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Autore: BimbaTroppoCresciuta    17/04/2011    1 recensioni
Ti è mai capitato di sentire, nel silenzio, una voce? A me si. E mi ha aiutata a capire molte cose.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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D’un tratto la televisione tace, e lo schermo del pc s’oscura. Questo maledetto temporale ha fatto saltare la corrente. 
La stanza è illuminata solo dalla lampada d’emergenza quasi fulminata, e immersa nel silenzio. 
Già, silenzio. 
Nonostante lo scroscio della pioggia entri prepotentemente nella stanza e da lontano giungano altri rumori, per me c’è silenzio. Non sono più abituata a stare senza la tv accesa, la mia compagna prediletta nell’ultimo periodo. Potrei prendere un libro dalla vasta libreria nell’altra stanza, ma non ne ho voglia. Così mi accoccolo semplicemente sul divano violetto, le gambe al petto e la testa appoggiata sulle ginocchia, sbuffando. 
Il silenzio è più pesante di mille rumori, mi martella nella testa e mi fa impazzire. 
Devo riempirlo. 
Quasi a volermi assecondare, nella mia mente sgorgano all’improvviso tanti pensieri, ricordi, sensazioni, che non spezzano il silenzio ma lo rendono più pieno, corposo, sopportabile. Penso alla giornata che si conclude, a quella che comincerà, e tra i tanti pensieri sbuca all’improvviso, a tradimento quasi, il tuo volto. Dolce, sorridente, splendido come sempre. E assieme al tuo volto fiumi di ricordi, segreti sussurrati sulle labbra mentre ci rotolavamo tra le coperte, carezze, abbracci, baci pieni di passione. Mi viene in mente il nostro ultimo incontro, le urla con cui ti ho cacciato via, e ancora, mi viene in mente ciò che hai fatto. Ciò per cui tutto è finito. 
Mi manchi.
Da impazzire. Tuttavia la nostalgia è diventata un po’ più sopportabile dopo tutti questi giorni, quasi non ci penso più. Ma adesso quell’assenza si sente prepotente. Manchi accanto a me sul divano, manchi sulle mie labbra, manchi sulla mia pelle. 
Cerco di scacciare questo pensiero, ma qualcosa mi spinge a tenerlo fermo, a continuare a rimuginarci sopra. Nel silenzio, la voce dei miei pensieri che ho per tanto represso esplode potente, silenziosa anch’essa. 
Forse sono stata io la prima a sbagliare. 
Forse non sarei dovuta sparire per una settimana. 
Ma non ero pronta. 
Quella mattina mi svegliai nel letto di casa tua, avevamo dormito insieme, e accanto a me trovai solo un bigliettino. “Sposami” recitava nella tua grafia chiara e ordinata. Rimasi a fissarlo qualche istante, poi mi rivestii in fretta e corsi via. Tre ore dopo ero su un treno, mia madre mi attendeva. Per sette giorni non ho risposto alle tue continue telefonate, volevo riflettere. Quando sono tornata mi hai detto che mi avevi tradita, ma che mi amavi ancora. A quel punto io non ho voluto sentire ragioni, ti ho cacciato via e non ti ho più voluto vedere né sentire. 
Ma adesso, in questo silenzio assordante, quella voce mi fa riflettere su tante cosa a cui non avevo mai pensato. La nostalgia cresce, m’invade, mi lacera il petto. Davanti ai miei occhi il tuo volto appare come un onda, forte quando mi rifugio in quel ricordo, flebile quando tento di scacciarlo. Stringo forte il cuscino, una lacrima solca la mia guancia per poi cadere sulla stoffa purpurea del divano. Sfrego il volto con rabbia, faccio per alzarmi ma qualcosa mi trattiene. 
Quella voce, quella voce che non vuole tacere. 
La voce del silenzio.
Mentre altre perle d’acqua mi bagnano le gote, sento che tutto è come prima. Niente è mai cambiato. Io ti amo, tu mi ami, e questo basta. Potrei sposarti anche domani, o tra cinque minuti. Ti amo, ed è tutto ciò che conta. Ti sento tornare lentamente nel mio cuore, nel mio animo. Stai riprendendo il posto che non ti era mai stato del tutto sottratto.
Improvvisamente, un suono mi fa sobbalzare, la luce schiude gli occhi che non mi ero accorta di aver chiuso. La corrente è ritornata, la televisione è di nuovo accesa e lo stesso il computer. 
L’incanto è finito, ma ora io so che fare. 
Non credo che risentirò questa voce misteriosa che parla dritta al mio animo senza passare per il cervello, che spesso, con la sua logica fredda e inoppugnabile, mi fa commettere errori. È l’anima lo specchio che rivela i nostri bisogni, che sa sempre cos'è giusto fare.
Mi alzo, corro verso il telefono, compongo il tuo numero, e aspetto.

Questa è la prima storia che pubblico su EPF, scritta di getto. Mi stavo lavando i denti, quando mi è venuta in mente una canzone, "La voce del silenzio". Credo la conosciate tutti, è stata interpretata da grandi della musica italiana come Massimo Ranieri, Mina, Andrea Bocelli. Assieme alle parole della musica, me ne sono venute in mente altre, altre, e altre ancora. Sono corsa al computer e ho cominciato a scrivere. Spero che la storia vi piaccia, e vi prego di non risparmiare critiche anche negative, poichè il mio scopo è quello di migliorare lo stile di scrittura. Bhe, che dire? Buona lettura!


  
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