Serie TV > Bones
Ricorda la storia  |      
Autore: Tangled    18/04/2011    2 recensioni
Breve one-shot.
L'ho usata per un contest del forum "Bones Italia Forum"
La protagonista è Amy Morton.
...Era un ambiente difficile, in cui tutti avevano uno scopo e lo perseguivano con ogni mezzo: la verità era solo una delle possibili interpretazioni della realtà dei fatti e delle prove...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ci sono giornate in cui ti svegli e sai che qualcosa andrà storto. Lo senti.
Volte in cui l’unica cosa da fare sarebbe rintanarsi sotto le coperte e tornare a dormire, ma, nonostante ciò, ti costringi ad alzarti. E non succede quasi mai che si tratti di un falso allarme.
Altre volte, invece, ti desti e ti sembra di avere il mondo in pugno, sei convinto che tutto andrà bene e che nessuno potrà fermarti.
Di solito è proprio in quei momenti che la vita colpisce più duro.
Succede all’improvviso, come se il destino volesse ricordarti che non devi mai abbassare la guardia o potresti pentirtene.
Quell’ultima giornata rientrava decisamente nell’ultima categoria. Anzi, a pensarci bene, vi si poteva inserire l’intero weekend. 

Era iniziato tutto sotto i migliori auspici.
Non solo era riuscita ad entrare all’FBI, questo grazie alla lunghezza della sua gonna, ma era persino riuscita a convincere Booth a riesaminare il caso.
Non era stato difficile, se doveva essere onesta: era bastato fare leva sul suo senso di giustizia. Certo, se non fosse stato per la dottoressa Brennan...
Accidenti quella donna era davvero straordinaria! E indubbiamente grandiosa nel suo lavoro. D'altronde in caso contrario non avrebbe lavorato con Booth.
Giravano parecchie voci nel loro ambiente su quella strana coppia: erano partner da pochi mesi eppure tutti li conoscevano.
La loro notorietà era certamente dovuta al fatto che era la prima volta in cui una civile veniva affiancata ad un agente per tutte le fasi di un indagine per omicidio. A ciò si doveva poi aggiungere che lei era una scrittrice famosa.
La verità, però, era che chiunque gli avesse incontrati si era posto una domanda ben precisa.
Quanto ci sarebbe voluto prima che finissero a letto insieme?
Nessun se, solo l’incertezza del quando?.
Lei se ne era accorta subito, dal momento in cui erano entrati nell’ufficio in cui li stava aspettando, discutendo di qualcosa che aveva a che fare con una pistola. Aveva persino cercato di estorcere alla donna una confessione, l’aveva stuzzicata lasciando intendere che lei stessa aveva avuto la possibilità per un qualcosa con Booth, ma di aver perso l’occasione.
In realtà si era trattato più di un momento in cui aveva sentito che se l’avesse baciato lui non si sarebbe tirato indietro, ma era accaduto alcuni anni prima. Nulla di serio.
Questo però aveva evitato di dirlo per non rovinare l’effetto della sua dichiarazione.
Effetto che non si era fatto attendere e che si era manifestato in un lampo di irritazione che aveva attraversato il verdazzurro degli occhi della scienziata.
Non sapeva per quale motivo avesse sentito l’impulso di provocarla, forse perché aveva creduto che Temperance stesse coscientemente mentendo quando aveva affermato che tra lei e il suo collega non c’era nulla.
Si era sbagliata. La dottoressa era assolutamente convinta di ciò che diceva, per quanto assurdo ciò potesse sembrare.
Durante quelle ore frenetiche si era resa conto che era una persona cristallina: era schietta fino ai limiti della maleducazione. E lei non aveva ancora deciso se la cosa le piacesse o la infastidisse.
Nel suo mondo era difficile trovare una come lei, se non addirittura impossibile.
Aveva imparato presto che le parole erano un’arma pericolosa: con un pizzico di fortuna ed una buona capacità oratoria si poteva far condannare un innocente o far assolvere un colpevole.
Era un ambiente difficile, in cui tutti avevano uno scopo e lo perseguivano con ogni mezzo: la verità era solo una delle possibili interpretazioni della realtà dei fatti e delle prove.
Non le piaceva quell’aspetto del suo lavoro e forse proprio per quel motivo si era imbarcata nell’impresa di dimostrare l’innocenza di Epps in modo da evitargli la pena capitale.
Aveva commesso un errore di valutazione.
L’aveva guardato negli occhi e si era convita della sua sincerità. Così, per aiutarlo, aveva mosso mari e monti, nonché fatto riesumare un cadavere e svegliato per due volte nel giro di poche ore un giudice che, da quel momento in poi, le avrebbe sicuramente reso la vita un inferno.
Quell’inchiesta aveva presentato numerosi punti oscuri fin dall’inizio, ma nulla avrebbe potuto prepararla a quello che sarebbe emerso una volta chiariti quegli stessi interrogativi.
Howard Epps non era un assassino. Era un serial killer.
Vedeva ancora di fronte a sé gli occhi di quel mostro nel preciso momento in cui si era tolto la maschera. L’atteggiamento sottomesso aveva lasciato spazio alle parole di un freddo calcolatore che li aveva manovrati al fine di procurarsi la sospensione della pena capitale.
Anche se odiava ammetterlo perché andava contro ogni suo principio in quel preciso istante poteva capire l’affermazione che la dottoressa Brennan aveva fatto durante uno dei loro spostamenti in macchina.
Ci sono persone che non dovrebbero esistere. Come quelli che hanno ammazzato centinaia di bambini in Ruanda decapitandoli sui banchi di scuola. Persone che fanno cose del genere dovrebbero essere giustiziate.
Si sentiva sporca.
Aveva parlato con quel mostro, l’aveva consolato. Mio Dio, l’aveva persino toccato.
Il solo pensiero in quel momento le diede la nausea.
Quell’uomo aveva sfruttato il suo idealismo per i propri fini e lei si era comportata come una sciocca, ma non gli avrebbe permesso di distruggere ciò in cui credeva.
Le venne in mente quello che gli aveva detto un suo professore dell’università dopo una discussione.
Deve crescere, signorina Morton. Se vuole fare l’avvocato la prima cosa che deve imparare e che spesso bisogna scendere a patti con il fatto che l’imputato sia colpevole. Se non è capace di farlo allora è meglio che si scelga un altro lavoro.
All’epoca lei l’aveva mandato mentalmente a quel paese, ma ora capiva che cosa intendeva.
In quel preciso momento si rendeva conto di non sapere se era abbastanza forte per scendere a compromessi con la sua coscienza.
Una lacrima le solcò la guancia mentre bussava alla porta. Sapeva che era dannatamente tardi, ma non aveva potuto farne a meno: mentre vagava senza una meta per le strade di Washington nel disperato tentativo di scacciarsi di dosso quella sensazione di abbattimento, era finita lì.
Dopo qualche minuto la porta si aprì e lei si gettò tra le braccia di suo padre, affiancato subito dopo da sua madre: aveva ventisei anni eppure eccola lì a piangere tra le braccia dei suoi genitori.
Le sembrava di essere tornata bambina quando, ogni notte, costringeva il padre a controllare sotto il letto per assicurasi che non ci fosse nessun mostro in agguato, pronto ad attaccarla non appena avesse spento la luce.
Piangeva senza riuscire a fermarsi, in silenzio, sulla soglia di casa.
Piangeva per la stanchezza.
Piangeva per la rabbia.
Piangeva per la delusione.
Piangeva per quelle tre ragazze assassinate.
Ma piangeva anche per se stessa, ma soprattutto piangeva per l’innocenza che Epps le aveva rubato.
E lo odiava per averle dimostrato che i mostri esistevano davvero.
Sua madre e suo padre non le chiesero nulla, si limitarono a stringerla fino a quando le sue lacrime si esaurirono e poi la accompagnarono nella sua vecchia camera.
Per quanto potesse essere sciocco o inutile per quella sera voleva tornare ad essere la bambina ingenua che era stata.
Ci sarebbe stato il giorno successivo per le spiegazioni e le decisioni.
Così chiuse gli occhi e si addormentò. 

Ci sono giornate che ti rubano la voglia di vivere.
Altre in cui conti i secondi che ti separano al calare del buio.
E altre ancora che ti cambiano la vita.
Il coraggio sta nell’alzarsi il mattino successivo e affrontare un’altra giornata pur sapendo tutto questo.

 

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Bones / Vai alla pagina dell'autore: Tangled