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Autore: francy091    15/04/2011    7 recensioni
"Un giorno come un altro in casa Castle… più o meno…" ok, mi ero ripromessa di metterla solo una volta terminata l'altra ff, ma mi piace troppo e non ho resistito!! spero vi piaccia!!
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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saaaaaalveeeee!!!!!!! una cosa che ho scritto qualche settimana fa, ma non volevo metterla prima di aver terminato "una storia da raccontare"... ho cambiato idea!!
Hope you like it!!! ^.^
baci8!!!


Un giorno come un altro in casa Castle… più o meno…
“papà, dobbiamo riordinare la soffitta, ti ricordi vero?”
“oh, già… i vestiti per il tuo spettacolo dobbiamo cercare” Richard Castle era seduto sulla sua poltrona di pelle, le gambe appoggiate al piano della scrivania e il laptop sulle ginocchia, come sempre; stava scrivendo il suo nuovo romanzo e se tutto fosse andato come previsto, presto l’ultimo dei quattro libri di Nikki Heat sarebbe stato pronto.
“e visto che ci stiamo abbiamo detto di sistemare tutti i vecchi scatoloni e buttare quello che non serve più… dobbiamo fare spazio per le cose del piccolo”
“si, ma non gli servirà subito lo spazio... ancora deve nascere”
“lui si, ma immagino che tua moglie vorrà portare qui un po’ dei suoi ricordi, quindi lo spazio serve ORA!”
sua moglie… il suo bambino… le due frasi più belle che anche uno scrittore come lui potesse mai immaginare… piene di amore, di famiglia… piene di loro!
“d’accordo andiamo piccola!”
 
Un’ora più tardi, avevano tirato fuori dalla soffitta 5 scatole piene dei vestiti anni ’70 di Martha, un baule contenente i ricordi di quando era piccola Alexis, un piccolo carillon con delle vecchie foto e un altro baule, molto più grande, contenente alcuni cimeli storici di famiglia che si tramandano da madre a figlia, o in questo caso da nonna a nipote, che avrebbero fatto parte del corredo di Alexis una volta sposata.
“i vestiti della nonna sono perfetti per lo spettacolo, li porto di sotto così posso sceglierli meglio.”
“ok. Porta giù anche queste vecchie foto, vediamo quale scheletro nell’armadio nasconde la famiglia Rodgers. Invece questi bauli li lasciamo qui all’angolo, non si sa mai quando potrebbero… e questo cos’è?”
Durante le grandi pulizie una scatola non troppo grande era sfuggita al loro occhio vigile, e ora Castle ce l’aveva tra le mani.
“cos’è papà?”
“non lo so… sembrano videocassette… eppure ero più che sicuro di averle convertite tutte in dvd… questo lo porto io, andiamo a vedere di cosa si tratta.”
 
Una volta al piano di sotto, tirarono fuori tutte e 10 le cassette che erano nella scatola. “non c’è scritto niente davanti, strano, di solito catalogo sempre tutto…”
“dai mettine su una cosi ci togliamo il dubbio”.
“……..ma…… papà è la tua prima festa per l’uscita del primo libro di Derrick Storm!”
“o mio Dio, hai ragione… guarda che capelli che avevo… e che vestiti, Dio, un insulto alla decenza, ma come facevo ad andare in giro conciato così?”
“seguivi la moda papà, per l’epoca eri davvero affascinante…”
Restarono a guardare un altro po’ quelle immagini, ridendo e commentando ogni cosa… poi Alexis vide che si avvicinava l’ora dell’appuntamento con Ashley, e uscì salutando il padre con un sonoro bacio sulla guancia.
Richard guardò fino alla fine quella cassetta, poi ne mise su un’altra, anche essa senza targhetta davanti.
“oh, questa è la lettura di ‘Storm profano’ al Rockfeller Center, quella dove poi ci hanno dato quell’aperitivo che… ma… quella è… no, non ci posso credere! Mi ha mentito! Sin dal primo giorno! Che faccia tosta! Devo fargliela pagare in qualche modo, stavolta non può passarla liscia…”
 
La sera verso le 7 e 30, una stanca detective stava facendo le scale per tornare a casa. “devo decidermi a prendere l’ascensore, ormai non posso più permettermi di fare questi sforzi…”
Tirò fuori le chiavi e aprì la porta di casa. “sono tornata! C’è nessuno?”
“si, sono in cucina, vieni!”   “allora, come sta il mio bambino? Ha scalciato? Ha brontolato?”
“io sto benissimo tesoro, grazie per avermelo chiesto. Comunque tutto a posto, non si è mosso mai, è stato sempre calmo… mi chiedo se dovrò far fare un test di paternità, perché non credo possibile che questa creatura così calma e placida sia figlio tuo Castle!”
“tu mi sottovaluti sempre detective Beckett. Ti informo che quando ero piccolo ero il più calmo dell’asilo, le maestre si congratulavano sempre con mia madre”. Erano sposati da quasi un anno ormai, ma erano rimasti sempre gli stessi; battute, frecciatine e litigi amorevoli erano la quotidianità per loro.
“allora poi cosa è cambiato? Sei stato sostituito da un clone mutante per caso?”
“mmm, adoro mia moglie, sempre così gentile con me… comunque, a proposito di ricordi, oggi pomeriggio con Alexis abbiamo fatto un po’ di spazio in soffitta, così almeno puoi portare qui qualche tuo cimelio da casa di tuo padre.”
“grazie Ricky, lo farò senz’altro.” Disse lei con gli occhi che le brillavano, allungandosi sopra il bancone di marmo per raggiungere le labbra di suo marito.
“ehi ehi, attenta, non vorrai schiacciare il piccolo Martin…”
“Martin? MARTIN?!Castle, non chiamerò mio figlio Martin, mai e poi mai!”
“ma dai, neanche questo ti piace come nome?”
 “decisamente no!”
“allora, hai scartato William, hai scartato Christofer, hai scartato Constantine e Francis, non vuoi chiamarlo neanche Jim come tuo padre, si può sapere cosa vuoi?”
“te l’ho detto, un nome semplice, classico, niente di complicato, lungo o strano. Come Mark o Colin. Semplici. Classici.”
“ma sono nomi troppo banali, è poi Colin Castle suona malissimo, sembra un colpo di tosse!”
“comunque abbiamo ancora tempo per pensarci tesoro, ora mangiamo che ho davvero fame!”
“ah, piuttosto, mentre sistemavamo con Alexis, ho trovato una cosa interessante, vieni a vedere.”
La portò in salone, dove sulla televisione c’era in pausa un video. < ora ci divertiamo> pensò lui.
“cosa è tesoro?”
“vedi, in una scatola in un angolo ho trovato questi video, sono alcune delle mie prime feste per l’uscita dei miei libri. Ho passato buona parte del pomeriggio a guardare il passato scorrermi davanti agli occhi: è stato veramente esilarante rivedermi con vestiti e pettinature che oggi sarebbero considerati  ‘ appartenenti all’anteguerra’. Guarda, c’è il mio primo libro di Storm, c’è il libro dedicato a Kyra… e questo che è su è in assoluto il mio preferito: lettura con aperitivo al Rockfeller Center. C’erano centinaia di persone, tutti ascoltavano rapiti le parole del mio libro e volevano autografi, è una sensazione fantastica! Che ne dici, ti va di vederlo con me?”
“certo, perché no?”  Kate adorava le feste per i suoi libri, quando era più giovane e ne aveva il tempo  andava ad ogni lettura… ma ovviamente questo lui ancora non lo sapeva. Si era riproposta di dirglielo, quando il suo ego sarebbe stato un pochettino meno enorme, ma quel giorno era ancora lontano. Una volta era andata a sentirlo leggere anche al Rockfeller… ma non c’erano telecamere, quindi non poteva essere quella volta.
“ah, adoro le letture” disse lo scrittore “c’è un sacco di gente che ti guarda e ascolta le tue parole come se fossero vangelo… quel giorno erano presenti un sacco di fan, e quelle più accanite erano in prima fila ovviamente… guarda quella vestita di giallo, quel colore le sbatte davvero, potrebbe farsi qualche lampada in più… e quell’altra con il cerchietto fuxia, mi ricordo che mi si è avvicinata durante l’aperitivo chiedendomi un autografo, aveva solo un pennarello e poi ho capito perché: è stata la prima che ha voluto l’autografo sul seno, e da lì tutte le altre l’hanno voluto… oh guarda tesoro, quella lì a destra invece assomiglia a te… e poi adoro quando le librerie decidono di darti anche da mangiare, è come se ti completasse una giornata perfetta, e…”
Kate Beckett era rimasta basita: era proprio lei quella in prima fila a destra! Il suo segreto non era poi tanto più segreto, e sapeva che il marito stava cercando di metterla tremendamente in imbarazzo… e ci stava riuscendo perfettamente, dannazione!
“Rick, ok, ho capito dove vuoi andare a parare…”
“…e dopo le focaccine quel cocktail rosa, mmm, che delizia, chissà se lo fanno ancora da qualche parte…”
“Richard, tesoro, ho capito, basta…”
Ma lui non smetteva di parlare e continuava… “ o potrei inventarlo da zero! Sono più che sicuro che ci fosse la vodka, ma non ricordo bene con cosa avevano fatto quel colore… forse pompelmo, o arancio, no arancio sarebbe stato più scuro e…”
“CASTLE, HO CAPITO BASTA, HAI RAGIONE!”
Finalmente quella sfuriata lo aveva fatto zittire, ma sul suo viso era comparso quel sorrisino malizioso che faceva sempre quando sapeva di aver ragione e che la mandava in bestia tutte le volte.
“va bene, hai ragione, avrei dovuto dirti di quella volta…”
“solo quella volta detective?” ormai che c’era voleva davvero tutta la verità.
“… e anche delle altre. D’accordo, hai sempre avuto ragione tu, ero una tua fan, capito, discorso chiuso. Ora per piacere torniamo a mangiare.”
“no no no, non svicolerai stavolta, voglio sapere tutto dall’inizio. Siamo marito e moglie ormai, quindi devi raccontarmi tutta la verità, solo la verità, nient’altro che la verità.”
“te l’ho detta la verità Richard, è questa, punto e basta.”
“no, non ci credo. Sono sicuro che avrai anche tutte le copie dei miei libri con un autografo e una dedica in prima pagina. Per essere stata presente alla lettura di quel libro di Storm, dovrai essere stata per forza anche a qualche altra, o essere iscritta al mio sito per conoscere le date del mio tour. Avanti sputa il rospo, moglie!”
“non chiamarmi moglie, non sono un oggetto. E poi non è vero, ho soltanto un libro autografato oltre a quello che mi hai regalato tu la prima volta che abbiamo lavorato insieme… e prima che tu lo dica no, non mi sono mai fatta autografare il seno da te!”
“non ci credo! Sapevo che il tuo viso mi era familiare la prima volta che sei venuta a prendermi… è vero, sei venuta tu a prendermi, non guardarmi con quello sguardo assassino!”
“non è vero, non ti ricordavi di me, perché sono venuta poche volte ed ero sempre in disparte, quindi non mentire a tua moglie, devi dirmi sempre tutta la verità, solo la verità, nient’altro che la verità” disse lei citando la sua frase di poco prima.
“ma non ti sto mentendo, davvero mi ricordavo il tuo viso… o forse era quello di una che ti assomigliava con cui ho passato una notte di fuoco in quell’albergo di Boston che, diamine, faceva una cosa con le gambe che…”
“niente, sei incorreggibile! Anche da sposato non riesci a fare a meno di vantarti delle tue conquiste. E con tua moglie per giunta! Stai attento Castle, perché potrei chiedere il divorzio e allora ti troverai a pagare gli alimenti a tre donne diverse, senza contare il fatto che io lavoro tutti i giorni con criminali della peggior specie, e che quindi potrei… AHI! Ahi, che male!” urlò portando automaticamente le mani alla pancia.
“Kate, che succede? Un crampo, un distacco della placenta, ti si sono rotte le acque?”
“no che non si sono rotte le acque, mancano ancora 3 mesi, e la placenta è a posto… no, credo che… mi abbia dato dei calci! Sta cominciando a ribellarsi il piccolo.”
“no, io credo soltanto che non sopporti di sentirci litigare.”
A quelle parole lo sguardo di Kate si fece sempre più dolce, e un sorriso comparve sul suo volto radioso da mesi ormai, quasi scintillante. “hai ragione, è così” e lo baciò con quella passione che avvolgeva i loro momenti insieme ormai da diversi anni.
Quando si staccarono, dopo qualche minuto Castle disse “certo che ho ragione, io ho sempre ragione… non è così piccolo Sky?”
“Sky?!? No no no, assolutamente non ci siamo, e se avremo una femmina in futuro la chiameremo Star!?!”
“ma dai, è poetico Sky, e non è lungo… che nome vuoi dargli allora?”
“non lo so, ma sicuramente non Sky, la questione è chiusa Castle!”…

p:s: tutti quanti quando pensano ad un bambino tra i due pensano ad una femmina, io ci ho messo il maschio per cambiare un po'... anche se sinceramente anche a me piacerebbe più una femmina, ma era per non lasciare Castle con 4 donne in casa... ^_^
  
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