Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |       
Autore: zelot    17/04/2011    0 recensioni
A volte la guerra nasconde trame più temibili dei proiettili, più silenziose della morte, occultate dal sapore del sangue e dalla voglia di sopravvivere. E a volte quando lo scopri è già troppo tardi, perchè c'è già in moto qualcosa di più grande, qualcosa che ti scorre come Veleno nelle vene.
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Missione Freccia al cuore Il generale stava in piedi dietro il tavolo a proiezione tridimensionale con le mani intrecciati dietro la schiena e il petto in fuori. La stanza buia era illuminata solo dalla luce dei nano proiettori posti sotto la superficie del piano di vetro, luce che ingigantiva l'ombra di quel vecchio soldato. Il generale Tremor era un uomo sulla settantina, un tempo era stato soldato di fanteria pluridecorato durante i numerosi anni di servizio per l'Unione che lo aveva fregiato del titolo di “eroe delle Repubbliche Unite”, ora gli era stato affidato ad honorem il posto di Generale. A guardarlo nessuno di noi gli avrebbe dato un soldo bucato per combattere, ma c'è chi giurava di averlo visto sul calar della notte sparare al poligono senza sbagliare un colpo nonostante il buio e la parziale cecità. Molti in quella stanza avrebbero voluto ricevere la nomina di eroe. Quel titolo per me invece non era altro che un insieme di lettere che ti marchiavano come morto o troppo vecchio per poter combattere. Ed io avrei voluto evitare entrambe le cose o almeno ritardarle del più possibile. Improvvisamente, prendendomi anche alla sprovvista, la voce roca e metallica di Tremor mi riportò all'ordine > Colonnello Fhort si ricomponga! < mi riassettai sulla sedia come colpito da mille spilli nel culo > Signor sì signore! < sebbene i veli di cataratta avessero oscurato la purezza di quegli occhi, lo sguardo di Tremor continuava a farmi raggelare la pelle. Come quando me lo trovavo addosso da bambino.
Non sono mai stato un soldato modello per quanto riguarda la marzialità fuori dal campo e a volte nemmeno in battaglia. In passato avevo preso molte frustate “correttive”, ma a parte una serie invidiabile di cicatrici non sembravano avermi cambiato molto. La mia squadra rispecchiava il suo capitano in tutto e per tutto. Era il covo delle più pazze teste di cazzo dell'Unione, coglioni che non avevano cara la vita, pronti a morire pur di uccidere un nemico in più per non rovinarsi la media. Ci avevano già comunicato che saremmo stati in prima linea...anche in questa missione. Non ho mai capito se i grandi capi ci usassero come punta di lancia per le nostre capacità o perchè speravano che morissimo il prima possibile.
Comparve sul tavolo una fitta rete di magazzini e di vecchie fabbriche del XXI secolo non ancora convertite. La conoscevamo tutti bene, era una zona del pianeta Whirmy che la VI armata di fanteria aveva perso alcuni mesi prima. I piani alti sino a quel momento non avevano espresso interesse a riconquistare quel luogo, del resto non c'era niente di importante. Tremor iniziò a gracchiare metallico > Inutile che vi parli dei magazzini di Tirun < era la regione del pianeta su cui ci saremmo dovuti dirigere > Conosciamo tutti fin troppo bene questa zona. Se fosse una semplice missione di pulizia avremmo mandato l'aviazione, ma... < ogni tanto doveva fermarsi per tossire e sputare catarro in un vecchio fazzoletto di pezza, che a dir la verità non gli avevo mai visto cambiare > ...sembra che ci sia da prelevare un pacchetto. I servizi segreti hanno individuato nel magazzino H< inidicò il magazzino centrale, un luogo perfetto per un imboscata > alcune casse in cui dovrebbero esserci dei nuovi prototipi di armi nemiche. < ritrasse il dito scheletrico andando a riunire le mani dietro la schiena > Sarà una missione classica effettuata con l'impiego di quattro squadre. < uno dei capi squadra alzò la mano e gli venne data la parola > Come facciamo a riconoscere la cassa giusta e perchè tanto interesse per dei prototipi? < il vecchio rimase in silenzio per alcuni secondi, respirava affannosamente e gli occhi azzurri guardavano lontano, oltre quelle mura. A volte, quando lo vedevo in quelle condizioni, pensavo stesse morendo ma stava solo riflettendo. Si risvegliò da quella sorta di torpore > Verrà data a ogni squadra una ricetrasmittente, i nostri agenti hanno dato la vita per piazzare quella sonda di riconoscimento. Onorateli. < chinò il capo rado in segno di rispetto e tutti lo imitammo, ma la discussione riprese subito > Maggiore Thyler lei è uno scienziato o un soldato? < il capo squadra si pietrificò > Un soldato signore. < rispose confuso dalla domanda retorica del Generale che lo congelò, come suo solito, attraverso le iridi più fredde del ghiaccio > Bene allora faccia il soldato e lasci fare lo scienziato a quelle fighette piene di sé. < sapevamo tutti che quello era un tasto dolente. Lo sviluppo militare era a un punto morto, ma nonostante tutti lo sapessero, nessuno voleva ricordarselo.

Quelle armi ci servivano. Nella situazione stabile che si era instaurata in quei 150 anni, rimanere indietro tecnologicamente poteva significare perdere la guerra. La missione era stata soprannominata come “Freccia al cuore” . Venne spiegato il piano di attacco. La mia squadra aveva il compito di truppa di attacco frontale, mentre una squadra avrebbe fatto da retroguardia. Mentre noi tenevamo impegnato il nemico le due squadre rimanenti frammentate in piccoli gruppi dovevano aggirarlo per ritirare il pacchetto e riunirsi per coprirsi a vicenda durante la ritirata. Semplice e rapida, una missione come tante dal punto di vista operativo, una missione essenziale dal punto di vista della sopravvivenza. Congedati uscimmo dalla stanza e gli altri iniziarono a dirigersi verso la mensa, uscendo dalla stanza gettai un occhiata al vecchio che rispose al mio sguardo con un debole sorriso. Chiusi la porta alle mie spalle e iniziai anche io a incamminarmi dietro il gruppo degli altri ufficiali.

La campanella del rancio era suonata da alcuni minuti, probabilmente non avremmo trovato niente. Fortuna che non avevo fame, avevo la testa già alla squadra, alla missione, a come organizzare un efficace resistenza sino al prelevamento della cassa e poi delle squadre. Insomma mangiare era l'ultimo dei miei pensieri e se non fosse stato che poteva essere il mio ultimo pasto avrei evitato volentieri. Per noi poteva sempre essere l'ultimo pasto, il bello e che non ci facevi l'abitudine, anche se era merda quella che ti servivano, prima di una missione sembrava tutto buonissimo. La luce entrava dalla ampie finestre e scorreva sotto i miei piedi perdendosi poi sugli ampi soffitti, mentre meccanicamente percorrevo i corridoi serpentini sino alla mensa. Il rumore dei miei passi e l'alternarsi delle finestre scandivano l'avanzare mio e del piccolo gruppo sino a quando il silenzio fu inghiottito dal caos della stanza di ristoro. Ritirai la mia porzione, il cibo per noi non era altro che una pasta informe in cui erano concentrate le razioni nutrizionali perfette per operare al pieno delle forze. Mangiai senza nemmeno accorgermene ed alzatomi, dopo aver salutato i miei compagni, mi diressi verso la caserma a recuperare tutti i miei ufficiali inferiori.
Era ora di mettere le carte in tavola e preparsi a morire dignitosamente su Whirmy, sperando di portare più teste di cazzo possibili con noi prima di spirare. 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: zelot