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Autore: glendower    17/04/2011    6 recensioni
IsshuShipping [Black x N]
Ombra, luce. Ombra, luce.
Giochi ad effetto oltre i vetri dalla piccola – forse troppo stretta – cabina.
E' una scatola di sardine, ammettilo.
Puoi sentire benissimo il tuo ginocchio destro premuto contro la gamba di quel ragazzetto che a tutti i costi ha voluto salire con te.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Troppo in alto.

 


Ottobre,  agli esordi ancora vergine. Il tempo stabile non promette niente, sole o pioggia, la sua scelta è indifferente. Fuori è fresco ed ogni cosa sembra aver perso il suo colore. La nebbia è bella solo in parte, quando non ti permette di vedere oltre il tuo naso non ti piace, è così densa che assomiglia al fumo.
L'uomo della biglietteria prima di salire ti ha chiesto come mai hai deciso di farti un giro lo stesso; su quella giostra ci si va quando  la giornata è bella, non quando questa non permette di godersi il panorama.
In quel momento però non gli hai risposto. La soluzione era così banale che poteva arrivarci benissimo da solo.  


Eviti la coda no? Quella che c'è tutti gli altri giorni – non ti piace aspettare.


Cento metri ed altrettanti mille prima di arrivare al cielo. Il cigolìo dei meccanismi è un buon accompagnamento, la giusta distrazione da tutti i pensieri che nelle ore come queste ti affollano il cervello.
Polvere, polvere è questo mondo.
Guarda giù, cosa vedi? Case costruite vicino ad altre case, uomini insieme ad altri uomini e pokemon con i rispettivi allenatori.
Sembrano tutti così felici eppure non riesci a capirli, nemmeno provi a reggerli.
Perché tutto questo?  Possono avere di meglio. Vuoi costruire un posto diverso per ciascuno di loro e lo farai, sei già sulla buona strada dopotutto.
Premi la fronte contro lo sportello d'uscita, godendoti il giro sulla ruota panoramica.
Ombra, luce. Ombra, luce. Giochi ad effetto oltre i vetri dalla piccola – forse troppo stretta – cabina. E' una scatola di sardine, ammettilo. Puoi sentire benissimo il tuo ginocchio destro premuto contro la gamba di quel ragazzetto che a tutti i costi ha voluto salire con te. Per quanto tu voglia eliminare quel debole contatto non puoi, non c'è abbastanza spazio per entrambi. Sospingi il  corpo contro l'angolo del tuo sedile ma il suo respiro arriva fino a te, torturandoti fino a farti trattenere il fiato.  Non desideri la sua stessa aria riciclata. Preferiresti morire soffocato.
Chiudi gli occhi.  Adesso è luce, solo luce. Un bianco accecante che oltrepassa le ciglia e punge sulle palpebre. Vuole entrare, vuole passare, vuole illuminare il tuo sguardo, le tue labbra, il tuo viso. Non puoi permetterlo, finirebbe per assorbire quel tuo desiderio grande quanto una briciola. Quel maledetto moccioso è la fonte del bagliore: non esiste parte del suo corpo che non provi a non accecarti.  Stai zitto, ti fai semplicemente gli affari tuoi, torturando la catenella stretta al tuo collo. Cerchi di concentrarti su altro ma temi che possa scoprire il tuo nervosismo e iniziare parlare, facendo domanda dopo domanda.
Con un colpetto di tosse per l'appunto, Lui spezza il silenzio, si piega in avanti e con quel sorriso da ''guarda che denti bianchi che ho'' prende parola per la prima volta.
« Hai paura dell'altezza? Puoi tenermi la mano se vuoi. » domanda, allungando timidamente la mano destra a ricercare la tua. Si vede proprio che è un bambinetto, anche la voce, così come il corpo non è cresciuta.
Lo punti confuso, senza capire il perché di tale gesto.
Chi l'ha detto che hai paura? Tu ami non sentire i piedi ancorati alla terra, perché dovresti accettare il suo invito?

« No, grazie. »
Ti basta una persona, White. Hai scelto Lei, questo qua è l'incomodo, il rompiscatole.  Nemmeno lo conosci oltretutto, diglielo, non ci vuoi avere niente a che fare. Se voleva anche solo avere una piccola possibilità doveva arrivare molto prima.
« N-non ti stai divertendo? » di nuovo balbetta, senza mai abbandonare quell'espressione gentile, modesta– così altruista da farti prudere ogni parte del corpo per rabbia.
« Per niente, vorrei buttarmi giù. »
« Ma siamo troppo in alto! » e sembra sbalordito, confuso. « Devi avere pazienza, ancora un giro. »
Appunto, siete troppo in alto ma se non ci fosse il rischio di morire spiattellati allora si che lo faresti, un salto a piedi uniti e 'ciaociao mocciosetto'.
Eppure... qualcosa ti trattiene. Non è tanto la paura di volare nel vuoto quanto la mano che proprio in questo momento ha trovato la tua e te la stringe con tutta la forza che possiede.


Lascia perdere, sei troppo in alto per poter rinunciare a tutto quel calore, tutta quella luce.

 

[ note dell'autrice; ohh di nuovo in mezzo ai pokemon *-* dopo green e red, cambio di coppia <3 e spero bene anche questa volta seh, incrociam le dita e... buona lettura <3 corro a letto, domani compito di matematica SOBS ]

 

  
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