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Autore: luna nueva 96    16/04/2011    2 recensioni
Allora inizio col dire che il titolo deriva dalla celebre canzone di Bonnie Tyler, e per chi non la conoscesse, proporrei di andarla ad ascolare perchè è bellissima. La mia one-short ha come protagonisti i personaggi del libro, ma è ambientata nel film, esattamente dopo la puntata 2x18. Oh! Ovviamente è una BAMON!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TOTAL ECLIPSE OF THE HEART...
 


 

"SE DOVESSI SCEGLIERE ANCORA UNA VOLTA

                                                                  TRA TE E LA STREGA

                                           LASCERò VOLENTIERI MORIRE BONNIE.                                                                                      

                                                       SCEGLIERò SEMPRE TE"                                    
 

Non poteva credere a quello che aveva appena sentito con le sue stesse orecchie. Sperava con tutto il cuore di aver sentito male, ma era inutile illudersi: Damon aveva davvero detto quelle parole. Spiare non era giusto, lo sapeva, ma sentire queste cose su di lei lo era? Sentì le lacrime pizzicarle gli occhi. Dopo che il suo incantesimo per ingannare Klaus ( piano uscito dalla mente di lei e da quella del vampiro moro)  si era spezzato, ed era ritornata in vita, si era recata al pensionato per comunicare a Damon che la loro strategia aveva funzionato, e siccome voleva fargli una sorpresa, aveva fatto un incantesimo in modo che nessuno potesse sentirla arrivare. E in qualche modo fu proprio quell’incantesimo a salvarla, perché grazie ad esso, con le lacrime agli occhi, distrutta dal dolore, dalla rabbia e dalla gelosia aggressiva che provava verso l’amica bionda, riuscì ad uscire dal pensionato senza essere vista o sentita da nessuno.

 
Aveva pianto per tutta la notte. Poi per fortuna si era addormentata, e al suo risveglio si era improvvisamente ritrovata più forte e determinata di prima. Damon Salvatore non avrebbe più avuto l’intero controllo su di lei. Si vestì, pantalone nero, canotte dello stesso colore e un cardigan viola. Stava andando in cucina, quando sentì improvvisamente il campanello di casa suonare. Intuendo che poteva essere chiunque, e per chiunque intendeva Damon, serrò i suoi pensieri e andò alla porta senza troppo entusiasmo. Come aveva immaginato il vampiro era proprio lì sull’uscio di casa, bello da morire, maglione e pantalone nero, un vassoio in mano e la sua solita aria da fighetto incorporata. Senza neanche chiedere il permesso entrò con la sua velocità vampiresca. Spesso le capitava di rimpiangere i tempi in cui Damon non avesse libero accesso alla sua casa. Tempi lontani ormai.

Il moro si diresse in cucina, e appoggiò il vassoio che aveva in mano sul tavolo, mentre Bonnie si tenne ancorata allo stipite della porta, a debita distanza dal vampiro, sul volto un’espressione neutra. Non voleva che Damon capisse che qualcosa non andava. Non voleva che la vedesse soffrire per lui, sarebbe stato così.. umiliante! Iniziò a parlarle con un dannato sorrisino stampato sul volto. - Indovina che cos’ho qui?- disse mentre con un rapido gesto toglieva le carte, rivelando un gruppo di cornetti da cui proveniva un invitante odore di cioccolato. Lui si che sapeva come sedurre una donna. Alla sua non risposta continuò. -Sai ho pensato che bisognava festeggiare dopo la riuscita della missione avvenuta ieri no?- Strano, pensava che sarebbe passato da lì per “festeggiare” la notte prima, a modo suo ovviamente. Solo a pensare dove e con chi avesse trascorso la notte, le veniva da vomitare. Lo guardò, sempre con fare neutro. -grazie, non dovevi disturbarti- disse atona. Il moro non le tolse gli occhi di dosso un attimo, poi all’improvviso sbattè una mano sul tavolo, e si passò l’altra mano tra i capelli con fare nervoso, per poi sbottare. -Si può sapere che hai? Ce l’hai con me per caso?- -perché dovrei avercela con te?- rispose sempre alla solita maniera -ah beh non lo so! Ti tieni lontana da me come se fossi un appestato, hai sigillato i tuoi pensieri, non hai fatto nemmeno un’espressione di felicità, o almeno un’espressione diversa da quella che hai ora e che non significa niente, mi rispondi svogliata e atona, se mi va bene, altrimenti non mi rispondi affatto! Si può sapere che hai? I tuoi assurdi cambiamenti d’umore mi fanno girare la testa!- A quel punto la facciata neutra si incrinò leggermente. -Beh, il fatto è che pensavo che avessi più considerazione di me- disse mentre si staccava da quella postazione e si dirigeva verso il lavabo per finire di lavare i piatti che aveva svogliatamente lasciato la sera prima, troppo provata per svolgere qualsiasi tipo di attività. Sentiva gli occhi di Damon a dosso. -Si può sapere che stai dicendo? Sono o non sono venuto qui a portarti la colazione stamattina? Ieri sera mi sono preoccupato davvero!- -Ma come fai ad essere così falso?!- disse girandosi verso di lui, davvero arrabbiata. Era convinta di avere il viso della stessa tonalità dei suoi capelli per quanto stava bruciando di rabbia. Tenne a freno i suoi poteri per miracolo. -Damon andiamo a letto insieme da tre mesi! Pensavo di contare di più nella tua vita! Ma mi sbagliavo...- disse rassegnandosi alle ultime parole; un moto di tristezza la invase. -Di che stai parlando? Puoi darmi una spiegazione logica?- disse lui freddamente, anche se nella sua voce riusciva a leggere qualcosa tipo amarezza, incredulità, confusione. -Succede che ieri sera, volendoti fare una sorpresa per dirti della riuscita del nostro piano, sono venuta al pensionato- -impossibile, non ti ho sentito arrivare- -per questo esiste la magia Damon-. Il ragazzo la guardò, per poi dire con più calma di prima. -Bene, sei venuta al pensionato, e allora?- -allora ho assistito alla tua chiacchierata con Elena, e avrei davvero voluto non essere lì, in quel momento- disse, consapevole che anche se non sentiva ancora le lacrime,i suoi occhi si erano già arrossati di nuovo.

 Damon si sedette sulla poltrona, con i gomiti sulle ginocchia, le mani giunte, il mento appoggiato ad esse, e lo sguardo fisso nel vuoto. Ci furono dei minuti interminabili di silenzio, in cui l’aria che si respirava era diventata sempre più pesante, e l’ossigeno era di colpo diminuito. Poi, improvvisamente, lo sentì dire. -tu e lei siete diverse- questa volta era lui ad avere la voce atona. -Beh, grazie per averlo messo in evidenza per l’ennesima volta..- disse amareggiata e disprezzante. Non sapeva come stesse facendo a trattenersi le lacrime tanto a lungo. -Diverse nel vero senso della parola. Non volevo che sentissi quello che sei stata costretta ad ascoltare, ma dovevo calmarla, e c’era un unico modo: Elena ha bisogno di essere e sentirsi amata- -e io no?- -è diverso. Tu sei forte, indipendente, tosta, incorrompibile- disse avvicinandosi di più fino ad arrivare a un palmo da lei. --Non sono così incorrompibile Damon- disse alludendo alla loro vicinanza -né così forte.. - disse mentre il vampiro l’aveva già presa per le spalle, e aveva appoggiato il mento sui bellissimi riccioli ramati . -Tu non sai nemmeno cosa potresti sopportare- -non così tanto- -perché ti fai del male? Esci fuori il carattere continuamente, anche se molti non se ne accorgono, e vedono solo quello che c’è di Bonnie all’apparenza.. Pochi coraggiosi ieri sera avrebbero commesso un atto così folle come il tuo, e io sono stato costretto a guardare la scena, che per fortuna sapevo essere falsa. Se fosse successo davvero io non..- disse, e avvertì chiaramente tutti i muscoli del vampiro contrarsi, e la presa sulle sue spalle aumentare d’intensità. -Lo so che tra lei e me tu sceglierai sempre e solo lei, Damon, l’ho sempre saputo fin dall’inizio, è inutile- -mi spieghi perché continui ancora una volta a farti del male e sottovalutarti?- disse con ghigno. -Ascolta mio fratello non c’è, e in questo momento Elena è più vulnerabile del solito, sarebbe una facile preda, non ci metterei molto a sedurla ed ad andare a letto con lei..- disse abbracciandola, completamente -ma perché allora credi che io sia qui uccellino? -. Bonnie lo guardò negli occhi. -dov’eri ieri sera? Ero convinta fossi con lei- -no, sono andato a caccia- disse voltando lo sguardo altrove. Aveva toccato un tasto dolente. -Sto provando a cambiare, ma non è facile, ho vissuto in questo modo per parecchio tempo, cambiare il mio stile di vita da un giorno all’altro non è certo una cosa a cui ci sia abitua in due minuti..- -io non ti sto dando nessuna colpa. Questa volta sei tu che ti fai del male da solo-. Ancora una volta si ritrovarono faccia a faccia occhi negli occhi. -Per ora l’unica che mi sta facendo del male sei tu, perché stai cercando di allontanarti da me- disse ad un palmo dalle sue labbra. Le sfiorò appena appena, giusto per vedere la reazione di Bonnie, che non si mosse di un millimetro. Provò ad approfondire il bacio, e per fortuna trovò la bocca di Bonnie semi-aperta, in modo da poter far incontrare le loro lingue. Bonnie si aspettava un bacio passionale, uno di quelli alla Damon Salvatore, uno di quelli che ormai provava molto spesso da tre mesi e di cui non avrebbe mai potuto fare a meno, e invece fu un bacio casto, puro, senza alcune malizia o perversione, solo un incontro di lingue che si scambiavano affetto ( o di più) tra di loro. Quando si staccarono, la prese per mano, si sedette sulla poltrona di prima, e la fece sedere sulle sue gambe, appoggiandole la testa sul suo possente petto. Bonnie si sentì improvvisamente in pace col mondo, tra le braccia del suo bel vampiro. Chiuse gli occhi per assaporare meglio quel momento, mentre con una mano accarezzava il collo per poi scendere giù sul petto del ragazzo, come aveva fatto tante volte. Sapeva che quel gesto lo faceva impazzire. Senza rendersene conto, disse una cosa, qualcosa che non aveva mai detto o ammesso a nessuno, neanche a se stessa se proprio doveva dire la verità. -Ti amo Damon- fu un debole sussurrò, ma seppe che il vampiro lo sentì alla perfezione. Conosceva Damon e i suoi modi, le sue abitudini, quindi non si aspettava nessuna risposta, e invece. -Beh, menomale, ci speravo davvero-. Un sorriso si allargò sulle sue labbra, un sorriso di pura gioia. Non lo aveva ammesso direttamente, ma sapeva cosa quella frase, detta da Damon, volesse dire. Era come se lui avesse provocato un eclissi, un eclisse totale nel suo cuore. Aprì gli occhi ricordandosi di scatto. -Damon, non vorrei interrompere questo momento perché è il più bello della mia vita ma.. non credi che i  cornetti si raffredderanno?-  

 





 


  
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