Chiedo umilmente scusa per il disastro e il mostruoso ritardo, e ringrazio, prima di tutti, Aryanne .
Amore
agrodolce.
Di
nuovo Eros
che
Spezza le membra mi
sconvolge,
dolceamara
invincibile creatura.
1-
3-
Angelina.
Tutto
lo sfarzoso salone del collegio di San Cataldo,
-comprese le damigelle dai vestiti lunghi e larghi e corpetti tanto
stretti
quanto grotteschi- era conquistato dalla musica che, dolce e libera
come
gabbiani a cielo aperto, sorvolava le vette inesplorate da ogni uomo.
Era
musica che penetrava,che assorbiva,che –
inesorabile e imperturbabile -
risucchiava e non abbandonava più.
Correva
l’anno 1802; le guerre erano finalmente
concluse e ogni dama poteva finalmente riabbracciare il suo cavaliere.
Tra
la folla si potevano nitidamente scorgere
coppiette addossate per rubarsi un bacio o due approfittando della gran
confusione; c’era chi nel frattempo,invece, s’era
dato al viziosità e cercava
di sorseggiare il suo champagne con gli amici,evitando moglie o
promessa.
E
c’erano bambini; bambini imbacuccati in scomodi
smoking da alta borghesia e bambine dalle fasce troppo strette e dagli
occhi
inespressivi,quasi morti.
Angelina,che
aveva indossato l’abito da sera rosa
che le era stato donato dal marchese Fellini in persona,cercava invano
di
tenere a bada i capelli lisci stringendo il nastro immacolato con
quanta forza
avesse in corpo.
Intanto,mentre
l’operazione teneva occupava la
ragazzina, Valentina,impeccabile nel suo vestitino di tullè
spiava tra i
tendoni bordeaux ogni ospite alla ricerca dell’uomo.
Angelina
era nervosa.
Muoveva
freneticamente le mani sul capo cercando di
mantenere alta l’acconciatura e sbatteva il piede contando le
ore che la
dividevano alla fine.
Era
stata scelta dal marchese,lei,e doveva esserne
feria; allora perché la sola idea di sposare un uomo che non
aveva mai visto in
vita sua l’allettava come
un cappio
intorno al collo?
Era
lussuriosa,Angelina.
Peccava
spesso,Angelina,e non avrebbe potuto legarsi
ad uomo e smettere di scorrazzare di camera in camera.
Voleva
vivere,Angelina,e sposarsi non era mai stato nei
suoi desideri.
Era
Chaterine quella che voleva dei figli,un marito
e una bella casa in campagna.
Era
Benedetta a sognare
una famiglia.
E
Anita; Anita che,16 anni appena,fantasticava sulle
celebrazioni delle nozze e sul vestito bianco e largo che avrebbe
indossato.
Ma
non Angelina.
Angelina
desiderava essere di tutti e di
nessuno,senza nessun legame che la costringesse a placare i suoi vizi.
Voleva
denaro,Angelina. Voleva essere la ragazza più
ricca del paese e potersi vantare con chi,come le sue amiche,sarebbe
state
sempre ad un passo o due in lontananza.
*
Fellini
giunse nel preciso istante in cui Angelina,stanca
di combattere con la sua acconciatura, decise
di accettare la corte di uno dei
giovinetti che trangugiavano vodka e porto vicino i caminetti.
Il
marchese può vederla gesticolare animatamente, il
viso arrossato e le labbra dischiuse, e non
può far a meno di storcere le
labbra,disgustato.
Maledice
suo padre e la sua ossessione per Madame Dobois,
per quel collegio e le ragazzine indecenti che si aggirano
all’interno.
Perché
lui odia quelle donne che si strusciano sui
corpi eccitati dei vecchi signorotti del posto.
Odia
i corpetti stretti che pietrificano le
forme,che strizzano i seni e che impediscono i movimenti.
Odia
le labbra sempre truccate e quella strana
collanina che tutte recano al collo e che va a morire nella scollatura
abbondante.
Odia
quel mondo fatto di lusso,di soldi e di buon
sesso in lenzuola che profumano di pulito e di alcool.
Vorrebbe
una vita normale,Ivan,come era normale la vita
che conduceva da bambino quando, ancora figlio della sua vera madre,
giocava
per strada insieme ai bambini del posto.
Vorrebbe
tornare indietro e piangere più forte tra
le braccia di Elisabeth e pregarla di non venderlo a
quell’uomo e di tenerlo
sempre con sé, anche se qualche volta non potrà
mangiare e dovrà lavorare di
più.
Non
gli sarebbe importato di vivere nella miseria e
di essere per sempre ‘nessuno’,l’unica
cosa che desiderava era stringere sua
madre e abbandonarsi al calore che quel corpicino denutrito gli
infondeva.
Chissà
se è ancora viva sua madre.
Si
fionda, distratto, sul banchetto di alcolici e
bevande varie che risalta nell’angolo della sala; ride e si
lascia sedurre.
Beve,
ride, ride e beve.
E
di quello
che succederà dopo, dell’ alcool che ha preso
possesso di lui e delle mani
delle ragazze che scendono
a slacciargli
i calzoni, Ivan non ricorderà più
nulla.
*
Chi
è quell’uomo?
Angelina
apre piano la porta della sua camera,
stanca, per la prima volta, dopo una festa.
Chi
è quell’uomo?
Cerca
di ricordare dove ha già visto quel viso;
Angelina non ha mai amato ricordare quello che era il suo passato.
Non
vuole ricordare i vestiti sporchi e i piedi
scalzi, non vuole ricordare la fame e la sete.
Non
vuole, soprattutto, ricordarsi di quella madre
che l’aveva venduta per pochi soldi.
Ivan.
Non
vuole ricordare suo fratello che, da quel
momento, non ha più rivisto.
Chi
è quell’uomo?
E
perché le ricorda così tanto sua madre?
*
A
colazione, il giorno dopo, Ivan ha un gran mal di
testa.
Julie
sorride affabile e chiacchiera animatamente
con gli ospiti mentre tante ragazzine, piccole e ubriache, si dedicano
a mangiare
quel poco che è concesso.
-Ha
dormito bene?-
-
La festa è stata di suo gradimento?-
-E
le ragazze l’han trattato bene?-
-Ha
incontrato Angelina?-
La
donna continua a riempirgli la testa di domande,
domande e ancora domande e, al sentir pronunciare di quel nome tanto
raro ma
conosciuto, Ivan alza di scatto la testa.
Gli
torna alla mente sua madre, la miseria e quella
donna che, prima che fosse portato via lui, aveva comprato sua sorella.
Gli
tornano in mente le strilla della bambina, le
lacrime, le promesse.
Verremo
a prendermi, bambina mia.
Ma
non erano andati a prenderla più; la mamma gli
aveva spiegato che dovevano prima aspettare che lei crescesse e
diventasse
abbastanza robusta da tornare da loro.
Non
ti lascio, Ivan, la mamma torna a prenderti.
E
non era tornata ancora a prenderlo nonostante,
ormai adulto, non
aspettasse altro.
*
I
giorni che seguirono furono i più tremendi della
sua vita.
Aspettava
che Angelina
scendesse dalle sue stanze per scoprire chi fosse davvero ma,
ormai da
giorni, la giovane sembrava rifiutare
l’idea
di conoscerlo.
Trovava
scuse, scuse su scuse, pur di evitarlo.
Lo fa