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Autore: Ayumi Zombie    12/04/2011    1 recensioni
Inutile song-fic ispirata alla canzone dei Vocaloid "Madness of Duke Venomania" di Kamui Gakupo (feat varie Vocaloid).
A causa della probabile lunghezza, la fic verrà divisa in capitoli, uno per ogni strofa della canzone.
Dal capitolo 1:
« Voglio il fiore più delicato e prezioso che avete. Ma, a quanto pare - qualche leggero passo di danza nella sua direzione, per poi fermarsi di fronte a lui - è già qui, di fronte a me. Kufufu~
Genere: Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Mukuro Rokudo, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La Follia del Duca Rokudo

 « Kyo mo mata utsukushi on'na ga boku no moto otozureru
Hohoemi o ukaberu anata wa atarashi tsuma to naru
Kindan no akuma tono keiyaku te ni ireta kono chikara
Boku o mita subete no on'na wa miryo sare ochi te iku


Anche oggi, una bellissima donna viene da me
Sorridendo, tu diventerai la mia nuova compagna
Un patto proibito con il diavolo ha messo questo potere proibito nelle mie mani
Tutte le donne che mi guardano sono vittime di un incantesimo »


Di solito, nei nebbiosi lunedì mattina, non si avvicinava nessuno fin quasi a mezzogiorno. Glielo aveva detto la vecchia, e lo aveva capito anche lui. Per questo poteva prendersi qualche ora per continuare a leggere di nascosto. Prendeva quei libri dalla lussuosa villa Gokudera senza che nessuno lo sapesse, da quando, nella sua infanzia, il ragazzino figlio dei Padroni gli aveva piano piano insegnato a leggere.
Tsuna era figlio dei servi, mentre lui dei nobili, ma questo non aveva impedito al figlio dei padroni di sviluppare una sorta di fanatismo verso quello scricciolo dagli scompigliati capelli castani, vestiti sempre troppo leggeri ed enormi occhi teneri. Con il passare degli anni, però, l’interesse del Signorino sembrava essere lentamente mutato. All’inizio, infatti, chiedeva di Tsuna ogni minuto, per giocare, e non passava attimo senza che urlasse il suo nome. Ora, invece, sembrava che, all’apparenza, il nobile avesse superato la fase di innamoramento perso - quante volte lo avevano preso in giro, scherzosamente, i genitori, le dame di corte e tutti gli altri? - e ne fosse iniziata una nuova. Esteriormente, sembrava che Hayato avesse preso coscienza della differenza tra i ranghi, ed avesse finalmente messo la testa a posto. Ma Tsuna sapeva che, nella vita e nell‘aristocrazia, nulla era ciò che sembrava. Si era accorto che il giovane Gokudera chiamava solo lui, per pulire la propria stanza, e voleva essere presente quando ciò avveniva. Lo aveva scorto, mentre gli gettava occhiate fugaci da sotto la pesante frangia castana e fregava per terra. Il ragazzo dai capelli argentati lo osservava accuratamente e studiava ogni sua mossa, passava la lingua, lentamente, sopra le labbra, come se si trovasse di fronte a un piatto prelibato. Tsuna aveva notato che faceva il bagno molto spesso, ed esigeva la presenza del servo, per essere lavato sulla schiena, e non solo.
Tutto questo poteva essere sopportato, ma quella volta era davvero giunto al limite. Per questo era andato via dal castello, ed era andato da quell’anziana burbera della nonna. Non ce la faceva più.
Sbuffò, quando gli giunse alla mente il pensiero, e voltò pagina. Doveva concentrarsi sulle avventure di Artù, non su quel…
Un rumore di passi lo colse di sorpresa. Qualche cliente? A quell’ora, con quel freddo?
« Buongiorno. 
Quel sorriso era bellissimo. Ecco tutto ciò che si era ridotto a pensare, quando quel ragazzo gli aveva rivolto la parola e si era avvicinato alla bancarella di fiori, costringendolo ad abbandonare il volume ed alzarsi in piedi. 
« B-buondì, signore. C-che cosa posso fare, per lei?
Le labbra sottili erano inarcate verso l’alto, e, quando parlava, si muovevano piano, sinuose, con movimenti ipnotici.
« Beh, pensavo di prendere un mazzo di fiori. 
Notò gli occhi, e quasi sobbalzò. Erano di due colori diversi, uno blu ed uno rosso. Quando abbassava le palpebre, lo faceva lentamente, per poi non lasciare mai che si vedessero del tutto: li teneva poco più che socchiusi. Otteneva un effetto di superiorità che spiazzava il ragazzino.
« S-sì, signore. Quali preferisce?
Riusciva a capire che era nobile dall’abbigliamento e dai modi di fare più che raffinati. Non ebbe alcun dubbio: quell’uomo era di rango molto più alto, rispetto ai signorotti del paese dai quali aveva lavorato fino a quel momento. Sembrava persino di rango più alto rispetto a un qualsiasi essere umano avesse mai visto.
« Voglio il fiore più delicato e prezioso che avete. Ma, a quanto pare - qualche leggero passo di danza nella sua direzione, per poi fermarsi di fronte a lui - è già qui, di fronte a me. Kufufu~
   
 
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