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Autore: My Pride    09/04/2011    6 recensioni
Separazione: le spighe dell’orzo tormentate fra le dita.
«E’ ora di tornare anche per noi, Yukimura-sama. Il Maestro Takeda era preoccupato»
[ Date Masamune/Sanada Yukimura ]
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Antithese'
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Precious Wonder The One Hundred Prompt Project

Titolo: Precious Wonder
Autore: My Pride
Fandom: Sengoku Basara
Characters: Sanada Yukimura, Date Masamune
Tipologia: Flash Fiction
Genere: Generale, Slice of life, What if?
Avvertimenti: Slash ad interpretazione personale
Rating: Verde / Giallo
Prompt:
12° Argomento: Tempo › Passato


SENGOKU BASARA © 2005CAPCOM. All Rights Reserved.

 
Separazione:
le spighe dell’orzo tormentate fra le dita.
[ Haiku, Matsuo Basho ]
 
    Una piccola e solitaria figura, saltellando divertita, attraversava i viali di quella cittadina a sguardo chino, così da poter vedere dove metteva i piedi. Stava giocando da solo, ma la cosa sembrava non importargli: un bel sorriso divertito gli si era dipinto sulle labbra, accentuando il taglio dei suoi occhi. I lunghi capelli castani, legati in tre basse code, spiccavano armoniosamente fra le pieghe del kimono rosso che indossava; il viso era parzialmente nascosto da qualche ciuffo più corto che gli ricadeva sul davanti, infastidendogli talvolta gli occhi, ma non sembrava farci caso più di tanto. Era concentrato soltanto sul suo gioco, e fu con un certo disagio che si guardò intorno quando si girò.
    «Maestro?» chiamò lievemente, venendo sorpassato da una donna con un bel kimono dai ricami floreali. La seguì con lo sguardo, tornando poi a gettarsi occhiate alle spalle. Quanto si era spinto lontano? Non avrebbe saputo come tornare indietro per raggiungere la locanda in cui alloggiavano, e la cosa lo spaventò. Era la prima volta che si ritrovava a vagare da solo, per di più in un villaggio in cui non conosceva nessuno. Provò dunque a ritornare sui propri passi, trovando le strade tutte uguali. Eppure prima non erano così, ne era certo.

    Cercò di non farsi prendere dal panico, sapendo in effetti che non sarebbe servito a niente, e trasse un lungo sospiro, guardandosi intorno ancora una volta. Il suo maestro sarebbe stato orgoglioso di lui, se l’avesse visto affrontare quella situazione come un uomo e non come il bambino che era. Però si sarebbe anche arrabbiato, visto che si era allontanato senza permesso. Decise dunque di sedersi per terra, poco lontano da una delle tante bancarelle dei mercanti che adombravano la via principale, come se attendesse che qualcuno andasse a prenderlo. Girovagare da solo non avrebbe di certo giovato alla situazione, e gli era sempre stato insegnato di aspettare pazientemente se qualcosa andava storto.
    «Ti sei perso?» domandò una voce, e alzando lo sguardo vide un ragazzino che reggeva una busta più grande di lui fra le braccia. Poteva avere più o meno la sua stessa età, ma lo sguardo che gli rivolgeva sembrava essere quello di un uomo. I corti capelli castani si muovevano placidamente alla lieve brezza che si era alzata e che gli solleticava anche le vesti, d’un bel blu scuro che faceva risaltare in maniera strepitosa le sue pupille.
    Lui l’osservò, probabilmente sbalordito, ritrovandosi poi a scuotere così energicamente la testa da risultare ben poco credibile. Difatti il nuovo arrivato corrugò di poco la fronte e sbuffò ilare, sedendosi accanto a lui prima di aprire di poco la busta che aveva con sé. «Questo ti tirerà su», disse, frugando un po’ all’interno prima di tirar fuori un daifuku e porgerlo all’altro con un sorriso. «Tieni, è buono».
Sorrise di rimando, afferrandolo prima di rivolgergli un cenno di ringraziamento del capo. Diede un morso nello stesso istante in cui lo fece anche l’altro, che aveva recuperato a sua volta una di quelle squisitezze. «Mi chiamo Masamune», esordì poi dopo aver inghiottito un bel boccone.
    «Yukimura», rispose l’altro ragazzino, gettandogli un’altra occhiata per osservarlo di sottecchi. Non sapeva esattamente perché, ma in quel momento si sentiva quasi al sicuro. Forse perché non era più solo in un villaggio sconosciuto. «Grazie per il daifuku».
    Masamune sorrise. «Ne ho tanti altri, se vuoi», gli disse, ma Yukimura scosse il capo, cercando di declinare cortesemente quell’offerta senza risultare scortese. Stava però per chiedergli come mai si trovasse lì da solo quando una voce squillante richiamò l’attenzione di entrambi, e si voltarono quasi in simultanea nella direzione da cui proveniva. Due uomini grandi e grossi, uno dei quali era conosciuto da Yukimura, stavano venendo loro in contro, correndo trafelati.
    «Vi abbiamo cercato dappertutto, Masamune-dono», soffiò via uno di loro, come se quella corsa gli avesse portato via tutto il fiato che possedeva. Ma molto più probabilmente era stata colpa della paura, che si scorgeva perfettamente sui lineamenti marcati del suo viso.
    Senza prestare attenzione all’aria palesemente annoiata che si era dipinta sul volto di quel ragazzo, Masamune, continuò poi la sua tiritera come se fossero presenti solo entrambi, accennando delle scuse in direzione degli altri due quando sembrò ricordarsi d’improvviso anche della loro presenza. Tra scuse e convenevoli si allontanarono, lasciandoli finalmente soli.
    «È ora di tornare anche per noi, Yukimura-sama», esordì l’altro uomo, abbassando lo sguardo per osservare con attenzione il bambino. Sembrava non volerlo perdere d’occhio nemmeno per un attimo, quasi temesse di vederlo scomparire da un momento all’altro. «Il Maestro Takeda era preoccupato».
    Yukimura si limitò ad annuire senza rispondere, corrugando di poco le sopracciglia come se fosse contrariato. Con gli occhi seguì Masamune mentre spariva di gran lena in mezzo alla folla in compagnia dell’uomo che era venuto a prenderlo, sentendosi d’improvviso troppo solo nonostante la sua scorta e la miriade di persone che lo attorniavano. Abbassò però ben presto lo sguardo, osservando quel daifuku che gli era stato appena regalato da quel ragazzino stesso.
    Sorrise. Gli sarebbe tanto piaciuto incontrarlo ancora, un giorno
.







_Note conclusive (e inconcludenti) dell'autrice
Ecco, lo sapevo. Alla fine non sono riuscita a resistere e ho scritto un’altra storia su Sengoku Basara in attesa di poter postare quella che sta partecipando allo “Sfigafandom”. Era da un po’ di tempo che avevo in mente un’idea del genere, e credo che si sia capito fin troppo bene perché io abbia deciso di concluderla così. E’ difatti fin troppo ovvio che Yuki incontrerà nuovamente Masa, quando diventerà più grande, ma si ricorderanno di quel pochissimo tempo passato insieme come se fossero normalissimi amici? Chissà.
Ho poi scritto vagamente Slash, certo, però non c’è nemmeno l’ombra di una possibile relazione fra i due. In fin dei conti, per quanto possa essere malata di Slash / Yaoi, loro qui sono soltanto dei ragazzini che non hanno ancora compiuto nemmeno undici anni, quindi diciamo che l’ho segnato solo a puro scopo dimostrativo.
Ah... il titolo è tratto da una serie di doujinshi di IDEA/Houseki Hime, per l’appunto “Precious Wonder”, e il Prompt che ho usato è Passato proprio perché gli eventi si svolgono nell’infanzia dei due protagonisti.
E’ una stupida What if senza tante pretese, ma spero vi sia piaciuta. ♥


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