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Autore: visbs88    19/04/2011    3 recensioni
Seguito di "Unico".
Jakotsu trova Bankotsu intento a fare il cambio di stagione, e nel frattempo cerca di riorganizzare la serata erotica, tempo prima miseramente saltata.
Scritta per l'iniziativa "Pesca la tua carta".
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Coppie: Bankotsu/Jakotsu
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Bankotsu x Jakotsu'
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CAMBIO DI STAGIONE

 
Iniziativa: Pesca la tua carta (Fanworld.it).
Carta: Re di cuori.
Prompt: Scrivi una storia dove ci sia qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo, qualcosa di prestato e qualcosa di blu.
Titolo: Cambio di stagione.
Introduzione: Jakotsu trova Bankotsu intento a fare il cambio di stagione, e nel frattempo cerca di riorganizzare la serata erotica, tempo prima miseramente saltata.
Personaggi: Bankotsu, Jakotsu.
Rating: Giallo/14+.
Generi: Commedia.
Avvertimenti: AU, One-shot, Yaoi.
Pairing: Bankotsu/Jakotsu.
Numero parole (Contatore Word): 2.518.
Disclaimer: i personaggi non sono miei, ma dell’autrice del manga Rumiko Takahashi. Non scrivo a scopo di lucro, ma per puro divertimento personale e per l’amore verso questa coppia, senza nessun’altra intenzione. Occorre il mio permesso per citare pezzi della storia, tradurla, riprodurla altrove o trarne ispirazione.
 
Buona lettura!
 
- Di’ un po’, amore, che diavolo stai combinando?
Jakotsu fece capolino nella stanza di Bankotsu. Era appena arrivato a casa del moro e invece di ritrovarlo sulla porta ad accoglierlo dopo avergli aperto aveva sentito rumori piuttosto inquietanti provenire dalla sua camera, tonfi e strani fruscii che non aveva saputo spiegare.
- Cambio di stagione.
Quelle parole arrivarono soffocate da un punto imprecisato vicino all’armadio. Bankotsu era chino in avanti, per metà immerso in uno scatolone pieno di vestiti in cui stava rovistando. Per carità, a Jakotsu quella posizione piaceva ed infatti si avvicinò, ma era comunque piuttosto surreale.
- Non l’avevi ancora fatto? – domandò, per poi dargli una simpatica sberla sul sedere.
- Ahia! – protestò l’altro, sussultando.
- E’ divertente sculacciarti – rise il ragazzo castano – Hai un sedere sodo che è un piacere. E in ogni caso te lo meriti. Non sei venuto a salutarmi e ad accogliermi all’ingresso, maleducato.
- Scusa, scusa, è che non so se noti che qui c’è parecchio casino, i miei mi hanno spedito i vestiti estivi…
- A me sono arrivati una settimana fa. Comunque… parecchio casino, eh? – ridacchiò ancora Jakotsu guardandosi intorno. Era un vero e proprio pandemonio, altro che parecchio casino.
Vestiti dappertutto: sul letto, dove ce n’era una montagna che avrebbe fatto invidia all’Everest, per terra, col rischio di venire calpestati e/o di fare inciampare i due ragazzi con conseguenze non del tutto salutari, sulla scrivania, sopra l’armadio, nell’armadio, una maglietta sbucava da sotto l’armadio, ed infine in tre grossi scatoloni che occupavano buona parte della stanza.
- Sai che sono un tipo da disordine organizzato – borbottò Bankotsu, sollevandosi e girandosi per baciare il fidanzato, prendendogli il viso con le mani. Si sorrisero.
- Hai rotto con questo disordine organizzato. Piuttosto, come stai, amore?
Jakotsu accarezzò il bel volto del ragazzo e si immerse nel blu dei suoi occhi mentre questo rispondeva con un altro sorriso:
- Bene, grazie. È un po’ meno forte degli altri anni.
Jakotsu era ovviamente guarito dalla febbre, che tuttavia l’aveva tenuto bloccato a letto per una settimana buona. Avevano atteso un paio di giorni prima di tentare di riorganizzare la serata erotica, ma il ragazzo con la treccia era stato travolto da un violento scoppio di allergia primaverile che l’aveva trasformato in una specie di ameba simbionte con i fazzoletti e un naso rosso da far invidia a Rudolf*. Inutile dire che Jakotsu si sarebbe allegramente strappato tutti i capelli dalla disperazione, ma si era trattenuto vedendo il fidanzato migliorare abbastanza in fretta. Trovare il ragazzo dagli occhi blu vispo e senza fazzoletti usati in meno lo metteva decisamente di buonumore.
- Perfetto. Allora domani compra la roba che vengo qui, la sera – ridacchiò Jakotsu, accarezzandogli i capelli. Lo vide arrossire e gli venne voglia di soffocarlo fra baci e coccole.
- D-domani sera? – balbettò Bankotsu, colto di sorpresa.
- Certo. Spiacente, ma non aspetto oltre, dolcezza – ghignò l’altro con un sorriso beffardo – Sfonderò la porta se sarà necessario. Oh, a proposito – aggiunse come illuminandosi – Mi sono sempre dimenticato di chiederti una cosa.
- Dimmi – rispose il ragazzo con la treccia, tornando a rovistare nello scatolone dell’armadio.
- Ti ricordi la simpatica volta in cui l’abbiamo allegramente fatto sul tavolino davanti al mio divano, con tanto di posa erotica?
- Come dimenticare? – borbottò Bankotsu, tirando fuori due magliette.
- Ti è piaciuto davvero tanto, eh?
- Vai avanti, please.
- D’accordo. Ero addormentato, tu mi hai svegliato e sono venuto ad aprirti alla porta. Come avevi fatto ad entrare giù?
Il ragazzo con la treccia rifletté qualche istante, poi rispose:
- Oh, la ragazza dal primo piano stava uscendo e mi ha fatto entrare. Perché?
- Beh, ero curioso di scoprire se avevi imparato ad attraversare le porte come un fantasma. Un momento – l’espressione di Jakotsu si irrigidì – Hai detto quella puttanella della ragazza del primo piano?
- Che sia una puttanella non lo so, ma era lei… - rispose piano Bankotsu. “Crisi di gelosia in arrivo” pensò preoccupato il ragazzo, sbirciando con la coda dell’occhio il fidanzato.
- Scommetto che ti ha sorriso, vero? – sibilò questo.
- Mi ha sorriso come qualsiasi persona educata…
- Come qualsiasi ragazza puttanella che flirta con un figo di passaggio – lo interruppe Jakotsu, irritato.
- Grazie per il complimento, ma non abbiamo flirtato, mi ha solo gentilmente lasciato entrare! – rispose Bankotsu, esasperato.
- Certo. Amore, era un modo per dirti “Bellezza, vieni pure a casa mia che ti faccio divertire”,  non l’hai capito? Quella è una vera stronzetta. Non pensare che non voglia che tu abbia amiche. Sarebbe meglio così, ma almeno tieniti lontano da quelle come lei – disse duro Jakotsu, avvicinandosi a lui.
- Sei così terrorizzato dall’idea che io preferisca una ragazza?
- Sì. Non lo sopporterei. Se non vuoi che io mi trasformi in un pazzo omicida evita.
- Pazzo lo sei già – ghignò Bankotsu per rompere la tensione che si era creata. Infatti, il ragazzo castano sorrise, per poi afferrargli una mano. La portò all’altezza del proprio viso.
- Dio, quanto sei bello – mormorò – Ti rendi conto che mi piacciono le tue mani?
- In effetti questo è piuttosto curioso, se devo ammetterlo – rispose il moro con una nuova smorfia beffarda – Finito lo sfogo?
- Uhm – rispose solamente l’altro, ma si vedeva che era decisamente più rilassato rispetto a poco prima.
- Ehi – disse Bankotsu facendo l’occhiolino – Se hai così tanta paura datti da fare per piacermi ancora di più, no? E io voglio vederti sorridere, se posso darti un piccolo consiglio.
- Suppongo tu abbia ragione – asserì Jakotsu, sfoggiando un sorriso a trentadue denti, che non aveva però nulla di falso.
- Ecco, così. Hai un sorriso così bello e sincero…
- Ti piace? – domandò il ragazzo dagli occhi neri.
- Sì, da morire. Mi piace anche come ridi. Quindi vedi di stare allegro – ridacchiò l’altro, lanciandogli in faccia una paio di calzini neri invernali.
- Dai, che schifo! – esclamò Jakotsu, afferrandoli.
- Come che schifo, mica puzzano! – fece Bankotsu, offeso.
- Spero siano puliti…
- Certo che lo sono, scemo!
- Ehi… - disse improvvisamente il ragazzo castano, guardandoli meglio – Non sono quelli che ti avevo prestato io?
- Sì? – chiese l’altro, incuriosito.
- Sì, eri venuto da me e spogliandoci avevi buttato i tuoi chissà dove, eri parecchio eccitato in effetti. Non li trovavamo più ma dovevi metterti le scarpe e andare a casa così ti ho prestato i miei.
- E a quanto pare non te li ho più ridati – rise Bankotsu – Ma scusa, tu chiami per nome ogni volta che lo facciamo?
- Più o meno, mi ricordo tutto, io – disse solenne il ragazzo castano – Quel giorno è stato divertentissimo. A suon di sesso orale ti avrò fatto avere cinque o sei orgasmi, continuavi a dire “Ancora, ancora”…
- Sì, certo. Ora mi dai un po’ una mano qui? – lo interruppe precipitosamente il giovane con la treccia, facendolo ridere.
- Non mi fai mai parlare abbastanza. Comunque, devi proprio finire adesso? Sai cosa avrei voglia di fare io… - piagnucolò Jakotsu.
- No, voglio sfruttare il tuo aiuto. E se ti comporti bene quando abbiamo finito forse ti faccio stare sopra.
Il ragazzo castano quasi fece un salto. Bankotsu lo conosceva davvero bene, doveva ammetterlo.
- Giura che sto io sopra!
- Ehm… dai, diciamo che se mi va…
- No, giura, altrimenti non ti aiuto a fare niente – ordinò Jakotsu.
- Questo si chiama ricatto, lo sai?
- Anche il tuo lo è!
- Il tuo è più bastardo.
- Non sviare, giura!
- E d’accordo, te lo giuro, starai sopra – si rassegnò Bankotsu. La quantità di roba che aveva da sistemare era pazzesca, valeva la pena accettare di venire dominati pur di avere un aiuto. E poi per una volta voleva rilassarsi.
Jakotsu lanciò un gridolino entusiasta, saltellò sul posto per poi abbracciarlo.
- Dai, muoviamoci – disse allegro – Finiamo in fretta!
Il ragazzo con la treccia rise piano tra sé e sé, era stata proprio una buona mossa.
- Intanto discutiamo democraticamente le condizioni di domani sera. Mamma mia, Bankotsu… queste scarpe quanti anni hanno, scusa il gioco di parole? – domandò Jakotsu critico, fissando un paio di Nike consunte e con diversi buchi.
- Sì, sono vecchissime, mettile in un angolo che andrò a buttarle via – rispose l’altro, iniziando a raccogliere i vari vestiti sul pavimento.
- Dove hai messo la roba invernale e quella primaverile?
- Buona parte estiva è nelle scatole, sul letto c’è l’invernale, mi pare…
- Come mi pare?
- Non lo so, ho fatto casino!
- L’hai già detto questo. Sei tremendo – sospirò Jakotsu, critico – D’accordo. Adesso svuoto questa scatola e tu ci metti dentro, in ordine, la roba invernale.
- Odio l’ordine – borbottò l’altro.
- Sì, lo so. Pensa a cose allegre, mentre sistemi – gli consigliò il fidanzato – Dunque. Ripassiamo le cose da comprare.
- Ho la lista a casa!
- Beh, magari aggiungiamo qualcosa – rispose Jakotsu mettendosi al lavoro – Prendi tutto abbondantissimo, non voglio dover fare economia. Segniamoci un itinerario, comunque.
- Ma no, vuoi programmare troppo!
- Voglio qualcosa di perfetto, Bankotsu. A proposito, se riesci a pescare qualcosina di eccitante da metterti…
- Eh, adesso! – sbottò il giovane con la treccia, piegando dei jeans – Cosa vuoi che mi metta, gli slip?
- Magari. Ma sono meglio dei boxer molto, molto attillati. O che ti stiano proprio piccoli.
- Certo, così mi stringono…
- Ah-ah, esatto. E quando sei eccitato ti fanno male.
- Divertente…
- Da morire, per me. Sai che ridere se ti si strappano?
I due giovani si guardarono negli occhi, e poi in effetti scoppiarono in un’allegra risata. Jakotsu era qualcosa di impossibile.
- Che idiota che sei, sarebbe proprio qualcosa di drastico!
- Già, è meglio che non succeda, altrimenti mi passa la voglia di farlo e mi rotolo solo sul letto ridendo! – rispose il ragazzo castano, che non aveva ancora smesso di ridacchiare.
- Lasciamo perdere, che è meglio…
- Dai, sul serio, mettiteli stretti ed eccitanti. Adesso cerchiamo il paio adatto. Io direi comunque di cominciare dal sano letto e spostarci piano piano verso il salotto…
- Smettila, non voglio programmare nulla…
- Sai, a casa tua ci sono pochi posti… l’abbiamo fatto dappertutto, se non erro…
- Stavo per dirlo io. Sicuro di non voler fare da te? Non per darti il peso ma è più divertente. Hai anche il letto più grande.
- Hai ragione. Ok, facciamo che vieni da me ma compri tutto tu. Mi aspetto di vederti arrivare con due sacchetti enormi, bada bene. E stavolta non tento di andare al supermercato, scanso equivoci.
- No, meglio di no. E’ fatta?
- Yes. E sono già stufo di sta roba.
Jakotsu aveva sbuffato quelle parole con aria veramente scocciata. Fare quei lavori gli ricordava troppo le donne, malgrado il premio finale. Guardò gli ultimi indumenti nella scatola, prima di dirigersi verso la scrivania.
- Dai, tieni duro…
- Sì, sì, certo – fu la risposta svogliata – E’ nuova questa maglietta?
Bankotsu guardò la maglia bianca con un disegno da writer che aveva appoggiato sul tavolo e che Jakotsu stava osservando.
- Sì, ti piace?
- E’ fighissima, me la compro anch’io!
- No, non mi copiare! – si lamentò Bankotsu, ostentando l’aria infantile.
- Quanto lagnose sono le bambine delle elementari? – rise Jakotsu – Non dirle il segreto, non sono più tua amica, gne gne gne! – le imitò poi, con la voce in falsetto.
- Io odiavo quando dicevano “Non mi copiare”, è così stupido – si unì a lui Bankotsu – Tornando a noi, ti rimetti al lavoro o no?
- No, non mi va di aspettare di finire.
Così dicendo Jakotsu si diresse verso il letto e ci si sedette pesantemente, proprio a fianco della mucchio di vestiti.
- Se non finisci il patto non è valido!
- Non me ne frega niente, sto sopra lo stesso, hai giurato.
- Ho giurato che saresti stato sopra se mi avessi aiutato e quando avremmo finito!
- Beh, un po’ ti ho aiutato e puoi rimandare.
- Devo ricordarmi di non fare più accordi con te, sei troppo sleale.
I due si sfidarono con gli sguardi, Bankotsu in piedi con una felpa in mano, Jakotsu ancora seduto con le braccia incrociate.
Passarono vari secondi, prima che i due ridacchiassero e che il ragazzo castano si alzasse in ginocchio, appoggiando le mani sulla montagna di vestiti e inarcando la schiena, per mettere il sedere bene in fuori. Lanciò un’occhiata seducente al fidanzato.
- Dai, se proprio vuoi forse mi arrendo. Non ti eccito messo così?
- Mi ecciteresti se fossi nudo, penso – rispose Bankotsu, con un mezzo sorriso. Quanto amava Jakotsu. Quando il ragazzo castano era ammalato all’altro era davvero mancato il suo lato perverso, che però era tornato più vivace che mai, e ne ebbe prova proprio in quel momento.
- D’accordo, mi spoglio – disse rapido Jakotsu, e prima ancora che il giovane con la treccia capisse cosa stesse facendo si tolse la felpa e la maglietta e si slacciò la cintura.
- Veramente stavo scherzando – si ritirò subito il padrone di casa, agitato.
- Scherzo o non scherzo non mi interessa – fu la risposta secca di Jakotsu mentre si sfilava i pantaloni.
- Dai, stai fermo! – gridò Bankotsu precipitandosi su di lui e tentando di bloccarlo. Jakotsu però ne approfittò per afferrarlo saldamente per le braccia e tirarlo sul letto col rischio di mandare all’aria tutto il cumulo di vestiti e venire seppelliti.
Il ragazzo castano, sfruttando il disorientamento dell’altro, con un ghigno soddisfatto montò sopra di lui, guardandolo dall’alto.
- Bastardo! – esclamò Bankotsu, sgranando gli occhi.
- Se può consolarti non avevo pianificato tutto, ho solo colto la palla al balzo – ridacchiò Jakotsu – La mia mente è perversa e sadica, ma non così perversa e sadica.
- Resta comunque perversa e sadica, che lo sia tanto o poco – borbottò il ragazzo con la treccia – D’accordo, come vuoi, hai vinto. Ma non pensare che non mi vendicherò.
- Oh, è una minaccia?
- Certo. Ricordati che domani sera non ho per nulla l’intenzione di starmene a farmi leccare senza muovere un dito.
- Con questo intendi che vuoi dominare sempre tu? Non te lo lascerò fare.
- Lo vedremo.
- Uhm, per ora stai zitto. Ho voglia di torturarti in qualche maniera, ma tengo tutto per domani.
- Torturarmi?
- Paura?
- Curiosità.
- Bugiardo – bisbigliò Jakotsu con un risolino, chinandosi in avanti e mordendogli divertito un orecchio. Lo sguardo gli cadde poco più in là.
- Oh, ecco! – balzò su, afferrando qualcosa – Qualcosa come questi!
Bankotsu fissò incuriosito i boxer blu scuro che l’altro teneva in mano.
- Quelli?
- Questi! Quando li hai comprati?
- Non molto tempo fa…
- Non li avevo ancora visti! Sicuro che siano nuovi? Sembrano così piccolini per contenere tutti i tuoi gioielli – ridacchiò il ragazzo castano, fissandoli entusiasta – Sono perfetti! Mettiteli, domani!
- D’accordo, padrone.
- Padrone? Sì, chiamami così, mi fa sentire ancora più dominante!
- Te le togli da solo le tue mutande o provvedo io a fare tutto?
- Oh, come sei impaziente. Ti accontento subito, bambino.
 
*Renna di Babbo Natale con il caratteristico naso rosso lampeggiante.
 
Ciao, ragazze ^^
Premetto: so che questa qui è piuttosto senza senso. E manco mi aspetto di ricevere recensioni, solo spero abbiate voluto leggerla ;-) perché mi serve quasi esclusivamente per collegarmi all’ultima di tanto tempo fa, Unico, e per introdurre la serata erotica, gente, che arriverà domani per rispettare i tempi! ;-)
Colgo l’occasione per ringraziare di cuore coloro che hanno recensito Amore al tramonto, Fruttolo mercenari e Cannibal Jakotsu, chi le ha preferite e chi le ha ricordate! ^^ e in particolare ad Hana Angel, che si merita la santificazione per la lunghezza delle recensioni xD
Ci ribecchiamo domani, probabilmente xD
Intanto, saluti by
Visbs88
   
 
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