Note:
Nuova fanfiction!
Spera sia di vostro gradimento (:
Dedicata al mio Shizu-chan: regalo a sorpresa di bentornato~ ♥
« Shizu-chan, sai che hai i capelli come la luna~? »
Shizuo era al suo fianco con il mento nascosto nel calore
della sciarpa chiara.
Era assurda quella situazione: stargli vicino, parlargli!
Erano di ritorno da una convocazione in Presidenza e una
bella punizione per tutti i disastri combinati – ovviamente
provocati da Izaya,
che lo faceva infuriare.
Quei giorni il sole calava prima, così era già
sera e l’aria
era fresca.
Izaya fece un sorrisetto, continuando a guardare dinnanzi a
sé la strada poco illuminata.
Nemmeno. »
Alzò gli occhi e la guardò.
Sbuffò e lasciò perdere.
Lo vuoi~? »
« Bah.
Piantala di farneticare. »
Se ne accese una e la portò alle labbra.
Fumare di sera gli piaceva: gli dava un senso di pace e lo rilassava.
L’aria fresca e il cielo scuro lo tranquillizzavano.
Non vuoi sapere perché dico questo? »
Izaya cominciò a
saltellare, rompendo il silenzio con il suo
passo infantile, pesante rispetto a quello dell’altro.
Shizuo lo ignorò, guardò la luce dei lampioni che
andava a
fondersi con quella accecante dei fari delle macchine.
Le confessano amori e progetti, segreti e desideri. »
Potrebbe esistere una luna violenta?
Se lui fosse la luna la sua forza supererebbe l’impeto del
vento e
allontanerebbe le nuvole con un soffio o una spinta della lingua. Come
quel
fumo grigiastro di nicotina.
Vedere una luna non lasciare agire il vento e far tremare il
cielo con la sua energia… non sarebbe un bello
spettacolo, no?
Non l’aveva finita – tanto per cambiare. Ma non
l’aveva
nemmeno spezzata.
Si girò a guardarlo, spazientito, non infuriato.
Si era stufato delle sue chiacchiere, voleva andare a casa
il prima possibile.
Immerse le mani nei capelli biondi e avvicinò il volto
all’orecchio, ora non più coperto dalle ciocche
chiare.
Shizuo si allontanò appena, non lo scacciò.
« Che vuoi pulce? », chiese di nuovo, alzando la voce.
All’imbarazzo seguì il nervosismo.
« Shizu-chan, lo vuoi un segreto~? »
« Parla con i miei capelli, non con me. »
« Lo sto facendo~
», ridacchiò. « La mia frase conteneva
ben
due figure retoriche!
La similitudine: come la luna~.
La sineddoche, in cui viene menzionata la ‘parte’
per
indicare il ‘tutto’ a cui si fa riferimento: per
capelli intendevo te.
Dovresti studiare~ », rise.
Shizuo sbuffò, infastidito
da quelle parole arroganti e
derisorie.
Izaya piegò le labbra in un ghigno.
Nel silenzio che seguì, Shizuo guardò a lungo i
suoi capelli
neri. Vicini. Puliti. Neri. Neri come la notte.
“Che seccatura”,
pensò.
“Chissà cosa vuole dirmi”, fece una
smorfia.
“Chissà”, arrossì
scioccamente e giunse alla conclusione che
anche da fermi si stava bene, non faceva poi così freddo
– conseguenza di quel
corpo vicino al suo.
“E’ proprio una pulce fastidiosa.”
« Ti voglio uccidere~ ♥ »
Il fiato caldo e la voce sensuale
– volutamente resa
passionale – gli provocarono un brivido.
Quelle parole, invece, lo graffiarono, scatenarono una
reazione aggressiva, che andò ad abbattersi
sull’altro non appena proruppe in una
rumorosa risata.
Izaya sghignazzava e si prendeva gioco di lui, lasciandosi
scappare frasi come: “Cosa ti
aspettavi~?” e “Sei così sciocco da
credere alle mie parole!” e ancora “Volevi un
‘mi piaci’~?”
« Razza di pulce meschina e bugiarda! »
Nel cielo la luna li guardava
divertita con un grande
sorriso luminoso.
Ascoltava
tutto il chiasso che facevano.