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Autore: kithiara    14/04/2011    2 recensioni
Di tre cose Kurt Hummel era assolutamente certo:
1)Di avere una bella voce;
2)Di avere buon gusto nel vestire;
3)Di essere assolutamente e irrimediabilmente…gay.
E se in città arrivasse qualcuno a far vacillare queste sue certezze?
Mia prima fic sull’Universo Glee, un vero salto nel vuoto! Fatemi sapere cosa ne pensate.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kurt Hummel, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 – The new girl in town
 
Will Schuester volava, letteralmente, per i corridoi ancora semideserti del Liceo McKinley.
Volava perché era stato chiamato.
Leilo aveva chiamato.
Le parole esatte erano state “Will, ho bisogno di te.”
E lui era lì.
Bussò alla porta del suo ufficio e attese.
“Avanti.”
“Eccomi.”Disse solo.
“Oh Will, grazie per essere venuto subito.” Un sorriso.
Si limitò ad annuire, cercando nel frattempo di far riprendere aria ai suoi polmoni.
“Will, lo so che da quando ho sposato Carl non ci siamo parlati molto…”stava dicendo, mentre gli si avvicinava, gli occhi bassi per non incontrare il suo viso “…ma io speravo…”
Il suo cuore batteva a palla, ci siamo pensò.
“…che tu potessi farmi un favore.”
Cosa??
“La figlia di mio fratello arriva oggi dall’Inghilterra…”
La figlia di chi? Nemmeno sapeva che lei avesse un fratello.
“…e non conosce nessuno in città. Così avevo pensato che, visto che io lavoro tutto il giorno…”
Perché, io no?
“…forse poteva stare con te e i ragazzi del Glee.”
Non l’ha detto sul serio…vero?
Recuperò la voce tutto d’un colpo.
“Emma, fammi capire bene…mi stai forse dicendo che mi hai chiamato qui, alle 7.30 del mattino, mentre sono ancora a stomaco vuoto, solo per chiedermi di fare da baby sitter alla tua nipotina?”
Era contrariato, a dir poco contrariato.
“Non c’è nessun bisogno di alzare la voce.”Sussurrò sorpresa.
“C’è bisogno eccome! Prima mi molli senza pensarci due volte e ti sposi con mister bianco sorriso, poi non mi consideri per settimane e infine oggi mi chiami col tono di chi non può fare a meno di me e tutto per che cosa? Per rifilarmi una sicura fregatura? Bè, no grazie.”
“Non immaginavo che tu nutrissi tutto questo risentimento nei miei confronti.” Il tono della sua voce era leggermente stridulo, molto vicino al pianto.
“Rassegnati, è così. Ed è per questo che ti confermo che non ti aiuterò con tua nipote, nè ora nè mai.”
 
******
 
Qualche ora dopo, alle prove del Glee Club.
 
“Cooosa?? Signor Schu, non ci dica che ha ceduto?”
Mercedes era a dir poco scandalizzata.
“Lei è l’uomo più zerbino che io conosca.”
Rincarò poco gentilmente la dose Puckerman.
“Ha almeno ottenuto qualcosa in cambio?”
Rachel si prese la solita occhiataccia dal resto del gruppo, lei scrollò le spalle mettendo il muso. Che male c’era se uno pensava al proprio tornaconto?
“Cosa volete che abbia ottenuto? Una carezza sulla spalla e uno sbattimento di ciglia, è tutto quello che le donne come la Pillsbury possono dare ad un uomo.”
Pratica Santana, sempre pronta a riportare tutti coi piedi per terra.
“Santana ha ragione, cosa può voler dare la Pillsbury al professor Schu…quando ha per marito il dentista più sexy di tutto l’universo?”
E qui la sua dignità di professore andava a farsi definitivamente benedire.
“Grazie Brittany, per la tua perla di saggezza.” Disse sarcastico.
“Non c’è di chè professore.”Sorrise dolcemente la bionda cheerleader, ignara di aver appena fatto a pezzi l’ultimo brandello della sua virilità.
 
“Quindi, cosa dobbiamo aspettarci? Una mocciosa di dieci anni, tutta lentiggini e fossettine?”
Chiese Finn, seduto a cavalcioni di una sedia.
“Ne dubito, mi pare di aver capito che abbia la vostra età.”
“Perfetto! Un’adolescente racchia d’oltre oceano, con il sederone, le sopracciglia folte e i denti sporgenti. Il vero mostro di Loch Ness.”
Noah Puckerman sapeva essere sempre costruttivo, ma l’immagine che evocò, provocò brividi di puro terrore fra i compagni.
La Zizesgli rifilò una gomitata nello stomaco, chiaramente sentendosi presa in causa per via della mole, ma lui le sussurrò qualcosa all’orecchio e lei arrossì dimenticandosi del resto.
Tina e Mike si strinsero più forte la mano, Artie si aggrappò alla ruota della sua sedia a rotelle fino a farsi sbiancare le nocche.
 
“Io ho sentito dire che le ragazze inglesi sono delle snob pazzesche.”
Sentenziò a quel punto Quinn, il suo bel nasino rivolto all’insù, una mano che giocava con la croce legata alla catenina e l’altra che indugiava lasciva sul ginocchio di Sam.
“E non hanno assolutamente nessuna classe nel vestire. Alexander McQueen si rivolterà continuamente nella tomba, al pensiero di quanto sono sciatte le sue connazionali.”
Questa volta era stato Kurt a parlare, meglio credergli sulla parola, lui sì che di vestiti se ne intendeva.
Anche se, Will suppose, il punto interrogativo sulla sua faccia doveva essere identico a quello che vedeva sulle facce di tutti gli altri mentre si chiedeva…chi diavolo è Alexander McQueen?
“Non lo so ragazzi, non so davvero che cosa aspettarmi.”
 
Un bussare educato alla porta dell’aula li fece zittire tutti all’istante.
“Scusate, è questa l’aula prove del Glee Club?”Un piccolo colpo di tosse imbarazzato spezzò il silenzio che si era creato.
“Sì.”Un coro di voci rispose all’unisono.
“Sto cercando il professor Schuster. Sono Ann Pillsbury, la nipote di Emma.”
 
Will Schuster forse non sapeva cosa aspettarsi, ma di sicuro non questo.
 
La figura che stava immobile sulla soglia della porta era la copia esatta di Emma Pillsbury a diciassette anni.
O meglio, era la copia esatta dell’idea che Will Schuster aveva di Emma Pillsbury versione liceale, sebbene forse un tantino più alla moda e un po’ meno stile collegiale.
Non si può certo dire che fosse una stangona stile Brittany o Santana, al contrario ricordava molto più Rachel, in quanto a statura.
I capelli, naturalmente rossi, erano acconciati in un caschetto sbarazzino e la pelle chiara era sicuramente spruzzata di lentiggini all’altezza del naso, anche se da dove si trovava non poteva vederle, avrebbe potuto giurare che ci fossero.
Gli occhi, incredibilmente azzurri, erano cerchiati dalla sottile montatura metallica di un paio di occhiali da vista e guardavano senza timore le persone nella stanza, valutandole con un filo di curiosità.
E il suo sorriso…bè forse fu proprio quello a farlo rimanere senza parole.
 
Si riscosse e guardandosi attorno notò che non era il solo ad aver reagito in quel modo all’arrivo della ragazza.
Sorrise sentendo Mercedes sussurrare “Proprio una col sederone e i denti sporgenti, vero?” rifilando uno sguardo al fulmicotone a Puckerman che si strinse nelle spalle e poi rivolse il suo sorriso più accattivante alla nuova arrivata.
 
“Sei proprio certa di cercare il professor Schu? Magari potrei fare più io al caso tuo.”Disse il giovane mentre allungava un mano a stringere quella della ragazza.
“Piacere, io sono Noah, gli amici mi chiamano Puck, ma tu puoi chiamarmi…quando vuoi.”
Non fece nemmeno in tempo a rispondere che subito altre quattro mani si allungarono verso di lei.
Ma fu Mercedes a farsi largo fra quel branco di maschi allupati.
“Non dargli retta, è un idiota. Ciao, io sono Mercedes. E queste…”disse indicando con un gesto tutti coloro che stavano alle sue spalle “…sono le Nuove Direzioni.”




 

  
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