Ciao
a tutti cari lettori! La mia galoppante
fantasia da perdigiorno che puntualmente mi interrompo mentre studio
per gli
esami vi propone ora la mia prima fanfic su Saint Seiya! Il genere e
comico e
non è molto lunga né molto impegnativa, spero vi
garantisca un bel quarto d’ora
di allegria! XD
Faccio
una premessa, conosco poco questo manga:
non l’ho mai letto né visto granché
dell’anime, mi ci sono appassionato grazie
agli straordinari doppiaggi de “Lamammadicrystal”
(scrivete su google, non ve
ne pentirete!) XD
Non
è ambientata in un nessun momento particolare
della storia perché volevo far rientrare un po’
tutti i Gold Saints, gli unici
personaggi per me degni di nota.
Buona
lettura, commentate!
PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
Sorge
il sole sulla terra ellenica, su Atene e sul
Grande Tempio della sua amata dea.
Il
marmo e le pietre candide delle dodici case
dello zodiaco fanno come al solito bella figura rilucendo al
luminosissimo sole
mediterraneo del primo mattino.
Malgrado
i cospicui danni che quei piccoli
bastardini di bronzo provocavano ogni qualvolta si avvicinassero, il
santuario
era esteticamente un posto ancora valido…
Ed
ecco, dall’ombreggiato colonnato della prima
casa, quella dell’Ariete, il primo dei guardiani, il
cavaliere d’oro di Aries,
emergere sotto il cielo azzurro, salutando il nuovo giorno
già vestito della
scintillante e poderosa armatura d’oro.
“YAAAAAAAAAAWN…”
Anche
se non aveva ancora preso il suo carico e
macchiato caffè mattutino…
Mur
si stiracchiò e prese una boccata d’aria. Quello
si che era un bel lavoro: fare il guardiano in un posto dove quasi
nessuno
veniva mai a rompere le balle.
E per
quanto riguardava quei cinque piccoletti,
era un sollievo sapere di essere riusciti a fare in modo vincessero
quel
viaggio premio di due settimane alle Barbados.
Ma
soprattutto era d’incoraggiamento sapere che il
caro Death Mask aveva provveduto a sabotare qualche filo del loro
aereo…
Anche
Atena di lassù se ne stava tranquilla di
quei tempi, di conseguenza era un buon periodo.
Mur
restò qualche minuto a respirare l’aria fresca
del nuovo giorno, aspettando che il fratellino Kiki lo chiamasse una
volta
salito il caffè, quand’ecco che udì un
rumore farsi sempre più vicino.
Scese
qualche scalino, e vide comparire, oltre una
curva di roccia nella gola che conduceva alle dodici case, un estraneo.
Un
estraneo in motorino.
Senza
pensarci su due volte, il guerriero sacro
cominciò a scendere la scalinata, andandogli incontro,
mentre il motorino si
fermava giusto alla base della salita.
“Straniero”
–lo apostrofò il grande Mur- “Codesto
luogo ti è inaccessibile: il Santuario che si erge dinanzi i
tuoi occhi è la
dimora della grande dea Atena, e ai comuni mortali non è
consentito salirvi.
Arresta dunque qui la tua avanzata, o in quanto guardiano della prima
casa,
sarò per te bastione insormontabile.”
“…
Buongiorno, sono il nuovo postino.”
“Buongiorno.” rispose educatamente Mur, terminata
la solenne introduzione di
rito.
Il
postino cominciò a cercare nella sua sacca,
buttando però sempre un occhietto sul Gold Saint: gli
avevano detto in ufficio
che lì c’erano dei tipi piuttosto strani,
però era anche vero che vestivano
d’oro massiccio… Se era così voleva
essere “strano” anche lui!
“Ha
qualcosa per me?”
“Per
il residente della prima casa nulla. C’è
questo plico per la sesta casa e poi questo pacco. Firma lei?”
“Perché
no?”
Firmata
la ricevuta, il postino lasciò il pacco e
la busta nelle mani del cavaliere d’oro, e augurata buona
giornata rimise in
moto il motorino che tremolando ripartì.
Mur
guardò il pacco curioso, quando si ricordò che
il postino non gli aveva detto una cosa.
“Ehi,
scusi! Ma per chi è questo pacco?” gli
gridò
prima si allontanasse troppo.
“Il residente della dodicesima casa.” gli
urlò quello di rimando.
“……”
Mur si voltò verso il Grande Tempio e alzò
lentamente il capo, rendendosi conto
che, pur abitando lì, non sempre faceva caso alla maestosa e
distruttiva
distanza in salita da lì all’ultima
casa…
Si
voltò di scatto, ma il motorino era già sparito
oltre la curva…
“…
Tsk! Mi ha fregato!”
Malgrado fosse nuovo, i colleghi dovevano averlo istruito bene su cosa
significasse consegnare la posta lì!
“Basta
che non diventi un vizio! Bah!”
Mur
tornò così alla sua casa un po’ meno di
buonumore. Costretto a rimandare il caffè già
nelle tazzine, arrivò sul retro e
corse di nuovo con lo sguardo l’incalcolabile numero di
gradini fino alla casa
dei Pesci.
“Ma
chi me lo fa fare? Sono già pigro di mio!”
Per
fortuna conosceva un amico al quale scaricare
la faticata chiedendo un piacere…
Il
cavaliere dell’Ariete giunse così fino alla
seconda casa, quella del Toro.
“Aldebaran!
Sei in casa?”
“Ciao
vicino, dimmi!” si affacciò alla porta
sorridendo il gigantesco cavaliere del secondo segno.
“Il
postino mi ha lasciato questo pacco da
consegnare qualche casa più su. Siccome non voglio che il
mio caffè mattutino
si raffreddi, non potresti pensarci tu per favore?”
“Ma
certo vicino! Ci penso io!”
Mur
lo ringraziò e ridiscese, mentre il buon
Aldebaran si poneva giustamente una domanda.
“Mur?
A quale casa devo consegnarlo?”
“Quella dei Pesci, grazie ancora!”
Albebaran
sgranò gli occhi e guardò su in cima al
santuario, poi di nuovo giù, ma di Mur nessuna
traccia…
“…
Ecco che ci si guadagna ad essere un buon
vicino! Tsk!”
Sbuffò…
La colazione gli si sarebbe freddata, meglio
muoversi, sperando che quei due alla casa successiva non avessero fatto
troppe
storie…
Invece,
quando arrivò alla casa di Gemini li sentì
litigare già da fuori!
“MOLLA
LA MIA ARMATURA!”
“LA
TUA?! CON CHE CORAGGIO!”
“Sigh…”
sospirò il grosso Toro…
La
casa era l’unica occupata da due cavalieri
anziché uno, e la civile convivenza sembrava sconosciuta
quanto l’amore
fraterno…
Saga
e Kanon si abbarbicarono entrambi alle
vestigia dei Gemelli, ringhiandosi contro con gli occhi iniettati di
sangue.
“Molla,
fratellino!” ordinò con un sorriso tirato
Saga.
“Non ci penso nemmeno, fratellone!” rispose Kanon,
tirando a sé l’armatura.
Ne
seguì che anche Saga la tirò a sé, poi
Kanon
fece lo stesso e così via, come si fa con una coperta troppo
corta.
“Sentimi
bene! Io sono il legittimo proprietario
di questa armatura! E se non fosse stato per le mie crisi
schizofreniche non
l’avresti mai vista nemmeno col cannocchiale!”
“Te
ne sei reso immeritevole! Volevi far fuori il
capo per comandare tu! E a me che avevo solo proposto di metterle le
puntine
sulla la sedia mi hai rinchiuso in una cella con l’alta marea
che saliva!”
“Ti
è sempre piaciuto sguazzare! Ricordi quando
eravamo bambini? Chi ti ha insegnato a nuotare, eh? Dimostrami un
briciolo di
riconoscenza!”
“Mi hai insegnato a nuotare solo perché volevi
andassi a pesca di frutti di
mare per te! Chi è che si è fatto dare i negativi
quando a quella festa al
Partenone ti scattarono quelle foto imbarazzanti?”
“Shhh!
Qualcuno potrebbe sentirti!”
“Ehm,
scusate…”
Aldebaran aveva trovatoi due gemellini a contendersi lo stesso
giocattolo,
facendo così scendere un silenzio imbarazzante.
Kanon
tolse per primo le mani.
“AH
AH! MIA! CI HAI RINUNCIATO! ALDEBARAN è
TESTIMONE!”
“Ne
riparliamo quando se ne và!” fece Kanon
sgranchendosi le nocche.
“Uno
di voi due potrebbe per favore passare avanti
questo pacco?”
“Fin dove?” chiese Saga, che carezzava uno degli
schinieri.
“Alla
dodicesima…” fece sincero il gigante.
“Nessun
problema, ci penserà Kanon.
“CHE
COSA?! FIN LAGGIÙ?! E CHI L’HA DECISO?!”
“IO
IN QUANTO MIGLIORE DEI DUE! ORA MUOVI LE
CHIAPPE E ALLONTANATI DALLA MIA ARMATURA!”
“NON SONO IL TUO SERVETTO! E IL MIGLIORE SONO IO!”
Aldebaran
pensò bene di defilarsi subito…
“Giochiamocela
a morra cinese!” propose Kanon.
“Non
gioco più a morra con te!” -ribatté
Saga-
“Quando metti “sasso” mi tiri un pugno in
un occhio! Il fratello cattivo sei
sempre stato tu! Ora sali!”
“No!”
“Sali!”
“No!”
“Salgo!”
“No!”
“Ho
detto che salgo e lo consegno io!”
“Sono
stufo delle tue manie di protagonismo! Solo
perché hai vestito quell’armatura prima di me
pensi di scavalcarmi in tutto? Lo
porto io il pacco!”
“Tsk!
E va bene vai…”
“Umpf!”
Restato
solo con l’armatura, Saga fischiettando
corse a prendere il lucido per togliere le impronte del fratello.
Questi
si accorse dell’accaduto solo a metà strada
dalla casa del Cancro…
“DOH!”
Durante
il tragitto, Kanon ebbe modo di pensare a
115 modi diversi per cambiare i connotati al fratello in modo da
rendere
impossibile pensare che fossero gemelli. Ingannò
così l’attesa fino alla quarta
casa, il cui macabro cavaliere innaffiava canticchiando i suoi
crisantemi.
“Sciuri!
Sciuri! Sciuri de tuttu l’annu! L’amuri
ca mi dasti ti lu tornu!”
Sentendo
dei passi, Death Mask si girò e vide una
visita sull’uscio della casa.
“Tu
chi saresti? Il fratello buono o quello
cattivo?”
“Il
fratello scemo…”
STOMP!
Lasciò
cadere in malo modo il pacco e se ne andò
senza dire una parola, sicché al povero padrone di casa
saltò la mosca al naso!
“Minchia!
Ma che hai preso casa mia per una
discarica?!”
“Portalo
su!” gli disse semplicemente la voce in
lontananza del gemello gabbato.
“Posta,
eh? E per chi sarebbe sto pacco?”
Controllò
gli indirizzi e vide che la busta,
legata con uno spago al pacco, era indirizzata al cavaliere di Virgo,
mentre il
pacco era per la dodicesima casa.”
“Io? Salire alla dodicesima casa? Ma che stiamo scherzando?
Tutti quei gradini?
Minchia, l’ultima volta che quei cinque di bronzo se li son
fatti tutti di
corsa dei gradini gli è venuta la fobia!”
Ancora adesso se ne vedono uno scappano a rintanarsi in un angolo, e
non salgono
mai e poi mai oltre il piano terra!
“Sto
cazzo che salgo fin lassù…”
Però
lui era un cavaliere d’oro. Un guerriero
dalle abilità sovraumane. Figurarsi se con le sue
capacità non riusciva a
trovare un modo per spuntarla.
“LEONEEEEEEEEE!”
Aiolia,
con un asciugamano intorno le spalle e lo
spazzolino fra i denti uscì dalla quinta casa con una vena
pulsante sulla
tempia: “Death Mask, poi ti chiedi perché hai una
brutta nomea? La pianti di
urlare? Se hai qualcosa da dirmi vieni qui!”
Intanto
per rispondergli stava gridando anche lui!
“Non
ho qualcosa da dirti, ho qualcosa da darti:
PALLA!”
“Che?!?!?”
Il
pacco postale rischiò di arrivargli in faccia
alla velocità della luce! Per fortuna aveva buoni riflessi e
lo colse al volo.
“E
CHE CI DEVO FARE?”
“PASSA AVANTI!”
“Bah!”
Aiolia,
ancora con la bocca piena di bolle e
dentifricio, attraversò di fretta la sua casa e giunto sul
retro si apprestò al
lancio.
Nella
sesta casa regnava una calma soprannaturale,
la quinta essenza della serenità, il colmo delle beatitudini.
Nel centro della casa, Shaka di Virgo, seduto nella posizione del loto
era il
cuore di quell’aura mistica che si irradiava intorno a lui, e
che da lui
proveniva.
La
sua mente era sgombera, sciolta da ogni legame,
libera di volare, libera di cogliere ciò che
l’uomo da sempre anela.
Si
sollevò da terra, levitando, e mentre iniziava
a rilucere, Shaka capì che era giunto il momento.
L’Illuminazione.
La suprema consapevolezza.
Eccola
lì ad un passo, a portata di mano. Eccola,
la sua anima cercatrice giungeva finalmente al premio…
STUMP!
Colpito
in piena faccia da un pacco postale, Shaka
era ricascato a terra fragorosamente.
“……”
“SHAKA! LA POSTA!” –urlò
Aiolia dalla sua casa- “Passa su il pacco! Ah,
c’è
anche qualcosa per te! A dopo!”
La
posta? Quando qualche secondo prima il suo
spirito sublimava estatico verso la suprema verità?
Sospirò:
“Mi mancavano pochi secondi per
raggiungere l’Illuminazione, il traguardo di ogni buddista,
la meta verso cui
cammino da ben due vite precedenti a questa…”
–disse, parlando, con voce ancora
serena- “L’unica cosa che mi impedisce di impazzire
è il fatto che questa busta
per me possa contenere qualcosa di importante.”
La
aprì e lesse.
Per
tutta la
settimana in tutti i negozi Pentathlon offertissima sui tappetini da
yoga!
Prendi 4 e paghi 3!
“……………………………………………………”
Aiolia
stava asciugandosi la faccia quando un
colossale “MAPORCAPUTT!!!”
proveniente
dalla sesta casa lo fece saltare dalla paura!
Mai
il cavaliere della Vergine fu meno “puro” di
quel momento!
Nella
casa dello Scorpione, Milo stava
tranquillamente seduto a smaltarsi l’unghia
dell’indice di rosso: Antares era
il suo colpo più potente ed era giusto fosse più
scarlatta e in ordine che mai.
“Con
calma… non voglio mica sbavature, eh?”
Incominciò
a passare piano il pennellino, tenendo
la mano, appoggiata su di un tavolo, ben ferma…
SBAM!
“MA
CHE CA…?!?!?”
Per
fortuna non sbavò con lo smalto, anche se
rischiò di capitombolare all’indietro con la sedia.
Shaka
di Virgo era entrato senza annunciarsi, cosa
abbastanza insolita, e, cosa ancora più insolita, aveva
fatto piombare in
maniera burbera sul tavolo un grosso pacco postale.
“Ehm…
per me?” chiese Milo incerto, confuso dall’insolito
aspetto non propriamente “buddistico”
dell’amico cavaliere.
“No.
Passa avanti.”
Era
passato per anche per la casa della Bilancia,
ma il suo occupante era di nuovo partito per un soggiorno alle terme
dei Cinque
Picchi, il solito scioperato… Quindi si era dovuto anche
fare una rampa di
scale in più, come non fosse già abbastanza
nervoso.
“Ah, si, è per Afrodite
vedo…” disse Milo leggendo il destinatario, ma
Shaka
già se ne stava andando, mormorando strane parole a voce
bassa e denti stretti…
“Maporcadiquellaputdiunpaccodelcal’illuminazionemaporcodiunareincarnazionequestipostinifottutiequesticolleghid’orodelcavolochelancianoipacchimavadanoamarcireneiseimondidell’infernoporcadiquellaput…”
“……”
Milo
fece finta di non aver sentito nulla per
preservare l’immagine che aveva di Shaka…
Dopodiché, ripresosi dallo shock e finita la manicure, si
concentrò dunque sul
pacco.
“Non
mi va proprio di salire scale ora come ora…”
Bastava
lanciarlo, si disse, giungendo alla stessa
idea di Death Mask e Aiolia: in fondo, se fosse stato qualcosa di
urgente Shaka
glielo avrebbe detto… e forse avrebbe anche preservato le
sue facoltà mentali e
il suo equilibrio psicofisico…
<<
STUMP! >> fece il pacco atterrando
giusto al centro della nona casa.
“Ehi,
di casa!” –urlò Milo da lontano-
“Lascio il
pacco qui! Se c’è qualcuno qui intorno passi
avanti!”
La
casa restò immersa nel totale silenzio.
“……”
Questo
finché una nuvoletta di vapore cominciò a
gironzolare intorno al pacco, abbandonato incustodito per terra, per
poi
acquisire una forma definita quanto eterea e trasparente: quella di
Aiolos del
Sagittario.
“Cribbio!
Mi sa che i postini hanno imparato la
lezione sulle consegne ai piani alti del santuario. E adesso?”
Il
fantasma si guardò intorno. Nessuno in vista
per dargli una mano, ed era inutile tentare di afferrarlo per portarlo
alla
casa successiva: era intangibile.
“La
posta deve sempre arrivare!” –esclamò il
cavaliere, defunto eppure ancora di sani principi-
“Dovrò chiedere un aiuto.”
“Zzz…
Zzz…”
La
casa del Capricorno era ancora immersa nel
silenzio e nell’oscurità. Al riparo delle
tapparelle abbassate, Shura
continuava a poltrire, malgrado il resto del santuario fosse
già sveglio.
“Zzz…
Ci ho l’Excalibur! Ma sono un grande!
Zzz…”
Si
rigirò dall’altra parte, portandosi il lenzuolo
sopra la spalla.
Quand’ecco
che l’apparizione cominciò!
<<
Shuuuuraaaa!
Shuuuuuraaaa! >>
“Zzz…
Eh?!”
<<
Shuuuuraaaa!
Sveeeegliatiiii! >> ululò il
fantasma di Aiolos fluttuandogli in
testa.
“Oh,
no! Non di nuovo!”
Il
cavaliere del Capricorno roteò gli occhi sotto
le palpebre semichiuse e tentò di nascondersi sotto il
cuscino.
“Aiolos
dai, non mi scocciare!”
<<
Sveeeegliatiiii!
Credi mi faccia piacere parlare coooosì?
>>
Dura
rispettare certe clausole del contratto da
fantasma!
“Allora
taglia corto: cosa c’è?”
mugugnò Shura,
con la voce roca da primo risveglio.
<<
Va
nella mia caaaasa! Troverai un paaaaco! Passa avanti.
>>
“E
il postino?”
<<
Non
si lasciano piùùùù fregare
queeeelli… >>
Quello
tornato a casa con le piante dei piedi
sanguinanti per una consegna su dalla “grande capa”
coi capelli viola era stata
la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Il nuovo contratto
sindacale
stabiliva per i postini il permesso di fottersene altamente delle
consegne
oltre la quinta casa per motivi di tutela della salute.
“Che
palle! Non potevi apparire da qualcun altro?”
<<
Ehi!
Chi è che mi ha ucciso? >>
“…
Io…”
<< Ecco! Quindi muovi
il… Ehm,
volevo dire: Muuuuovi il cuuuulo e porta quel paaaacco avantiiii!
>>
“Uff…”
A malincuore, Shura si alzò.
<<
Addiiiio
Shuuuura! Addiiiio! >>
“Alla
prossima Aiolos.”
Begli
amici! Li ammazzi una volta e te lo fanno
pesare in eterno!
Shura,
indossata frettolosamente l’armatura, scese
giù alla casa del Sagittario, poi tornò su e poi
ancora più su, fino alla casa
dell’Acquario.
“Mi
chiedo cosa contenga…” pensò a voce
alta,
rigirandosela tra le mani.
Una
diminuzione della temperatura gli fece capire
di essere quasi arrivato.
<<
Ma perché
Camus mette sempre l’aria condizionata al massimo? Brrr!
>>
“Buongiorno.”
gli fece il cavaliere dell’undicesima
casa andandogli incontro.
“Giorno.
Toglimi una curiosità, cosa fai in
estate, dormi in un freezer?”
“Spiritoso…
è per me?”
“No:
questo pacco si è fatto praticamente tutto il
santuario dalla base alla cima, ora la staffetta sta a te che sei
l’ultimo.”
“Ci
penso io, vado immediatamente da Afrodite.”
“Yaaawn,
io vado da Mur a vedere se gli è avanzato
un po’ di caffè: Kiki lo fa
divinamente…”
“Chissà
cosa contiene?”
Una
domanda che si erano posti praticamente tutti…
Eccetto il povero Shaka, che qualche rampa di scale più in
giù cercava di riconquistarsi
il Nirvana, o quantomeno di tenere a freno la lingua…
“Ti
sei fatto un bel giro turistico, eh? Beh,
adesso sei arrivato.”
Avvicinandosi,
Camus sentì una musica provenire
dall’alto farsi sempre più forte man mano che
saliva.
( http://www.youtube.com/watch?v=LCpDIMtIDr8
)
Dont stop, make it pop
DJ, blow my speakers up
Tonight, Imma fight
Til we see the sunlight
Doveva
essere arrivato durante la sua ginnastica
mattutina, pensò Camus, mentre lo stereo a palla di Afrodite
gli pestava negli
orecchi
“Afrodite?
Ci sei? È arrivato un pacco postale per
te.”
Si
avventurò con discrezione nella casa…
Dont stop, make it pop
DJ, blow my speakers up
Tonight, Imma fight
Til we see the sunlight
Tick tock, on the clock
But the party dont stop
Woah-oh oh oh
Woah-oh oh oh
“Afrodi…”
Lo
trovò in una tutina da aerobica aderente, con
polsini e bandana, che mi muoveva a ritmo di musica con movenze da
pop-star,
lanciando occhiolini e pose sciccose…
Questi
dal canto suo si fermò solo quando, dopo
una giravolta, notò Camus con gli occhi strabuzzati a
fissarlo con lo scatolone
in mano…
“……”
“……”
Tick tock, on the clock
But the party dont stop
Woah-oh oh oh
Woah-oh oh oh
“……”
“……”
Tick tock, on the clock
But the party don’t… CLICK!
Afrodite,
spento velocemente lo stereo, sparì in
un lampo dalla vista, per poi ricomparire, tutto trafelato, nella sua
armatura
d’oro.
“Oh,
Camus! Che sopresa…
Eh eh eh!”
Cumus
si fece avanti, ma
con molta attenzione…
“Ehm,
spero non farai
troppo caso a ciò che hai visto…”
“Sto già cercando di rimuoverlo
tranquillo…”
“Sai,
al mattimo mi piace
svegliare il corpo…”
“Più che giusto…”
Intanto
continuava a focalizzare il suo sedere
sodo che andava di qua e di là in una tuta da aerobica!
L’imperativo sorgeva
spontaneo: cambiare discorso, all’istante!
“Tieni,
è arrivato questo pacco per te.”
“Oh, benissimo! Lo aspettavo con ansia! Grazie Camus! Prego,
accomodati!”
“Appena li vedi ringrazia anche gli altri, questo pacco
è passato di mano in
mano fin quassù.”
Afrodite
lo poggiò su un
tavolo e cominciò a togliere lo scotch che lo chiudeva.
Camus si avvicinò
curioso: “Posso sapere di che si tratta?”
Era
il minimo visto che
aveva praticamente scomodato tutti gli altri cavalieri.
“Un
articolo di gran classe che ho ordinato per
corrispondenza! Come sai sono un esteta e mi piacciono le cose
raffinate. È un
set completo di bicchieri e calici in pregiato cristallo di
Boemia.”
Aprì
la scatola.
“……”
Lungo
il tragitto il
cristallo di Boemia aveva avuto tutto il tempo di trasformarsi in una
stupenda
collezione di cocci di vetro stile Grande Tempio d’Atene.
Camus
si grattò la guancia, ripensando a come
anche lui non avesse esattamente trattato coi guanti quel pacco
misterioso,
ignorando completamente la dicitura che indicava il verso in cui
tenerlo e le
altre precauzioni!
“Ecco…
io vi lascio soli per un po’. Ci vediamo.”
Afrodite
raccolse uno dei frammenti di cristallo e
lo scrutò con aria amletica.
“Prendere
nota: non farsi consegnare nulla a
domicilio se abiti alla dodicesima casa… SIGH!”
Povero
Afrodite! XD
Come
avete notato ho usato sempre i loro nomi
originali, evitando accuratamente le cavolate della traduzione italiana
(Scoprio dello Scorpione, Toro del Toro… Che
cavolata…).
Forse
ne usciranno altre di questo tipo sui
cavalieri d’oro, sono personaggi bellissimi! Intanto fatemi
sapere che ve n’è
parsa di questa quotidiana e divertente parodia!
Alla prossima, e continuare a seguire le mie altre fic!