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Autore: Sonny Wren    15/04/2011    0 recensioni
Philip Norman sostiene nella sua ultima biografia che il rapporto fra John Lennon e Paul McCartney andava oltre una semplice amicizia. I due sarebbero stati amanti. Fanfiction che prende spunto da questa notizia-scandalo per dare origine ad una storia assolutamente fantasiosa e lungi dal voler dar vita a vane discussioni che non si risolverebbero altro che con la constatazione che non potremmo mai giungere ad una verità.Personalmente infatti non ci credo,ma ciò che voglio è dar sfogo alla mia fantasia.
Buona lettura.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon , Nuovo personaggio, Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Paul si bloccò per un attimo,lasciandomi il tempo di accorgermi che ero rimasta immobile con l’indice e il pollice nel manico della tazza del thè da chissà quanto tempo,stregata dalle sue parole. Rimase per una manciata di secondi a fissarmi,rimasi imbarazzata e per un momento mi balenò in mente che avesse notato la somiglianza dei miei occhi ai suoi,il momento dopo mi resi conto di quanto fosse stupido ciò che avevo pensato. Certo, non era privo di fondamento: me la facevano notare  in molti questa somiglianza,io d’altro canto  prendevo per pazzo chiunque me la accennasse.

«La prego,continui. » Le parole scivolarono dalle mie labbra senza che lo volessi.

Paul azzardò un sorriso.

«Qualche giorno dopo l’incontro venni a sapere da uno degli amici di John,un certo Pete,che mi volevano nella loro band,i Quarrymen. Pensai che sarebbe stato fantastico e accettai. Quindi venne da sé il vedersi spesso con John. Facevamo sempre delle prove per suonare la sera in qualche locale,stavamo  insieme pomeriggi interi a casa di uno o dell’altro sempre con le chitarre fra le braccia e il giradischi con l’ultimo vinile che eravamo riusciti a raccattare da qualche parte. Cominciai a conoscere meglio John e già da allora fui in grado di capire che c’era una parte di John Lennon che si nascondeva sotto quella corazza dura,ribelle e sfacciata che si ritrovava. Questa parte si dilettava a scrivere poesie e cercava quell’amore che gli era stato ingiustamente negato da bambino,quello di sua madre Julia. Si era da poco riavvicinato a sua madre quando lei gli fece il più brutto scherzo che un genitore possa fare ad un figlio. Morì. Improvvisamente. Un incidente stradale.

Ecco,immagina quanto questo ci abbia legati. Lui capiva cosa io avevo provato,e io capivo cosa stava provando. Io leggevo nei suoi occhi,lui nei miei. A volte leggevo in degli occhi che erano lucidi dallo sforzo di trattenere le lacrime e che cercavano un rifugio dalla gente che avrebbe potuto scorgere il suo lato debole.

Intanto gli avevo fatto conoscere George,che aveva fatto entrare nella band. Si era formato il trio,a discapito di John che rinunciava al suo ruolo di leader assoluto nel gruppo. Rinunciava ad essere il più forte nel gruppo perché doveva essere tutto il gruppo ad essere più forte. Da quando era morta il Julia il suo dannato gruppo rock’n roll era la cosa a cui era rimasto più legato,al diavolo il liceo!

Era una mattinata fresca e tranquilla,il cielo senza nuvole,quando se ne uscì con una delle sue idee. Entrati in un locale,accendemmo le sigarette.

« Che ne dici di partire,Paul?»

« Ma che ti salta per la testa,John?»

Appoggiò il gomito sul bancone e mi guardò negli occhi con una faccia seria.

« Ascolta..se restiamo qui a Liverpool come cazzo farà la gente a conoscerci? Devono pur capire che sono un fottuto genio.»

« Bel punto,John.» Diceva spesso di essere un genio incompreso,ci avevo fatto l’abitudine.

« Avevo pensato ad un tour. Con il gruppo. Tutti noi.»

« Dove?»

« Non so,che ne dici di Amburgo?»

« Cazzo,John! Abbiamo poche canzoni nostre,non è che possiamo cavarcela con solo cover! E poi ci vogliono i passaporti.»

« Di canzoni ne scriviamo quante ne vogliamo,i passaporti ce li facciamo fare,qual è il problema? Solo tu trovi problemi ovunque,Paul.»

« Ne hai parlato con Pete e gli altri?»

« Più o meno..avanti,ci divertiremo! E sai quante ragazze! » Poi alzò le braccia rivolgendosi a tutti coloro che stavano nel locale e gridò : «Cazzo,gente,avete capito? Amburgo! Partiamo per Amburgo! »
Era contento. Allora risi insieme a lui  e questo bastò per fargli capire che ci stavo. »
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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