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Autore: bea    30/01/2006    10 recensioni
Un vecchio vicolo fuori mano, a un’ora insolita e tutto ti può sembrare più magico e fatato.
Kagome abbassò la bomboletta e sorrise.
La timida e rischiarante luce dell’aurora donava luce a quelle frasi dai mille colori scritte insieme a tante su un qualsiasi muro di periferia.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kagome abbassò la bomboletta e sorrise

Un vecchio vicolo fuori mano, a un’ora insolita e tutto ti può sembrare più magico e fatato.

Kagome abbassò la bomboletta e sorrise.

La timida e rischiarante luce dell’aurora donava luce a quelle frasi dai mille colori scritte insieme a tante su un qualsiasi muro di periferia.

Uno zainetto nero, spray finiti e tappi ripieni di colore secco , riempivano l’aria con il loro forte odore di alcol e tinta spruzzata. Lattine vuote e cocci di bottiglie agli angoli del vicolo , mentre quella che era stata prima una timida ragazza osservava rapita il suo primo graffito.

Guardò quelle linee con un sorriso segreto negli occhi.

Si posò una mano su un fianco, continuando a rimirare quella scritta con il batticuore .

 

Today is gonna be the day
That they're
gonna throw it back to you
By now you should've somehow
Realised what you gotta do
I don't believe that anybody
Feels the way I do about you now
Backbeat the word was on the street
That the fire in your heart is out
I'm sure you've heard it all before
But you never really had a doubt
I don't believe that anybody feels
The way I do about you now

 

 

Chi dice che le parole sono inutili?

Fece qualche passo e si mise di fronte alla sua scritta tracciandone i contorni con la mano continuando a sorridere. Si pulì la mano al jeans, lanciò lo spray verso il cestino in latta colpendone il brodo un po’ incrostato e arrugginito.

Tirò svogliatamente un calcio alla lattina accartocciata vicino al suo piede. Si passò lentamente una mano tra i capelli, mentre i suoi pensieri  volavano alla persone per cui l’aveva scritta. La persona più arrogante, indisponente, capricciosa e testarda sulla faccia della terra. Si era chiesta più volte come avesse fatto a innamorarsene, cioè se fosse stata soltanto due anni prima si sarebbe stata della stupida da sola. Ma aveva imparato , a suo discapito, che al cuor non si comanda e che le leggi della mente per lui valgono meno di niente. Congetture come spazio, tempo, lingua o il proprio passato , sono fumo che scompare contro le pareti del cuore. Nonostante la facesse soffrire ,dannare, preoccupare e piangere, lui era lui , e ogni cosa le sembrava stranamente avere un senso. 

Da piccola ascoltava per ore quelle storie. Un ragazzo , una ragazza. Lui si innamora di lei al primo sguardo , lei si innamora di lui al primo sguardo e ucciso il demone malvagio vissero per sempre felici e contenti. E allora lei rideva con il sorriso sulle labbra immaginando luoghi fantastici dove i due avrebbero vissuto, avrebbero , mangiato e si sarebbero per sempre reciprocamente amati. Ma se lei si fosse innamorata del demone cattivo? Se avesse scoperto che il demone non era cattivo, ma il principe che voleva ad ogni costo farla sua? Lui l’avrebbe protetta e lei avrebbe voluto essere protetta. Ma a volte esprimere i propri sentimenti è più difficile di quel che si pensi. Un “ti amo” non è poi così difficile da dire al se stesso dentro lo specchio ,ma una volta che sei davanti alla persona che ti piace , era poi così sicuro che questi sarebbero usciti di bocca fluenti?

E d’altronde dove sta l’amore se non in una cosa fatta con tutto il cuore? Fosse un sussurro nel vento, un bacio sulle labbra, una fugace carezza o ,perché no, una scritta sul muro, il sentimento ne sarebbe emerso. Non importava necessariamente che lui lo vedesse ma…le stava bene anche cosi. Se avesse mai avuto bisogno di una prova del suo amore un muro non li avrebbe divisi , ma uniti.

Il suo Muro Meraviglioso…

Kagome afferrò lo zaino infilandoci velocemente dentro le proprie cose.

E a lei questo bastava e sarebbe bastato…

 

 

 

And all the roads we have to walk are winding
And all the lights that lead us there are blinding
There are many things that I would
Like to say to you
but I don't know how

 

Because maybe
You're gonna be the one that saves me ?
And after all
You're my wonderwall

 

Una luce rosata invase l’abitacolo dell’hokora , angusto e umido, che poco sapeva della verde radura in cui appena cinquecento anni prima era posto.

Un luogo irto all’apparenza inospitale e impervio. Condizioni di vita precarie, tanto che non sapevi cosa avresti mangiato il giorno dopo, se l’avresti fatto.

Un salto agile e si ritrovò fuori dal pozzo tanto profondo quanto umido. Le mani munite di temibili quanto affilati artigli e gli occhi ambra ,grandi come fari che cercavano segni di movimento nella casupola di legno e cemento. Niente.

Tirò un sospirò di sollievo, infilando le mani nelle ampie maniche del Kimono rosso. La spada batteva sul fianco e la cascata di capelli argentati ricadevano sulla schiena lisci e lunghissimi.

Un movimento . Minimo , quasi impercettibile , ma c’era. Sulla testa del mezzo demone un singolare triangolino bianco panna si mosse leggermente .

Era venuto, ancora, per vedere come stava, per la centesima volta. Aprì la porta del tempietto con cautela, e prendendo un passo felpato si avviò al Goshinboku.

Si chiedeva ancora come avesse fatto a scordarselo. Che dannato stupido era stato! Dimenticarsi dell’anniversario del loro prima incontro, giusto due anni prima. E lui come uno stupido se ne era dimenticato. Una cosa davvero imperdonabile , che l’aveva fatta infuriare come non mai.

E al solito l’aveva mandato a cuccia talmente tante volte che gli si era bloccata la schiena , e lei se ne era andata, indispettita, no infuriata.

Al solito…

E lui come uno stupido gli aveva smoccolato dietro ore e ore , maledicendo il suo essere da stupida che gli aveva bloccato la schiena.

Al solito…

Se poi lui avesse una minima ragione non ci aveva pensato , ma fatto sta che voleva vederla, e assicurarsi che stesse bene.

Gli sarebbe bastato…

 

 

Today was gonna be the day?
But they'll never throw it back to you
By now you should've somehow
Realised what you're not to do
I don't believe that anybody
Feels the way I do
About you now

 

 

Spiccò un salto raggiungendo un ramo di media altezza. E poi un altro e un altro, finché non raggiunse il ramo giusto, quello davanti alla sua finestra. Non se ne era mai accorto ma quello era lo stesso ramo lui dormiva sempre.…

Curiosa come cosa.

La finestra era semi chiusa e la tenda dondolava , cullata dal vento notturno . L’estate ,se si era abili, la si poteva ancora sentire nell’aria , con il suo odore fresco e frizzante , il tepore che vi albergava smosso da quel soffio d’aria fresco. Tipico di settembre.

Il giorno del loro primo incontro…ovvero si era scordato il compleanno di Kagome. Un errore ,che sia Shippo, che Miroku e Sango ,avevano giudicato imperdonabile. Ma se se ne era dimenticato, perché doveva stare a piangere sul latte versato?

Eppure era lì, e quella finestra era talmente attraente, porta di un mondo da cui da tempo aveva la chiave ,ma, nel quale ,non si era mai impegnato più di tanto per entrare.

La mano artigliata si mosse con cautela ad afferrare la finestra , facendola scorrere lentamente, per far si che lei non si svegliasse. Era prestissimo, neanche l’alba e scuramente ora lei stava dormendo.

Proprio per questo era venuto.

Con un agile salto entrò nella stanza, rimanendo un minuto frastornato dal profumo. Non che fosse forte , era , inebriate, tanto che gli inebetiva i sensi. Era balsamo che sembrava raddolcirlo e a lungo andare avrebbe potuto anche addormentarcisi.

Si voltò verso il letto: vuoto.

Per poco non gli venne un colpo!

Si affannò  a cercare qualcosa nelle coperte disfatte muovendo le mani sulla trapunta e il copriletto, ma niente. Di lei non c’era la minima traccia.

Alzò il viso al soffitto , iniziando a sondare col naso fino l’aria. Il suo odore c’era, era logico essendo la sua camera, ma risaliva a ore prima .

Lanciò un sguardo veloce al corridoio come per accertarsi che non l’avesse visto nessuno per poi spiccare un salto fuori della finestra.

Ciò significava che non era più lì da molto.

 

And all the roads that lead you there were winding
And all the lights that light the way are blinding
There are many things that I would like to say to you
I don't know how

 

Non sapeva perchè , ma scoppiò a ridere. E quella canzone argentea rimbalzò portata dall’eco in quella solitaria stradina di periferia.

Si sentiva una stupida a ridere da sola alle cinque del mattino , mentre i gatti razzolavano nei bidoni alla ricerca di cibo, ma ridere in quel momento era l’unica cosa che aveva voglia di fare …e non si stava certo trattenendo!

I jeans leggermente larghi tenuti su da una cintura anonima, completamente macchiati da schizzi di colore e polvere. La felpa sganciata ,sopra a una sobria mezze maniche azzurra con disegnati degli stralunati pesciolini. Tutto ciò aveva del ridicolo. Una diciassettenne , alle cinque del mattino, vestita in modo strambo e scoordinato che cammina per una viottola, col berretto verde menta in testa e i capelli arruffati. Tutto ciò le dava un senso d’ilarità che forse con quella risata tentava di cogliere.

Lei Kagome Higurashi, studentessa naive, l’immagine vivente della brava ragazza, si era innamorata di un ragazzo che era la sua perfetta antitesi e per il quale aveva anche infranto la legge facendo un graffito!

Tutto ciò aveva dell’incredibile. Se poi si veniva a sapere ce il ragazzo in questione, non era altro che un mezzo demone della Sengoku Jidai che aveva conosciuto il giorno del suo compleanno giusto due anni prima, allora sì che veniva da ridere!

Tentò di ricomporsi, tornando a guardare la grigia e fredda asfalto.

E se pensava che il ragazzo di cui si era follemente innamorata , si era completamente dimenticata del giorno del loro primo incontro le veniva da piangere. Non poteva pretendere che si ricordasse del suo compleanno, certo non le faceva piacere il fatto che se ne fosse scordato , ma come poteva saperlo? Lui il giorno vero e proprio in questione dormiva ancora e allora non erano proprio in buoni rapporti. Non così buoni ,da dirgli che il giorno in cui l’aveva liberato era il suo compleanno. 

Neanche fosse stato il regalo. Figuriamoci , si le avrebbe fatto piacere , ma il fatto che se ne fosse ricordato , quello di più!

Così aveva iniziato a tenergli il muso, una volta che avevo capito che se ne era completamente dimenticato. Lui da testardo qualera gli era stato ancor più addosso di prima , tempestandola di domande e si sa la pazienza a un limite. Alla fine gli aveva gridato tutto in faccia , facendolo rimanere di sasso. Aveva cercato di giustificarsi, in modo un po’ tartagliato, dicendogli che si sarebbe fatto perdonare in qualche modo( cosa alquanto rara per lui, ma essendo soli) . E lei aveva urlato più forte di prima , spedendolo non sapeva quante volte a terrà.

Cosa gliene poteva importare anche della più bella delle meraviglie se questa era fatta per obbligo, per non sentirsi in debito di qualcosa? Preferiva una foglia con uno sputo, come facevano lei e Souta da bimbi, piuttosto.

-INuyasha No BaKa!-gridò fermandosi.

Come faceva a non capire che era lui la sua meraviglia..?

Sopirò riprendendo la sua camminata. Le mani dietro la nuca, un’aria sbarazzina , nelle codine scarduffate e mezze sfatte , mentre con passo cadenzato andava verso casa.

Cercava di ricordare...qualera la canzone che andava tanto l’anno prima di conoscere di Inuyasha? Aveva passato tre mesi interi a cantarla ma non…

Ah! !

-And After All….you’re my Wonderwall…-

 

 

I said maybe
You're gonna be the one that saves me ?
And after all
You're my wonderwall

 

Fece un salto, sondando di nuovo l’aria. Quella scia di profumo in particolare , si snodava tra le varie vie della città , dedalo di grigiore e decadenza urbano, ben lontano da un prateria verde, certo meno comoda ma sicuramente più bella.

In quel momento pareva una landa abbandonata tutta dipinta di un cupo colore , ravvivato solo dall’aurora dell’alba, che pian piano veniva su ad annunciare un nuovo giorno.

Spiccò ancora un salto, di tetto in tetto , osservando le vie sottostanti, alla ricerca perpetua della figura di Kagome.

Ancora si dava dello stupido per averla lasciata sola. Non doveva, non doveva , non doveva!

Chissà in questo momento dove era finita!?! Un soffio d’aria particolarmente fredda gli smosse le orecchie , facendo finire qualche ciocca argentea dietro le spalle.

Non era andata a quella..scuala ..o qualcosa del genere, di solito finche l’aggeggio di metallo non iniziava a strillare lei non ci andava. E quando succedeva lui era il primo a sparire!

Posò un piede su un tetto, prendendo subito la rincorsa per spiccare un altro balzo. Se l’avesse trovata  però cosa gli avrebbe detto?

Oh di cose ne aveva tante da dirle, troppo sdolcinate probabilmente per lui . TSk! Figuriamoci se era il tipo da cose come: “Sei bellissima” oppure “ti amo finché non cade il cielo”.

Scosse brevemente la testa , come a cancellare quelle frasi dalla sua mente: no lui non era veramente il tipo.

Un pensiero lo fulminò su due piedi, fermandolo a metà di una rincorsa: che lei volesse… sentirsele dire certe cose?

 

I said maybe
You're gonna be the one that saves me ?
And after all
You're my wonderwall

 

Cosa si potrebbe dire alla persona che ti ha salvato? Che ti è stata accanto per tanto tempo ,e con cui hai passato dei momenti veramente belli e sereni. Forse non c’erano parole per descrivere un qualcosa del genere. E se esisteva ,anche solo una parola che avesse potuto rasentare il concetto, per lui non sarebbe stato ancora abbastanza.

Spiccò un alto salto verso sinistra , dove sentiva l’odore della ragazza farsi più intenso e fresco. Tirò un sospiro di sollievo mal celato.

Quando l’avrebbe trovata, quella stupida di Kagome!

Per il suo compleanno aveva deciso di farle qualcosa di speciale e meraviglioso.

Speciale.

Come fosse facile trovare qualcosa di speciale e meraviglioso al contempo, che si adattasse a lei.

Purtroppo lui non era mai stato tanto bravo in certe cose. Fare regali apprezzati a chi voleva bene ,per lui ,era più difficile che combattere con i demoni. Veramente un’impresa epica!

E se poi quella persona era Kagome…di male in peggio. Tutto quanto gli sembrava inadatto ,poco appropriato, troppo brutto o troppo appariscente. Mentre lui voleva qualcosa che rispecchiasse Kagome , che riuscisse n qualche modo a identificarla come la persona meravigliosa che era e che non fosse un semplice e banale suppellettile da tenere da qualche parte.

Per questo la cosa era andata per le lunghe. Per questo aveva dovuto fingere di esserselo dimenticato.

Decisamente lui non era un tipo particolarmente fortunato con le sorprese…

I sui piedi toccarono finalmente terra e gli occhi vagarono nel vicolo alla ricerca della figura della ragazza. Niente.

Ancora una volta Kagome era sparita come un soffio d’aria e di lei non era rimasto nulla, fuorché il profumo che albergava nell’aria. Strinse i pugni facendo un sospiro rassegnato.

Accidenti a quella stupida!

Il vicolo era piccolo, mal ridotto. Un paio di cestini dell’immondizia stracolmi ,dove dei gatti randagi raschiavano per cerare il cibo: qualche fortunato, avanzi di confezioni di pollo o pizza ,troppo grandi per essere finiti. Cocci di vetro, plastica e lattine vuote ,ne erano il pavimento, insieme ad un inteso odore di olio per motori che rendeva in punti ben precisi l’asfalto più scura .

E davanti a lui grande e fastoso un muro. Un graffito particolare , se vogliamo, unico,  ne ravviva il rosso scuro,venendo illuminato dai colori del sole spuntato. La scrittura singolare, rotondeggiante e molto sfumata , all’apparenza così poco chiara ma per chi sapeva interpretarla , così carica di significati e ricordi , che un libro intero non avrebbe saputo racchiudere, catturò l’attenzione del mezzo demone.

Ecco.

Se prima non sapeva cosa poteva esprimere tutto ciò che voleva , forse adesso aveva trovato qualcosa.

Si avvicinò con cautela, riempiendosi gli occhi, di ogni singolo particolare del graffito. Ne sfiorò i bordi con le dita , così strane per quell’epoca ma a cui nessuno avrebbe dato poi più tanta importanza.Lei non ne aveva mai data, anzi le riteneva parte integrante di lui, come le sue orecchie, da sempre diprezzate, ma che lei adorava con tutta se stessa.

Aveva un effetto strano trovarsi li, davanti a quel muro , veramente grande, così dipinto, era meraviglioso .

Fece un mezzo sorriso allontanandosi leggermente.

Watashi wa o Kokoro…”

Davvero appropriato..

Ora sarebbe andato. Doveva andare da Kagome e vedere dove era finita. Rilesse per un’ultima volta la scritta per poi piccare un balzo, sulla nuova traccia della ragazza.

Forse stavolta ce l’avrebbe fatta a fare o dirle qualcosa di altrettanto meraviglioso…

 

 

I said maybe
You're gonna be the one that saves me ?
And after all
You're my wonderwall

 

(“Wonderwall , Oasis dal cd “what’s the Story”)

 

fine…

 

 

B- Non chiedeteci come ci è venuta in mente questa song-fic perché non sapremmo rispondere!-

G-Facciamo solo intendere che l’avevamo nel pc da oltre un mese e chissà come mai stasera ci è preso il pallino di finirla!><-

L-che sia colpa del maiale in agrodolce di ieri sera?-

G-ma non credo….forse gli spaghetti di soia avevano qualche strano germoglio cancerogeno che ha momentaneamente reso dei super geni i nostri neuroni, rendendoli al pari di quelli della Rowling o perché no, di Banana Yoshimoto, ma digeriti questi il nostro cervello è regredito allo stato larvale in cui si trovava prima …-

B+L-…..non abbiamo parole..-

G-che c’è?-

L- tu guardi troppe volte alien..-.- -

B-giagia!-

G-ç_ç sigh! Vi cattive con me , ora me si arrabbia e spacca tutto!!!!>>><<<-

Giw inizia la propria opera di distruzione.

CRASSSSSHHH!!!

SBBAAAAMM!!!

TONKT!!!!

TURUTUMPTTT!!!

L-bea?-

B(con in mano Cocktail)- se?-

CRAAAAAAAAAAAAASSSSSSSSSSSHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!

L- ma Giw sta distruggendo tutto …non fai nulla?-

B-Uhmmmm..no.-

L-O_o sei forse impazzita!?!-

B- no…solo che ho io in mano le banane di giw, quindi me ha il potere!!!BWAWAWAWAWAWAW!!!!!( risatina-mongo-satanica alla dottor male di Austin Powers)

L-=_=….sarà meglio che disdica l’abbonamento alla videoteca…-

 

Watashi wa o kokoro*= uno dei tanti altri modi per dire ti amo.

 

Meraviglia*

 

 



Oggi sarà il giorno
in cui ti verrà data di nuovo un'opportunità
ormai avrai perfino capito
quello che devi fare
non credo che nessuno
provi ciò che provo io ora per te
A colpi di rock duro, e' di dominio pubblico
Che quel calore nel tuo cuore si é spento
Sono sicuro che ne hai già sentito parlare
E non ti e' venuto mai nemmeno un dubbio
Non credo che nessuno provi
Quello che provo io ora per te




E tutte le strade che dobbiamo percorrere sono tortuose
E tutte le luci che ci guidano sono accecanti
ci sono tante cosa che mi piacerebbe dirti
ma non so come




Perché forse sarai colei che mi salverà?
E dopotutto
sei la mia meraviglia*




Oggi sarebbe stato il giorno?
Ma non ti daranno mai una opportunità
Ormai avrai perfino capito
quello che non devi fare
Non credo che nessuno provi
Quello che provo io ora per te




E tutte le strade che dobbiamo percorrere sono tortuose
E tutte le luci che ci guidano sono accecanti
ci sono tante cosa che mi piacerebbe dirti
ma non so come




Ho detto forse sarai colei che mi salverà?
E dopotutto tu
sei la mia meraviglia*



Ho detto forse sarai colei che mi salverà?
E dopotutto tu
sei la mia meraviglia*



Dico forse
sarai colei che mi salverà
sarai colei che mi salverà
sarai colei che mi salverà






Note :
*"Cosa vuol dire Wonderwall?
La traduzione letterale sarebbe 'Muro Meraviglioso', in realtà si tratta di una parola 'detta' da John Lennon durante una celebre intervista erroneamente al posto di 'wonderful'. E' poi diventato anche il titolo di un album della carriera solista di George Harrison.

 

  
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