero? E come se la cavano? »
« Sinceramente non li ho mai ascoltati, lui è il chitarrista, ma penso che se la cavino discretamente. »

Se la cavavano benissimo. Quando in Italia uscì Please Please Me le nostre compagne di classe erano in delirio per quei quattro ragazzi di Liverpool.
Jennie era perseguitata da alcune fan accanite del cugino George, che le chiedevano persino foto di quando lui era in fascie. Ma nonostante questo, lei rimase la solita e dolce ragazza di sempre.

 

-

Ho appena finito il Liceo.
Ho avuto la lode, diciamo che sono contenta, beh, mi sono rotta il didietro in cinque anni di liceo (compresi anche gli anni delle elementari e medie che in tutto fanno tredici anni). Ci ho sempre tenuto alla scuola, mi chiamavano "La secchiona", al contrario di Jennie, che era totalmente una sfaticata.
Adesso mi trovo su un aereo, diretta per Londra.
Frequenterò l' "Imperial College London".
Fu di Jennie l'idea di iscriverci in un università del Regno Unito.
Visto la presenza dei suoi e miei parenti e sopratutto del cugino George.
« Che ne dici di iscriverci alla "Imperial College? "» Mi disse Jennie.
« Imperial College? Ma... Jennie è a Londra. Ci è andata mia madre. »
« Già! Non lo trovi grandioso, c'è anche mio cugino, prima era di Liverpool, ma adesso è a Londra; Allora, che ne pensi? »

Pensai che era grandioso.
Adesso mi trovo su un aereo, diretta per Londra.






 


 

 



  
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