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Autore: Dama Di Nove    10/04/2011    4 recensioni
un racconto Horror per ogni colore ed ogni mese.
gennaio. "prego, fate il giro della casa, ma attenti alla camera bianca"
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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la camera bianca

Colore: bianco

Mese: Gennaio

 

<< chi vorrebbe viverci qua dentro? >> chiese tra se Grace facendo una smorfia di disgusto

<< sempre critica dolce Grace >> osservò Dave divertito dall’espressione della donna. Davanti a loro si ergeva un abitazione tutt’altro che calda e familiare: il giardino d’erba morta era grande ed  incolto, file e file di fiori secchi circondavano l’abitazione di un grigio che sapeva di sporco e che una volta doveva essere stato bianco.

La donna sospirò e spinse il vecchio cancello arrugginito che cigolò sinistramente

<< ottima scena da libro Horror >> osservò sempre più divertito il ragazzo << “e la ragazza aprì il cancello che cigolò sinistramente, un brivido le trapassò la schiena e…” >>

<< adesso basta Dave >> lo fermò secca Grace.

In mezzo al grande giardino un albero morto di un insolito color carbone sembrava voler allungare i suoi rami sottili come arti scheletrici verso di loro. Dave deglutì quando osservò Grace camminare a passo spedito sul sentierino ricolmo di erba morta e pietre messe qua e la che conduceva alla casa. Una cosa che stupì Dave era la mancanza di neve: l’intera città nel mese di Gennaio qual’era, ne era ricoperta ed invece quella casa no, sembrava che quella villa fosse completamente morta ed immune alle stagioni, in estate era uguale ad adesso, con i fiori e l’erba secchi,così come in primavera ed in autunno.

L’unico rumore che si sentiva era il soffiare sinistro e stridulo del vento ed il pugno di Grace che batteva secco sull’imponente portone.

Dave e Grace erano li per indagare su strane sparizioni in quella casa: era sparita una donna venuta a consegnare un pacco e qualche curioso che voleva vedere la casa.

<< cosa ti fa pensare che qualcuno ci abiti? >> sbuffò il ragazzo chiudendo il cancello dietro di se e raggiungendola.

La risposta alla sua domanda venne dalla porta che si apriva cigolando e da un anziana signora dagli occhi azzurri che li apriva

<< buongiorno, vi serve qualcosa? >> chiese. Era una donna gracile ed esile sulla settantina ricolma di rughe, di certo non portava bene i suoi anni.

<< vorremmo vedere la casa >> saltò subito al dunque Grace portando una ciocca di capelli scuri dietro l’orecchio.

<< prego entrate >> sorrise la donna facendo cenno di accomodarsi

 

Dave e Grace si lanciarono uno sguardo perplesso, la casa era interamente bianca, i mobili erano bianchi, le pareti bianche il pavimento di marmo bianco, tutto orribile, malato, bianco. A Grace dava la nausea: gli pareva di essere in un ospedale e lei odiava gli ospedali dal giorno in cui sua sorella era caduta dalla’altalena rompendosi un braccio ed una gamba e lei veniva a trovarla tutti i giorni in quel bianco ospedale che odorava di disinfettante.

A Dave quel bianco faceva paura: quella donna era fissata col bianco, e la fissazione è segno di malattia e la malattia è segno di follia eccetera eccetera

<< alla signora piaceva tanto il bianco >> spiegò l’anziana porgendo il caffè a Grace che si accorse che anche le tazzine erano completamente bianche, sarà un miracolo se il caffè non è candido pensò acida, anche l’anziana era vestita di bianco, con il viso pallido, gli occhi chiari ed i capelli color neve.

<< quale signora? >> chiese garbato Dave

<< prima qui abitavano i coniugi Preboe, io all’epoca ero la loro governate, alla signora piaceva il colore bianco e così fece pitturare l’intera casa, mobili compresi, di quel colore, il signore invece adorava le maschere, ne aveva appesa in tutta la camera matrimoniale. Solo che quella del bianco era diventata una fissazione per la signora, pensate che si fece tingere i capelli del medesimo colore e si spalmava il volto di una cipria chiara, impazzì poveretta, passava notti intere a pensare a come far diventare il suo sangue bianco >> sorrise l’anziana sorseggiando altro caffè << allora decise di iniettarsi quel colore nelle vene, e lo fece! Ne iniettò tantissimo con la siringa! >>

 

Clarissa premette l’ago sempre più in profondità nel braccio e spinse con tutta la forza che aveva in corpo la tintura candida nelle vene e lo fece, una, due, tre, quattro, cinque volte, ma non cambiava niente, eppure lei doveva riuscirci!

Afferrò il tagliacarte di suo marito dal mobile in marmo bianco e lo premette con forza sulle vene fino a far fuoriuscire copioso il liquido rosso che andò a macchiare il tappeto bianco. Un ringhio inu umano fuoriuscì dalle labbra carnose della donna, afferrò il tagliacarte con entrambe le mani e lo spinse nel petto, dove batteva il cuore.

 

<< guardate >> disse la vecchietta indicando un tappeto poco più in là dove un color cremisi sbiadito stonava col colore candido del tessuto << è proprio li che Clarissa Preboe si è uccisa >>

Dave deglutì rumorosamente non osando chiedere perché il tappeto non era stato lavato

<< invece il signore Preboe era così ossessionato dalle maschere da aversene cucita una in viso >> continuò l’anziana lisciando le pieghe del grembiule. << quanto credete che possa sopravvivere un uomo con una maschera cucita in faccia? >> chiese sarcastica

 

Anselm infilò ancora l’ago nella carne sanguinante, il filo nero minacciava di spezzarsi per la forza con cui l’uomo lo tirava, il viso era coperto del liquido rosso ma non gli importava perché una maschera aveva coperto la pelle tumefatta, una maschera semplice ad ovale, con due occhietti vispi  ed un sorriso rosso e malizioso

“perfetto” pensò Anselm spezzando il filo.

 

<< ma non è colpa loro >> scosse il capo la donna << è colpa della casa, è lei che fa impazzire tutti >>

<< co-sa intende? >> balbettò Dave mentre il sudore iniziava a comparirgli sulla fronte

<< la casa è maligna signori >> spiegò la vecchia << la casa uccide chi vi ci abita e se me ne andrò ucciderà anche me, c’è un anima maligna che alberga qui dentro, molti anni fa vi abitava qualcun altro in questa casa e quel qualcuno c’è rimasto >>

<< stupidaggini >> sussurrò Grace al compagno che pareva spaventato

<< prego, fate il giro della casa >> sorrise la nonnetta << ma attenti alla camera bianca >>

 

<< stronzate Dave >> farfugliò Grace camminando lentamente sul marmo bianco, i suoi tacchi a spillo facevano rumore come tamburi di guerra.

<< quella è una vecchia matta, non devi impressionarti >> piegò fermandosi davanti ad un enorme porta che non bisogna specificare fosse bianca con il pomello dorato.

<< questa deve essere la famosa “camera bianca” >> rise divertita dall’espressione terrorizzata del compagno << Dave >> sospirò esasperata posando la mano sul pomello << ti dimostrerò che non ci succederà niente di male, è solo una porta bianca dove dentro c’è probabilmente una camera come tante >> strinse il braccio di Dave e spalancò la porta, lo tirò dentro prima che lui potesse fare resistenza e si trovarono in una camera senza mobili ne arredi, semplicemente bianca, come un cubo, simile ad una cella, c’era solo una scalinata a chiocciola che Grace osservava critica

<< ecco, visto? >> chiese la ragazza acida

<< ok, ma adesso usciamo! >> supplicò Dave massacrandosi le mani. Grace rise di scherno, aprendo la porta, uscirono silenziosamente ma si ritrovarono nella stessa camera bianca di prima.

<< ma…non è possibile! >> disse Dave scuotendo il capo isterico << è la porta da cui siamo entrati! >>

<< ci siamo sbagliati >> si impuntò Grace << proviamo con la scala a chiocciola >>

I due ragazzi corsero verso la scaletta e la salirono lentamente mentre il loro respiro si faceva veloce ed il rumore dei tacchi di Grace più lento e timoroso, quando salirono l’ultimo gradino si ritrovarono di nuovo nell’ennesima camera bianca. L’isteria prese il sopravvento su di loro, corsero più veloci possibili, entrarono ed uscirono dieci volte dalla porta, ansimarono facendo ripetutamene la scala a chiocciola ma niente, rimanevano nella stessa camera bianca

<< no! No! No! >> urlò in preda al panico Dave

<< non è possibile! Va contro la logica strillò Grace con le lacrime agli occhi mentre una voce vecchie e leggermente stridula rimbombava nella loro orecchie

 prego, fate il giro della casa, ma attenti alla camera bianca

 

 

 

  
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