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Autore: Thalia_Like_Alan    19/04/2011    1 recensioni
Dal Primo capitolo:
- Mallory POV -
"Fu solo quando la porta di vetro oscurato della doccia si aprì che capì di non essere sola. Cacciai un urlo, spaventata, quando vidi Ian uscire completamente nudo dalla MIA doccia.
- Che diamine ci fai nel mio bagno!? –
Lui prese subito il grande asciugamano appeso alla parete e se lo legò in vita.
- E da quando?! –
- Da sempre! Maledizione! –
Ci misi qualche secondo per collegare le cose. Lo sguardo di Ian era fisso su qualcosa che di certo non erano i miei occhi. All’improvviso mi ricordai di essere nuda e cacciai un altro urlo. Con una velocità impressionante aprì la porta del bagno e lo spinsi fuori con solo l’asciugamano addosso."
- Ian POV -
"Ragazze.
Si credono belle e indispensabili.
Io dico che servono solo per una cosa.
Nel caso di Mallory…
Be’, credo che lei non sia buona nemmeno per quello.
Cosa ci vedrà mai quel dottore o chi diavolo è?
Cazzi loro, non me ne fotte niente.
Fu così che mi addormentai.
Ovviamente solo dopo che Miss Racchia abbassò il volume dello stereo."
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti ^_^ 
Sono Thalia e sono qui-non qui-con la mia socia Alan per promuovere la nostra prima Quattro Mani ^^
Spero che sia di vostro gradimento questa prima introduzione dei personaggi e della loro situazione.
Fateci sapere cosa ne pensate!! Una di noi risponderà alle recensioni!!
Ah, con la prossima pubblicazione faremo sapere anche il giorno per le pubblicazioni settimanali!!
Grazie per l'attenzione e buona lettura!!



 


INTRODUZIONE
Era stressata, dannatamente stressata.
Il matrimonio improvviso del padre l’aveva lasciata scioccata.
Non che avesse qualche problema con il nuovo marito di suo padre, anzi, era una brava persona. Ma il fatto di dover condividere la casa con un perfetto sconosciuto, ecco quello non le piaceva.
Quel giorno in particolare era maledettamente nervosa. Poco prima di uscire per i soliti allenamenti serali il padre le aveva detto una cosa che l’aveva sconvolta.
- Mal, piccola mia. Mi sono dimenticato di un piccolo dettaglio! –-
Era già sulla porta quando la voce di Marcus, suo padre appunto, l’aveva raggiunta.
- Che c’è? Che ti sei dimenticato? –-
- Ti ricordi che più tardi arriva Leonard vero? –-
- Si certo. -–
- Bhe…vedi…mi ero scordato di dirti che con lui si trasferirà qui anche suo figlio Ian. –-
Mallory rimase impietrita.
E quello lo chiamava un piccolo dettaglio?!
- No, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no. Stai scherzando vero?- –
- Certo che no. Ti aspetto a casa per le otto, non fare tardi. –-
Le diede un bacio sulla guancia e la spinse fuori di casa chiudendosi la porta alle spalle.
Era arrivata in palestra in ritardo a causa dello shock. Aveva guidato come una lumaca e aveva persino sbagliato strada.
Era talmente presa nei suoi pensieri che non le riusciva di allenarsi decentemente. Alla fine, quando un pallone da basket non poco leggero, le arrivò in piena faccia, si ridestò.
- Ehi Mal si può sapere che ti prende? -–
- Scusatemi…non ci sono con la testa… -
- Si vede…vai a farti qualche giro di campo così magari ti rinfreschi le idee. –-
Come al solito, da brava stella della squadra, diede il buon esempio e non discusse gli ordini del coach. Anche se fuori c’erano appena dieci gradi uscì in calzoncini e maglietta e cominciò a correre. Corse fino allo sfinimento. Corse finché quel pensiero non fu scacciato dalla sua mente.
Erano le sette e quaranta quando entrò in spogliatoio. Non aveva nessuna voglia di essere puntuale. Prese l’accappatoio e entrò nella doccia. Ci rimase per dieci minuti, immobile sotto al getto d’acqua calda prima di cominciare a lavarsi seriamente. Quando finalmente fu fuori dalla palestra l’orologio sul suo cellulare segnava le otto e trenta. Due chiamate perse erano segnate sul display. Stava per entrare in macchina quando il cellulare squillò di nuovo.
<< Si, lo so. Sono in ritardo. >>
<< Già. Mal, dovevi essere qui più di mezz’ora fa. >>
<< Scusami. Mi sono messa a correre e ho perso la cognizione del tempo. Sto partendo adesso. >>
<< Va bene. Sta attenta. >>
<< Ok. >>
Riattaccò e mise in moto.
Alle nove meno un quarto era a casa. Suonò perché come al solito non si era preoccupata di prendere le chiavi.
Quando la porta di casa si aprì si ritrovò davanti Leonard, il suo “patrigno”.
- Ciao Mallory! Come stai? –-
- Bene grazie. Scusatemi per il ritardo! -–
Disse mentre varcava la soglia della sala da pranzo. Suo padre era seduto a un capo del tavolo e stava bevendo il caffè. Da una parte c’era un piatto coperto da un altro piatto.
- Vedo che non mi avete aspettata… -
- Non offenderti piccola, ma avevamo fame. -–
Mal sorrise. Quei due insieme formavano davvero una bella coppia. In fondo era contenta che suo padre avesse sposato un uomo invece di qualche donna isterica e prepotente.
Si sedette al suo posto e alzò il piatto. Un profumo inebriante le inondò le narici.
- Zuppa di pesce! Scommetto che l’ha cucinata Leonard! –-
- Si nota così tanto? –-
- No, il fatto è che tu, al contrario di Leonard sai a mala pena fare una pizza nel microonde… -
Leonard rise accompagnato da Mal.
Quando finalmente finì quella primizia si guadò intorno. Non doveva esserci anche il figlio di Leonard?
- Leonard…dov’è tuo figlio? -–
L’espressione dell’uomo sai fece scettica per qualche istante.
- Penso sia già uscito per qualche festino…Mi dispiace è davvero un caso perso… -
La ragazza lasciò andare un sospiro poco adeguato. In fin dei conti per lei era una bella notizia. Più tardi lo incontrava meglio era.
Sparecchiò e andò in camera sua. Svuotò lo zainetto e mise a lavare gli indumenti usati per gli allenamenti. Dopodiché, comodamente seduta sul suo letto, accese il suo adorato portatile. Girovagò per internet per un paio d’ore prima di alzarsi, spegnere il PC e preparare la borsa di scuola. Alle due di notte la casa aleggiava nel silenzio più totale. Mallory stava dormendo beatamente quando dal piano inferiore sentì dei rumori sospetti. Una porta che si apriva, dei sussurri scomposti, una risatina, lo scalpiccio di più piedi sul parquet. Si alzò di scatto e, afferrando la mazza autografata dei Red Sox, scese le scale fino al piano di sotto. Velocemente accese la luce del corridoio principale.
- Chi va là! -
Due figure sussultarono al suono della sua voce. Lentamente si voltarono verso di lei. Erano un ragazzo e una ragazza poco più grandi di lei.
- Chi diamine siete!? -
Il suo sguardo passò dall’uno all’altra velocemente, in attesa di una risposta, la mazza ancora stretta tra le mani.
- Non pensi che sia il caso di lasciare giù quell’affare? Qualcuno potrebbe farsi male Mal. -
Si voltò scatto e vide suo padre e Leonard andarle in contro.
- Si…ma questi due… -
- Mal, quello è Ian. -
- Ah. -
La mazza quasi le cadde dalle mani. E che diavolo ci faceva lui, alle due di notte, con una ragazza in casa sua?
- …Ian…Ti sembra questo il momento di startene lì a flirtare con quella ragazza!? -
La voce di Leonard aveva assunto un tono perentorio e ora fissava suo figlio dritto negli occhi.
- Scusami Vecchio, non pensavo aveste bisogno di me. -–
- Ian, non farmi incazzare a quest’ora della sera ok?? Manda a casa quella ragazza questa non è né l’ora né il momento per certe cose. -
Il ragazzo non si fece problemi e liquidò la ragazza con un semplice gesto della mano. Lei, quasi fosse la sua servetta personale se ne andò senza fiatare.
Mallory scosse la testa. La convivenza cominciava proprio bene.
Tutti mezzi assonnati andarono a sedersi in salotto. Era meglio chiarire un po’ di cose prima di andare a dormire.
- Bene. La cosa non è cominciata con il piede giusto ma provvederemo subito a mettere a posto le cose. -
- Già… -
Mal continuava a lanciare occhiatacce al ragazzo che se stava stravaccato sulla SUA poltrona. Era irritante ma non si poteva negare che non avesse fascino. Aveva i capelli corti e bruni tirati su con il gel in una piccola cresta. Ma nonostante la messa in piega alcuni ciuffi ricadevano ricci sulla fronte. Gli occhi scuri avevano il colore del cioccolato. Gli orecchini a spirale alle orecchie e il piercing ad anello sul labbro gli conferivano un’aria davvero seducente.
Per non parlare del suo abbigliamento…era davvero accattivante. Lei, al contrario, era in pigiama e la cosa era leggermente imbarazzante visto che era costituito da una canotta con i pinguini e un paio di calzoni con il cavallo alle ginocchia. Per non parlare dei capelli rossi raccolti in una coda alla “bell’è meglio”.
- Ian, lei è mia figlia Mallory. Mallory, lui è tuo fratello a patire da…uhm..bhe da quando io Leonard ci siamo sposati. -
- Piacere…Pel di carota. -
- Ehi! I miei capelli sono rossi non arancioni! -
- Quello che è. -
- Dio, ti conosco da venti minuti e già ti odio. Era meglio essere figlia unica. -
- La cosa è reciproca. –-
I due uomini si guardarono. Forse non sarebbe stato così facile come avrebbero sperato. 

______________
Con la speranza che vi sia piaciuto ci auguriamo che continuiate a seguire noi e i nostri personaggi!!!!
'Notte!!

Thalia & Alan <3
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M&I: Il trangolo è obsoleto
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