Quella notte, in quella strada vidi un
volto. Quel viso muliebre e angelico attirò subito la mia attenzione. I
suoi capelli neri le ricadevano lungo le spalle,i suoi
occhi castani erano colmi di angoscia,le sue labbra erano di un rosso sangue.
"un angelo",pensai vedendola. Era sopra il
terrazzo della scuola che avevo davanti. Stava sopra la
ringhiera di quel terrazzo, voleva di sicuro suicidarsi. Dai suoi occhi
uscì qualche lacrima. Rimasi del tutto affascinato da quel volto, ma allo
stesso tempo provai paura. Dei brividi mi percorsero la schiena e non me ne
spiegavo il motivo. Era da molto tempo che avevo smesso di provare paura,questo stato d'animo su di me era sparito e adesso era
ricomparso all'improvviso. La mia testa entrò in confusione,tanti flashback disconnessi mi vennero in mente. Una
ragazza che urlava "ti prego non mi uccidere!" Il suo volto era sfuocato e si perdeva nel buio,riuscivo solo ad
intravedere alcuni tratti del suo viso. E poi le parole di Mayko
"perché??!!". Il suo era un
perché disperato ma allo stesso tempo colmo di rabbia. Non capivo cosa
volessero dire quei ricordi così vaghi. Doveva essere qualcosa che
avvenne prima della mia amnesia. Prima della morte di Mayko,
avevo avuto un incidente con la macchina. Da quel giorno
persi una parte della mia memoria. I dottori avevano detto
che il mio desiderio di dimenticare e la mia testa lesionata, facilitarono la
perdizione dei miei ricordi. I miei ricordi seppelliti da qualche parte stavano
riemergendo. Non sapevo se esserne felice o meno. Sapevo che la mia amnesia
celasse qualcosa di oscuro che c'era in me. Non
riuscivo ad immaginare cosa fosse e di certo non mi immaginavo che fosse
qualcosa di veramente terribile. Da quel giorno iniziò una nuova fase
della mia vita. La ragazza che mi aveva fatto ricordare una piccola parte del
mio passato,non si era ancora suicidata. Io non volevo
che lo facesse,forse per puro egoismo,per soddisfare
un mio capriccio ovvero di conoscere il mio passato. Quella ragazza mi forniva
una visione del passato molto confusa, ma sapevo accontentarmi. Decisi di
andare sopra quel terrazzo. Entrai dentro la scuola con molta facilità,non dovetti forzare neanche un po' la serratura,la porta
era aperta. Salì in fretta le scale,sperando
che non fosse troppo tardi. Quegli scalini erano molto larghi e sembravano non
finire mai. Percorsi scalino dopo scalino, cercando di far in fretta,
più andavo salendo e più gli scalini
sembravano aumentare. Quegli scalini sembravano non avere fine. Arrivai all' ultimo scalino del tutto sfinito,non avevo più
la forza di camminare. Giunto nel terrazzo,vidi quella
ragazza che mi dava le spalle. Mi avvicinai a lei cercando di fare meno rumore
possibile. Lei non sembrava essersi accorta della mia presenza. Volevo suicidarmi però mi mancava il coraggio per farlo.
Continuavo a chiedermi se ciò che stavo facendo fosse giusto o
sbagliato, così facendo non riuscivo a prendere
una decisione. Alla fine smisi di pormi troppi problemi e decisi di buttarmi.
Mi buttai senza rifletterci, non sapendo a cosa andavo incontro. In fondo
nessuno sa a cosa va incontro quando muore,mentre
stavo per cadere mi chiedevo se esistesse una seconda vita dopo la morte o se
in realtà non esisteva un bel niente. Ero convinta che ben presto avrei
ricevuto una risposta a quelle domande. Stavo cadendo per sempre,una parte di me sentiva il disperato bisogno di fermare
tutto. Qualcuno esaudì quel desiderio,qualcuno
fermò tutto. Ero rimasta sospesa tra la vita e la morte. Una mano gelida
aveva afferrato la mia. Aprì gli occhi per vedere il proprietario di
quella mano. Non riuscì a vederlo bene, perché faceva molto buio.
La sua mano sollevò il mio corpo con molta facilità. Ero ormai
tornata sopra il terrazzo,fissai il mio salvatore con
disprezzo. Una parte di me voleva vivere, ma l'altra che prevaleva sull'altra
non voleva continuare a vivere. Proprio per questo mi infuriai.
"Si può sapere perché l'hai fatto?!"gli
chiesi io con rabbia. Lui non mi rispondeva,rimaneva
impalato a fissarmi.