Sei un fuoco.
Questo fuoco che si attacca allo stomaco.
E gli occhi miei bruciano,
trasformati in due pozze di sabbie mobili che inghiottono
le sagome nostre incerte tremanti, oltre la certezza
dei nostri soli corpi.
Sembra un ciclo infinito di rinnovamento,
o forse sono delle melodie nuove che al mattino
accolgo con poco spavento.
Così mi uccidi, fatti amare di meno...
Perché cado inerme di fronte le dune purpuree
della tua bocca, mio limbo perenne?
Sono folle, sono deflagrazione di colori, toccami e io esploderò.
Amami ancora molto, amami ogni notte...
Che fottutissimo egoista che sono.