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Autore: Kate_88    13/04/2011    17 recensioni
Vivere la vita, da adolescente ad adulta, con i problemi che ogni anno si presentano, perchè la crescita è fatta di sogni ed incertezze. Ogni stagione ha il suo perchè, oltre ogni finestra c'è un paesaggio differente. Si può essere adolescenti e fare i capricci per una divisa, si può essere adulti e ricordarsi d'insegnare ai figli ciò che realmente significa una divisa.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Usagi/Bunny
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Buonasera a tutti.
Oggi ero particolarmente depressa e guardando fuori dalla finestra ho pensato a questa One shot.
La protagonista è Usagi, mi piace pensare a questo pg, quindi ormai lo uso un pò ovunque.
Spero vi piaccia, anche se la stesura è sicuramente particolare rispetto a quelle che pubblico di solito.
Spero di non deludervi perchè sinceramente, per la prima volta sono soddisfatta di questa one shot.
Avverto da subito che qualcuno potrà ritenere inadatto l'utilizzo di alcune ripetizione, da subito faccio presente che non sono errori di battitura ma vere e proprie parole messe lì apposta.
Spero vi piaccia e come sempre fatemi sapere ogni vostro parere, ci tengo!

A presto.


Kate

 

 

 

 

Le stagioni del cuore.

 

 

 

 

 

Autunno – 16 anni

 

 

 

Dal banco di scuola guardo oltre il vetro della finestra, distraendomi dalla lezione mentre gli alberi perdono disinteressati le loro foglie, donandole al vento senza provare a trattenerle, senza obiettare alla violenza di quell'aria che in questo periodo dell'anno riscuote il suo tributo.

Il caldo inizia ad abbandonare questa parte di Terra lasciando spazio ad un'aria più fresca, obbligandomi a quelle maglie scomode in cotone o peggio, alla divisa a maniche lunghe.

Non mi piace la divisa di questa scuola, con questo fiocco blu, le maniche con i polsini stretti e la gonna fino alle ginocchia, di un tessuto che potrebbe essere di solo acrilico.

Le maniche lunghe sono scomode, impediscono i movimenti e preferisco di gran lunga la libertà delle maniche corte, larghe con l'aria che carezza la pelle e mi dice che fuori da queste quattro mura, pesanti ed opprimenti, c'è un mondo diverso e curioso.

Disegno cerchi sul banco mentre continuo a guardare, se il professore mi scopre mi farà uscire fuori dall'aula mettendomi in punizione ed un po' lo spero, mentre continuo a sperare di diventare una foglia prima o poi così nell'autunno potrei essere portata via dal vento, lontano da questa scuola, lontano da queste persone fatte di falsi principi, con dei professori che insegnano per avere il posto fisso e non per il piacere di farlo, con studenti che fanno sport così sono assicurati per l'università e non hanno il problema dello studio.

Io invece sono pigra, non mi piace lo studio, né lo sport, odio la mia divisa ed il mio essere ordinariamente ordinaria.

Se devo scegliere tra la divisa e il pigiama, scelgo il pigiama.

Se ho un paio di scarpe belle ma scomode ed un paio comode ma brutte, scelgo quelle comode perché in fondo nessuno deve guardarmi, nessuno deve scoprire che esiste una certa Usagi, una ragazza dai buffi codini, perennemente annoiata da quelle giornate imposte.

La divisa continua a darmi fastidio e il professore continua a parlare: sono due cose che generano dentro di me una reazione, un senso di repulsione contro tutto e tutti.

Il periodo dei miei sedici anni è qualcosa d'ingestibile, anche mia madre dice spesso che non sa come comportarsi con me e la mia adolescenza.

Io che mi lamento del cibo. Io che mi lamento della divisa. Io che mi lamento delle magliette di cotone a manica lunga. Io che vorrei vivere a maniche corte. Io che non sopporto il professore, il vento violento che strappa via le foglie e le mie amiche troppo euforiche, piene di voglia di vivere come fosse sempre estate.

L'autunno dei miei sedici anni è come un albero dopo l'estate, con le foglie che ingialliscono e prendono quelle sfumature odiose dall'arancio al marrone, con i rami che iniziano a spogliarsi lentamente inconsci del vento che arriva all'improvviso e toglie tutto come se fosse il padrone.

Io, un albero senza sogni, non come Ami che sogna di diventare dottoressa. Non come Makoto che sogna di diventare una pasticcera, lei sa prendersi cura anche dei fiori mentre io non so mai se è meglio annaffiarli al mattino o alla sera. Non come Rei che già si prende cura del tempio. Non come Minako che sogna di diventare un'Idol. In verità Minako è già un'Idol, ecco perchè spesso salta le lezioni.

Loro hanno dei sogni ed io mi sento esclusa perchè se esistesse uno specchio dei sogni, il mio non avrebbe neanche il vetro, sarebbe una cornice vuota e spenta.

Il campo che si vede oltre la finestra dell'aula è pieno di gente, ragazzi che cercano d'attirare l'attenzione, ragazzi che s'allenano, ragazzi che sputano l'anima per raggiungere un risultato.

Io invece sono pigra e mi limito a compilare un foglio, o meglio un test, da consegnare al mio “amato” professore. Sono indecisa se mettere le risposte esatte o quelle sbagliate: se mettessi quelle giuste sarei lodata da tutti, se mettessi quelle sbagliate continuerei a ribellarmi, com'è scritto sul decalogo per essere una buona adolescente.

È l'autunno dei miei sedici anni, sono Usagi Tsukino, non ho voglia di fare nulla e sono così pigra e svogliata da mettere le risposte sbagliate al mio test d'inglese: il professore ed i miei genitori se ne faranno una ragione.

 

 

 

Inverno – 17 anni

 

 

Ho diciassette anni e sto crescendo.

Ho un po' superato la fase del “faccio come mi pare” ed ho scoperto che la divisa che porterò per i prossimi due anni, in realtà si può comprare anche in puro cotone.

Ho fatto un baratto con la mamma.

Devo portare a casa tutte sufficienze per continuare ad indossare questa divisa che già ho con me, altrimenti me la toglierà obbligandomi a rimettere quella scomoda in acrilico.

Continuo a portare i miei buffi codini ma sono cresciuta, anche il seno, e non mi fanno più sentire goffa e piccola, anzi potrei quasi dire di essere carina.

Fuori nevica e dal mio banco si vede tutto perché, come ogni anni, ho fatto la prepotente e ho rubato il posto vicino la finestra a Seiya promettendogli un appuntamento che sa già non ci sarà mai.

Sono diventata più sicura di me. Adesso se voglio dire no è no, non ci penso più di tanto però sono anche maturata e se la risposta vale un minimo di pensiero, bè mi do uno stop, ci penso e rispondo.

Oggi però non sono di buon umore.

La neve è prepotente perché copre il terreno, non mi fa vedere l'erba e poi mi obbliga a portare i maglioni di lana quando non sono a scuola. Io odio i maglioni di Lana perché voglio vivere a maniche corte, nella calda stagione dove di notte posso osservare la luna senza dovermi coprire con pesanti strati o con coperte puzzolenti che tutto l'anno restano chiuse nell'armadio.

Una cosa che continua a darmi fastidio è la voce del professore, stavolta però quando si rivolge a me lo fa con lode perché al test metto le risposte giuste, altrimenti devo tornare alla vecchia divisa.

Ami, Makoto e Rei a distanza di un anno non hanno cambiato i loro sogni, Minako invece adesso sogna un oscar e spera di recitare con attori occidentali, quelli con le mascelle grandi ed i fisici palestrati, oppure quelli brizzolati con la faccia da bambini.

Io ancora non ho un vero sogno, diciamo che mi limito ad andare avanti, a prendere le sufficienze, ad uscire con le amiche e sorridere un po' di più.

Ora sono più bella e mi piace avere, ogni tanto, lo sguardo dei ragazzi su di me, è una sensazione piacevole però non voglio abituarmi a questo perchè so che è una fase di passaggio, quel periodo in cui ti vedono più carina dell'anno prima e meno carina rispetto all'anno dopo.

I ragazzi fanno dei paragoni strani che noi donne non siamo in grado di capire, mentre noi donne facciamo ragionamenti tanto assurdi da riuscire a far spazientire i ragazzi.

Con Minako quest'anno ho scoperto anche il gioco della frittata, quello che i ragazzi hanno ribattezzato come il rigiro della frittata.

Se io ho torto cerco di far ragionare il ragazzo con dei strani giri di parole, lui inizia a sentire il panico e l'ansia dentro, poi inizia a dubitare della sua ragione ed infine con due frasi strategiche la ragione passa a me.

È meschino usare questo trucco ma a volte è utile e non nego che capita anche a me, ogni tanto di usarlo.

Continuo a guardare fuori dalla finestra e la neve ha iniziato a scendere di nuovo, aggiungendosi a quella già depositata.

La neve non mi piace ma l'inverno è una speranza, un piccolo raggio di sole perchè oltre l'inverno c'è la primavera. Oltre la neve c'è l'erba fresca. Oltre la finestra c'è l'aria tiepida, quel fresco piacere che ti dice “ehi, tra poco potrai metterti a maniche corte”.

Ho diciassette anni e spero di passare in fretta quest'inverno, così potrò vedere i primi fiori sbocciare.

Ho di nuovo un test sotto la mano, sto mettendo le risposte giuste.

 

 

 

Primavera – 18 anni

 

 

 

Sotto i ciliegi in fiore è sbocciata la mia primavera.

Guardo dal campo in direzione della mia vecchia finestra, al secondo piano di questa scuola che sto per abbandonare. La cerimonia per la consegna dei diplomi si è appena conclusa, la mia divisa a maniche corte è stirata bene, i codini sono in perfetto ordine e le mie amiche sono tutte qui, tranne Rei che frequenta un'altra scuola.

Mi sento bene.

Finalmente lascio questa scuola, indosso la mia divisa a maniche corte, i ciliegi mostrano i loro fiori, non dovrò più compilare i test in modo giusto e non dovrò più sentire la voce del professore che tanto urta i miei nervi.

I ragazzi sono tutti in fermento, le ragazze vanno alla ricerca dei bottoni* e qualcuno scappa per preparare qualche scherzo.

Io sono felice non solo per il piccolo cilindro in mano con la pergamena dentro. Sono felice perchè stamane, svuotando il mio armadietto per mettere un'ultima volta le scarpe della divisa, ho trovato una lettera che profumava di ciliegi.

Amo i ciliegi in fiore ed il mandante della lettera con quell'odore s'è già guadagnato la mia simpatia.

Sono andata sotto al più grande ciliegio in fiore, mi ha detto di andare lì e ho trovato un ragazzo dai capelli scuri e gli occhi che ricordavano un mare buio in tempesta, un mare che nella sua grande maestosità si rivela bello com'è, invincibile ed indomabile.

Ho paura a volte del mare, perchè potrebbe ogni istante della mia vita ribellarsi, rivendicare il suo posto e urlare a noi umani per come a volte lo trattiamo, un po' come fa il vento in autunno che ruba le foglie per avere campo libero e non trovare più ostacoli.

Qualche petalo di ciliegio si è incastrato nei miei codini biondi, altri sulla divisa ed uno sul mio piccolo e prezioso cilindro, contenente questa pergamena che so già finirà sulla parete nella mia stanza, dove mamma spolvererà spesso per ricordarsi che sua figlia, per una divisa di cotone, si è diplomata.

Ho guardato quel ragazzo ed ho pensato alle mie amiche.

Ami inizierà a studiare per diventare dottoressa, Makoto chiederà un prestito ai genitori per aprire una pasticceria, Rei erediterà il tempio che continuerà a gestire con il nonno, Minako ha firmato il contratto per un film che la vedrà impegnata, per tutto il prossimo anno, in America con un attore dal nome strano, dalla mascella grossa e dai bicipiti pompati. A lei piacciono così dice, io però non ci metterei la mano sul fuoco.

Ho continuato a guardare quel ragazzo, ho riconosciuto in lui un vecchio senpai, ho scoperto che in silenzio ha aspettato che mi diplomassi guardandomi dall'università accanto. Ho scoperto che sapeva odiassi le maniche lunghe e l'acrilico e che volevo volare libera con le mie maniche corte.

Sono cresciuta ora. Sono in grado di sorridere con sincerità, di dire si o no ad una persona senza avvertire i sensi di colpa. Sono in grado di risolvere l'equazione della parabola, dell'iperbole e se m'impegno risolvo anche gli integrali. Conosco Shakespeare, Hugo e Voltaire, so dove si trovano l'Europa, l'America ed il mio stesso Giappone. So tante cose che ho imparato studiando, guadagnandomi una divisa a maniche lunghe in puro cotone.

So che adesso ho un sogno.

Ho detto si a Mamoru Chiba, il senpai universitario, ammirato da tutti che in realtà ha guardato me in tutti questi anni.

Nella primavera dei miei diciottanni ho scoperto di avere un sogno: voglio innamorarmi di lui e ogni giorno voglio sorridere, custodire i petali di ciliegio anche quando con l'estate lasceranno spazio ai frutti e con l'autunno cercheranno di lasciarsi andare al vento prepotente che tornerà a riscuotere il suo tributo.

 

 

 

Estate – La mia vita

 

 

 

Non so quanti anni ho ora, perchè è Estate da tempo nella mia vita, da quando io e Mamoru abbiamo deciso che la nostra vita valeva la pena viverla insieme.

Ho fermato la mia età a diciotto, senza compiere mai i diciannove anche se il mio compleanno ricade in estate.

In realtà, non posso prendere in giro nessuno, qualche estate l'ho passata, non troppe, però ho deciso che i diciotto mi piacevano perchè era l'età in cui io, un bocciolo chiuso nell'adolescenza, ero sbocciato cercando la vita, il sole, il calore.

Guardo di nuovo, dopo anni, attraverso una finestra, con il caldo sole che carezza le mie braccia nude.

Non ho più guardato da una finestra dal banco di scuola, né ho più indossato una divisa in acrilico o in cotone puro.

Ho scoperto tante cose in questi anni, cose che nella mia adolescenza mai avrei creduto fossero vere.

Ho scoperto che se vuoi diventare medico e salvare la vita alle persone ci puoi riuscire, come ha fatto Ami, lottando tanti anni, impegnandosi duramente fino ad entrare nel più grande ospedale di Tokyo anche solo per fare tirocinio.

Ho scoperto che se vuoi una pasticceria e vuoi dedicare la tua vita a far gioire le persone lo puoi fare, puoi chiedere aiuto ai genitori e restituire il favore facendo vedere che sei così brava che i clienti applaudono: Makoto fa così.

Ho scoperto che se vuoi aiutare la gente a pregare, se vuoi aiutarli ad avere fede e vuoi vederli mentre la speranza nei loro cuori viene alimentata come una piccola fiamma, senza mai farla spegnere, lo puoi fare così come fa Rei che dedica anima e corpo alla spiritualità.

Ho scoperto che se vuoi diventare un'Idol ed in seguito fare un film e vincere un oscar lo puoi fare, così da far vedere alla gente che anche i sogni più lontani si possono realizzare, come  avere una stella sulla Walk of Fame ** e fidanzarsi ufficialmente con un cantante dalla mascella piccola e i bicipiti poco pompati. Io l'avevo detto a Minako che i mascelloni non facevano per lei.

Mi vengono a chiamare.

Sto piangendo in preda ai miei cambi di umore ed il trucco cola, il rossetto svanisce e le ciocche della frangia rischiano di bagnarsi.

A distanza di anni porto ancora i miei buffi codini e ho fatto i capricci per non scioglierli in questo giorno importante, voglio che ci siano sempre nei momenti in cui avrò bisogno di coraggio, anche se non sono la mia unica fonte di sostegno.

Sono vestita di bianco e guardando fuori dalla finestra porto la mia testa sulle nuvole.

Mamoru mi aspetta in chiesa, insieme a lui pochi invitati intimi, coloro che nel tempo mi hanno fatta crescere e diventare quella che sono.

Adesso poi non dovrò più fare i capricci per una divisa di cotone puro, anzi dovrò mettere la testa a posto perchè il mio Si sarà solo l'inizio, perchè tra sei mesi saremo già in tre, perchè a mia figlia o figlio dovrò insegnare tante cose.

Dovrò insegnare che nella vita bisogna avere dei sogni, che questi vanno coltivati e che bisognerà impegnarsi affinché si realizzino.

Dovrò parlare di Ami, Rei, Makoto e Minako che hanno realizzato i loro sogni di donne, dovrò narrare di Mamoru e della sua confessione sotto i petali di ciliegio.

Parlerò di me e di come ho vissuto gli anni che mi hanno portato ad essere una donna, con pregi e difetti, sicuramente più matura rispetto all'autunno dei miei sedici anni.

Racconterò di com'è giusto portare una divisa in acrilico, di com'è giusto impegnarsi in un test e di come bisogna sopportare un professore dalla voce snervante, di come tutto ciò porterà ad un minimo di conoscenza, di come quegli anni siano il trampolino di lancio per la vita da costruire.

Narrerò del mio autunno, del mio inverno, della primavera ed infine dell'estate, perchè da oggi finalmente, potrò vivere a maniche corte, sentendo ogni istante della mia vita l'aria sulla pelle e se mai avrò freddo, avrò accanto mio marito, così non dovrò usare quelle coperte chiuse nell'armadio da anni, che puzzano di vecchio e fanno tornare alla mente momenti tristi.

 

Le stagioni si ripresenteranno ogni anno, la clessidra del tempo ogni istante perderà un granello ma io ogni volta che ne avrò bisogno, chiuderò gli occhi e mi ricorderò che la mia vita è un'Estate perenne da vivere a maniche corte.










* riferito alla cerimonia dei bottoni che si tiene di solito durante la cerimonia dei diplomi in giappone. I ragazzi donano il secondo bottone della giacca alla ragazza che fa battere il loro cuore e di solito le ragazze vanno a chiedere il bottone al ragazzo di cui sono innamorate.

** la Walk of Fame è la strada dove le Star più importanti hanno una stella incastrata in una piastrella che fa da pavimento alla strada (spiegazione mooolto riduttiva)

   
 
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