Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: IvanaEfp    15/04/2011    0 recensioni
Genere: | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Piccoli e teneri (si fa per dire) - serie'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Chiedo  umilmente scusa per il disastro e il mostruoso ritardo, e ringrazio, prima di tutti, Aryanne .


Amore agrodolce.

 

 

Di nuovo Eros che

 Spezza le membra mi sconvolge,

     dolceamara invincibile creatura.

 

 

1-    3- Angelina.

 

Tutto lo sfarzoso salone del collegio di San Cataldo, -comprese le damigelle dai vestiti lunghi e larghi e corpetti tanto stretti quanto grotteschi- era conquistato dalla musica che, dolce e libera come gabbiani a cielo aperto, sorvolava le vette inesplorate da ogni uomo.

Era musica che penetrava,che assorbiva,che – inesorabile e imperturbabile -  risucchiava e non abbandonava più.

Correva l’anno 1802; le guerre erano finalmente concluse e ogni dama poteva finalmente riabbracciare il suo cavaliere.

Tra la folla si potevano nitidamente scorgere coppiette addossate per rubarsi un bacio o due approfittando della gran confusione; c’era chi nel frattempo,invece, s’era dato al viziosità e cercava di sorseggiare il suo champagne con gli amici,evitando moglie o promessa.

E c’erano bambini; bambini imbacuccati in scomodi smoking da alta borghesia e bambine dalle fasce troppo strette e dagli occhi inespressivi,quasi morti.

Angelina,che aveva indossato l’abito da sera rosa che le era stato donato dal marchese Fellini in persona,cercava invano di tenere a bada i capelli lisci stringendo il nastro immacolato con quanta forza avesse in corpo.

Intanto,mentre l’operazione teneva occupava la ragazzina, Valentina,impeccabile nel suo vestitino di tullè spiava tra i tendoni bordeaux ogni ospite alla ricerca dell’uomo.

Angelina era nervosa.

Muoveva freneticamente le mani sul capo cercando di mantenere alta l’acconciatura e sbatteva il piede contando le ore che la dividevano alla fine.

Era stata scelta dal marchese,lei,e doveva esserne feria; allora perché la sola idea di sposare un uomo che non aveva mai visto in vita sua l’allettava come  un cappio intorno al collo?

Era lussuriosa,Angelina.

Peccava spesso,Angelina,e non avrebbe potuto legarsi ad uomo e smettere di scorrazzare di camera in camera.

Voleva vivere,Angelina,e sposarsi non era mai stato nei suoi desideri.

Era Chaterine quella che voleva dei figli,un marito e una bella casa in campagna.

Era Benedetta a  sognare una famiglia.

E Anita; Anita che,16 anni appena,fantasticava sulle celebrazioni delle nozze e sul vestito bianco e largo che avrebbe indossato.

Ma non Angelina.

Angelina desiderava essere di tutti e di nessuno,senza nessun legame che la costringesse a placare i suoi vizi.

Voleva denaro,Angelina. Voleva essere la ragazza più ricca del paese e potersi vantare con chi,come le sue amiche,sarebbe state sempre ad un passo o due in lontananza.

 

*

 

Fellini giunse nel preciso istante in cui Angelina,stanca di combattere con la sua acconciatura,  decise di accettare la corte di uno dei giovinetti che trangugiavano vodka e porto vicino i caminetti.

Il marchese può vederla gesticolare animatamente, il viso arrossato e le labbra dischiuse, e  non può far a meno di storcere le labbra,disgustato.

Maledice suo padre e la sua ossessione per Madame Dobois, per quel collegio e le ragazzine indecenti che si aggirano all’interno.

Perché lui odia quelle donne che si strusciano sui corpi eccitati dei vecchi signorotti del posto.

Odia i corpetti stretti che pietrificano le forme,che strizzano i seni e che impediscono i movimenti.

Odia le labbra sempre truccate e quella strana collanina che tutte recano al collo e che va a morire nella scollatura abbondante.

Odia quel mondo fatto di lusso,di soldi e di buon sesso in lenzuola che profumano di pulito e di alcool.

Vorrebbe una vita normale,Ivan,come era normale la vita che conduceva da bambino quando, ancora figlio della sua vera madre, giocava per strada insieme ai bambini del posto.

Vorrebbe tornare indietro e piangere più forte tra le braccia di Elisabeth e pregarla di non venderlo a quell’uomo e di tenerlo sempre con sé, anche se qualche volta non potrà mangiare e dovrà lavorare di più.

Non gli sarebbe importato di vivere nella miseria e di essere per sempre ‘nessuno’,l’unica cosa che desiderava era stringere sua madre e abbandonarsi al calore che quel corpicino denutrito gli infondeva.

Chissà se è ancora viva sua madre.

Si fionda, distratto, sul banchetto di alcolici e bevande varie che risalta nell’angolo della sala; ride e si lascia sedurre.

Beve, ride, ride e beve.

E  di quello che succederà dopo, dell’ alcool che ha preso possesso di lui e delle mani delle ragazze che  scendono a slacciargli i calzoni, Ivan non ricorderà più  nulla.

 

*

Chi è quell’uomo?

Angelina apre piano la porta della sua camera, stanca, per la prima volta, dopo una festa.

Chi è quell’uomo?

Cerca di ricordare dove ha già visto quel viso; Angelina non ha mai amato ricordare quello che era il suo passato.

Non vuole ricordare i vestiti sporchi e i piedi scalzi, non vuole ricordare la fame e la sete.

Non vuole, soprattutto, ricordarsi di quella madre che l’aveva venduta per pochi soldi.

Ivan.

Non vuole ricordare suo fratello che, da quel momento, non ha più rivisto.

Chi è quell’uomo?

E perché le ricorda così tanto sua madre?

 

*

 

A colazione, il giorno dopo, Ivan ha un gran mal di testa.

Julie sorride affabile e chiacchiera animatamente con gli ospiti mentre tante ragazzine, piccole e ubriache, si dedicano a mangiare quel poco che è concesso.

-Ha dormito bene?-

- La festa è stata di suo gradimento?-

-E le ragazze l’han trattato bene?-

-Ha incontrato Angelina?-

La donna continua a riempirgli la testa di domande, domande e ancora domande e, al sentir pronunciare di quel nome tanto raro ma conosciuto, Ivan alza di scatto la testa.

Gli torna alla mente sua madre, la miseria e quella donna che, prima che fosse portato via lui, aveva comprato sua sorella.

Gli tornano in mente le strilla della bambina, le lacrime, le promesse.

Verremo a prendermi, bambina mia.

Ma non erano andati a prenderla più; la mamma gli aveva spiegato che dovevano prima aspettare che lei crescesse e diventasse abbastanza robusta da tornare da loro.

Non ti lascio, Ivan, la mamma torna a prenderti.

E non era tornata ancora a prenderlo nonostante, ormai adulto, non aspettasse altro.

 

*

 

I giorni che seguirono furono i più tremendi della sua vita.

Aspettava che Angelina scendesse dalle sue stanze per scoprire chi fosse davvero ma, ormai da giorni, la giovane sembrava  rifiutare l’idea di conoscerlo.

Trovava scuse, scuse su scuse, pur di evitarlo.

Lo fa

   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: IvanaEfp