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Autore: TonyCocchi    12/04/2011    10 recensioni
La mia prima fanfic su Saint Seiya! I protagonisti sono i grandiosi cavalieri d'oro, che come tutti ricevono la posta a casa: qui saranno impegnati in una consegna a staffetta! Quali incontri farà il misterioso pacco lungo il tragitto?
Genere: Comico, Commedia, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Pisces Aphrodite, Un po' tutti, Virgo Shaka
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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divertente saint seiya

Ciao a tutti cari lettori! La mia galoppante fantasia da perdigiorno che puntualmente mi interrompo mentre studio per gli esami vi propone ora la mia prima fanfic su Saint Seiya! Il genere e comico e non è molto lunga né molto impegnativa, spero vi garantisca un bel quarto d’ora di allegria! XD

Faccio una premessa, conosco poco questo manga: non l’ho mai letto né visto granché dell’anime, mi ci sono appassionato grazie agli straordinari doppiaggi de “Lamammadicrystal” (scrivete su google, non ve ne pentirete!) XD

Non è ambientata in un nessun momento particolare della storia perché volevo far rientrare un po’ tutti i Gold Saints, gli unici personaggi per me degni di nota.

Buona lettura, commentate!

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

 

 

 

Sorge il sole sulla terra ellenica, su Atene e sul Grande Tempio della sua amata dea.

Il marmo e le pietre candide delle dodici case dello zodiaco fanno come al solito bella figura rilucendo al luminosissimo sole mediterraneo del primo mattino.

Malgrado i cospicui danni che quei piccoli bastardini di bronzo provocavano ogni qualvolta si avvicinassero, il santuario era esteticamente un posto ancora valido…

Ed ecco, dall’ombreggiato colonnato della prima casa, quella dell’Ariete, il primo dei guardiani, il cavaliere d’oro di Aries, emergere sotto il cielo azzurro, salutando il nuovo giorno già vestito della scintillante e poderosa armatura d’oro.

“YAAAAAAAAAAWN…”

Anche se non aveva ancora preso il suo carico e macchiato caffè mattutino…

 

Mur si stiracchiò e prese una boccata d’aria. Quello si che era un bel lavoro: fare il guardiano in un posto dove quasi nessuno veniva mai a rompere le balle.

E per quanto riguardava quei cinque piccoletti, era un sollievo sapere di essere riusciti a fare in modo vincessero quel viaggio premio di due settimane alle Barbados.

Ma soprattutto era d’incoraggiamento sapere che il caro Death Mask aveva provveduto a sabotare qualche filo del loro aereo…

Anche Atena di lassù se ne stava tranquilla di quei tempi, di conseguenza era un buon periodo.

Mur restò qualche minuto a respirare l’aria fresca del nuovo giorno, aspettando che il fratellino Kiki lo chiamasse una volta salito il caffè, quand’ecco che udì un rumore farsi sempre più vicino.

Scese qualche scalino, e vide comparire, oltre una curva di roccia nella gola che conduceva alle dodici case, un estraneo.

Un estraneo in motorino.

Senza pensarci su due volte, il guerriero sacro cominciò a scendere la scalinata, andandogli incontro, mentre il motorino si fermava giusto alla base della salita.

 

“Straniero” –lo apostrofò il grande Mur- “Codesto luogo ti è inaccessibile: il Santuario che si erge dinanzi i tuoi occhi è la dimora della grande dea Atena, e ai comuni mortali non è consentito salirvi. Arresta dunque qui la tua avanzata, o in quanto guardiano della prima casa, sarò per te bastione insormontabile.”

 

“… Buongiorno, sono il nuovo postino.”
“Buongiorno.” rispose educatamente Mur, terminata la solenne introduzione di rito.

 

Il postino cominciò a cercare nella sua sacca, buttando però sempre un occhietto sul Gold Saint: gli avevano detto in ufficio che lì c’erano dei tipi piuttosto strani, però era anche vero che vestivano d’oro massiccio… Se era così voleva essere “strano” anche lui!

“Ha qualcosa per me?”

“Per il residente della prima casa nulla. C’è questo plico per la sesta casa e poi questo pacco. Firma lei?”

“Perché no?”

Firmata la ricevuta, il postino lasciò il pacco e la busta nelle mani del cavaliere d’oro, e augurata buona giornata rimise in moto il motorino che tremolando ripartì.

Mur guardò il pacco curioso, quando si ricordò che il postino non gli aveva detto una cosa.

“Ehi, scusi! Ma per chi è questo pacco?” gli gridò prima si allontanasse troppo.
“Il residente della dodicesima casa.” gli urlò quello di rimando.

“……”
Mur si voltò verso il Grande Tempio e alzò lentamente il capo, rendendosi conto che, pur abitando lì, non sempre faceva caso alla maestosa e distruttiva distanza in salita da lì all’ultima casa…

Si voltò di scatto, ma il motorino era già sparito oltre la curva…

“… Tsk! Mi ha fregato!”
Malgrado fosse nuovo, i colleghi dovevano averlo istruito bene su cosa significasse consegnare la posta lì!

“Basta che non diventi un vizio! Bah!”

Mur tornò così alla sua casa un po’ meno di buonumore. Costretto a rimandare il caffè già nelle tazzine, arrivò sul retro e corse di nuovo con lo sguardo l’incalcolabile numero di gradini fino alla casa dei Pesci.

“Ma chi me lo fa fare? Sono già pigro di mio!”

Per fortuna conosceva un amico al quale scaricare la faticata chiedendo un piacere…

 

Il cavaliere dell’Ariete giunse così fino alla seconda casa, quella del Toro.

“Aldebaran! Sei in casa?”

“Ciao vicino, dimmi!” si affacciò alla porta sorridendo il gigantesco cavaliere del secondo segno.

“Il postino mi ha lasciato questo pacco da consegnare qualche casa più su. Siccome non voglio che il mio caffè mattutino si raffreddi, non potresti pensarci tu per favore?”

“Ma certo vicino! Ci penso io!”

Mur lo ringraziò e ridiscese, mentre il buon Aldebaran si poneva giustamente una domanda.

“Mur? A quale casa devo consegnarlo?”
“Quella dei Pesci, grazie ancora!”

Albebaran sgranò gli occhi e guardò su in cima al santuario, poi di nuovo giù, ma di Mur nessuna traccia…

“… Ecco che ci si guadagna ad essere un buon vicino! Tsk!”

Sbuffò… La colazione gli si sarebbe freddata, meglio muoversi, sperando che quei due alla casa successiva non avessero fatto troppe storie…

 

Invece, quando arrivò alla casa di Gemini li sentì litigare già da fuori!

“MOLLA LA MIA ARMATURA!”

“LA TUA?! CON CHE CORAGGIO!”

“Sigh…” sospirò il grosso Toro…

La casa era l’unica occupata da due cavalieri anziché uno, e la civile convivenza sembrava sconosciuta quanto l’amore fraterno…

Saga e Kanon si abbarbicarono entrambi alle vestigia dei Gemelli, ringhiandosi contro con gli occhi iniettati di sangue.

“Molla, fratellino!” ordinò con un sorriso tirato Saga.
“Non ci penso nemmeno, fratellone!” rispose Kanon, tirando a sé l’armatura.

Ne seguì che anche Saga la tirò a sé, poi Kanon fece lo stesso e così via, come si fa con una coperta troppo corta.

“Sentimi bene! Io sono il legittimo proprietario di questa armatura! E se non fosse stato per le mie crisi schizofreniche non l’avresti mai vista nemmeno col cannocchiale!”

“Te ne sei reso immeritevole! Volevi far fuori il capo per comandare tu! E a me che avevo solo proposto di metterle le puntine sulla la sedia mi hai rinchiuso in una cella con l’alta marea che saliva!”

“Ti è sempre piaciuto sguazzare! Ricordi quando eravamo bambini? Chi ti ha insegnato a nuotare, eh? Dimostrami un briciolo di riconoscenza!”
“Mi hai insegnato a nuotare solo perché volevi andassi a pesca di frutti di mare per te! Chi è che si è fatto dare i negativi quando a quella festa al Partenone ti scattarono quelle foto imbarazzanti?”

“Shhh! Qualcuno potrebbe sentirti!”

“Ehm, scusate…”
Aldebaran aveva trovatoi due gemellini a contendersi lo stesso giocattolo, facendo così scendere un silenzio imbarazzante.

Kanon tolse per primo le mani.

“AH AH! MIA! CI HAI RINUNCIATO! ALDEBARAN è TESTIMONE!”

“Ne riparliamo quando se ne và!” fece Kanon sgranchendosi le nocche.

“Uno di voi due potrebbe per favore passare avanti questo pacco?”
“Fin dove?” chiese Saga, che carezzava uno degli schinieri.

“Alla dodicesima…” fece sincero il gigante.

“Nessun problema, ci penserà Kanon.

“CHE COSA?! FIN LAGGIÙ?! E CHI L’HA DECISO?!”

“IO IN QUANTO MIGLIORE DEI DUE! ORA MUOVI LE CHIAPPE E ALLONTANATI DALLA MIA ARMATURA!”
“NON SONO IL TUO SERVETTO! E IL MIGLIORE SONO IO!”

Aldebaran pensò bene di defilarsi subito…

“Giochiamocela a morra cinese!” propose Kanon.

“Non gioco più a morra con te!” -ribatté Saga- “Quando metti “sasso” mi tiri un pugno in un occhio! Il fratello cattivo sei sempre stato tu! Ora sali!”

“No!”

“Sali!”

“No!”

“Salgo!”
“No!”

“Ho detto che salgo e lo consegno io!”

“Sono stufo delle tue manie di protagonismo! Solo perché hai vestito quell’armatura prima di me pensi di scavalcarmi in tutto? Lo porto io il pacco!”

“Tsk! E va bene vai…”

“Umpf!”

Restato solo con l’armatura, Saga fischiettando corse a prendere il lucido per togliere le impronte del fratello.

Questi si accorse dell’accaduto solo a metà strada dalla casa del Cancro…

“DOH!”

 

Durante il tragitto, Kanon ebbe modo di pensare a 115 modi diversi per cambiare i connotati al fratello in modo da rendere impossibile pensare che fossero gemelli. Ingannò così l’attesa fino alla quarta casa, il cui macabro cavaliere innaffiava canticchiando i suoi crisantemi.

“Sciuri! Sciuri! Sciuri de tuttu l’annu! L’amuri ca mi dasti ti lu tornu!”

Sentendo dei passi, Death Mask si girò e vide una visita sull’uscio della casa.

“Tu chi saresti? Il fratello buono o quello cattivo?”

“Il fratello scemo…”

STOMP!

Lasciò cadere in malo modo il pacco e se ne andò senza dire una parola, sicché al povero padrone di casa saltò la mosca al naso!

“Minchia! Ma che hai preso casa mia per una discarica?!”

“Portalo su!” gli disse semplicemente la voce in lontananza del gemello gabbato.

“Posta, eh? E per chi sarebbe sto pacco?”

Controllò gli indirizzi e vide che la busta, legata con uno spago al pacco, era indirizzata al cavaliere di Virgo, mentre il pacco era per la dodicesima casa.”
“Io? Salire alla dodicesima casa? Ma che stiamo scherzando? Tutti quei gradini? Minchia, l’ultima volta che quei cinque di bronzo se li son fatti tutti di corsa dei gradini gli è venuta la fobia!”
Ancora adesso se ne vedono uno scappano a rintanarsi in un angolo, e non salgono mai e poi mai oltre il piano terra!

“Sto cazzo che salgo fin lassù…”

Però lui era un cavaliere d’oro. Un guerriero dalle abilità sovraumane. Figurarsi se con le sue capacità non riusciva a trovare un modo per spuntarla.

 

“LEONEEEEEEEEE!”

Aiolia, con un asciugamano intorno le spalle e lo spazzolino fra i denti uscì dalla quinta casa con una vena pulsante sulla tempia: “Death Mask, poi ti chiedi perché hai una brutta nomea? La pianti di urlare? Se hai qualcosa da dirmi vieni qui!”

Intanto per rispondergli stava gridando anche lui!

“Non ho qualcosa da dirti, ho qualcosa da darti: PALLA!”

“Che?!?!?”

Il pacco postale rischiò di arrivargli in faccia alla velocità della luce! Per fortuna aveva buoni riflessi e lo colse al volo.

“E CHE CI DEVO FARE?”
“PASSA AVANTI!”
“Bah!”

Aiolia, ancora con la bocca piena di bolle e dentifricio, attraversò di fretta la sua casa e giunto sul retro si apprestò al lancio.

 

Nella sesta casa regnava una calma soprannaturale, la quinta essenza della serenità, il colmo delle beatitudini.
Nel centro della casa, Shaka di Virgo, seduto nella posizione del loto era il cuore di quell’aura mistica che si irradiava intorno a lui, e che da lui proveniva.

La sua mente era sgombera, sciolta da ogni legame, libera di volare, libera di cogliere ciò che l’uomo da sempre anela.

Si sollevò da terra, levitando, e mentre iniziava a rilucere, Shaka capì che era giunto il momento.

L’Illuminazione. La suprema consapevolezza.

Eccola lì ad un passo, a portata di mano. Eccola, la sua anima cercatrice giungeva finalmente al premio…

 

STUMP!

 

Colpito in piena faccia da un pacco postale, Shaka era ricascato a terra fragorosamente.

“……”
“SHAKA! LA POSTA!” –urlò Aiolia dalla sua casa- “Passa su il pacco! Ah, c’è anche qualcosa per te! A dopo!”

La posta? Quando qualche secondo prima il suo spirito sublimava estatico verso la suprema verità?

Sospirò: “Mi mancavano pochi secondi per raggiungere l’Illuminazione, il traguardo di ogni buddista, la meta verso cui cammino da ben due vite precedenti a questa…” –disse, parlando, con voce ancora serena- “L’unica cosa che mi impedisce di impazzire è il fatto che questa busta per me possa contenere qualcosa di importante.”

La aprì e lesse.

 

Per tutta la settimana in tutti i negozi Pentathlon offertissima sui tappetini da yoga!
Prendi 4 e paghi 3!

 

“……………………………………………………”

 

Aiolia stava asciugandosi la faccia quando un colossale “MAPORCAPUTT!!!” proveniente dalla sesta casa lo fece saltare dalla paura!

Mai il cavaliere della Vergine fu meno “puro” di quel momento!

 

Nella casa dello Scorpione, Milo stava tranquillamente seduto a smaltarsi l’unghia dell’indice di rosso: Antares era il suo colpo più potente ed era giusto fosse più scarlatta e in ordine che mai.

“Con calma… non voglio mica sbavature, eh?”

Incominciò a passare piano il pennellino, tenendo la mano, appoggiata su di un tavolo, ben ferma…

SBAM!

“MA CHE CA…?!?!?”

Per fortuna non sbavò con lo smalto, anche se rischiò di capitombolare all’indietro con la sedia.

Shaka di Virgo era entrato senza annunciarsi, cosa abbastanza insolita, e, cosa ancora più insolita, aveva fatto piombare in maniera burbera sul tavolo un grosso pacco postale.

“Ehm… per me?” chiese Milo incerto, confuso dall’insolito aspetto non propriamente “buddistico” dell’amico cavaliere.

“No. Passa avanti.”

Era passato per anche per la casa della Bilancia, ma il suo occupante era di nuovo partito per un soggiorno alle terme dei Cinque Picchi, il solito scioperato… Quindi si era dovuto anche fare una rampa di scale in più, come non fosse già abbastanza nervoso.
“Ah, si, è per Afrodite vedo…” disse Milo leggendo il destinatario, ma Shaka già se ne stava andando, mormorando strane parole a voce bassa e denti stretti…

“Maporcadiquellaputdiunpaccodelcal’illuminazionemaporcodiunareincarnazionequestipostinifottutiequesticolleghid’orodelcavolochelancianoipacchimavadanoamarcireneiseimondidell’infernoporcadiquellaput…”

“……”

Milo fece finta di non aver sentito nulla per preservare l’immagine che aveva di Shaka…
Dopodiché, ripresosi dallo shock e finita la manicure, si concentrò dunque sul pacco.

“Non mi va proprio di salire scale ora come ora…”

Bastava lanciarlo, si disse, giungendo alla stessa idea di Death Mask e Aiolia: in fondo, se fosse stato qualcosa di urgente Shaka glielo avrebbe detto… e forse avrebbe anche preservato le sue facoltà mentali e il suo equilibrio psicofisico…

 

<< STUMP! >> fece il pacco atterrando giusto al centro della nona casa.

“Ehi, di casa!” –urlò Milo da lontano- “Lascio il pacco qui! Se c’è qualcuno qui intorno passi avanti!”

La casa restò immersa nel totale silenzio.

“……”

Questo finché una nuvoletta di vapore cominciò a gironzolare intorno al pacco, abbandonato incustodito per terra, per poi acquisire una forma definita quanto eterea e trasparente: quella di Aiolos del Sagittario.

“Cribbio! Mi sa che i postini hanno imparato la lezione sulle consegne ai piani alti del santuario. E adesso?”

Il fantasma si guardò intorno. Nessuno in vista per dargli una mano, ed era inutile tentare di afferrarlo per portarlo alla casa successiva: era intangibile.

“La posta deve sempre arrivare!” –esclamò il cavaliere, defunto eppure ancora di sani principi- “Dovrò chiedere un aiuto.”

 

“Zzz… Zzz…”

La casa del Capricorno era ancora immersa nel silenzio e nell’oscurità. Al riparo delle tapparelle abbassate, Shura continuava a poltrire, malgrado il resto del santuario fosse già sveglio.

“Zzz… Ci ho l’Excalibur! Ma sono un grande! Zzz…”

Si rigirò dall’altra parte, portandosi il lenzuolo sopra la spalla.

Quand’ecco che l’apparizione cominciò!

<< Shuuuuraaaa! Shuuuuuraaaa! >>  

“Zzz… Eh?!”

<< Shuuuuraaaa! Sveeeegliatiiii! >> ululò il fantasma di Aiolos fluttuandogli in testa.

“Oh, no! Non di nuovo!”

Il cavaliere del Capricorno roteò gli occhi sotto le palpebre semichiuse e tentò di nascondersi sotto il cuscino.

“Aiolos dai, non mi scocciare!”

<< Sveeeegliatiiii! Credi mi faccia piacere parlare coooosì? >>

Dura rispettare certe clausole del contratto da fantasma!

“Allora taglia corto: cosa c’è?” mugugnò Shura, con la voce roca da primo risveglio.

<< Va nella mia caaaasa! Troverai un paaaaco! Passa avanti. >>

“E il postino?”

<< Non si lasciano piùùùù fregare queeeelli… >>

Quello tornato a casa con le piante dei piedi sanguinanti per una consegna su dalla “grande capa” coi capelli viola era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Il nuovo contratto sindacale stabiliva per i postini il permesso di fottersene altamente delle consegne oltre la quinta casa per motivi di tutela della salute.

“Che palle! Non potevi apparire da qualcun altro?”

<< Ehi! Chi è che mi ha ucciso? >>

“… Io…”
<< Ecco! Quindi muovi il… Ehm, volevo dire: Muuuuovi il cuuuulo e porta quel paaaacco avantiiii! >>

“Uff…”
A malincuore, Shura si alzò.

<< Addiiiio Shuuuura! Addiiiio! >>

“Alla prossima Aiolos.”

Begli amici! Li ammazzi una volta e te lo fanno pesare in eterno!

 

Shura, indossata frettolosamente l’armatura, scese giù alla casa del Sagittario, poi tornò su e poi ancora più su, fino alla casa dell’Acquario.

“Mi chiedo cosa contenga…” pensò a voce alta, rigirandosela tra le mani.

Una diminuzione della temperatura gli fece capire di essere quasi arrivato.

<< Ma perché Camus mette sempre l’aria condizionata al massimo? Brrr! >>

“Buongiorno.” gli fece il cavaliere dell’undicesima casa andandogli incontro.

“Giorno. Toglimi una curiosità, cosa fai in estate, dormi in un freezer?”

“Spiritoso… è per me?”

“No: questo pacco si è fatto praticamente tutto il santuario dalla base alla cima, ora la staffetta sta a te che sei l’ultimo.”

“Ci penso io, vado immediatamente da Afrodite.”

“Yaaawn, io vado da Mur a vedere se gli è avanzato un po’ di caffè: Kiki lo fa divinamente…”

 

“Chissà cosa contiene?”

Una domanda che si erano posti praticamente tutti… Eccetto il povero Shaka, che qualche rampa di scale più in giù cercava di riconquistarsi il Nirvana, o quantomeno di tenere a freno la lingua…

“Ti sei fatto un bel giro turistico, eh? Beh, adesso sei arrivato.”

Avvicinandosi, Camus sentì una musica provenire dall’alto farsi sempre più forte man mano che saliva.

 

( http://www.youtube.com/watch?v=LCpDIMtIDr8 )

 

Dont stop, make it pop
DJ, blow my speakers up
Tonight, Imma fight
Til we see the sunlight

 

Doveva essere arrivato durante la sua ginnastica mattutina, pensò Camus, mentre lo stereo a palla di Afrodite gli pestava negli orecchi

“Afrodite? Ci sei? È arrivato un pacco postale per te.”

Si avventurò con discrezione nella casa…

 

Dont stop, make it pop
DJ, blow my speakers up
Tonight, Imma fight
Til we see the sunlight
Tick tock, on the clock
But the party dont stop
Woah-oh oh oh
Woah-oh oh
oh

 

“Afrodi…”

Lo trovò in una tutina da aerobica aderente, con polsini e bandana, che mi muoveva a ritmo di musica con movenze da pop-star, lanciando occhiolini e pose sciccose…

Questi dal canto suo si fermò solo quando, dopo una giravolta, notò Camus con gli occhi strabuzzati a fissarlo con lo scatolone in mano…

“……”

“……”

 

Tick tock, on the clock
But the party dont stop
Woah-oh oh oh
Woah-oh oh oh

 

“……”

“……”

 

Tick tock, on the clock
But the party don’t… CLICK!

 

Afrodite, spento velocemente lo stereo, sparì in un lampo dalla vista, per poi ricomparire, tutto trafelato, nella sua armatura d’oro.

“Oh, Camus! Che sopresa… Eh eh eh!”

Cumus si fece avanti, ma con molta attenzione…

“Ehm, spero non farai troppo caso a ciò che hai visto…”
“Sto già cercando di rimuoverlo tranquillo…”

“Sai, al mattimo mi piace svegliare il corpo…”
“Più che giusto…”

Intanto continuava a focalizzare il suo sedere sodo che andava di qua e di là in una tuta da aerobica! L’imperativo sorgeva spontaneo: cambiare discorso, all’istante!

“Tieni, è arrivato questo pacco per te.”
“Oh, benissimo! Lo aspettavo con ansia! Grazie Camus! Prego, accomodati!”
“Appena li vedi ringrazia anche gli altri, questo pacco è passato di mano in mano fin quassù.”

Afrodite lo poggiò su un tavolo e cominciò a togliere lo scotch che lo chiudeva. Camus si avvicinò curioso: “Posso sapere di che si tratta?”

Era il minimo visto che aveva praticamente scomodato tutti gli altri cavalieri.

“Un articolo di gran classe che ho ordinato per corrispondenza! Come sai sono un esteta e mi piacciono le cose raffinate. È un set completo di bicchieri e calici in pregiato cristallo di Boemia.”

Aprì la scatola.

“……”

Lungo il tragitto il cristallo di Boemia aveva avuto tutto il tempo di trasformarsi in una stupenda collezione di cocci di vetro stile Grande Tempio d’Atene.

Camus si grattò la guancia, ripensando a come anche lui non avesse esattamente trattato coi guanti quel pacco misterioso, ignorando completamente la dicitura che indicava il verso in cui tenerlo e le altre precauzioni!

“Ecco… io vi lascio soli per un po’. Ci vediamo.”

Afrodite raccolse uno dei frammenti di cristallo e lo scrutò con aria amletica.

 

“Prendere nota: non farsi consegnare nulla a domicilio se abiti alla dodicesima casa… SIGH!”

 

 

 

Povero Afrodite! XD

Come avete notato ho usato sempre i loro nomi originali, evitando accuratamente le cavolate della traduzione italiana (Scoprio dello Scorpione, Toro del Toro… Che cavolata…).

Forse ne usciranno altre di questo tipo sui cavalieri d’oro, sono personaggi bellissimi! Intanto fatemi sapere che ve n’è parsa di questa quotidiana e divertente parodia!
Alla prossima, e continuare a seguire le mie altre fic!

 

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
  
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