Anime & Manga > Captain Tsubasa
Ricorda la storia  |      
Autore: eldarion    14/04/2011    10 recensioni
Tsubasa,in vista di alcune amichevoli, torna in Giappone per unirsi alla nazionale. Rivedrà Sanae, come è accaduto molte altre volte ma...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I personaggi non sono miei, appartengono a Yoichi Takahashi.
 Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.

Note personali... scrivo raramente e per diletto. Questa storia, come altre che non so se vedranno  la luce, è rimasta nel cassetto per molto molto tempo...Forse è un po’ banale ma il mio intento era scrivere qualcosa di leggero e piacevole. Spero di esserci riuscita! Ringrazio coloro che avranno la pazienza di leggere la mia storia e coloro che, ancora più pazienti, dedicheranno del tempo a recensirla.
Buona lettura!

 
 

Hasu
 

Un magnifico arcobaleno si staglia nel cielo, all’orizzonte, proprio davanti a me, mi sembra quasi di corrergli incontro. I suoi splendidi colori accompagnano la mia solitaria corsa mattutina.... Magari è un segno, un portafortuna...
E mi sorprendo a pensare a Daichi e al suo dono, un  “portafortuna” appunto!
Proprio ieri, il mio fratellino ha disegnato per me un allegrissimo arcobaleno e, ad una delle estremità del variopinto ponte, ha sistemato una bella pentola con dentro...un pallone da calcio!..Sorrido...La leggenda narra che alla fine dell’arcobaleno vi sia un immenso tesoro e, naturalmente, per Daichi il mio tesoro è quello!

 

Tesoro o non tesoro speriamo che porti veramente Fortuna...mi ci vuole...ho sbagliato tutto...
Le ho giocato un brutto tiro ieri mattina in ospedale...Forse ho esagerato. Nemmeno mi  risponde al telefono, mi sta evitando è  chiaro...
Devo concentrarmi sulla corsa.
Amo correre, mi schiarisce le idee, mi tranquillizza. Ne ho bisogno: non ho  chiuso occhio stanotte, i miei pensieri erano fissi su di lei, su quella ragazzina scalmanata che ha conquistato il mio cuore molto tempo fa. Adesso siamo cresciuti, non siamo più alle medie e  tutto ha un sapore diverso, e anche più complicato. E’ solo colpa mia, io sono il solito imbranato, invece di agire mi sono fatto sfuggire un’occasione d’oro...e così...pensieroso, agitato, fremente, ho ascoltato il temporale e il rumore della pioggia per tutta la notte. Che altro potevo fare, ormai era troppo tardi! Non ne posso più...lei non lo sa!..
Finalmente!...Eccomi qui davanti alla sua porta, ma è troppo presto! Perchè questo tempo non vuole scorrere?! Non posso certo presentarmi prima dell’alba...Accidenti...devo continuare a correre... la scaccerò dai miei pensieri, inseguirò l’arcobaleno, il cielo, le nuvole...In fondo... beh!..mi sono alzato presto anche per uscire a correre! Questo vortice di strani pensieri non è da me. Se lo sapesse Ryo...
Mentre corro mi perdo nei ricordi...
 
Torno a due giorni fa, alla sera della partita...
Mancava poco al fischio finale: stavamo vincendo, era solo un’amichevole è vero, ma non ho fatto sconti. Dovevo dimostrare che ho carattere, ho talento. Anche L’allenatore a Barcellona prima o poi lo ammetterà: avrò il posto che merito, l’onore e la gloria...Ma ora...ora, con umiltà, gioco nella seconda squadra e sopporto, sopporto...I miei ricordi di quell’attimo sono annebbiati: la morsa degli avversari non diminuiva, non si erano arresi mi tallonavano senza darmi  respiro. Stavano perdendo con due goal di scarto ma non avevano rinunciato. Eravamo già nei minuti di recupero e...una mano mi ha afferrato, strattonato,una botta, una gomitata forse...poi... il buio...
Disteso in quel letto distinguevo a fatica le parole del medico che parlava al mister: “una commozione cerebrale lieve” diceva. Sarei rimasto in osservazione fino al mattino dopo. “Bene: non è grave” mi consolai a bassa voce. Ma...avevo cantato vittoria troppo presto: niente visite, solo il mister...
Naturalmente non credevo di passare la sera così, tutto solo. In effetti non pensavo nulla  ma di una cosa ero certo: l’avrei vista. Avevo in me una strana sensazione di incompletezza e attesa...sensazione che, devo ammettere, non mi ha più abbandonato da quella giornata a Tokyo...
Ancora più indietro nei ricordi...
...Già, perchè quel giorno...
In compagnia dei miei amici più cari avevo passato una spensierata giornata tra i parchi di Tokyo. Uno in particolare mi colpì. Fui assalito da un nodo alla gola, e non era solo dovuto all’imminente partenza per l’Europa. Stavo ammirando qualcosa di emozionante: gli Hasu, i fiori di loto sacri, nel parco di Yakushiikei-kooen*.
Era appena dopo un temporale.
Gli altri ridevano e scherzavano ed io mi intrattenevo con Sanae. Mi raccontava la sua ammirazione per quei fiori.  Mentre la ascoltavo capii che quella magnifica visione non mi avrebbe più abbandonato, come le sensazioni che provai poco dopo...Tornai però alla realtà in un baleno: chissà per quale malefica ragione, il discorso prese una piega per me difficoltosa. Ragazze, probabili fidanzate, chi avrei incontrato io in Europa... e via discorrendo...E non solo, alcuni miei amici si scambiavano confidenze troppo personali, almeno per i miei gusti. Io ero a disagio, non volevo dire nulla e non volevo mi chiedessero nulla. Non mi piace espormi! Mi allontanai da Sanae...
che sciocco fui...
e continuai a  ignorare tutti guardando ostinatamente verso il laghetto in cui crescevano, fieri e rigogliosi, gli Hasu...Lei era là, non si era mossa, silenziosa e assorta, proprio come i fiori. Kumi e Yukari scherzavano ma lei, come me, era parte di un’altra dimensione. Mi sorprese mentre la fissavo, mi sorrise...le sorrisi e come lei, forse anch’io arrosii...
Spalancai  gli occhi, il cuore cominciò a battermi forte...
I fiori di loto sacri nascono nel fango, pero' quando crescono rivelano colori cosi' limpidi e brillanti da stregare inevitabilmente lo sguardo...ero stregato da loro...da lei...
E’ diversa da tutte le altre...come gli Hasu...dagli imponenti steli ci sorprendono con la loro bellezza che nulla ha a che vedere con gli altri fragili fiori...mettono quasi soggezione...un po’ come lei...
Assaporai il vento, chiusi gli occhi e respirai ...l’aria odorava di pioggia...l’incanto si spezzò: Ryo pronunciò il mio nome, facendo notare a tutti come volutamente mi fossi estraniato allonatanandomi da Sanae. Ciò mi costrinse ad ascoltare. Come al solito faceva illazioni su di me, le mie ammiratrici, Sanae, Kumi...Kumi aveva un debole per me, non se ne vergognava, sicuramente ne ero tentato, chi avrei scelto tra tutte, come al solito facevo strage di cuori, chissà in Europa e via così...
Lo interruppi intervenendo con veemenza. Dissi che si sbagliava: non mi interessava Kumi, non mi importava se lei o altri davano per scontato il contrario...fui sorpreso dalla mia reazione, ero stato esagerato, categorico, quasi brutale. L’associazione con quella ragazza, quella sbagliata, mi innervosì. Peggio, si fece strada in me una grande preoccupazione. Mi balzò in mente lei, come un lampo nel cielo. Accaldato, mi voltai di nuovo verso il laghetto, le ragazze erano là rapite da quella meraviglia...Le guardai, la guardai, poi fissai nuovamente gli Hasu lasciando cadere nel vuoto le altre insistenti domande: dovevo troncare il discorso....Ma perchè ero intervenuto, non potevo mordermi la lingua?...
Implacabile il commento finale di Ryo che sottolineava come io fossi diventato rosso. “Sei il solito timido” aggiunse.
Naturalmente...aveva ragione!
Finalmente, stroncati dalla mia indifferenza, lasciarono perdere...Ryo si avvicinò chiedendomi scusa e io lo scusai annuendo. Sospirai guardando verso lei.
Anche Taro si avvicinò. Come Ryo, anch'egli colse la mia inquietudine. Ero chiaramente innamorato, e avevo fatto di tutto per sfuggire a un sicuro terzo grado. Sapeva bene, tutti sapevano bene, che non amavo parlare di cose personali...Del resto... tutti sapevano qual era il mio punto debole...Lo sapevo bene anche io, ma perchè non riuscivo a lasciarmi andare?
“E’ carina Kumi”...Taro mi sorprese e mi incalzò, senza pietà, dicendo che da come avevo reagito si percepiva il contrario di ciò che avevo affermato. Si intuiva cioè che Kumi mi piaceva. In fondo, sottolineò beffardo  “Chi disprezza ama, caro amico mio!”
 Mi voltai di scatto, irritato, stringevo i pugni.
Scandendo chiaramente le parole riaffermai di  non avere alcun interesse per Kumi...ma...purtroppo andai ben oltre...perchè esclamai...
”e poi a me piace...” mi fermai...
Le parole mi morirono in gola...Mi aveva teso una trappola e ci ero caduto!  La frase fu conclusa da Taro stesso che, trionfante, pronunciò il nome che celavo nel mio cuore. “Sanae! Già...Non poteva che essere lei” continuò scusandosi per come me lo aveva estorto. “Non hai vita facile con tutte queste battutine vero?” disse.
Ryo, che aveva assistito silenzioso alla scena, mi guardò serio e sospirò abbassando lo sguardo, quasi colpevole. Annuii: quelle malefiche battute mi mettevano in difficoltà. Mi avevano sempre messo in difficoltà facendomi negare i miei veri sentimenti...
Minacciose nuvole gonfie di pioggia ci congedarono da quell’atmosfera surreale ....non ne parlammo più...Era arrivata l'ora di lasciare la magia del giardino. Mi voltai, come per salutare gli Hasu...silenziosi testimoni della mia confessione. E dopo quella giornata osservai Sanae con occhi diversi, la fissai nel mio cuore e la portai con me. Mentre cercavo la mia strada in Europa, con inquietudine ed emozione, pensavo sempre a quando l'avrei rivista.
Ed eccomi di nuovo a casa per un’amichevole...lei, raggiante... Ma io... vittima di un finale imprevisto e imprevedibile invece di correre da lei...
Eccomi...Disteso in quel letto con l’inquietudine che non passava... mi addormentai con fatica...
E l’indomani, cioè ieri mattina, nella stanza asettica...Profumo di fiori...il profumo dei parchi di Tokyo, quel giorno, l’ultima gita con gli amici prima di partire per l’Europa...Profumo che ricorda l’estate..Inebriante... nell’aria una fragranza preziosa e magnetica ...mi ricordo il piccolo giardino nascosto lontano dalla frenesia della città, e là... i fiori sacri del loto,  ..Hasu...i fiori che lei ama, lo scoprii quel giorno: perchè il loro colore è deciso e sfumato, non è il solito colore, non è il solito fiore, il loto si solleva e sboccia immacolato al di sopra delle acque torbide. Umile, pacifico, vitale e perfetto sorge sulla superficie dell’acqua... diceva.... non come le rose, le rose sono troppo impegnative!
Del resto una ragazza come lei: discreta e solo apparentemente semplice non poteva che amare un fiore così... semplice ma elegante! Un fiore comune, è vero, ma ricco di fascino, un fascino che si rivela solo a chi lo sa vedere. Lei non può amare un fiore complesso come le rose o sfacciato come un’orchidea...
Mentre questo turbinio di pensieri accompagnava il mio dormiveglia, la vedevo...non sognavo: era bellissima con quel suo sorriso dolce e spontaneo. “ potrei tenere gli occhi socchiusi e guardarla in silenzio, come la guardai quel giorno..” pensavo.
Così feci: era lì con me, si stava avvicinando, taciturna e titubante...perchè mai? Ci conoscevamo da una vita... Continuai a far finta di dormire mentre con gli occhi socchiusi la scrutavo: c’era una sorta di piacevole magia in quel momento e volevo sentirla, catturarla e tenerla con me, per sempre.
Lei pronunciò il mio nome e con un vago sospiro si accostò al letto. Il contatto con la sua pelle fu un brivido: Sanae mi stava accarezzando il volto, con naturalezza. Ora teneva la mano ferma sulla mia guancia, percepivo chiaramente il calore affettuoso delle sue mani.
Mi sorpresero le sue parole, “Tsubasa...c’è qualcuna nel tuo cuore?...” ...di nuovo un sospiro...”perchè io...”.
Sanae si avvicinò ancora di più, potevo sentire il suo respiro sul mio volto, sempre più vicino...vicino... fino a sfiorare le mie labbra in un dolcissimo bacio.
...”ti voglio bene” ..mormorò lasciando le mie labbra.
Aprii gli occhi e la guardai...si era scoperta, ero sveglio, avevo sentito!
 “Sanae” dissi...
Si allontanò di scatto, rossa in viso, non riuscì a rispondere. Nascose il volto tra le mani e scappò via.
Avrei dovuto  inseguirla, che sciocco sono stato a lasciarla fuggire via così, piena di vergogna. Quel bacio aveva annullato tutte le mie reazioni: non conoscevo in lei tanta audacia. Mi amava. Ero lusingato, ciò mi rendeva leggero, felice.
Lei mi ama, mi ripetevo ridendo. Rimasi solo con questa meravigliosa e inaspettata sensazione. Più tardi, quando tornerò a casa,verrà a trovarmi, la rivedrò...e il  cuore di nuovo leggero batteva forte...
 
Ed eccomi qui, Che disastro ho combinato. Non è andata come speravo: ieri  pomeriggio sono tornato a casa e Sanae non si è fatta vedere, non si è fatta sentire.
Sono Solo con i miei pensieri ad aspettare che il tempo passi... e il tempo non passa mai, mai...è ancora troppo presto per spiegarle...
Solo... perchè non si fanno dichiarazioni d’amore la mattina così presto ... non mi resta che correre... irresistibilmente attratto dall’arcobaleno...
Che stupidaggine!
Lo sanno tutti che non si arriva da nessuna parte, è un ponte effimero, non ha inizio, non ha fine, non c’è un tesoro ai suoi piedi...
L’aria lavata dalla pioggia è fresca e piacevole, è una bella giornata, una giornata speciale. Non lo nasconderò più: che male c’è nell’essere innamorati?
Seguendo il filo dei miei pensieri corro sulla spiaggia ancora bagnata. Mi fermo respirando il profumo dei pini. Mi volto verso la pineta che luccica di pioggia al sorgere del sole...L’arcobaleno...
 
 E di nuovo lei nei miei pensieri: in classe durante una lezione. Sapeva leggere con sentimento,  leggeva una poesia che cominciava così, ricordo perfettamente:
 

Il mio cuore batte più forte quando intravedo
un arcobaleno nel cielo:
Così fu quando cominciò la mia vita;
Così è ora che sono un uomo;
Così sia quando invecchierò, ...**

 

Rammento persino la sua espressione, l’intonazione della voce. Avrei voluto trattenerla così per sempre, e...il mio cuore si ferma: lei è là, trai pini. C’è lei alla fine dell’arcobaleno! Penso un po’ stupidamente ricordandomi il disegno di Daichi....
Ma che sto dicendo?!
Devo essere pazzo...
Comunque...anche lei si è alzata presto, forse non riusciva a dormire per colpa mia...E’ il momento... Non si è  accorta di me.
La raggiungo...
”Sanae!”, la chiamo, agitando la mano in segno di saluto...Lei non dice nulla, imbarazzata abbassa gli occhi intrecciando le dita delle mani.
Noto un leggero rossore. Sembra quasi che tremi. Indietreggia.  Si volta dandomi le spalle.
“Sanae”... sussurro avvicinandomi.
“Non dire nulla ti prego! Non posso guardarti. Vorrei sprofondare. Pensavo che dormissi, che non te ne saresti accorto...non so che mi ha preso, tu eri lì e...Io...” ...
Di nuovo nasconde il viso tra le mani
“Sei stata romantica e dolce”, rispondo convinto...”voltati”.. le mani sulle sue spalle
...Nulla....
Sospiro...”Va bene... ascoltami... fai un  bel respiro e chiudi gli occhi... tieni gli occhi chiusi e voltati” La esorto piano piano continuando a tenere le mani sulle sue spalle.
Lei si volta, un po’ poco convinta. Prendo il suo viso tra le mani, appoggio la mia fronte alla sua. I nostri volti sono di nuovo vicini, come quella mattina...
”Ti amo Sanae...”
La bacio.
Mi guarda stupita, toccandosi le labbra incredula.
Sorride stringendosi a me, sento il suo cuore, o forse è solo l’emozione e l’immaginazione che galoppa, non lo saprò mai, ma va bene così.
Circondo le sue spalle con il mio braccio e iniziamo a camminare, senza meta...
Accidenti!... Sono incorreggibile...Tutti questi pensieri, tutte queste pene d’amore...beh...
...Mi hanno messo fame! Forse dovrei tacere, speriamo non la prenda male, con le mie parole sto per distruggere quest’atmosfera così romantica.
“ ti va di fare colazione insieme?”
“Sarebbe bello” risponde felice e poi, indispettita, “Stai ridendo” mi riprende.
In effetti stavo ridendo senza rendermene conto, ma Sanae sa perfettamente quanto sono strano quindi le dirò esattamente ciò che mi passava per la testa..
“Sì...già...stavo pensando al Leprechaun irlandese, lo gnomo che nasconde il suo tesoro alla fine dell’arcobaleno!”
Adesso è lei che mi guarda divertita...”davvero? ...e hai scovato il suo tesoro?” ride mentre si volta verso di me...
Ma non ha capito! Io voglio dire una cosa seria... Non replico, non mi sto divertendo, se n’è accorta, il mio sguardo dev’essersi indurito. L’ho colpita, lei capisce al volo i miei penieri. Si blocca e non dice nulla, poi si avvvicina e appoggiandosi a me mormora “...credevo di essere io il tuo tesoro...”
Non faccio in tempo a rispondere che...
”naturalmente...insieme al tuo amico pallone...” si corregge mentre mi guarda sorridente....
Pensano tutti che sia il pallone la cosa più importante per me, sì, quando ero bambino, ma adesso...Adessso sono cresciuto, ti ho messa da parte, ma ti ho sempre amata Sanae e saprò farmi perdonare! Tuttavia riesco solo a dire...
“Non è esatto...Ho scovato te inseguendo l’arcobaleno!”
Mi abbraccia decisa...Si stacca da me soffermandosi a guardarmi, allegra, fa qualche passo in avanti e si volta tenendo le mani dietro la schiena, come in attesa...
Ha uno sguardo furbetto, non l’avevo mai notato!
Mi sento proprio bene! Oggi comincia la mia vita, la nostra vita, e il mio cuore batte più forte, come quel giorno tra gli Hasu, come quel giorno in classe, come nella poesia. Forse quel giorno in classe lei già mi amava ed io già la amavo...eravamo bambini e i nostri cuori battevano solitari e timidi... Non siamo più soli: adesso i nostri cuori battono all’unisono!
Il sole ormai è sorto. L’arcobaleno che mi ha guidato da lei non c’è più... Mentre mi perdo in questo vagheggiare eccola di nuovo al mio fianco, accoccolata sul mio petto. Mi prende il braccio e, schioccando un bacio sul dorso della mia mano...
”Allora....questa colazione?!...Sto morendo di fame!” 
Corre via ridendo.
Sospiro e, subito, la raggiungo...
”Mhhh...Proprio romantica  Anego!”
Ridiamo mentre la sollevo e la faccio volteggiare, è leggerissima...in effetti...mi sono sbagliato: sarà molto romantica la colazione insieme!
Non faccio in tempo a posarla a terra che mi sfugge...
”Corri!... o mi mangio tutto!!”
Grida divertita...sembra una bambina, ora si ferma, aspetta che la insegua...Di nuovo quel suo sguardo furbetto...Sì...è una tattica!
“Eccomi!...ti amo!”
...Sì...saremo felici noi due!
 
FINE
 
Note
* Yakushiikei-kooen, uno dei tanti parchi di Tokyo. Questo piccolo giardino è caratterizzato dalla presenza di un laghetto in cui crescono i fiori sacri del loto (Hasu), che si schiudono al mattino presto per richiudersi a metà mattina, lasciando nell’aria la loro fragranza. Purtroppo, non ho visto il laghetto personalmente! Ciò che ho scritto è frutto di fantasia e descrizioni che lo riguardano.
**"Il mio cuore batte più forte quando intravedo l'arcobaleno" ( "My Heart Leaps Up When I Behold The Rainbow"), di William Wordsworth, 1802.
Ecco i versi in inglese:
« My heart leaps up when I behold
A rainbow in the sky:
So was it when my life began;
So is it now I am a man;
So be it when I shall grow old,
   Or let me die!…  » 

  
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Captain Tsubasa / Vai alla pagina dell'autore: eldarion