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Autore: _Zexion_    16/04/2011    4 recensioni
Ricordava i sorrisi, I fiori, le volte in cui triste o arrabbiato, Francis andava da lui a deriderlo, a prenderlo in giro, a farlo calmare con le solite stupidaggini che riproponeva.
Ancora, ed ancora.
Come se lui non avesse il diritto di essere triste, come se Francis dovesse essere l’unico motivo dei suoi sentimenti, negativi od altro che fossero.
Genere: Generale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bene.
Da dove iniziare? Credo di averci perso la mano con le FrUk o forse a volte risulto ripetitiva XD Non avevo idea di come scrivere questa shot, ma volevo scriverla per la mia Francese che, dopo una settimana, è tornata dalla Cruccolandia (Liebe <3).
Una cosa tira l'altra, mi è stato impossibile non ripensare alla mia prima FrUk ed alla piccola citazione messa alla fine. Questa canzone a parer mio si adatta perfettamente ad Arthur e Francis, e così eccola, una schifezzuola (perchè questo è) scritta di getto in un ora e mezza, per la mia Francese <3
Bentornata Moglie~ Mi sei mancata tanto. Spero ti piaccia, nonostante tutto.
I love you <3

 

I hate everything about you
Why, Do I love you?

 

Di nuovo. Non capiva come fosse possibile che ogni stramaledetta volta, ci riscasse.
Eppure, era più forte di lui. Provava a non arrivare a quel punto.. ma non riusciva.


Every time we lie awake
After every hit we take
Every feeling that I get
But I haven’t missed you yet
Every roommate kept awake
By every sigh and scream we make
All the feelings that I get
But I still don’t miss you yet

 
Sentiva lo scroscio incessante della pioggia fuori dalla finestra, come se fosse iniziata a cadere per avvisarlo che stava sbagliando qualcosa.
Al suo fianco, sentiva il respiro calmo ed addormentato di Francis. Ancora, dopo l’ennesimo litigio, erano finiti in quel modo, a letto, consumando quella passione. Si girò verso di lui, accarezzandogli piano il viso, spostando le ciocche di capelli da esso.
Non capiva.
Era stato assente così tanto tempo che non appena l’aveva visto non aveva resistito ad urlargli contro, facendogli sentire ogni insulto possibile ed immaginabile. Rubargli così il cuore e poi, gettarlo via. Perché ci era cascato? Era sempre stato bene da solo. Cosa lo aveva spinto ad accettare di amare una persona che, era più il tempo che passava ad odiare?

Only when I stop to think about it
I hate everything about you
Why do I love you
I hate everything about you
Why do I love you

 
Sentì l’altro muoversi lentamente sotto I suoi tocchi e lo guardò, togliendo la mano. Chiuse gli occhi in tempo, od almeno fu quello che pensò in quel momento, ma Francis aveva visto che era sveglio.
«Ancora arrabbiato, mon cher?»
Gli diede le spalle, aggrottando le sopracciglia, mentre sentiva la sensazione della pelle nuda dell’altro contro la propria.
«What are you doing, stupid frog?»
Sentiva la mano dell’altro percorrere lentamente il suo fianco, ancora nudo, fino ad arrivare al suo ventre, compiendo dei gesti continui e circolari che gli fecero venire un brivido.
Sì, Francis era consapevole di ciò che stava facendo. Non era uno stolto e benché avessero appena finito di fare l’amore –e le prove erano sparse per terra, tra vestiti ed oggetti rovesciati nell’urto-, non cascava facilmente in quei mutismi e quei modi di fare di Arthur, come se dopo avergli dato un attimo di sesso, potesse sfuggire ad un chiarimento vocale.
Conosceva il suo bruco, pronto a fuggire pur di non chiarirsi.
«Sto cercando di capire, chenille. Come faccio a farmi perdonare da te?»
«Potresti gettarti dalla finestra dell’ultimo piano.»
«Arthùr, non voglio litigare di nuovo.»

Every time we lie awake
After every hit we take
Every feeling that I get
But I haven’t missed you yet

 
«Nemmeno io, Francis. Voglio solo che tu te ne vada. Che mi lasci in pace. Perchè diavolo dovrei stare qui con te? Io ti odio.»
Odiava quel calore che gli dava, quel modo di fare così allegro e spensierato, quel suo spingersi sempre un po’ più dentro di sé indebolendo quel muro che aveva così difficilmente costruito.
Girato così, dandogli le spalle, non vide il sorriso che spuntò sulle labbra del francese, mentre lo portava più contro di sé e sentiva benissimo il membro dell’altro contro le proprie natiche.
Un lieve rossore comparì sulle sue guance, nascosto dal buio della notte, mentre il sussurro e le parole di Francis arrivavano lentamente al suo orecchio.
«Oui, Je t’aime.»
La mano del francese scese piano sul membro dell’altro, che trattenne a stento un brivido, mentre sentiva un lieve formicolio di piacere iniziare a pervaderlo. Deglutì, Arthur, mentre cercava di calmare il cuore che aveva iniziato a battere un po’ più veloce.
«N-non ti ho chiesto questo. Ti ho detto che ti odio, damn.»
«Oui, Arthur. Oui.»
Odio. Lo odiava.
Col suo tono accondiscendente, mentre si impadroniva delle sue labbra e lo voltava per mettersi sopra di lui, iniziando a dargli piacere, ancora reduce dal rapporto avvenuto solo poco tempo prima, penetrandolo lentamente.
Sentì i muscoli tremare ed un gemito fuoriuscì dalle sue labbra, soffocato soltanto da quelle del francese.
Lo odiava.
Ma lo amava.


Only when I stop to think about it
I hate everything about you
Why do I love you
I hate everything about you
Why do I love you

 
Ricordava i sorrisi, I fiori, le volte in cui triste o arrabbiato, Francis andava da lui a deriderlo, a prenderlo in giro, a farlo calmare con le solite stupidaggini che riproponeva.
Ancora, ed ancora.
Come se lui non avesse il diritto di essere triste, come se Francis dovesse essere l’unico motivo dei suoi sentimenti, negativi od altro che fossero.
Stavano insieme, ma non stavano insieme.
Si amavano, ma si odiavano.
Si scaldavano nei giorni di pioggia, restavano lontani l’uno dall’altro, litigando, nei giorni di sole.
Il loro non era un rapporto normale, non era un rapporto e basta.
Eppure, le volte in cui si ritrovavano a fare l’amore consumati dalla frustrazione di un litigio, di una lontananza, o di altro, aumentavano sempre di più rendendo impossibile definire i loro sentimenti con certezza.
Eppure, Arthur si sentiva bene, sentendo il calore del corpo dell’altro che provocava quello del suo.
Eppure, Francis si sentiva bene a stringere il corpo dell’altro mentre lo faceva suo, donandogli piacere.
Stavano raggiungendo confini che non avrebbero raggiunto, parlando.
Lo sapevano bene entrambi.


Only when I stop to think
About you, I know
Only when you stop to think
About me, do you know
I hate everything about you
Why do I love you

You hate everything about me
Why do you love me

 
«A-ah!»
Un gemito più forte e di nuovo, entrambi si appartenevano l’uno all’altro, nell’odio reciproco che l’avevano caratterizzati per più di cento anni.
Nell’amore che nessuno dei due, o forse più Arthur che Francis, voleva ammettere di provare per non scottarsi più di quanto entrambi non avessero già fatto, rinnegando più e più volte quei sentimenti che li avevano uniti per più secoli.


I hate
You hate
I hate
You love me

 
Lentamente, Francis tornò al fianco dell’inglese, prono sul letto a cercare di riprendere fiato mentre la fronte ed il resto del corpo erano imperlati di sudore.
Una carezza fievole sulla schiena dell’inglese ed un sospiro docile da quest’ultimo.
«Va meglio ora, chenille?»
Nessuna risposta.
Arthur rimaneva lì, ad occhi socchiusi, a fissare la stanza intorno a sè mentre I pensieri si accavallavano l’uno sopra l’altro, senza poter fare nulla per evitarlo.
Alla fine, persino lui si arrese.
«.. Francis?»
«Oui?»
«Non capisco.»
«Che cosa, mon chenille?»


«I hate everything about you
Why do I love you?»

  
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