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Autore: Wendigo    11/04/2011    5 recensioni
Era notte. Tutti dormivano, eccetto una persona che, non riuscendo a prendere sonno, si alzò dal letto e si diresse verso la cucina. Durante il tragitto, notò però una debole luce provenire dallo studio: pensò che suo padre avesse nuovamente lasciato acceso il camino, ma, aperta la porta, notò un uomo seduto sulla poltrona. Che non era poi suo padre.
"Entra pure, non essere timido". Incoraggiò l'uomo seduto sulla poltrona. Teneva in mano un piccolo libro che, da come era stato posto il segnalibro, aveva appena iniziato a leggere. "Che ne dici se ti racconto una bella storia?".
La persona si guardò attorno, sospettoso. Si domandava chi fosse quell'individuo ma, dato l'aspetto innocuo, decise di assecondarlo e in pochi secondi era già seduto di fronte a lui. "Chi sei?". Domandò comunque alla fine...
"Chi sono? Se proprio ci tieni te lo dirò dopo averti raccontato qualcosa", si fermò un secondo, "Ti piacciono le storie dell'orrore?".
La persona si chiese perché fosse così ossessionato a raccontarle delle storie ma, non vedendoci niente di male, accennò un "sì" con la testa. L'uomo aprì allora il libro, da cui iniziarono ad uscire fumi neri e voci. "Bene iniziamo".
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Messaggio di Unlucky

In una città presso Bari, viveva una ragazza di nome Giorgia. Questa era così popolare e aveva così tanti di amici, che si ritrovava ogni giorno invitata da qualcuno per una sua festa. Contrariamente a quello che credevano gli altri, non le pesava minimamente vivere in quella maniera, al contrario le piaceva molto stare costantemente in compagnia e odiava ritrovarsi da sola dal profondo del suo cuore.
Il motivo? Nulla di profondo in realtà. Amava semplicemente venir complimentata per la sua bellezza.
Inutile dire che, ritrovandosi nella rubrica telefonica di chiunque, riceveva quotidianamente moltissime chiamate e messaggi, tra cui le pure detestate catene telefoniche: non ci credeva molto sul loro potere, ma aveva sempre preferito evitare di metterle alla prova: si continuava a dire che era meglio spendere qualche messaggio gratuito, anziché rischiare.
Un sacrificio che pare insignificante agli occhi di chiunque, ma per la nostra Giorgia era come buttare via cinque euro. Tuttavia non si accinse mai a rischiare neppure se la catena richiedeva cinque o sei messaggi; o almeno fino al tredici marzo.
 

Era un giorno molto speciale per Giorgia perché quella notte si sarebbe tenuta non una semplice festa ma “LA” festa del suo ragazzo e la cosa si prospettava stupenda (i genitori non ci sarebbero stati per lavoro). Naturalmente lei rientrava tra gli invitati.
Durante il pomeriggio prese con sé due delle sue più recenti “discepole” sul campo della moda e le portò per tutti i negozi della città e dei dintorni fino a giungere a Barletta: Giorgia era fermamente decisa a trovare un vestito che le sarebbe stato divino.
La “caccia” durò solo sei ore, poche per la nostra protagonista rispetto alla nove ore a cui era solita fare d’estate e nei giorni festivi. Lo stesso non si poteva dire per le sue povere amiche le quali, distrutte, ebbero unicamente la possibilità di fermarsi per qualche secondo a un bar vicino prima di ritornare a Bari.
Lì le tre ragazze ordinarono dei caffè, che si dimostrarono indispensabili alle due discepole per non cadere a terra sfinite. Per la loro maestra invece fu semplicemente un qualcosa in più di cui ci si poteva fare a meno.
Fu quello il momento fatale: il cellulare squillò, la povera ragazza lo prese e aprì il messaggio appena mandatole da una sua amica. Era raffigurata il disegno di una ragazza con un lungo abito nero e gli occhi chiusi con sotto il seguente testo:
“C’è stata una ragazza di nome Unlucky nel sedicesimo secolo che venne bruciata viva e cavatele gli occhi affinché non facesse mai più il malocchio a nessuno dei poveri contadini. Tuttavia il suo fantasma vaga ancora per queste terre e ucciderà chiunque riceva questo messaggio. Se non vuoi essere la prossima vittima, invialo a tutta la tua rubrica telefonica entro le prossime 3 ore”
- MA STIAMO SCHERZANDO!? - urlò Giorgia in preda alla rabbia. La si poteva biasimare: c’erano più di mille persone in quella rubrica, ergo più di mille messaggi da spedire, un po’ troppi anche per lei. Di certo se ne avesse chiesto solo cinque, dieci, come al solito avrebbe ubbidito senza problemi: ma mille no.
- Fa come ti dice, Giorgia. Non si sa mai - disse una delle due venendo poi appoggiata dall’altra ragazza. A differenza della loro amica, le due ci credevano completamente a quei messaggi.
- Ma manco per idea! Lo sai quante persone ci sono nella mia rubrica! Ma siamo impazziti!? –
Le ragazze si zittirono: “inutile” pensarono “quando Giorgia ha deciso, non cambia più idea”. E avevano ragione poiché spense il cellulare e si rialzò, pronta per la seconda parte della caccia all’abito; purtroppo la giornata stava per finire, e a Giorgia parve inutile cercare un vestito se poi non sarebbe riuscita ad arrivare in tempo a quella festa.
Decisero ad una unanimità di tornare a casa.
 

Presero il treno: le due amiche presero subito sonno per la stanchezza accumulata dalla maratona; Giorgia invece stava ammirando paesaggio di campagna, quando cominciò a sentire un rumore di passi nel vagone: peccato che loro tre fossero le uniche persone lì dentro. Il rumore era accompagnato da una voce femminile che debolmente diceva - Sta scadendo il tempo -.
“Al diavolo” imprecò tra sé Giorgia “sarà la mia immaginazione che mi sta facendo un brutto scherzo”. Alla fine il rumore cessò all’improvviso. “Vedi Giorgia non c’è nulla da pre…AH!”. Una ragazza, priva dei sui occhi e simile a quella della foto, le era apparsa per un istante davanti; ma ciò che le mise i brividi era che l’aveva vista sorridere.
L’urlo aveva fatto svegliare le due discepole ma queste non ci fecero troppo caso poiché il treno era giunto a destinazione. Scesero giù, si salutarono velocemente, promettendosi di rivedersi alla festa, e alla fine ognuna si diresse a casa sua.
Di tanto in tanto, durante il tragitto Giorgia si guardava attorno: iniziava a crederci un pochino a quella catena. Ma quel pochino se ne andò come giunse nella sua stanza dove si sentiva più al sicuro, anche dalle catene. Decise di provarsi l’abito che aveva comprato a Barletta: le stette benissimo come al negozio.
Squillò un’altra volta il cellulare: un nuovo messaggio da parte di un suo amico. Lo aprì e seccata rivide il messaggio-catena sulla storia di Unlucky. Decise di rispondere, scrivendoci - Non ci credo in queste cose - al suo emittente.
Stranamente, come lo mandò, ricevette un nuovo messaggio e questa volta da Unlucky stessa. Rimase paralizzata non appena aveva visto il mittente ma si fece coraggio e così lo aprì: “peggio per te”
L’immagine del messaggio (la stessa di prima) alzò improvvisamente le palpebre improvvisamente, prive sia di occhi che di vita. Giorgia per lo spavento emise un urlo.
“è la mia immaginazione” cercava ancora di convincersi “l’immagine non può aver preso vita”. Ma a questa avevano anche iniziato a muovere i capelli e a comparire altre parole sotto “tempo scaduto”.
La ragazza divenne subito bianca e si rimproverò di non aver ascoltato le sue amiche. Corse nelle altre stanze, cercando disperatamente qualcuno. Non trovando anima viva, decise di andare immediatamente alla festa del suo ragazzo. Si mise a correre.
Era ormai vicina alla sua meta, quando, attraversando la strada, venne presa da dietro e in pieno da una macchina. Il tutto avvenne ad una tale velocità che Giorgia non ebbe il tempo di accorgersi di nulla. Da entrambe le portiere scesero dei ragazzi semiubriachi.
- Che cosa abbiamo fatto, Matteo? - cominciò a dire uno dei due - è... morta? Presto chiama una ambulanza -
- Sei impazzito! Ci arresteranno. Dobbiamo nascondere il corpo e… -
Intanto Giorgia assisteva a quella terribile scena: vedeva i due che parlavano e litigavano sul da farsi; vedeva la macchina ammaccata sul davanti; ma soprattutto vedeva il suo corpo senza vita con accanto Unlucky - Ti avevo avvisata, Giorgia -. 
   
 
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